Ci pensavo particolarmente in una delle ultime uscite, vedendo un mio amico e socio di lunga esperienza passare un tratto difficile e poi perdersi dove mollava un po facendo una fatica bestiale su microappoggi quando a una spanna dal piede aveva una bella tacca che aveva anche usato per le mani...
Quando gli ho fatto notare la cosa ha tirato fuori frasi del tipo "ma come ho fatto a non vederlo?", però vedo che capita più o meno a tutti...
Di solito mano a mano che saliamo ci si concentra "anche" per "fotografare mentalmente" ciò su cui poi poseremo i piedi perchè a causa della verticalità o addirittura della strapiombanza della parete, peggio se siamo su una pancia o sotto un tettino, poi faremo molta fatica a vedere ciò che c'è dalla vita in giù, soprattutto quando la progressione ci costringe a tenere il più possibile il baricentro contro la parete anche nei movimenti e non solo nelle posizioni statiche.
La tensione e la paura poi tendono a rendere ancora meno efficace questa capacità di visualizzazione e di memorizzazione in quanto rendono meno lucida la mente, motivo in più per cercare di migliorarla.
Il caso opposto della situazione che descrivo la si può notare quando si arrampica in aderenza, la posizione più staccata dalla parete ci permette di vedere bene ciò su cui appoggeremo i piedi e di costruirci una sorta di sentiero di salita con quelle piccole imperfezioni della roccia che ci danno un po più di grip.
Penso che per migliorare la capacità di visualizzazione e memorizzazione degli appoggi sia ovviamente scalare molto, a questo ci arriviamo tutti!


Però, a parte queste considerazioni e alcune cose ovvie (come lo scalare il più possibile), mi piacerebbe sapere se c'è qualche tecnica specifica per allenare questa caratteristica, tenendo presente che questa è una caratteristica mentale e non fisica.
Ad esempio un'idea potrebbe essere quella di mettersi davanti ad un tratto di roccia, a terra, guardarlo per qualche secondo cercando di individuare il maggior numero di appoggi nel minor tempo possibile, poi chiudere gli occhi e cercare di visualizzare mentalmente l'immagine di quel tratto di roccia focalizzando gli appigli. Una volta fatto questo aprire gli occhi, ri-guardare per più tempo e confrontare la nostra immagine mentale con ciò che vediamo realmente.
Oppure una variante potrebbe essere quella di visualizzare sempre per tot secondi la roccia, girarsi e su un foglio di carta fare un disegno schematico degli appoggi notati. Poi confrontare il tratto di roccia con lo schema disegnato, valutando quanti appoggi siamo riusciti a cogliere in rapporto al totale di quelli presenti.
E' un'idea come un'altra, giusta o sbagliata, fattibile o astrusa, che mi è venuta anche da dei principi di allenamento al combattimento nelle arti marziali dove si cerca di migliorare la visione periferica... il principio di una comunità come questa dovrebbe essere anche quello di scambiarsi ed elaborare nuove idee per migliorare...


Cosa ne dite?