Casarotto ed il suo "trittico".

Arrampicata e alpinismo su roccia in montagna

Casarotto ed il suo "trittico".

Messaggioda Roberto » gio gen 08, 2004 8:43 am

Leggo su AlpWall la storia del "trittico" di Casarotto al Monte Bianco, il 15 febbraio 1982; già conoscevo le imprese del grande Renato, ma ora che so cosa significa andare da soli, realizzo l'immane superiorità di Casarotto.

La difficoltà di una solitaria non è data dalla durezza dei passaggi, ma dalla lunghezza della via, se poi ci metti l'inverno e le condizioni avverse... Devi portare su carichi enormi (Renato aveva uno zaino da 40 kg, che ha portato quasi sempre in spalla), fare sforzi disumani che stroncherebbero un mulo, non mi capacito di come abbia fatto, da solo e senza supporti, in completa solitudine.

E' troppo facile fare le vie in "free-solo", leggero e veloce, casomai al sole e su una parete comoda... le vere solitarie sono quelle che faceva Renato!
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Re: Casarotto ed il suo "trittico".

Messaggioda Feo » gio gen 08, 2004 9:56 am

Roberto ha scritto:E' troppo facile fare le vie in "free-solo", leggero e veloce, casomai al sole e su una parete comoda... le vere solitarie sono quelle che faceva Renato!


Questa frase mi lascia un pò perplesso :?
Ha fatto tutto il trittico in Free-solo? Io non penso proprio...
Più di vere direi "di un livello superiore" :wink:
Feo c'è! ... o ci fa?
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Messaggioda Davide62 » gio gen 08, 2004 10:19 am

Se per free solo intendi dire senza corda allora non ha fatto una roba del genere, perchè si è assicurato, ma la sua impresa sta un palmo sopra molte free solo fatte in maglietta su una bella parete calda e assolata, per quanto difficile possa essere.
Le condizioni erano terribili, neve e ghiaccio tapezzavano le pareti (già difficili d'estate quando sono asciutte), il freddo, la quota e l'isolamento di quelle remote zone fanno il resto.
Casarotto non è sceso a compromessi, ha scelto di fare una cosa irripetibile per quegli anni (1982).
Parete ovest dell'aig.Noire (già merdosa d'estate), Pic Gugliermina via Boccalatte Gervasutti (poco ripetuta di suo e cacciata a casa di Cristo), pilone centrale del Freney per un totale di 2150m di arrampicata (tra salite e discese), da solo, d'inverno, con uno zaino di 40 Kg e senza radio 8O 8O
Ogni ulteriore commento è superlfuo, soprattutto per chi conosce la zona.
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Re: Casarotto ed il suo "trittico".

Messaggioda Roberto » gio gen 08, 2004 10:24 am

Feo ha scritto:
Roberto ha scritto:E' troppo facile fare le vie in "free-solo", leggero e veloce, casomai al sole e su una parete comoda... le vere solitarie sono quelle che faceva Renato!


Questa frase mi lascia un pò perplesso :?
Ha fatto tutto il trittico in Free-solo? Io non penso proprio...
Più di vere direi "di un livello superiore" :wink:
Per chi fa gradi altisonanti e va in montagna e relativamente fattibbile fare una via in free-solo. Tanto di cappello, ma una solitaria alla Casarotto, anche se assicurato, è un altra cosa, solo pochissimi se lo possono permettere e credo nessuno al suo livello.
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Messaggioda Buzz » gio gen 08, 2004 10:26 am

Anche la solitaria sul McKinley ha qualcosa che sembra non appartenere alla sfera dell'umano.
Come la salita sulla nord dello Huascaran (ancora non ripetuta, mi sembra)

Come scrivevo in altri 3d ho letto molto (credo tutto il possibile) su Casarotto.

Arriverei a definire il suo un Alpinismo Mistico.

Ma la mia è solo una intuizione, non so quanto corrispondente alla realtà.
Certo è che le su impreso lo pongono oggettivamente fra i grandi fuori dal tempo.
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Messaggioda cuorpiccino » gio gen 08, 2004 10:26 am

Casarotto ha fatto una gran cosa, ma non vedo la necessità di paragonare quello che faceva lui con quello che oggi fa oggi Huber, sono due cose completamente differenti. In ogni caso lui non sarebbe stato capace a fare la Hasse Brandler in free solo, ancor meno di salire on sight e slegato la Cassin alla nord della ovest come ha fatto un tizio che non ricordo come si chiama.
Che poi oggi non ci sia più (?) un alpinista che voglia confrontarsi con imprese simili è probablmente vero, troppa incertezza, troppo rischio, imprese poco mediatizzabili.
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Re: Casarotto ed il suo "trittico".

