On Sight & Rotpunkt

Arrampicata e alpinismo su roccia in montagna

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Messaggioda Luckless » dom mar 21, 2010 23:24 pm

Ciao a tutti, mi servirebbe un aiuto.. Ho provato a cercare in internet una distinzione e una spiegazione su questi 2 termini, qualcuno mi sa dire cosa significano? o sentito parlare anche di Flash... Tanx 8)
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Re: On Sight & Rotpunkt

Messaggioda Giorgio Travaglia » dom mar 21, 2010 23:30 pm

Luckless ha scritto:Ciao a tutti, mi servirebbe un aiuto.. Ho provato a cercare in internet una distinzione e una spiegazione su questi 2 termini, qualcuno mi sa dire cosa significano? o sentito parlare anche di Flash... Tanx 8)

on sight vuole dire letteralmente ''a vista'' ovvero..arrivi in una falesia ti metti le scarpine , ti leghi e fai un tiro senza cadere e senza riposarti sui chiodi fino alla catena , e senza aver mai visto nessuno farlo
rotpunkt vuol dire che fai un tiro senza caderew e senza riposare sui chiodi ma magari l'hai gia provato in precedenza
flash vuol dire che fai un tiro in rotpunkt al primo tentativo ma lo hai gia visto fare da qualcuno oppure ti sono stati dati consigli su come passar ad esempio su passaggio chiave.....tutto qua...se c'e dell'altro non esitare a domandare, io ho scoperto tutte queste cose dopo almneno tre anni che arrampicavo.
per me prima esisteva solol'arrivare in cima in qualunque maniera :wink:
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Re: On Sight & Rotpunkt

Messaggioda crodaiolo » dom mar 21, 2010 23:44 pm

Giorgio Travaglia ha scritto: on sight vuole dire letteralmente ''a vista'' ovvero..arrivi in una falesia...
ti metti le scarpine , ti leghi e fai un tiro senza cadere e senza riposarti sui chiodi fino alla catena , e senza aver mai visto nessuno farlo

non essere riduttivo... :roll:
oltretutto siamo nella sezione montagnina... :wink:
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Re: On Sight & Rotpunkt

Messaggioda Giorgio Travaglia » dom mar 21, 2010 23:48 pm

crodaiolo ha scritto:
Giorgio Travaglia ha scritto: on sight vuole dire letteralmente ''a vista'' ovvero..arrivi in una falesia...
ti metti le scarpine , ti leghi e fai un tiro senza cadere e senza riposarti sui chiodi fino alla catena , e senza aver mai visto nessuno farlo

non essere riduttivo... :roll:
oltretutto siamo nella sezione montagnina... :wink:

eh lo so ma perchè io sottointendo che se vado in montagna tutte ste belinate non mele pongo....cioè andare e senza tante musse per la testa... :lol: ( in montagna eh!)
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Re: On Sight & Rotpunkt

Messaggioda crodaiolo » dom mar 21, 2010 23:56 pm

Giorgio Travaglia ha scritto:
crodaiolo ha scritto:
Giorgio Travaglia ha scritto: on sight vuole dire letteralmente ''a vista'' ovvero..arrivi in una falesia...
ti metti le scarpine , ti leghi e fai un tiro senza cadere e senza riposarti sui chiodi fino alla catena , e senza aver mai visto nessuno farlo

non essere riduttivo... :roll:
oltretutto siamo nella sezione montagnina... :wink:

eh lo so ma perchè io sottointendo che se vado in montagna tutte ste belinate non mele pongo....cioè andare e senza tante musse per la testa... :lol: ( in montagna eh!)

chissà, forse fra altri tre anni... :?
abbandonerai "le grec" per abbracciare un'altra "filosofia" :roll:
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Re: On Sight & Rotpunkt

Messaggioda Giorgio Travaglia » lun mar 22, 2010 0:09 am

crodaiolo ha scritto:
Giorgio Travaglia ha scritto:
crodaiolo ha scritto:
Giorgio Travaglia ha scritto: on sight vuole dire letteralmente ''a vista'' ovvero..arrivi in una falesia...
ti metti le scarpine , ti leghi e fai un tiro senza cadere e senza riposarti sui chiodi fino alla catena , e senza aver mai visto nessuno farlo

non essere riduttivo... :roll:
oltretutto siamo nella sezione montagnina... :wink:

eh lo so ma perchè io sottointendo che se vado in montagna tutte ste belinate non mele pongo....cioè andare e senza tante musse per la testa... :lol: ( in montagna eh!)

