Morire in soccorso.

Area di discussione su argomenti di montagna in generale.

Messaggioda Godurioso » lun dic 28, 2009 11:27 am

Mi è venuta la pelle d'oca quando ho visto delle mie emails che ci eravamo scambiati con Erwin la scorsa estate in merito al costo di alcune vie eventualmente da fare con la scuola di alpinismo Tita Piaz della Valdi Fassa.
Tra l'altro l'avevo anche sentito al telefono una-due volte e mi era parsa una persona assai cortese....

Che dire, nulla, la tragedia si commenta da sè, semplicemente incredibile.

Quoto qualche intervento che mi precede, allorchè si parla di andare a salvare due persone assai imprudenti e che probabilmente erano già morte, in quanto a quelle temperature e a quell'ora di sera è ovvio che - se non ti sei fatto sentire - è perchè hai avuto qualche grosso guaio, probabilmente mortale.

Quindi non discuto certo l'operato di quelle quattro super persone che sono morte per andarli a cercare, ma sicuramente c'è da rivedere il metodo di chi dirige queste ricerche perchè, ripeto, un conto è l'estate e puoi avere speranze di ritrovarli vivi anche dopo una notte intera, ma d'inverno sinceramente con quell'altissimo rischio valanghe che c'era mettere a repentaglio la vita di padri di famiglia ed affermati professionisti mi pare una grande....
Il mister Bertolaso o chi per lui deve rivedere alcune regole!

Poi è ovvio che subentra il fattore destino perchè la valanga poteva cadere anche l'indomani mattina... oppure chissà se l'elicottero che sorvolava la zona ha smosso qualcosa.... qualcuno ha urlato.... e gli sventurati ci sono finiti in mezzo.

Rinnovo il + sincero cordoglio alle famiglie: le parole servono a ben poco ora!

Paolo
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Messaggioda bummi » lun dic 28, 2009 12:06 pm

Ogni volta che muoiono dei soccorritori c'è qualche "benpensante" che si lancia in affermazioni strampalate perchè non tiene conto di due elementi fondamentali:
1) il CNSAS è una struttura che si fonda sul volontariato di appassionati di montagna che si mettono a disposizione di altri appassionati come loro;
2) quasi tutti gli incidenti che avvengono in montagna sono frutto di un errore, il fatto che vengano commessi da esperti cambia poco la cosa, sono essere umani anche loro e sbagliano come tutti gli altri.
Chi non tiene conto di questi due semplici elementi secondo me non capisce cosa significa avere la passione per l'alpinismo e cosa sia lo spirito di solidarietà che accomuna noi che abbiamo questa passione. Non conoscevo nessuno dei 4 soccorritori che sono morti, ma sono sicuro che incarnassero alla grande entrambi questi aspetti.
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Messaggioda marcov » lun dic 28, 2009 12:27 pm

... mi viene in mente il caso dei due turisti rapiti in Mauritania. Che si deve fare, dare come al solito qualche milioncino di euro ai rapitori per far tornare sani e salvi e con un po di belle foto i due turisti che ben sapevano come tutti che andare in quei posti (e ci vanno apposta) non è come andare a farsi una passeggiata nel deserto dell'Arizona?

Lo so che molti non si pongono tanti dubbi, ma io si... proprio per il fatto che "la rinuncia" è segno di intelligenza.

Purtroppo la "nobiltà d'animo" non puo' o non dovrebbe sostituire il professionalismo e quindi la presa di decisioni razionale sull'opportunità o meno di andare a soccorrere "sprovveduti", quando il soccorso implica necessariamente un rischio troppo elevato per i soccorritori, rispetto al probabile esito del soccorso...
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Messaggioda andreastonelli » lun dic 28, 2009 12:32 pm

