Involuzione nel superamento della paura ad andare da primi

Area di discussione a carattere generale sull'arrampicata.

Involuzione nel superamento della paura ad andare da primi

Messaggioda Gigi64 » mar apr 15, 2008 15:17 pm

Apro un altro topic sulla psicologia dell'arrampicata, personalmente mi affascina particolarmente questo aspetto, spero che la cosa sia condivisa...
Però vedendo il successo degli altri topic su questo argomento... direi di sì! ;) :D

Questa volta mi piacerebbe trattare un fenomeno che ho rilevato in alcuni che arrampicano da un po.
Generalmente si pensa che uno quando inizia a scalare ha una paura che mano a mano si riduce col tempo, e che si ridurrà sempre di più...
Inizialmente si ha paura anche da secondi, poi si prende fiducia nell'attrezzatura e, superata questa fase, si inizia ad andare da primi.
Da primi l'evoluzione della paura è decisamente più dinamica, fatta di alti e bassi e di mille sfaccettature, però ci sono casi dove ad un certo punto c'è un'involuzione, ovvero uno scalatore che sta acquisendo sempre più sicurezza nell'andare da primo, ad un certo punto inizia ad avere paura più di prima, e se non reagisce rischia di farsi prendere in un circolo vizioso dove avrà sempre più paura...

Non so voi, ma io questa cosa la vedo in diversi scalatori, una fetta piccola, ma esistente...

I motivi che sino ad ora ho rilevato possono essere:

A) Un trauma, fisico e/o psicologico (ne abbiamo parlato anche nel mio topic sulla paura post-caduta). Questa è forse la causa più evidente e più sensata, o comunque più coerente con se stessa!

B) Ad un certo punto alcuni, per migliorare tecnicamente, iniziano ad andare sempre più frequentemente su tiri sopra al proprio limite, ma da secondi per non continuare a cadere. Questa abitudine diventa così frequente da iniziare a minare l'abitudine ad andare da primi.
In più questi scalatori iniziano ad avere un divario sempre più consistente tra quello che riescono a fare da secondi e quello che riescono a fare da primi, questo rischia di generare ulteriore frustrazione e insicurezza...
Personalmente ritengo che la via stia nel mezzo, e mi do una regola per la quale i tiri fatti da primo devono essere sempre i 3/4 del totale, o almeno sopra al 50%.
Parto sempre da tiri facili, e se mi accorgo che ho particolarmente paura non mi faccio problemi a scendere ancora di più sul facile! (è un po come riprendere un sentiero da dove lo hai perso! ;) ) Ovviamente risalendo poi mano a mano sui miei livelli...

Avete esperienze vostre o di vostri conoscenti su questo argomento?
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Messaggioda Rampegon » mer apr 16, 2008 8:41 am

gigi hai fatto la descrizione di un mio amico...
lui ha avuto una caduta in falesia da cui si era anche ripreso bene dopo un po' di tempo tirando da primo anche in montagna, poi per mille motivi ha rallentato un po' l'attività (niente traumi) e adesso è molto legato quando va da primo, salvo poi da secondo scalare su difficoltà molto più alte. Quindi secondo me al di là dei traumi conta moltissimo la costanza e la testa... :wink:
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Messaggioda Gigi64 » mer apr 16, 2008 11:57 am

In effetti Rampegon io ho aperto questo topic perchè tra le mie conoscenze conto almeno 3 persone che, chi più e chi meno, soffrono questo problema. Una che vedo andare sempre da seconda, ma non perchè le vada bene così... (se le andasse bene così non sarebbe un problema)
Un'altra che va anche da prima, ma in certe situazioni di arrampicata un po esposta va in crisi, e so che un tempo andava da prima senza questi problemi.
La terza invece subisce tipicamente la motivazione "B" che descrivo nel primo post.

Da notare che sono tutte e tre persone che arrampicano bene per il loro livello, e non alle primissime armi...

Io stesso in un periodo in cui uscivo spesso con un socio più bravo di me (non che ci voglia molto, eh!!! :mrgreen: ) mi facevo spesso tentare dal passare molto tempo a lavorare tiri per me molto difficili da secondo...
Però dopo un tot di volte che facevo magari uno o due tiri facili di riscaldamento da primo e passavo il resto della giornata a lavorarmi tiri da secondo, avevo notato che la mia difficoltà, a livello di paura, aumentava!

