Into the wild

Libri, riviste, web, link ecc.

Messaggioda gug » mer feb 13, 2008 13:15 pm

Aggiungo anche che non c'era bisogno di prendere questa storia per fare un film, che se voleva essere sulla fuga dalla società è sulla ricerca di motivazioni primordiali poteva ispirarsi a tantissime storie soprattutto a sfondo alpinistico.
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

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Messaggioda erricoilfico » mar feb 26, 2008 14:42 pm

Ho appena finito di leggere il libro di Krakauer "nelle terre estreme"....ed è stato una gran delusione!!!....già uno di quei rarissimi casi in cui il libro vale decisamente del film...
Mi aspettavo una qualche rielaborazione dei diari di Chris che mi desse modo di immaginare quello che ha vissuto attraverso i suoi occhi, le sue riflessioni...invece è un libro estemamente giornalistico e impersonale sulla storia di Krakauer che segue le tracce di Chris....vengono raccontati tutti gli episodi presenti nel film, inframezzati da esperienze personali dell'autore tipo una scalata in solitaria in alaska che a me sono sembrati un po delle forzature.....
....in definitiva un libro inutile e poco significativo!!!
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Messaggioda gug » mar feb 26, 2008 15:16 pm

gug ha scritto:Aggiungo anche che non c'era bisogno di prendere questa storia per fare un film, che se voleva essere sulla fuga dalla società è sulla ricerca di motivazioni primordiali poteva ispirarsi a tantissime storie soprattutto a sfondo alpinistico.


Sul tema della fuga dalla società per rifugiarsi nella vita solitaria e selvaggia, mi sembra che valgano di gran lunga di più due film come "Balla coi lupi" e "Corvo Rosso non avrai il mio scalpo" (quest'ultimo grandissimo davvero, a parte il titolo italiano, veramente pessimo).
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Messaggioda Enzolino » ven feb 29, 2008 16:05 pm

Il film non l'ho visto, ed il motivo princpale e' che non mi ispira il tema che, come dice Gug, mi sembra quello della fuga.

Curioso senza vedere il film avevo le stesse sensazioni che fosse come lo descrive Gug ...
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Messaggioda nikibo » ven feb 29, 2008 17:23 pm

per me il tema di fondo non è tanto una fuga dalla civiltà, secondo me si tratta soprattutto della realizzazione dei propri sogni, alla fine il protagonista ha passato solo in Alaska solo 2-3 mesi mentre tutto il resto l'ha trascorso in giro, lavorando e non da solo (mi sembra circa 1 anno e mezzo), :smt039
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Messaggioda PIZZABIRRA » ven feb 29, 2008 17:43 pm

....Chi non vuole sapere come finisce il libro/film non legga....

Non ho visto il film, ma ho letto il libro anni fa. L'ho trovato affascinante, ma soprattutto il ritratto di una persona con - forse - grandi ideali ma sicuramente superficiale.
Cosa diremmo di uno con scarsa esperienza alpinistica che affronta in solitaria una via impegnativa, isolata? Penso che tutti lo biasimerebbero - sappiamo che per affrontare certe cose ci vuole esperienza, che l'approccio a certe attività non può che essere graduale, che imparare è un procedimento a prova ed errore - e gli errori è meglio farli quando c'è una via d'uscita.
Il fatto che questo ragazzo si sia spinto in un posto isolato, intenzionato a cibarsi di quello che gli offriva la natura (se ben ricordo con un libro di botanica appresso) mi è sembrato di una faciloneria irritante... insomma, non ne farei un eroe, nè lo prenderei ad esempio.
Lo stile di Krakauer è un po' da cazzone (come del resto in Aria sottile), ma scrive quello che pensa e tutto sommato con un buono stile giornalistico.
Mi ammalia, credo, una necessità perdente
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Messaggioda M@zzo » ven feb 29, 2008 17:49 pm

