Dimenticato qualcosa o sbagliato?

Area di discussione su argomenti di montagna in generale.

Dimenticato qualcosa o sbagliato?

Messaggioda VECCHIO » mar dic 21, 2010 23:34 pm

Dimenticato qualcosa o sbagliato?
Oggi discutendo sulla nostra società dicevamo che ora per relazionarci con gli altri scegliamo sempre la strada più facile e piacevole: il sesso, che ci dicono si fa ?in sicurezza?.
Non usiamo più impegnarci per stabilire dei rapporti culturali e realizzare qualcosa, né coltivare delle amicizie, né tantomeno costruire un amore: impegnarsi è troppo faticoso e pericoloso, meglio restare superficiali pensando di essere profondi.
E così la nostra società ci fa fare quello che vuole, che è consumare ciò che ci propone, tanto noi non capiamo niente e nemmeno ci interessa capire: noi siamo convinti di sapere e di essere liberi, non ci accorgiamo che siamo tutti uguali ed obbedienti.
Vengo al dunque.
Facciamo spesso boulder, ogni tanto andiamo in falesia, ma solo con spit vicini e lavorando i tiri, e direi che non andiamo mai in parete, lì ci vuole troppo impegno, si fa troppa fatica e si rischia.
Comunque facciamo della sana attività ?sportiva? in compagnia, anche se le eccezioni ci sono ancora, per fortuna poche, ma ci sono.
L'importante è divertirsi, cambiare facilmente ed alla ?svelta senza problemi?.
Ma ci sembra di aver sbagliato o dimenticato qualcosa.
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Messaggioda crodaiolo » mer dic 22, 2010 0:06 am

"scegliamo, non usiamo, non capiamo, non ci accorgiamo"...
"non andiamo..." eppur "facciamo"... :|

sì, insomma: a noi "ci sembra"... che il plurale maiestatis non muoia mai :smt003
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Messaggioda arteriolupin » mer dic 22, 2010 0:23 am

... o forse sembra solo che quello che una volta era la "religione dominante" è stata soppiantata dal riconoscimento della libertà di dissentire o di vivere in modo scanzonato ciò che per anni è stato quasi Mistero...

Anche l'andare a divertirsi in montagna è cambiato, come i rapporti, nella misura in cui è più semplice ammettere di scegliere vie differenti o modi "altri" di rapportarsi, divertirsi e pensare...

Non "abbiamo" sbagliato o dimenticato qualcosa...

Ci stiamo solo rendendo conto che non esiste un'unica verità... E tanto meno un'unica via...

Andare in montagna è sempre e comunque bello nella misura in cui la gioia, il piacere di ciascun singolo per ciascuna "realizzazione" si avvera... Sia questo arrivare ad un rifugio, salire una cima o scalare un vione di 1500 metri VII A2... Oppure farsi in allegria un tiro di 6b in palestra, scendendo in moulinette a fumarsi una cicca tra le risate degli amici.

Se tutti "avremo" (avrete) raggiunto il piacere di essere riusciti a fare ciò che ci piace, nulla sarà dimenticato o perduto. Altrimenti saranno solo ulteriori attrezzi da falegname per la mente.

Buon Natale Paopanza.
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Messaggioda rediquadri » mer dic 22, 2010 11:01 am

arteriolupin ha scritto:...

Andare in montagna è sempre e comunque bello nella misura in cui la gioia, il piacere di ciascun singolo per ciascuna "realizzazione" si avvera... Sia questo arrivare ad un rifugio, salire una cima o scalare un vione di 1500 metri VII A2... Oppure farsi in allegria un tiro di 6b in palestra, scendendo in moulinette a fumarsi una cicca tra le risate degli amici.

Se tutti "avremo" (avrete) raggiunto il piacere di essere riusciti a fare ciò che ci piace, nulla sarà dimenticato o perduto. Altrimenti saranno solo ulteriori attrezzi da falegname per la mente.

Buon Natale Paopanza.


Quoto pienamente! :wink: e buon Natale a pao anche da parte mia!
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Messaggioda Falco5x » mer dic 22, 2010 12:03 pm

Nei dubbi di VECCHIO mi ci ritrovo abbastanza.

A tutti i livelli il facile e l'immediato hanno sostitutito l'impegno e l'attesa.
Basta soltanto che sia garantita la sicurezza, questo è il requisito unico e principale.