La soluzione per questo caso è, a mio avviso, bilanciare le cose, quando si lavora con un certo successo un tiro per noi troppo difficile da secondo, non brasarsi del tutto, ma tenere le energie e l'esperienza fresca per un bel tiro per noi impegnativo da fare da primi, tiro che teoricamente dovrebbe apparire più facile.
In più, se il tempo a disposizione lo permette, ricordarsi che un ulteriore tiro facile (ovviamente da primo!) di defaticamento come chiusura di giornata ha una doppia utilità: la prima è di defaticarci fisicamente in modo ottimale, la seconda è di lasciarci una traccia nella nostra memoria e nella nostra psiche di un'arrampicata piacevole, facile, senza paura, traccia che ci sarà di aiuto psicologicamente la prossima volta che torneremo a scalare! ;)
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Messaggioda al » mer apr 16, 2008 16:03 pm

A me la paura mi piglia come forma di ansia che trova ogni pretesto per non farmi andare. Questo primo stadio della paura ho imparato a superarlo con la volontà: so che appena inizia l'azione, appena inizio a scalare da primo la mente viene completamente occupata dai problemi che devo risolvere e che questa paura si dissolve.
In parete questa paura mi torna quando vado da secondo, quando nell'azione non sono assolutamente dipendente da me: da secondo la tensione si allenta e si infilano in testa cose che sai che sono assurde, ma che ti condizionano, tipo che la corda si taglia.
Con il tempo ho imparato un poco a valutare le difficoltà che mi trovo sopra e decidere se sono in grado di farmi un tratto sprotetto ed eventualmente vedere dove posso proteggere oppure valure i rischi di una probabile caduta o se è il caso di non cadere proprio.
Penso che fin che si ha paura non si cade, quando si cade non si fa in tempo ad avere paura. La paura salva.
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Messaggioda n!z4th » mer apr 16, 2008 19:12 pm

Io non ho ancora avuto, per fortuna, grandi cadute quindi non posso parlare a riguardo. Posso però dire che quando arrampico da primo su vie da proteggere, mi capita di mettere una protezione anche ogni 6-7 mt. Stando anche sul V. Mentre lo faccio quasi non me ne accorgo. Il V è sufficientemente entro i miei limiti e non mi faccio prendere da strani raptus di paura per il chiodo lontano.

Quando, arrampicando alternati, mi capita di andare da secondo, magari su passaggi anche di IV, dove però noto che il socio ha messo protezioni anche ogni 4 mt, mi dico: c***o ma qui il jo si è protetto lungo.

Ecco, alla fine ci ho fatto caso e io non è che mi protegga molto vicino, anzi. L'ancoraggio, anche fittizio, mi capita di metterlo quasi sempre in due casi: 1)vedo un punto da sfruttare che non può essere lasciato inutilizzato(grandi spuntoni, clessidre) 2)quando faccio un passaggio che mi rendo conto è tosto, allora magari mi fermo un attimo e proteggo.

Insomma, da primo non mi rendo sempre conto di quanto son sprotetto.
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Re: Involuzione nel superamento della paura ad andare da pri

Messaggioda lingerie » gio apr 17, 2008 8:16 am

Gigi64 ha scritto:Apro un altro topic sulla psicologia dell'arrampicata, personalmente mi affascina particolarmente questo aspetto, spero che la cosa sia condivisa...
Però vedendo il successo degli altri topic su questo argomento... direi di sì! ;) :D

Questa volta mi piacerebbe trattare un fenomeno che ho rilevato in alcuni che arrampicano da un po.
Generalmente si pensa che uno quando inizia a scalare ha una paura che mano a mano si riduce col tempo, e che si ridurrà sempre di più...
Inizialmente si ha paura anche da secondi, poi si prende fiducia nell'attrezzatura e, superata questa fase, si inizia ad andare da primi.
Da primi l'evoluzione della paura è decisamente più dinamica, fatta di alti e bassi e di mille sfaccettature, però ci sono casi dove ad un certo punto c'è un'involuzione, ovvero uno scalatore che sta acquisendo sempre più sicurezza nell'andare da primo, ad un certo punto inizia ad avere paura più di prima, e se non reagisce rischia di farsi prendere in un circolo vizioso dove avrà sempre più paura...