erricoilfico ha scritto:Ho appena finito di leggere il libro di Krakauer "nelle terre estreme"....ed è stato una gran delusione!!!....già uno di quei rarissimi casi in cui il libro vale decisamente del film...
Mi aspettavo una qualche rielaborazione dei diari di Chris che mi desse modo di immaginare quello che ha vissuto attraverso i suoi occhi, le sue riflessioni...invece è un libro estemamente giornalistico e impersonale sulla storia di Krakauer che segue le tracce di Chris....vengono raccontati tutti gli episodi presenti nel film, inframezzati da esperienze personali dell'autore tipo una scalata in solitaria in alaska che a me sono sembrati un po delle forzature.....
....in definitiva un libro inutile e poco significativo!!!
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Tenuto conto che il libro nasce da un'indagine giornalistica su una morte che aveva suscitato polemiche in USA, e cori di critiche molto simili a quelle che riporta gug poco sopra, direi che quello che non ti piace è proprio la natura stessa del libro, senza il quale il tipo sarebbe stato uno dei tanti sbandati che prima o poi ci laciano la pelle senza capire bene il perchè.
Questa era la visione del pubblico della vicenda prima del libro di Krakauer. Il libro l'ha ribaltata (a torto o ragione) e racconta appunto il modo in cui l'autore arriva a comprendere (secondo lui ovviamente) le motivazioni e le affinità con McCandless.
Non direi proprio un libro inutile e poco significativo..dipende da cosa ti aspetti...se ti aspetti un romanzone certo non lo trovi.
Non è neppure un libro di avventura..come cerca di essere il film..e secondo me il film proprio lì si perde.
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Messaggioda grenoble » ven feb 29, 2008 18:20 pm

Visto ieri...

Cosa dire.. Paesaggi e posti stupendi.. Tecnicamente una fotografia ottima, una storia raccontata nel migliore dei modi (frequenti balzi temporali, narrazione...) complimenti a Penn! :wink:

Per quel che riguarda il personaggio in se... Boh, si hai avuto un gran bel coraggio a mollare la sicurezza che caratterizzava la sua vita PERO' sei stato anche un gran bell'egoista del cavolo... hai fatto male a tante persone e non ti sei curato di questa cosa. Nella tua ricerca della felicità hai reso infelice delle persone e questa è una cosa che non mi ha fatto andare in simpatia il personaggio. Into the wild la storia di una persona egoista. Almeno prima di morire ci è arrivato.... :roll:
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Messaggioda gug » ven feb 29, 2008 21:04 pm

grenoble ha scritto: Into the wild la storia di una persona egoista. Almeno prima di morire ci è arrivato.... :roll:


...in effetti quell'ultima riflessione probabilmente è la cosa migliore del film.
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Messaggioda gug » ven feb 29, 2008 21:07 pm

nikibo ha scritto:per me il tema di fondo non è tanto una fuga dalla civiltà, secondo me si tratta soprattutto della realizzazione dei propri sogni, alla fine il protagonista ha passato solo in Alaska solo 2-3 mesi mentre tutto il resto l'ha trascorso in giro, lavorando e non da solo (mi sembra circa 1 anno e mezzo), :smt039


però il film veniva presentato (e il titolo stesso lo dimostra) proprio come una fuga dalla società verso la natura primordiale.
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Messaggioda nikibo » ven feb 29, 2008 21:55 pm

gug Inviato: Ven Feb 29, 2008 21:07 pm Oggetto:

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nikibo ha scritto:
per me il tema di fondo non è tanto una fuga dalla civiltà, secondo me si tratta soprattutto della realizzazione dei propri sogni, alla fine il protagonista ha passato solo in Alaska solo 2-3 mesi mentre tutto il resto l'ha trascorso in giro, lavorando e non da solo (mi sembra circa 1 anno e mezzo),


però il film veniva presentato (e il titolo stesso lo dimostra) proprio come una fuga dalla società verso la natura primordiale


si, infatti secondo me non centra poi troppo con quel titolo...di terre selvagge ce ne ben sono poche,invece dal titolo sembra sia tutto sull'Alaska. L'avranno scelto perchè faceva più scena.
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Messaggioda bugspietri » sab mar 01, 2008 23:19 pm

nikibo ha scritto:
gug Inviato: Ven Feb 29, 2008 21:07 pm Oggetto:

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nikibo ha scritto:
per me il tema di fondo non è tanto una fuga dalla civiltà, secondo me si tratta soprattutto della realizzazione dei propri sogni, alla fine il protagonista ha passato solo in Alaska solo 2-3 mesi mentre tutto il resto l'ha trascorso in giro, lavorando e non da solo (mi sembra circa 1 anno e mezzo),


però il film veniva presentato (e il titolo stesso lo dimostra) proprio come una fuga dalla società verso la natura primordiale


si, infatti secondo me non centra poi troppo con quel titolo...di terre selvagge ce ne ben sono poche,invece dal titolo sembra sia tutto sull'Alaska. L'avranno scelto perchè faceva più scena.