chissà, forse fra altri tre anni... :?
abbandonerai "le grec" per abbracciare un'altra "filosofia" :roll:

onestamente sono convinto che quello sia l'esempio da seguire, di certo non facile ...ma sempre filosoficamente parlando io sono aperto verso la via della ''verità'' quindi non mi pongo limiti ( nell'abbracciare altre''filosofie'')
anche se ,sempre filosoficamente parlando credo di conoscere i miei.... :wink:
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Messaggioda pf » lun mar 22, 2010 8:19 am

eh...

in montagna, arrampicare a vista vuol dire rischiare più di tutti per una prestazione solo tua perchè tanto non te la fila nessuno.
Leo Houlding si è fatto sei mesi in stampella e non è più tornato quello di prima per aver tentato questo stile al Torre. ( io, più piccolineamente, mi sono rotto uno scafoide al Wenden e poteva andarmi molto peggio).
Scalare a vista in montagna vuol dire partire da una sosta e non pensare neppure a fermarti per riposare, rifiatare, "dare un'occhiata", controllare dov'è l'ultima protezione, sistemare meglio il friend, guardare se per caso arrivo in sosta se sbaglio, fare un dinamico che in falesia ci penseresti dieci volte con lo spit all'ombelico, e così via.
E' un approccio etico all'alpinismo su roccia pochissimo compreso, anche perchè decisamente pericoloso e inviso a molti che lo considerano figlio dell'arrampicata sportiva.
Quando, invece, Henry Barber ( il primo ad averlo SEMPRE praticato e addirittura teorizzato, per giunta disprezzando pubblicamente tutti quelli che andavano in montagna tanto per tirare qualcosa) e Manolo lo praticavano molti anni prima della nascita dell'arrampicata sportiva.
Fabio

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Messaggioda LugheroMujesan » lun mar 22, 2010 12:37 pm

pf ha scritto:eh...

in montagna, arrampicare a vista vuol dire rischiare più di tutti per una prestazione solo tua perchè tanto non te la fila nessuno.
Leo Houlding si è fatto sei mesi in stampella e non è più tornato quello di prima per aver tentato questo stile al Torre. ( io, più piccolineamente, mi sono rotto uno scafoide al Wenden e poteva andarmi molto peggio).
Scalare a vista in montagna vuol dire partire da una sosta e non pensare neppure a fermarti per riposare, rifiatare, "dare un'occhiata", controllare dov'è l'ultima protezione, sistemare meglio il friend, guardare se per caso arrivo in sosta se sbaglio, fare un dinamico che in falesia ci penseresti dieci volte con lo spit all'ombelico, e così via.
E' un approccio etico all'alpinismo su roccia pochissimo compreso, anche perchè decisamente pericoloso e inviso a molti che lo considerano figlio dell'arrampicata sportiva.
Quando, invece, Henry Barber ( il primo ad averlo SEMPRE praticato e addirittura teorizzato, per giunta disprezzando pubblicamente tutti quelli che andavano in montagna tanto per tirare qualcosa) e Manolo lo praticavano molti anni prima della nascita dell'arrampicata sportiva.


Leggendo questo interessante commento, mi sono posto una domanda: quanti vanno a fare le vie in montagna (con protezioni tradizionali per intenderci) con la filosofia dell'arrampicata a vista, fare la via arrampicando in libera senza tirare o riposarsi sulle protezioni. Senza avere come meta solo la cima e quindi cercare di raggiungerla in qualsiasi maniera e/o sotterfugio... ovvio che se la situazione lo richiede non esiterei ad una bella artificialata :twisted: però per il momento non mi è ancora capitato...

anche perchè parto sempre con questa idea, di conseguenza cerco sempre di andare a fare vie alla mia portata e che non abbiano passaggi in A0 A1 ecc. e rimando al futuro le vie più impegnative quando sarò in grado di farle in questo stile. Per esempio non mi interessa andare a fare la via del pesce passando in artificiale, anche se gli apritori sono passati così poi l'evoluzione a portato la libera, quindi aspetto di avere le capacità per affronatre questa salita.

Grazie delle risposte...
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Messaggioda Slowrun » lun mar 22, 2010 13:21 pm

pf ha scritto:per una prestazione solo tua perchè tanto non te la fila nessuno.


Pensa un pò che c'è gente che scala solo per quello !