Non so voi, ma io questa cosa la vedo in diversi scalatori, una fetta piccola, ma esistente...

I motivi che sino ad ora ho rilevato possono essere:

A) Un trauma, fisico e/o psicologico (ne abbiamo parlato anche nel mio topic sulla paura post-caduta). Questa è forse la causa più evidente e più sensata, o comunque più coerente con se stessa!

B) Ad un certo punto alcuni, per migliorare tecnicamente, iniziano ad andare sempre più frequentemente su tiri sopra al proprio limite, ma da secondi per non continuare a cadere. Questa abitudine diventa così frequente da iniziare a minare l'abitudine ad andare da primi.
In più questi scalatori iniziano ad avere un divario sempre più consistente tra quello che riescono a fare da secondi e quello che riescono a fare da primi, questo rischia di generare ulteriore frustrazione e insicurezza...
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Avete esperienze vostre o di vostri conoscenti su questo argomento?



purtroppo non ho mai riscontrato tranne che x la prima opzione da te citata una regressione nella progressione da primo di cordata da parte di amici o conoscenti in questo senso .

x quanto riguarda la seconda opzione non mi risulta che gli arrampicatori x migliorare scalino da secondi su tiri oltre il loro limite e che poi ne diventino dipendenti tanto da non scalare + da primi.

x me l'arrampicata è scalare da primo di solito da secondo o faccio le ripetute oppure a fine giornata provo da 2 x vedere i passi un tiro magari al mio limite che poi provero' da primo la volta dopo (come un giro di ricognizione) questo capita di rado .

secondo me quello che ti frena nello scalare da primo puo solo essere un trauma post caduta.

parlo di falesia. :wink:
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Messaggioda CUMERSI...!!!!! » gio apr 17, 2008 8:35 am

Personalmente ho sempre avuto una paura tremenda di scalare da primo....Nonostante le insistenze di mio fratello x provare,io non ho mai voluto....poi,una mattina mi son svegliato sono andato a traversella e ho fatto undici tiri da primo...da li la paura(x ora, ed ovviamente su tiri x me abbordabili) non c'e' più.....che culo eh..... :wink:
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Messaggioda ciocco » ven apr 18, 2008 0:10 am

Io 2 anni fa sono caduto al lavoro e mi sono fratturato una vertebra (fortunatamente senza interessamento del midollo..). Siccome sono titolare di me stesso per tre mesi mio padre mi ha dovuto sostituire con l'ausilio di operai. Ora mi accorgo che dopo quel trauma mi sento molto frenato nell'arrampicata in falesia. La differenza è tale che faccio da primo il 6a con qualche patema e da secondo il 6b+ pulito pulito. E' proprio la paura per le conseguenze pratiche che avrebbe un mio incidente a frenarmi e la cosa è per me frustrante al punto che sono sempre uno dei primi a voler tornare a casa la sera quando gli altri sono ancora li che vogliono fare ancora un paio di tiri...
In montagna invece è diverso, scelgo vie dove raramente trovo gradi oltre al V/V+ e vado da primo senza troppi pensieri al punto che mio padre (col quale ogni tanto scalo) mi rimprovera a volte di essere un pò imprudente.
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Messaggioda Maranga » ven apr 18, 2008 11:18 am

E' un discorso molto individuale: alcuni arrampicano meglio da primi ("obbligati" all'impegno) che da secondi. Io ahimé ho visto che tendenzialmente da primo arrampico peggio e perdo un paio di gradi, soprattutto su vie che non conosco: mi è capitato di arrivare in catena da secondo su vie che da primo continuo a non liberare.
Ho capito su me stesso che a parte un'eventuale primissima via di riscaldamento è meglio arrampicare sempre da primi, anche azzerando e a suon di resting.
Nelle giornate peggiori, quando si sale molto contratti (cosa che succede spesso con un riscaldamento inadeguato), un paio di voli controllati ti sbloccano parecchio: magari un primo volo con lo spit all'altezza delle ginocchia, un secondo con lo spit un po' sotto ai piedi.
Altra cosa che a me fa bene sono un paio di giri da primo su vie che conosco bene, prima di passare a cose più dure o al progetto di giornata.
Poche idee, ma confuse
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Messaggioda marcov » ven apr 18, 2008 12:20 pm

Secondo me...

un po di "paura" ci sarà sempre, e credo che ce l'abbiano tutti, anche i campioni.
Se uno non si sente all'altezza della situazione ecco che sopravviene la paura perchè non si sa "dove si va" e soprattutto se siamo preparati.