Messaggioda Enzolino » gio gen 08, 2004 10:29 am

Roberto ha scritto:E' troppo facile fare le vie in "free-solo", leggero e veloce, casomai al sole e su una parete comoda... le vere solitarie sono quelle che faceva Renato!
Quello che ha fatto Renato e' grandioso.
Ma non son d'accordo sull'ultima frase.
Ogni volta che ho usato la corda in solitaria e' perche' non ho avuto il coraggio di andare slegato. La corda e' sempre un compromesso e svilisce un po' la solitaria.
Le vere solitarie sono le vie fatte slegati perche' non hai la corda o il soloist come "compagno di cordata".
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Messaggioda Roberto » gio gen 08, 2004 10:30 am

cuorpiccino ha scritto:Casarotto ha fatto una gran cosa, ma non vedo la necessità di paragonare quello che faceva lui con quello che oggi fa oggi Huber, sono due cose completamente differenti. In ogni caso lui non sarebbe stato capace a fare la Hasse Brandler in free solo, ancor meno di salire on sight e slegato la Cassin alla nord della ovest come ha fatto un tizio che non ricordo come si chiama.
Che poi oggi non ci sia più (?) un alpinista che voglia confrontarsi con imprese simili è probablmente vero, troppa incertezza, troppo rischio, imprese poco mediatizzabili.
Ma neppure Huber potrebbe fare quello che ha fatto Casarotto, schiatterebbe subito!

Dopo tutto sono "solitarie" tutte e due, con un approccio diverso, ma sempre "solitarie". Quelle di Renato erano molto più solitarie, senza compromessi e elicotteri e molto più rischiose. Huber sale con un certo margine (uo che fa l'ottoc C ne ha di margine), il rischio è molto più calcolato!
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Messaggioda cuorpiccino » gio gen 08, 2004 10:35 am

Roberto ha scritto:
cuorpiccino ha scritto:Casarotto ha fatto una gran cosa, ma non vedo la necessità di paragonare quello che faceva lui con quello che oggi fa oggi Huber, sono due cose completamente differenti. In ogni caso lui non sarebbe stato capace a fare la Hasse Brandler in free solo, ancor meno di salire on sight e slegato la Cassin alla nord della ovest come ha fatto un tizio che non ricordo come si chiama.
Che poi oggi non ci sia più (?) un alpinista che voglia confrontarsi con imprese simili è probablmente vero, troppa incertezza, troppo rischio, imprese poco mediatizzabili.
Ma neppure Huber potrebbe fare quello che ha fatto Casarotto, schiatterebbe subito!

Vero, ma non trovo la necessità (e la possibilità) di confrontare, valutandole, le due cose, non intendendo, con ciò, sminuire l'impresa di Casarotto. Il problema è che chi potrebbe, non si cimenta. Ogni tanto Berhault si impastoia in qualche invernale ultramerdosa.
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Messaggioda Davide62 » gio gen 08, 2004 10:38 am

L'alpinismo e le imprese (perchè di vere imprese si tratta) di Casarotto in Dolomiti, sul Bianco, in Alaska, in Patagonia e sul K2 ( basta leggere il libro di sua moglie per rendersene conto) sono state fatte in uno stile impeccabile, in condizioni disumane ( non aspettando la roccia asciutta, il bel tempo e il vento a favore) su difficoltà notevolissime, arrampicando coi ramponi ai piedi su tratti di almeno 6a e comletamente isolato.
Ha ragione Buzz quando definisce il suo un alpinismo "Mistico".
E' vero che non è possibile paragonare le salite di Huber con quelle di Casarotto, sono un'altra cosa, è senza polemizzare per conto mio stanno un gradino più in sù (quelle di Renato intendo).
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Messaggioda Enzolino » gio gen 08, 2004 10:51 am

E la Sud the Lhotse di Tomo, e le imprese di Humar, la Nord del Cervino di Bonatti nel '65, ... e quelle di Messner? Secondo me gente che ha fatto cose simili a quelle di Casarotto ce n'e', la differenza e' che lui e' stato meno pubblicizzato.
Poi siccome e' italiano si tende ad esaltarlo piu' del solito.
In fondo le vie del trittico erano note, era un concatenamento invernale e non vie nuove. A me fa piu' impressione la solitaria sul Denali o lo Huascaran.
Il discorso corda o non corda nelle solitarie e' relativo. Ogni chilo in piu' che ti porti significa giorni in piu' di scalata. La strategia ed il tempo di scalata stanno alla base.