se é vero che il rischio valanghe era 4 su una scala di 5 (4 FORTE:Le possibilità per gite sciistiche sono fortemente limitate ed è richiesta una
grande capacità di valutazione locale; anche singoli sciatori devono evitare tutti i pendii ripidi e il piede degli stessi. E' raccomandabile la
chiusura di vie di comunicazione, piste da sci e impianti di risalita interessati dai percorsi abituali delle valanghe
. E' raccomandabile
adottare misure di sicurezza nei centri abitati più esposti
.) come mai l'impianto di risalita al Sass Pordoi era in funzione?
Ho appositamente scritto "se é vero" in quanto l'attendibilissimo bollettino valanghe dell'ARPAV (Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto) per Sabato in Dolomiti dava rischio 3 in abassamento a 2. (http://www.arpa.veneto.it/upload_arabba ... tineve.pdf) E se i due "sprovveduti turisti" (?) si fossero "fidati" del bollettino e l'apertura dell'impianto gli avesse rassicurati a compiere la loro gita?
"La mia casa ambulante avrà ancora due gambe e i miei sogni non avranno frontiere."
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Messaggioda cinetica » lun dic 28, 2009 12:35 pm

generazione tepa sport ha scritto:certo è facile sedersi davanti al pc e sentenziare le ns. solite minchiate


e fare i sapientoni .... io qua .... io la ....

un pensiero a questi sei ragazzi e alle loro famiglie.

:(
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Messaggioda julius » lun dic 28, 2009 12:39 pm

E' vero ciò che molti hanno sottolineato: a volte la scelta più saggia è la rinuncia e sono proprio scelte sbagliate o non sufficientemente ponderate a determinare i drammi, più che l'eventuale incapacità.
Detto questo, trovo abbastanza disgustoso il tono da crociata di certi burocrati (Bertolaso in testa) che di montagna probabilmente hanno competenza pari a zero. I burocrati di Stato e Regioni spieghino,caso mai,perchè il Soccorso alpino ( che qualcuno, anche nei TG della RAI, continua a credere sia una professione ) è spesso abbandonato a se stesso, senza adeguato sostegno e adeguati finanziamenti.
Per le vittime, in questo momento, solo cordoglio e, per chi è credente, una preghiera. E chi non ha mai commesso errori in montagna scagli la pima pietra.
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Messaggioda julius » lun dic 28, 2009 12:42 pm

andreastonelli ha scritto:se é vero che il rischio valanghe era 4 su una scala di 5 (4 FORTE:Le possibilità per gite sciistiche sono fortemente limitate ed è richiesta una
grande capacità di valutazione locale; anche singoli sciatori devono evitare tutti i pendii ripidi e il piede degli stessi. E' raccomandabile la
chiusura di vie di comunicazione, piste da sci e impianti di risalita interessati dai percorsi abituali delle valanghe
. E' raccomandabile
adottare misure di sicurezza nei centri abitati più esposti
.) come mai l'impianto di risalita al Sass Pordoi era in funzione?
Ho appositamente scritto "se é vero" in quanto l'attendibilissimo bollettino valanghe dell'ARPAV (Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto) per Sabato in Dolomiti dava rischio 3 in abassamento a 2. (http://www.arpa.veneto.it/upload_arabba ... tineve.pdf) E se i due "sprovveduti turisti" (?) si fossero "fidati" del bollettino e l'apertura dell'impianto gli avesse rassicurati a compiere la loro gita?


Questa mi pare un'osservazione opportuna e che andrebbe approfondita!
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Messaggioda mordred » lun dic 28, 2009 14:22 pm

Godurioso ha scritto:.
Quindi non discuto certo l'operato di quelle quattro super persone che sono morte per andarli a cercare, ma sicuramente c'è da rivedere il metodo di chi dirige queste ricerche perchè, ripeto, un conto è l'estate e puoi avere speranze di ritrovarli vivi anche dopo una notte intera, ma d'inverno sinceramente con quell'altissimo rischio valanghe che c'era mettere a repentaglio la vita di padri di famiglia ed affermati professionisti mi pare una grande....


Ci può essere anche l'eventualità che uno resti semi-sepolto...e che fai? lo lasci lì tutta la notte così muore assiderato?
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Messaggioda roby4061 » lun dic 28, 2009 14:32 pm

mi unisco al cordoglio..

e riporto l'articoletto di Mercalli su la Stampa di oggi. fa riflettere.

LUCA MERCALLI
Con un bollettino di rischio valanghe di livello quattro su cinque non si dovrebbe partire per un'escursione fuori pista. Se lo si fa, si deve essere consci di mettere a repentaglio la propria vita.