Scusa Fabio ma a me sembra che pecchi di "Livello" il tuo diascorso è forse valido (non lo so) ad alti livelli ... se vado in montagna su una via classica (V+ A1) posso trovare soddisfazione personale nel cercare l'OS senza rischio alcuno ... me ne torno a casa con il mio VII- free (che se fallivo mi attaccavo al rinvio e manco volavo) felice e contento.

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Messaggioda adrianovskj » lun mar 22, 2010 13:21 pm

Io quando vado a fare una via in montagna cerco sempre di farla pulita. Poi se non ce la faccio tiro ma quello e sempre il plan B.
Ultima modifica di adrianovskj il lun mar 22, 2010 13:32 pm, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda pf » lun mar 22, 2010 13:28 pm

Sì, con una precisazione.
Non è il tipo di protezione, ma la distanza fra esse, che rende questo approccio particolarmente impegnativo a livello mentale.
Senza, spero, scatenare le solite diatribe, lo scalare su una via tradizionale con chiodo ogni metro o due non è mentalmente impegnativo, e oltremodo pericoloso, quanto salire a vista su una via come Dingo. Così come salire a vista mettendo un friend quando sei al limite e non fermarsi a vedere com'è ma continuare a salire, beh, la differenza è enorme. Inoltre, anche il terreno fa la differenza!! Se sei su placca, magari riesci a stare un bel pò in un posto, se la salita è fisica andare a vista è più difficile. L'unica mia salita in Marmolada non fu così impegnativa come tante altre salite nelle quali senti gli avambracci dirti che sarebbe stato meglio fermarsi qualche metro sotto...
Sono cose solo tue, non te le pubblicherà mai nessuno e le capiranno in pochissimi anche fra quelli che conosci, ma la differenza c'è ed è notevolissima.
Ho citato l'esempio di Houlding perchè fece scalpore, su Alpinist. Lui aveva fallito la salita a vista di El Nino, a Yosemite, per un solo resting, afferrando il rinvio appena messo perchè era al limite e non se la sentiva di rischiare il moschettonaggio e quindi la possibilità di un volo molto lungo.
Qualche mese dopo, al Torre, mentre saliva sulla ipotetica via di Maesri-Egger, su una placca, ricordandosi di quel momento decise di non arrestarsi sul nut appena messo ma di tentare il rinviaggio. Era sul Torre, su un qualcosa di simile ad un 8a, e fece un volo pauroso che gli fermò la carriera.
Se si fosse fermato sarebbe andato avanti e nessuno avrebbe avuto niente a che dire. Anzi.
Poi, ognuno va a ripetere come vuole e certo non sono io fra quelli che condannano o hanno da dire su una cordata che va sul Pesce o su Dingo fermandosi su ogni protezione possibile.
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Messaggioda adrianovskj » lun mar 22, 2010 13:40 pm

Sono daccordo con te.
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Messaggioda pf » lun mar 22, 2010 13:46 pm

No, slowrun, non sono d'accordo.
Lo scafoide me lo ruppi su un 6c+, ero marcio e all'epoca mi erano venuti pochi 7b a vista in falesia. E siccome su quella via avevo dato tutto su due 7b sotto, su quel 6c+ ero un rottame. Ero morto, avrei potuto mettere un FR bomba ma ero troppo cotto, così ho fatto un ristabilimento perandare verso al sosta e bum.
Wiessner scalava così, e all'epoca si andava sul 6b, o VII, max.
Il livello non c'entra niente, assolutamente nulla. L'approccio di scalare a vista lo fai sul 6a o sull'8a. Oltretutto a dir la verità soltanto da pochi anni si trovano anche in montagna tiri dal 7c in su pericolosi, chiodati lunghi, voglio dire, sulle vie degli anni '80 e '90 quasi sempre la pelle la rischiavi sul 7a al max, sopra avevi le protezioni ogni metro o due. Un classico sono le vie dei Remy, dal 7a in su sei sempre piacevolmente a vista, sotto te la fai sotto e vorresti fermarti ad ogni protezione, Yves Remy sul 6b e sul 6c non chiodava neppure, aggiungeva il fratello. Ti verrebbe voglia di fermarti e invece prosegui su questi 6b eterni perchè hai quell'approccio lì. Chi lò spiegò meglio di tutti fu il grande Henry Barber.
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Messaggioda L'avvoltoio » lun mar 22, 2010 14:08 pm

e comunque da almeno un paio d'anni il grado medio è ottoa
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Messaggioda Slowrun » lun mar 22, 2010 15:10 pm

pf ha scritto:No, slowrun, non sono d'accordo.


va be ... pace ... comunque non è per rubarti il mestiere, ma secondo me tu fai confusione con "obbligato" e "a vista".