Poi i paragoni con Huber hanno poco senso. Chi si identifica di piu' con Casarotto per stile e vocazione ed e' piu' sensibile alla dimensione dell'avventura (come Roberto) credera' Renato piu' grande mentre chi guarda piu' allo sforzo atletico ed allo stile libero da pesi riconoscera' un Huber come piu' grande.
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Messaggioda Zio Vare » gio gen 08, 2004 11:03 am

Buzz ha scritto:Come scrivevo in altri 3d ho letto molto (credo tutto il possibile) su Casarotto.

cosa mi consigli?
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Messaggioda Buzz » gio gen 08, 2004 11:18 am

tutto quello che trovi, zio...
c'è così poco!
:(
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Messaggioda Roberto » gio gen 08, 2004 12:45 pm

Buzz ha scritto:Come la salita sulla nord dello Huascaran (ancora non ripetuta, mi sembra)

Il mio amico e compagno di spedizione Marco Marciano, ha tentato di ripeterla, ne hanno fatto un bel tratto, fino al momento che una scarica da sassi ha ferito uno dei componenti la cordata, costringendoli ad una avventurosa (a dir poco) discesa! Il suo ricordo della parete è un elogio alle capacità da supereroe di Renato, solo lui poteva salire una parete simile da solo e in apertura!
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Messaggioda Roberto » gio gen 08, 2004 12:47 pm

Enzolino ha scritto:E la Sud the Lhotse di Tomo, e le imprese di Humar, la Nord del Cervino di Bonatti nel '65, ... e quelle di Messner? Secondo me gente che ha fatto cose simili a quelle di Casarotto ce n'e', la differenza e' che lui e' stato meno pubblicizzato.
Poi siccome e' italiano si tende ad esaltarlo piu' del solito.
In fondo le vie del trittico erano note, era un concatenamento invernale e non vie nuove. A me fa piu' impressione la solitaria sul Denali o lo Huascaran.
Il discorso corda o non corda nelle solitarie e' relativo. Ogni chilo in piu' che ti porti significa giorni in piu' di scalata. La strategia ed il tempo di scalata stanno alla base.

Poi i paragoni con Huber hanno poco senso. Chi si identifica di piu' con Casarotto per stile e vocazione ed e' piu' sensibile alla dimensione dell'avventura (come Roberto) credera' Renato piu' grande mentre chi guarda piu' allo sforzo atletico ed allo stile libero da pesi riconoscera' un Huber come piu' grande.
Gente al suo livello ce ne sarà pure, ma non ha fatto quello che ha fatto lui in pochi anni, se fosse sopravvissuto al K2 immagina quello che avrebbe fatto in Himalaya!
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Messaggioda pf » gio gen 08, 2004 13:01 pm

Paragonare il trittico a un free solo mi sembra un pò azzardato!
Che Casarotto fosse speciale è indubbio, ma si tratta di due cose molto diverse. Anch'io avrei margine a fare una via di 6b slegato, ma non ci vado neanche per tutto l'oro del mondo, strasicuro. Se qualcuno mi puntasse una pistola alla tempia sicuramente partirei, a parità di preparazione, per un misto solitario autoassicurato piuttosto che per soli cento metri di free solo su roccia ottima, giustamente assolata e con pure fieno alla base!!!

Riporto un parere di Berhault, che sulle Alpi ha fatto molti concatenamenti ( vedere curriculum, alcuni furono pochissimo pubblicizzati in italia ), sul trittico di Casarotto: non scrissi questa opinione su U&P perchè non era attinente all'intervista, il cui contenuto era ben poco tecnico.
Premettendo che Berhault è una persona molto cauta nei giudizi e assolutamente non polemica ( insomma, il contrario di Huber...), egli mi disse che quel concatenamento era stato fatto in maniera molto "pesante", in termini sia di materiale che di tempi di percorrenza. Non lo aveva, insomma, per niente impressionato, a differenza di altre cose simili sulle Alpi ( non solo di francesi, sia chiaro. Lui, grazie al cielo, non è per niente sciovinista).
Non avevo approfondito la cosa, era stato giusto un intermezzo di un minuto in una chiaccherata di oltre dieci ore.