E alcune amministrazioni pubbliche stabiliscono, a titolo dissuasorio, che la salata fattura dell'eventuale soccorso sarà a carico dell?infortunato o dei suoi familiari in caso di morte. Ma come affrontare il problema dell'incolumità dei soccorritori? Se un'operazione di recupero si svolge sotto la minaccia di nuove valanghe o durante forte maltempo che riduce i margini di sicurezza degli elicotteri, cosa bisogna fare? Astenersi e lasciar morire qualcuno o tentare la roulette russa? La risposta non è facile e attinge ai più profondi valori umani.

Per definizione, chi offre la propria competenza, il proprio coraggio e la propria abnegazione per salvare qualcuno, non si pone la domanda se costui sia un imbecille o un criminale degno o no di essere salvato. Se così non fosse, le ambulanze non dovrebbero mai affrontare pericolosamente il traffico a sirene spiegate per salvare un ubriaco causa di incidente stradale, né si sarebbe mai dovuta rischiare la vita a soccorrere le vittime di un terremoto in case moderne che violavano le normative antisismiche, oppure gli alluvionati in edifici abusivi costruiti sul greto di capricciosi torrenti.

Insomma, lo sfogo di Bertolaso è comprensibile in quanto pronunciato sotto lo stress dell'emergenza, ma inattuabile in pratica: in ogni situazione drammatica i soccorritori tentano sempre il massimo compatibile con le loro capacità tecniche e i mezzi a disposizione, ma si astengono giustamente dal dare giudizi. A questo penserà dopo la magistratura. Il prezzo da pagare è che ogni tanto, per fortuna raramente, le cose vanno male anche per i soccorritori.

Soluzioni? Tanta, tantissima informazione e prevenzione. A chi scia fuoripista, non ci si stancherà mai di ripetere che la neve è un elemento mutevole e instabile, che i bollettini di rischio servono proprio per non trasformare il divertimento in tragedia, che bisogna sempre portare con sé l'apparecchio di localizzazione Arva. Ma si ripete da sempre che anche superare i limiti di velocità sulle strade aumenta il rischio di incidenti mortali, eppure le 4731 vittime della strada del 2008 quasi non fanno più notizia, mentre per i 19 sfortunati che in media periscono sotto la neve ogni anno, e non sempre per imperizia o tracotanza, chissà perché ci si indigna di più.
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Messaggioda vecchiobonfo » lun dic 28, 2009 14:44 pm

[quote="Godurioso"]Mi è venuta la pelle d'oca quando ho visto delle mie emails che ci eravamo scambiati con Erwin la scorsa estate

Ci ho arrampicato lo scorso 12 ottobre e abbiamo fatto lo spigolo Abram al Ciavazes, Erwin era una persona molto gradevole, non se la tirava ed era molto didattico. abbiamo trascorso l'intera giornata insieme ad arrampicare e a chiacchierare e il giorno dopo avremmo arrampicato ancora se non avesse avuto il turno di soccorso...
ragazzi rimandiamo a dopo le polemiche, magari sarebbe più bello che chi li ha conosciuti scambiasse i propri ricordi di loro e li condividesse.
A 4000 mt. tutto è più chiaro...
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Messaggioda Corso60 » lun dic 28, 2009 14:53 pm

brando ha scritto:
Picchio ha scritto:
L'avvoltoio ha scritto:Io non credo che la strada da percorrere sia quella dei divieti bensi quella di modificare il protocollo di intervento a tutela dei soccorritori perchè:

a. se qualcuno infrange il divieto e poi chiama il soccorso questo è probabile che intervenga

b. non sarebbe possibile far rispettare il divieto

Se contestualmente alla revisione dei protocolli di intervento si istituisce una forma di maggior controllo delle attività in montagna è lecito attendersi qualche buon risultato.

un pò (poco) ci conosciamo, quindi posso dire quello che penso... mal che vada sai che faccia ho

io non condivido assolutamente quest'idea dei divieti, perchè per me la montagna è libertà prima di tutto
quello che bisogna chiarire è dove finisce la libertà di uno ed inizia quella degli altri

ossia: finchè sono io che rischio son affari miei, ma se altra gente poi rischia per venirmi a prendere allora ho una responsabilità nei loro confronti (oltre di chi mi aspetta a casa)

quindi bisognerebbe rivedere i protocolli del soccorso (che non ho idea di quali siano) e contestualmente rendere note tali procedure e i loro limiti di attuazione (ossia quando "si và" e quando "non si và" a recuperare)





espressa quest'opinione, non posso che associarmi nel cordoglio per questi ragazzi (TUTTI)
Quoto pienamente il ragionamento, più che limitare la libertà altrui, bisogna rivedere le procedure d'intervento,perchè da diretto interessato di solito quando cè la chiamata si và
Detto questo, un Grande abbraccio alle famiglie dei colleghi
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Messaggioda GERVASONI » lun dic 28, 2009 16:26 pm

l'articolo di Mercalli è colmo di buon senso
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Messaggioda il Duca » lun dic 28, 2009 16:52 pm