Ma sarà proprio un bene? non ci punge talvolta qualche nostalgia per certe cose del passato raggiunte a prezzo di sudore e lacrime? forse sì e forse no.
Per troppi anni da giovani ci hanno scassato i maroni a tutti i livelli con l'autoflagellazione dell'impegno a tutti i costi, col valore della sofferenza, della meta alta e nobile, e altre pippe analoghe. Pertanto chi ha una certa età, come me, di quelle cose non ne può davvero più.

Però forse adesso un po' si esagera sul lato opposto. Infatti chi ce lo fa fare a farci il mazzo per conseguire un pelo di soddisfazione in più quando esistono mille cose immediate e abbastanza piacevoli di cui fruire subito? vale davvero la candela imbarcarci in qualcosa di impegnativo?
Chi ha una certa età può anche permettersi il lusso di scegliere per il no e adagiarsi sul facile e sull'immediato, tanto ha sicuramente già sperimentato di tutto nella vita.

Mi domando però se questa filosofia spicciola dell'immediato sia produttiva per i giovani, i quali se continua questo andazzo non troveranno mai la motivazione per impegnarsi in qualcosa di durevole ed eticamente più elevato ma troppo faticoso.

Tutto sommato, dunque, penso che per i giovani trovare sempre la pappa pronta non sia un gran bene.
Per quanto riguarda me personalmente, invece, ormai mangio soltanto il fico che mi cade direttamente in bocca, perché penso di avere anche il diritto di rilassarmi e di potermelo permettere.
Ma io sono vecchio.
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Messaggioda ales » mer dic 22, 2010 12:25 pm

Falco5x ha scritto:Nei dubbi di VECCHIO mi ci ritrovo abbastanza.

A tutti i livelli il facile e l'immediato hanno sostitutito l'impegno e l'attesa.
Basta soltanto che sia garantita la sicurezza, questo è il requisito unico e principale.

Ma sarà proprio un bene? non ci punge talvolta qualche nostalgia per certe cose del passato raggiunte a prezzo di sudore e lacrime? forse sì e forse no.
Per troppi anni da giovani ci hanno scassato i maroni a tutti i livelli con l'autoflagellazione dell'impegno a tutti i costi, col valore della sofferenza, della meta alta e nobile, e altre pippe analoghe. Pertanto chi ha una certa età, come me, di quelle cose non ne può davvero più.

Però forse adesso un po' si esagera sul lato opposto. Infatti chi ce lo fa fare a farci il mazzo per conseguire un pelo di soddisfazione in più quando esistono mille cose immediate e abbastanza piacevoli di cui fruire subito? vale davvero la candela imbarcarci in qualcosa di impegnativo?
Chi ha una certa età può anche permettersi il lusso di scegliere per il no e adagiarsi sul facile e sull'immediato, tanto ha sicuramente già sperimentato di tutto nella vita.

Mi domando però se questa filosofia spicciola dell'immediato sia produttiva per i giovani, i quali se continua questo andazzo non troveranno mai la motivazione per impegnarsi in qualcosa di durevole ed eticamente più elevato ma troppo faticoso.


Sono d'accordissimo, ma anche un po' impaurito da questa china, nel senso che mi sembra una lotta contro i mulini a vento, quella di cercare di insegnare ai propri figli piccoli, oggi, ad impegnarsi e ad aspettare, quando appena fuori dalla porta è pieno di cose pronte da godere.


Falco5x ha scritto:Per quanto riguarda me personalmente, invece, ormai mangio soltanto il fico che mi cade direttamente in bocca, perché penso di avere anche il diritto di rilassarmi e di potermelo permettere.
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Io non ti credo, tu sei soprattutto brontolone.
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Messaggioda Falco5x » mer dic 22, 2010 12:33 pm

ales ha scritto:
Falco5x ha scritto:Per quanto riguarda me personalmente, invece, ormai mangio soltanto il fico che mi cade direttamente in bocca, perché penso di avere anche il diritto di rilassarmi e di potermelo permettere.
Ma io sono vecchio.


Io non ti credo, tu sei soprattutto brontolone.