Non sono proprio in grado di avere un'opinione sulle salite di Renato, molto ben descritte sul libro di Goretta Casarotto ( perchè dite che su di lui c'è poco? Secondo me è uno dei personaggi su cui si è scritto di più). Personalmente ero rimasto molto impressionato dalla salita dell'Huascaran, anche perchè da quelle parti se ti succede qualcosa non ti va certo a prendere qualcuno.
Penso sia giusto sottolineare che era un solitario per vocazione, e che negli anni '80 c'erano altri solitari, sul misto, velocissimi e, diciamo la verità, piuttosto pazzi: penso a Beghin, Boivin, Escoffier, Cesen, Sveticic, Berhault,...
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Messaggioda cao » gio gen 08, 2004 14:22 pm

Ciao,
non mi sembra il caso di valutare con il senno di poi quello che aveva fatto Casarotto. Nel 1982 il trittico del Bianco fatto così era fantascienza. Solo due o tre alpinisti al mondo avrebbero resistito 15 giorni da soli in quell'inferno, così come sull'Huascaran, sul Fitz Roy, sul Broad Peak Nord, sul McKinley, sul Diedro Cozzolino, sulla Gervasutti alle Jorasses ecc. ecc, tutte salite che singolarmente valgono una carriera. Tanto più che il trittico del Freney fatto da una cordata da tre (i francesi l'anno scorso) si becca ancora grossi articoli che compaiono da Vertical ad Alp. Pensate, ad oltre 20 anni di distanza dalla stessa cosa fatta da un solitario... Questo per capire l'importanza delle cose.
Un'alpinista che sta così motivato tutto quel tempo in montagna oggi forse non c'è più. Si corre, c'è un ben più elevato livello tecnico ma è una sorta di "fuga" dalle difficoltà dell'alpinismo estremo alla Casarotto: resistenza, fatica, determinazione.
Casarotto non avrebbe di certo accettato di scendere a Chamonix in elicottero a farsi la doccia e poi farsi riportare al bivacco Eccles per farsi le sue salite...
Unico.

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Messaggioda pf » gio gen 08, 2004 14:46 pm

Ok, apprezzo la difesa, probabilmente un parere un pò consapevole dovrebbe darlo uno che fa quelle cose o uno che all'epoca le faceva; io ho riportato quello di Berhault, che ( magari mi sbaglio) non penso proprio abbia usato l'elicottero nei suoi concatenamenti, e tantomeno l'ha usato Sveticic. Gente che è partita per concatenamenti realizzati al minimo con tot bivacchi con materiale e cibo per bivacchi Tot.-n!!
Se vogliamo giudicare cosa voglia dire stare 15 giorni in certe condizioni va bene, Casarotto è un mito alla pari di una manciata di altri uomini dalla gran fibra, mentre se vogliamo dare un giudizio complessivo dobbiamo anche accettare le opinioni di chi fa quelle cose. Sottolineando anche chi ha usato l'elicottero, ovviamente, e chi non lo ha mai usato e in 2 giorni saliva da solo le vie che le cordate migliori salivano in una settimana.
Si parlava di questo per la Sud del Lhotse, con il paragone Kukuzka-Cesen; per me il polacco è un mito, ho consigliato di portare in Italia la sua autobiografia che esce a giorni, era davvero una persona capace di soppravvivere dove altri non tornavano indietro, e tuttavia si deve, senza partigianeria, fare un doveroso confronto con lo stile di Cesen sulla stessa via e poco dopo.
Naturalmente uno può allinearsi con chi non crede a Cesen, questo è un altro discorso, voglio solo dire che bisogna applaudire chi riesce a fare in un decimo del tempo determinate cose, ovviamente anche soffrendo un decimo.
Anche dire che oggi non c'è più gente capace di resistere per giorni in certe condizioni non è vero, se è per questo uno come Babanov probabilmente va in cima a qualsiasi lista. Senza dimenticare Humar sul Dhaulagiri, Jeglic, etc...presente e passato non hanno significato rispetto a chi si eleva, che non ha tempo.
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Messaggioda Buzz » gio gen 08, 2004 14:58 pm

Sono d'accordo sul concetto elementare che se a fare la stessa cosa ci si mette di più non e quindi si porta più peso non si è per questo più forti.

Però pur tenendo conto che ogni impresa di questo tipo ha le sue particolari condizioni meteo ed è per questo irripetibile e a maggior ragione senza volere mettere in confronto imprese diverse, credo comunque che l'alpinismo di renato casarotto sia stato ed è fuori dal tempo.
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Messaggioda Roberto » gio gen 08, 2004 15:08 pm

Si sono fatti vari nomi di gente che può fare l'alpinismo che faceva Renato Casarotto, ma non sappiamo cosa avrebbe potuto fare se non fosse caduto in quel crepaccio... forse aveva già fatto troppo!
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