Problema di testa.....paura di cadere.

Consigli, tecniche, materiali e varie utilità.

Messaggioda cinetica » mer dic 03, 2008 0:25 am

grizzly ha scritto:
tacchinosfavillantdgloria ha scritto:
grizzly ha scritto:Ci sono casi che anche arrampicando tope-rope su monotiri si trovano con un segnale di paura in ingresso.


eccheme qua :D .
ci ho messo anni ad avere una RELATIVA disinvoltura sui tiri al limite
da secondo (che poi per me è 6a massimo). da primo ho fifa :oops: , devo stare su difficoltà talmente inferiori da rendere infinitesimo il rischio di volo: e anche così soffro le spittature "allegre".
ho sempre cercato di insistere, senza farmi scoraggiare: e devo dire che, evitando confronti competitivi che non avrebbero senso (e da cui uscirei malissimo), i lenti progressi che ho fatto mi hanno dato comunque soddisfazione.
ostinati saluti
TSdG


Non so i tuoi anni quanti giorni valgano. Nel senso che se i giorni sono pochi e sono diluiti in un periodo molto lungo, effettivamente penso sia difficile riuscire ad abituarsi a tarare il sistema complessivo.
Io posso prendere ad esempio il nuoto. Sono entrato in acqua, al mare, per la prima volta poco più di un anno fa. Ma ho cominciato ad andare praticamente tutti i giorni. Capisco benissimo che se fossi andato, e ben che vada, un paio di volte al mese, ora sarei ancora lì ad avere timore dell'acqua, ad essere insicuro.


ma tu non stavi vicino al mare?
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Messaggioda grizzly » mer dic 03, 2008 9:33 am

cinetica ha scritto:ma tu non stavi vicino al mare?


Infatti ci sto, a 150 metri.
Ma non sono di qui, prima stavo davanti alle montagne. E non sapevo manco nuotare. Per me il mare era una cosa esotica: palme e bambù... :lol: Invece... oggi il mare è calmo, e verso mezzogiorno andrò a nuotare. :P
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Messaggioda alemaiale » mer dic 03, 2008 9:36 am

grizzly ha scritto:
cinetica ha scritto:ma tu non stavi vicino al mare?


Infatti ci sto, a 150 metri.
Ma non sono di qui, prima stavo davanti alle montagne. E non sapevo manco nuotare. Per me il mare era una cosa esotica: palme e bambù... :lol: Invece... oggi il mare è calmo, e verso mezzogiorno andrò a nuotare. :P


:smt011
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Messaggioda Roberto » mer dic 03, 2008 9:40 am

Qui si parlava del gene della paura:

"Paura di volare? Scoperto il gene della paura!"

http://www.forum.planetmountain.com/php ... hp?t=16014
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Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » mer dic 03, 2008 19:24 pm

grizzly ha scritto:Non so i tuoi anni quanti giorni valgano. Nel senso che se i giorni sono pochi e sono diluiti in un periodo molto lungo, effettivamente penso sia difficile riuscire ad abituarsi a tarare il sistema complessivo.
Io posso prendere ad esempio il nuoto. Sono entrato in acqua, al mare, per la prima volta poco più di un anno fa. Ma ho cominciato ad andare praticamente tutti i giorni. Capisco benissimo che se fossi andato, e ben che vada, un paio di volte al mese, ora sarei ancora lì ad avere timore dell'acqua, ad essere insicuro.
Nel nuoto si chiama acquaticità, che è la capacità di muoversi, di stare "bene" in acqua. Su roccia direi che si può arrivare ad un concetto simile. Che è in parte il risultato di permanenza costante sul campo, e in parte il risultato di allenamento specifico. Poi va da sè che qualcuno parte con una maggiore acquaticità e sarà avvantaggiato e qualcun altro invece dovrà faticarsela. Ma di esercizi per la "verticalità", "roccietà"... non ne ho mai sentito parlare, perchè l'arrampicata in fondo è ancora una questione di superuomini che nascono tali e sfidano eroicamente il pericolo... :lol:


è vero, dati gli impegni famigliari e lavorativi (e anche considerato che non ho mai avuto falesie vicinissime a casa) non sono mai riuscito ad avere una gran continuità; le poche volte che ho fatto periodi di full immersion qualche risultato l'ho visto. il paragone con l'aquaticità mi pare calzante - qualcuno per l'apprendimento dello sci ha coniato il termine "nevicità"...anch'io ho imparato a nuotare da adulto, e ho incontrato difficoltà simili a quelle trovate sulla roccia: sia per quanto riguarda l'apprendimento di nuovi schemi motori, sia per la fifa che mi ispirava l'ambiente "inusuale" (l'acqua come il vuoto).
comunque mi viene spesso in mente una frase che mi ha riportato mio padre, che l'ha letta tanti anni fa quando frequentava la montagna:
"il coraggio è abitudine".
salud
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Messaggioda Gigi64 » ven dic 05, 2008 1:37 am

Discussione interessante!