Remi ? purtroppo non ne ho fatte molte ma un paio si ... se sono lì preso nel bel mezzo di due protezioni distanti 15 metri e devo mettere una protezione ecc ecc ... a vista o non a vista son cazzi uguale ! !
forse era meglio valutare prima la via.

In conclusione rimango del mio avviso ... per gli scarsi non cambia nulla (come rischio) a vista o azzero selvaggio ... se non si può azzerare si parla di obbligato impegnativo/pericoloso ecc. ecc.
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Messaggioda pf » lun mar 22, 2010 15:18 pm

Mestiere?!?!?
A parte gli scherzi, no, forse mi sono spiegato male, ma non c'entra niente l'obbligato con l'a vista.
Scalare a vista in montagna è un approccio, cerchi assolutamente di non fermarti anche se la tentazione c'è e ti farebbe riposare=riguadagnare le forze= pararti il fondoschiena.
Adesso ceh ricordo,a nceh Gullich nell'intervista in Oltre il rischio descrisse cosa voleva dire scalare a vista a Trango. Come fosse completamente diverso dal salire e basta.
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Messaggioda Slowrun » lun mar 22, 2010 15:50 pm

Forse a scrivere sono ancora più scarso che a scalare ... e di conseguenza è difficile per me farmi comprendere.

Ma sono cocciuto ed insisto ... forse, dico forse se ti sforzi di scendere dal "piedistallo" dei Top Climber intuiresti che delle problematiche della scalata a vista di ...

Gullich
Wiessner
Remy
Henry Barber
Houlding

Che delle vie tipo ..

Trango
El Nino
ipotetica via di Maesri-Egger
Dingo

Ecco di queste cose non tutti sono interessati/in grado di esserne interessati.

Tu parli solo di top level, di top climber, di top vie ... c***o siamo partiti da uno che chiedeva la differenza trà OS e RT ... un'altro diceva vai in falesia ... un altro ancora scherzando dice c'è anche la montagna e tu vieni fuori con il discorso delle protezioni lontane ecc ecc
ok ok il tutto ci porta ad un modo di fare alpinismo moderno, innovativo, meritevole di soppiantare altri modelli ... ma forse in altro topic specifico era meglio.

scusate, prometto di non parlarne più
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Messaggioda pf » lun mar 22, 2010 16:03 pm

Allora, semplicemente, ti dico che quando feci la prima via, Solitudine alla rocca di Baiedo, avevo in mente di farla senza fermarmi mai, e ti assicuro che sono vivo per un pelo, visto che aprii anche una variante a nuts ( di IV max, ma tanto potevo permettermi).
Ho fatto esempi importanti, ma in tanti abbiamo sempre scalato così, fin dagli inizi dei quinti gradi.
Il livello non c'entra nulla. Ma proprio nulla.
inoltre non è un modo moderno, c'è da sempre.
Solo che è un pò scomodo e allora di volta in volta viene bollato come moderno, incosciente, inutile, celoduristico, autocelebrativo, etc, etc...è dal 1900 che è così.
Fabio

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Messaggioda gug » lun mar 22, 2010 16:12 pm

Discorso molto interessante: comunque rotpunkt è diverso dal semplice lavorato perchè ad ogni tentativo bisogna partire dal basso e sfilare la corda
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

Traguardi Effimeri
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Messaggioda arteriolupin » lun mar 22, 2010 16:50 pm

Branco di pippe e fenomeni da baraccone...

il futuro dell'arrampicata è il famoso

WAMS = Wild Anchor Milking Style

ovvero lo

Stile della Mungitura Selvaggia di Protezione


E' fatto divieto salire in rotpunkt, in flash, on sight e simili pippate da merenderos domenicali...

Si sale attaccandosi a tutto e piantando protezioni ovunque, con adeguate pause e chiacchierate appesi ai rinvii. I migliori potranno anche fumare e farsi un "cicchetto" tanto in sosta che durante le pause intermedie su fix, spit e firends.

Questo è il futoro!!!!

E solo i migliori potranno entrare a far parte del Megapippon Club!
...Se tuti i bechi gavesse un lampion... Gesummaria che iluminasiòn!

Canto popolare veneto
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