Corso60 ha scritto:
brando ha scritto:
Picchio ha scritto:
L'avvoltoio ha scritto:Io non credo che la strada da percorrere sia quella dei divieti bensi quella di modificare il protocollo di intervento a tutela dei soccorritori perchè:

a. se qualcuno infrange il divieto e poi chiama il soccorso questo è probabile che intervenga

b. non sarebbe possibile far rispettare il divieto

Se contestualmente alla revisione dei protocolli di intervento si istituisce una forma di maggior controllo delle attività in montagna è lecito attendersi qualche buon risultato.

un pò (poco) ci conosciamo, quindi posso dire quello che penso... mal che vada sai che faccia ho

io non condivido assolutamente quest'idea dei divieti, perchè per me la montagna è libertà prima di tutto
quello che bisogna chiarire è dove finisce la libertà di uno ed inizia quella degli altri

ossia: finchè sono io che rischio son affari miei, ma se altra gente poi rischia per venirmi a prendere allora ho una responsabilità nei loro confronti (oltre di chi mi aspetta a casa)

quindi bisognerebbe rivedere i protocolli del soccorso (che non ho idea di quali siano) e contestualmente rendere note tali procedure e i loro limiti di attuazione (ossia quando "si và" e quando "non si và" a recuperare)





espressa quest'opinione, non posso che associarmi nel cordoglio per questi ragazzi (TUTTI)
Quoto pienamente il ragionamento, più che limitare la libertà altrui, bisogna rivedere le procedure d'intervento,perchè da diretto interessato di solito quando cè la chiamata si và
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Quoto anch'io. Bisogna rivedere i protocolli considerando esattamente questo
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Messaggioda andreastonelli » lun dic 28, 2009 17:27 pm

julius ha scritto:
andreastonelli ha scritto:se é vero che il rischio valanghe era 4 su una scala di 5 (4 FORTE:Le possibilità per gite sciistiche sono fortemente limitate ed è richiesta una
grande capacità di valutazione locale; anche singoli sciatori devono evitare tutti i pendii ripidi e il piede degli stessi. E' raccomandabile la
chiusura di vie di comunicazione, piste da sci e impianti di risalita interessati dai percorsi abituali delle valanghe
. E' raccomandabile
adottare misure di sicurezza nei centri abitati più esposti
.) come mai l'impianto di risalita al Sass Pordoi era in funzione?
Ho appositamente scritto "se é vero" in quanto l'attendibilissimo bollettino valanghe dell'ARPAV (Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto) per Sabato in Dolomiti dava rischio 3 in abassamento a 2. (http://www.arpa.veneto.it/upload_arabba ... tineve.pdf) E se i due "sprovveduti turisti" (?) si fossero "fidati" del bollettino e l'apertura dell'impianto gli avesse rassicurati a compiere la loro gita?


Questa mi pare un'osservazione opportuna e che andrebbe approfondita!


Ci sarebbe poi anche da approfondire come mai gli elicotteri del soccorso alpino in Italia non sono autorizzati al volo notturno. Appena tramonta il sole infatti non possono per legge alzarsi in volo. Con un intervento in elicottero forse si sarebbe potuto evitare la morte dei 4 soccoritori.
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Messaggioda mb » lun dic 28, 2009 19:19 pm

mordred ha scritto:
Godurioso ha scritto:.
Quindi non discuto certo l'operato di quelle quattro super persone che sono morte per andarli a cercare, ma sicuramente c'è da rivedere il metodo di chi dirige queste ricerche perchè, ripeto, un conto è l'estate e puoi avere speranze di ritrovarli vivi anche dopo una notte intera, ma d'inverno sinceramente con quell'altissimo rischio valanghe che c'era mettere a repentaglio la vita di padri di famiglia ed affermati professionisti mi pare una grande....