"il coraggio è abitudine"

a volte ci si può chiedere come in zone di guerra molte persone riescano a convivere o abbiano convissuto tutti i giorni con l'idea di poter non vedere la fine della giornata di cui hanno visto l'alba, come possano convivere con paure tanto forti....
La risposta sta nell'abitudine, nell'adattamento che ne deriva.

Nell'essere umano una delle peculiarità che ha contribuito a porlo in cima alla catena alimentare è la sua adattabilità, fisica e mentale, perciò col tempo e con la costanza ci si può adattare a tutto con una sorta di assuefazione, ne più e meno di quanto succede con molte droghe, e spesso... dipendenza compresa...
Così è anche nell'arrampicata.

Sinceramente anch'io non ho capito se il problema di Ice77 riguarda la falesia o la montagna, ma sta di fatto che una delle cose più interessanti che si può trovare in RWW (Rock Warrior's Way) è la consapevolezza della differenza tra le "paure fantasma" e le "paure reali". Nel primo caso ci si dovrebbe sforzare di superarle, con delle strategie psicologiche efficaci per noi stessi. Questo è coraggio.
Nel secondo caso la paura va ascoltata, fare il contrario vuol dire essere incoscienti.

Gli interventi sono stati molto interessanti, ma uno mi ha colpito perchè cita un punto che mi incuriosisce nel lavoro che sto facendo su me stesso, parlo del primo post di Roberto.
Io sono un fifone, nonostante questo ho imparato a controllare la paura (ricordando però sempre il discorso delle paure fantasma e di quelle reali).
Ultimamente sto però riflettendo su una cosa, quando sto facendo un tiro che per me è molto importante chiudere e vedo che ce la sto facendo, entro in uno stato dove la paura di cadere e farmi male si minimizza e viene sostituita dalla paura di cadere e rovinare la prestazione. Quest'ultima paura è però meno forte e più controllabile e perciò non è limitante come la paura di farsi male. E' come se subentrasse una sorta di frenesia di riuscire a chiudere quel tiro, ma è una frenesia che mi porta al mantenere la concentrazione sui vari aspetti dell'arrampicata: il sentire il corpo e l'equilibrio, il dosare le forze, il non stringere gli appigli più di quanto serva, il trovare punti di riposo o semi-riposo, il non perdere la concentrazione nei passi dove la difficoltà cala (specialmente se sono all'uscita), e molti altri...

Spero di essermi spiegato, e comunque dovrebbe essere quanto cita Roberto nel suo intervento...

Ad Ice77 posso consigliare ciò che già gli hanno consigliato altri, ovvero di scendere di grado sino a che trova una scalata nella quale riesce a gestire la paura, e, attenzione, senza porsi dei limiti al grado in cui scenderà. Poi piano piano si può risalire. Nel frattempo può fare alcuni tiri anche da secondo per non perdere la capacità tecnica e fisica accumulata, ma è utile darsi un metodo e dei limiti. Ad esempio nelle mie uscite cerco di non scendere mai sotto ad un 50% di tiri fatti da primo. Poi ci sono delle volte che li faccio tutti da primo, o quasi tutti, ma darsi una misura serve per non scendere mai sotto al limite dell'allenamento che ci serve "alla testa".
Attenzione: la nostra psiche è maestra nel trovare scusanti per evitare le sensanzioni di disagio, anche quando queste servono per farci evolvere (per chi ha letto RWW si veda il discorso della zona sicura e dell'esempio grafico dei due cerchi concentrici). Per questo serve darsi delle regole e dei limiti da seguire.
Forza SCOTT!!!
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Messaggioda Ice77 » ven dic 05, 2008 8:51 am

Ringrazio tutti per gli interventi ed i consigli che avete voluto darmi, penso ne sia venuta fuori una discussione interessante.

La mia situazione è effettivamente particolare, l'intervento di scott mi ha un po' spaventato, effettivamente sono una persona un po' ansiosa in generale, ma il panico spero proprio di poterlo evitare.
Addirittura ho letto da qualche parte che l'arrampicata o l'andar per montagne in generale può avere effetti terapeutici sull'ansia e/o simili...mah.

Aggiungo alcuni elementi per poter chiarire meglio:

1. Non ho troppi problemi ad arrampicare da secondo
2. Non ho troppi problemi a fare una corda doppia da 100 mt. (per es.)
3. Negli ultimi mesi, per motivi che non sto' qui a dirvi, la mia prestazione in arrampicata è diciamo sotto esame e questo ha forse giocato un ruolo importante.
4. Ho sempre arrampicato poco senza mai allenarmi in modo serio
5. Ho fatto per lo più falesia ma anche qualche viettina in montagna sempre protetta (magari da integrare un po')
6. Praticamente non vado quasi mai in palestra (da qui la seconda parte del post iniziale)

ciao
Ice77
 
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Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » ven dic 05, 2008 17:52 pm

Ice77 ha scritto:
Addirittura ho letto da qualche parte che l'arrampicata o l'andar per montagne in generale può avere effetti terapeutici sull'ansia e/o simili...mah.


per farsi un'idea sull'argomento vale la pena dare un'occhiata ad alcuni siti.
non sono capace di rimandare ai link, ma puoi cercare "sopraimille", "montagna che aiuta", "montagnaterapia".
ciao
TSdG
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