Un modo per farsi passare la parte razionale della paura (la via è difficile, i chiodi/spit sono lontani e io non ho il livello) è quello di allenarsi bene, informarsi sulle vie che si vanno a fare, sul loro stato della chiodatura o possibilità di protezine, etc. e quindi arrivare concentrati e ben consci delle proprie possibilità.

In genere, quando uno scala tanto e quindi ha assimilato un certo repertorio di situazioni affrontate e risolte, affronta piu' tranquillo una salita.

Ci sono poi le paure essenzialmente irrazionali (fuoriuscita soste, taglio di corde, crolli della parete) che probabilmente dipendono da altre cose, tipo traumi passati o angosce che trovano origine in situazioni che non hanno magari nessun rapporto con l'attività alpinistica stessa.

Per quanto mi riguarda, sento adesso la responsabilità di padre (due bimbe di 4 e 8 anni), e non mi va piu' di prendermi certi rischi, quindi tendo forse ad enfatizzare alcuni pericoli (soprattutto quelli oggettivi) che prima non vedevo. Di conseguenza, evito vie "esposte" e ho quasi rinunciato a lunghe vie in montagna, perchè mi ero accorto di non essere tranquillo dentro e quindi la famosa frase "non te l'ha ordinato il dottore...".

Ciao

mv
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Messaggioda lingerie » ven apr 18, 2008 16:05 pm

Per quanto mi riguarda, sento adesso la responsabilità di padre (due bimbe di 4 e 8 anni), e non mi va piu' di prendermi certi rischi, quindi tendo forse ad enfatizzare alcuni pericoli (soprattutto quelli oggettivi) che prima non vedevo. Di conseguenza, evito vie "esposte" e ho quasi rinunciato a lunghe vie in montagna, perchè mi ero accorto di non essere tranquillo dentro e quindi la famosa frase "non te l'ha ordinato il dottore...".


IDEM... :wink:

2 bimbe piccole e molti pensieri mi sto dedicando quasi solo piu' aalla falesia. :!:
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Messaggioda marcov » sab apr 19, 2008 10:52 am

e, certo: e poi, via, diciamola tutta, sfatiamo il mito: molta piu soddisfazione a fare un 7a+ di 30 m in falesia che una via di 500 metri di quarto e quinto grado sul marcio schiodato con uno due tiretti di sesto/sesto piu, chiodato ascellare in dolomiti.... :D

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Messaggioda n!z4th » sab apr 19, 2008 12:18 pm

marcov ha scritto:e, certo: e poi, via, diciamola tutta, sfatiamo il mito: molta piu soddisfazione a fare un 7a+ di 30 m in falesia che una via di 500 metri di quarto e quinto grado sul marcio schiodato con uno due tiretti di sesto/sesto piu, chiodato ascellare in dolomiti.... :D

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:smt013

depravato :!:


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Messaggioda lingerie » sab apr 19, 2008 18:00 pm

marcov ha scritto:e, certo: e poi, via, diciamola tutta, sfatiamo il mito: molta piu soddisfazione a fare un 7a+ di 30 m in falesia che una via di 500 metri di quarto e quinto grado sul marcio schiodato con uno due tiretti di sesto/sesto piu, chiodato ascellare in dolomiti.... :D

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Messaggioda SCOTT » sab apr 19, 2008 18:09 pm

marcov ha scritto:e, certo: e poi, via, diciamola tutta, sfatiamo il mito: molta piu soddisfazione a fare un 7a+ di 30 m in falesia che una via di 500 metri di quarto e quinto grado sul marcio schiodato con uno due tiretti di sesto/sesto piu, chiodato ascellare in dolomiti.... :D

mv


Bah...hai semplificato troppo... :roll: ...a me piace scalare (punto) ... ci sono periodi in cui preferisco "lavorare" sulla difficoltà in falesia...altri in cui preferisco le vie di grande respiro... :P

Quello che non ha senso nel tuo intervento è che, come esistono le falesie chiodate ascellari e quelle chiodate "sportive", quelle placcose e tecniche e quelle strapiombanti e atletiche...
...ci sono vie in Dolomiti "di 500 metri di quarto e quinto grado sul marcio schiodato con uno due tiretti di sesto/sesto piu, chiodato ascellare" ... altre su roccia ottima proteggibili (ma schiodate) ... improteggibili e schiodate ... di VII protette con parsimonia... ecc... ecc.. ecc...