:evil:
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Messaggioda VECCHIO » mer dic 22, 2010 17:56 pm

Difficile nevvero, se ci fosse una verità sola sapremmo tutto del mondo, io ho molti dubbi, ma già le nebbie si aprono leggendo Arterio e Falco, grazie.
Crodaiolo vedi che il noi non è papale, ma è il noi di tanti che vivono e pensano con una qualche somiglianza, comunque tutti ci firmiamo.
Auguri e grazie di farmi pensare.
ciao

Ps: oggi volevo cominciare a mettere gli sci: non devo più pensare di farlo? Pioveeeeeeeeee
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Messaggioda Giorgio Travaglia » mer dic 22, 2010 18:03 pm

VECCHIO ha scritto:, se ci fosse una verità

io penso che se ci si dedicasse più a conoscere la sostanza nella sua essenza ,l'importantza che diamo alle cose cambierebbe decisamente rispetto a prima.
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Messaggioda ciocco » mer dic 22, 2010 19:39 pm

:cry:
Non sono abbastanza intelligente per questo topic...

:oops:
:cry:
Non c’è sconfitta nel cuore di chi se ne sbatte il ca.zzo
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Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » mer dic 22, 2010 19:56 pm

qui però mi pare che si mettano insieme piani diversi.

un conto è il discorso della fatica, dell'impegnarsi per ottenere un risultato.

altro è il discorso della sicurezza.

naturalmente ognuno è libero di fare le sue scelte, e affrontare un certo grado di rischio può essere un'esigenza dell'uomo, almeno in certe fasi della vita. però, per fare un esempio terra terra, io personalmente mi sentirei di incoraggiare mio figlio a fare delle escursioni impegnative sul piano fisico, convinto che questa possa essere un'esperienza importante e, diciamo così, formativa. il giorno che invece mi dovesse dire, che so, "vado a fare la nord dell'eiger" (ammesso che ne abbia le capacità), non so se ne sarei così entusiasta.
perlomeno, non sarò certo io a mettergli in testa l'idea.

salud
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Messaggioda ettore » mer dic 22, 2010 20:19 pm

premetto che mi sento troppo "pivello" per partecipare... :smt017

il difficile è capire cosa vuoi veramente per essere felice:
piacere facile ed immediato, o sudarsi il piacere per gustarselo di più!?
ognuno con le sue idee, l'importante è la consapevolezza di ciò che fai e vuoi,
raggiungere insomma la conoscenza della coscienza* (...)

* citazione :smt003
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Messaggioda Giorgio Travaglia » mer dic 22, 2010 20:37 pm

ettore ha scritto: per essere felice[/i]:
piacere facile ed immediato

La strada per la felicità è la virtù ovvero avere la forza di realizzare il proprio poter-essere quindi la riuscita della virtù costinste nella felicità.
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Messaggioda Falco5x » mer dic 22, 2010 20:57 pm

Mettiamola su un piano diverso rispetto a quello della montagna, così esaminiamo altre sfaccettature.

Quando ero giovane e mi facevo una morosa, prima che questa "me la desse" passava un tempo infinito, e spesso diceva che me l'avrebbe data solo dopo il matrimonio. E io pure pensavo che fosse eticamente più giusto così.
Oggi spesso i giovani prima si conferiscono a vicenda i propri attributi e solo in un secondo tempo si chiedono il nome. Quello che i padri dicono ai figli è soltanto: mi raccomando bada soprattutto che sia una cosa sicura (in senso non procreativo e non infettante).
Insomma tutto è banalizzato a pura fisicità.

E' più giusto così? è più moderno? avere tutto subito non banalizza forse ogni bene materiale e morale? basta vedere certi figli di ricconi, abituati a non dover mai scegliere e a soddisfare subito ogni capriccio, in quale sfacelo morale cadono facilmente.

Notate che io non sono un bigotto, e qui ragiono sul puro piano dell'etica umana.

La risposta a queste domande non può essere univoca e preconcetta, perché caascuno di noi ha una sua propria sensibilità; però il problema è giusto porselo, non si deve banalizzanre ogni cosa pur facile da ottenere dicendo che non c'è problema.

Ecco, io penso che i giovani vadano soprattutto indotti a ragionare non solo con l'uccello (o l'omologo femminile), ma con la testa e soprattutto col sentimento perché l'amore, così come anche altri beni dello spirito e del corpo, merita tutta la nostra attenzione e consta di una chimica un po' più complessa di quanto potremmo affrettatamente immaginare.
Solo così facendo quando si prenderà una decisione, qualunque essa sia, sarà una decisione ponderata e matura.
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Messaggioda Giorgio Travaglia » mer dic 22, 2010 22:06 pm

[youtube]http://www.youtube.com/v/73mbCMzcumg&feature=related[/youtube]
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