Ci può essere anche l'eventualità che uno resti semi-sepolto...e che fai? lo lasci lì tutta la notte così muore assiderato?


Si, su questo non dovrebbero esserci dubbi. Ognuno è reponsabile di sé stesso. Soccorritori compresi, anche per loro c'é un limite ai rischio che possono prendersi.

Chi si caccia nei guai dovrebbe essere consapevole che i soccorritori faranno tutto il possibile per portare soccorso, ma non più del possibile (ossia quello che in base alla loro esperienza giudicheranno possibile, anche in relazione con le condizioni ambientali)

Bertolaso (ma che c'entra lui con il soccorso alpino?) invece di prendersela con gli "sprovveduti", dovrebbe darsi da fare per ridurre i rischi dei "suoi" (?) soccorritori, o per fornirgli mezzi che permettano di portare soccorso evitando i rischi evitabili.
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Messaggioda Dolmen » lun dic 28, 2009 19:38 pm

[youtube]http://www.youtube.com/v/cT8rDYLuXYQ&feature=player_embedded#at=20[/youtube]
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Messaggioda ste_car » lun dic 28, 2009 19:43 pm

cinetica ha scritto:
generazione tepa sport ha scritto:certo è facile sedersi davanti al pc e sentenziare le ns. solite minchiate


e fare i sapientoni .... io qua .... io la ....

un pensiero a questi sei ragazzi e alle loro famiglie.

:(


con tutto il rispetto possibile...
mi sembrano ipocriti come interventi. sia la frase quotata che il commento.
trovo più opportuno discuterne di queste cose. anche in momenti come questi.
penso che tutti qui nel forum "il pensiero" lo abbiano rivolto alle famiglie e conoscenti vari, ma penso pure che tanti vogliano discutere per, magari, "imparare e crescere assieme". o semplicemente parlarne. :roll:
"Tornate vivi, tornate rimanendo amici, salite in cima: in questo preciso ordine"

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Messaggioda il Duca » lun dic 28, 2009 19:46 pm

Dolmen ha scritto:[youtube]http://www.youtube.com/v/cT8rDYLuXYQ&feature=player_embedded#at=20[/youtube]

Fa sempre venire la pelle d'oca!
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Messaggioda Herman747 » lun dic 28, 2009 21:37 pm

bummi ha scritto:Ogni volta che muoiono dei soccorritori c'è qualche "benpensante" che si lancia in affermazioni strampalate perchè non tiene conto di due elementi fondamentali:
1) il CNSAS è una struttura che si fonda sul volontariato di appassionati di montagna che si mettono a disposizione di altri appassionati come loro;
2) quasi tutti gli incidenti che avvengono in montagna sono frutto di un errore, il fatto che vengano commessi da esperti cambia poco la cosa, sono essere umani anche loro e sbagliano come tutti gli altri.
Chi non tiene conto di questi due semplici elementi secondo me non capisce cosa significa avere la passione per l'alpinismo e cosa sia lo spirito di solidarietà che accomuna noi che abbiamo questa passione. Non conoscevo nessuno dei 4 soccorritori che sono morti, ma sono sicuro che incarnassero alla grande entrambi questi aspetti.


Ci sono diversi tipi di errori, un conto è quando avviene una valanga su un itinerario considerato a poco rischio,oppure su un itinerario ad alto rischio ma con basso pericolo di valanghe generale, un conto è una valanga in un posto ad alto rischio con alto rischio valanghe generale.
Andare a fare punta penia (per fare un esempio lampante) con pericolo 4 non è solo un errore di valutazione, è un incoscienza bella e buona soprattutto se ci si considera esperti. Stesso discorso per la val lasties,
Il soccorritore in montagna è un pò come il pompiere, si butta anche nel pericolo per una nobile causa
Il fatto oggettivo alla fine resta che 4 soccorritori sono morti per causa di 2 persone che hanno affrontato un itinerario risaputo (guide e quantaltro)da farsi con neve assestata anche se considerato facile e strafrequentato
Onore ai 4 soccorritori
Boh, 'n altra volta
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Messaggioda basi » lun dic 28, 2009 21:52 pm

ciao ragazzi ......
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