Secondo me stai cercando di definire se è più buona la cioccolata o va più forte il treno... :roll: :roll: :roll:

...per inciso...sappi che in realtà...

...è più alta la torre! 8)

:P Scott.
a nin pos piò!!!
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Messaggioda grenoble » sab apr 19, 2008 22:39 pm

Io cerco sempre di andare da primo appunto per non fossilizzarmi da secondo e perdere l'abitudine. Ovvio che ci sono giorni no in cui non me la sento, però cerco di restringerli a brevissimi attimi..
Almeno per ora sto facendo gradi su cui mi trovo a mio agio. Poi se voglio provare qualche via un pò più dura vado e se la prima volta c'è un passaggio che mi blocca ci riprovo finche non lo passo (ovviamente parlo di passaggi che faccio da secondo e non da primo, non parlo di cose sulle quali non riesco a salire).

:)
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Messaggioda n!z4th » sab apr 19, 2008 23:11 pm

Secondo me stai cercando di definire se è più buona la cioccolata o va più forte il treno...

...per inciso...sappi che in realtà...

...è più alta la torre!


I miei più devoti complimenti per un' uscita di gran classe :wink:

=D> =D> =D> =D>


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Messaggioda cinetica » mar apr 29, 2008 9:38 am

marcov ha scritto:
Ci sono poi le paure essenzialmente irrazionali (fuoriuscita soste, taglio di corde, crolli della parete) che probabilmente dipendono da altre cose, tipo traumi passati o angosce che trovano origine in situazioni che non hanno magari nessun rapporto con l'attività alpinistica stessa.

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Le paure irrazionali sono quelle piu affascinanti .... :wink:
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Messaggioda gug » lun mag 19, 2008 11:27 am

Mi segno il topic, che ora non ho il tempo per leggerlo.
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

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Re: Involuzione nel superamento della paura ad andare da pri

Messaggioda gug » lun mag 19, 2008 14:20 pm

Fatto! Mi sono messo al pari.

Gigi64 ha scritto:B) Ad un certo punto alcuni, per migliorare tecnicamente, iniziano ad andare sempre più frequentemente su tiri sopra al proprio limite, ma da secondi per non continuare a cadere. Questa abitudine diventa così frequente da iniziare a minare l'abitudine ad andare da primi.
In più questi scalatori iniziano ad avere un divario sempre più consistente tra quello che riescono a fare da secondi e quello che riescono a fare da primi, questo rischia di generare ulteriore frustrazione e insicurezza...


Credo che se accade ciò è perchè non ci si sta allenando in maniera corretta: per migliorare, lavorare i tiri con la corda dall'alto è utilissimo, ma poi i tiri bisogna chiuderli e perciò cominciare a farli da primi.
Se si fa così, allora ci si troverà ad arrampicare al limite da primi e ciò avrà un'ottima influenza nello scalare da primi su gradi più bassi: in quei casi si entra in una "bolla" in cui la paura del volo scompare, dato che si è concentrati solo sulla sequenza.

Purtroppo però ciò non ha influenza nel diminuire la paura del volo su gradi al limite a vista: a me in generale però ciò non mi fa smettere di andare da primo in queste situazioni, ma fa si che spesso faccio dei resting che potrei evitare (e così mi gioco la prestazione a vista).
Infatti, al momento io sono in una situazione paradossale in cui ho il 100 % di realizzazioni a vista su un certo grado, e quasi lo 0% sul mezzo grado superiore, che chiudo regolarmente al secondo giro: è ovvio che ci sono problemi psicologici dietro.
Ma in questi casi c'entra poco la paura del volo.
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

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