Così si chiama il libro!!! In to the wild era il sogno di Chris e in to the wild l'hanno ritrovato morto!
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Messaggioda gug » dom mar 02, 2008 20:59 pm

Poi c'è spesso nel film il tema ricorrente di Jack London, grande cantore dello "Wild". Secondo me invece la fuga nella natura selvaggia doveva essere il tema trainante della vicenda, ma il fatto è che era una vicenda un pò "povera" e non un grande tema come sembrava.
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Messaggioda nikibo » dom mar 02, 2008 22:54 pm

dicevo solo che chiamare così un film fà pensare che si svolga tutto o quasi 'into the wild' invece la parte veramente selvaggia è piccola rispetto a vicenda, tutto qua.
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Messaggioda Max Z. » mar mar 04, 2008 1:31 am

Ok, sono d'accordo con tutti voi,, ma mi pare sfugga una cosa... non è un romanzo, non è una storia che deve piacere, soprattutto non è un film su un eroe. E il racconto di una storia.
Quanti anni aveva, 17? Mi sembra, più o meno... ovvio che il suo atteggiamento è egoista, molto, ma a mio parere proprio in questo egoismo si ritrova almeno l'inizio dell'attività di "TUTTI" noi che abbiamo fatto un po' di alpinismo che vada oltre la gitarella domenicale e la falesia.

E chi non ci si riconosce a mio parere o è ipocrita o è molto confuso. Perchè andare a salire una parete nord, magari da soli, in fin dei conti è scappare da una società o da qualcosa, è cercare di trovarsi isolati in un ambiente selvaggio, lontano dai propri genitori o mogli, e affrontare pericoli fregandosene in fin dei conti dell'apprensione che può vivere chi ci sta a cuore.

Solo che noi lo facciamo per un giorno, o 2. Lui era un estremista. E lo fa fino alla fine. E come tutti gli estremisti sbaglia, e se ne rende conto quando è troppo tardi. E siccome ha 17 anni è ancora piuttosto ingenuo, e fa una brutta fine. Ma qua ancora a me, personalmente, fa un po' riflettere.
E' veramente una brutta fine? O è semplicemente l'unica fine coerente con la sua idea?
Into the wild muori. Come un orso, una trota o una pianta. Alla fine se sei debole muori, di fame o di freddo o mangiato da un altro animale.
Se stiamo a dirci che il personaggio era egoista, che era stato ingenuo, etc etc restiamo a hollywood. Secondo me, con tutti i limiti della commercializzazione cinematografica, è un film molto meno hollywoodiano del solito e che ci racconta una storia vera che è una vera avventura, molto di più del salire una parete difficile per 3 giorni dopo una grande preparazione e pianificazione di andata e ritorno.


PS: cmq alla fine gli oscar sono andati a "no country for old men", un film che per circa 2 ore fa vedere un pazzo che insegue gente con dei soldi e li ammazza tutti, comprese le loro mogli, fino alla fine del film. Io a parte la bravura degli attori sono uscito e mi sono chiesto cosa avevo visto.

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Messaggioda alberto60 » mar mar 04, 2008 9:35 am

Scusate ma date dell'egoista a questo ragazzo, perchè di un ragazzo si tratta visto che avevca 17 anni. E noi chi siamo? non siamo egoisti ? Fare alpinismo non è una forma di egoismo? Non è sacrificare la propria famiglia, degli affetti?

Come si fa ad appludire chi fa della grandi solitarie, estremamente pericolose e poi dire che questo ragazzo è un egoista.

Non è certamente un grande film però racconta una storia vera magari ci saranno delle licenze cinematografiche però la storia è vera.

Questo ragazzo è morto perchè non è riuscito ad entrare in sintonia con la natura, era attratto dall'avventura ma non sapeva bene cosera e cosa comportava.

Ha cercato di vivere come gli indiani ma loro erano in sintonia con l'ambiente con la natura, non erano certo degli sprovveduti.
Ha fatto delle scelte sbagliate ed è stato sopraffatto. Semplicemente è diventato un'anello della catena naturale dove vige la legge della selezione e nella natura selvaggia chi sbaglia, chi è debole, chi non ha istinto, semplicemente paga.
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Messaggioda bugspietri » mar mar 04, 2008 10:06 am

Sono perfettamente d'accordo e quoto in pieno...
preciso soltanto: aveva 21 anni quando è partito! (e secondo me non è una cosa secondaria... aveva finito il college e quindi, per la società, era un ragazzo che aveva terminato la sua formazione...)
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Messaggioda matto » mar mar 04, 2008 10:13 am

alberto60 ha scritto:Scusate ma date dell'egoista a questo ragazzo, perchè di un ragazzo si tratta visto che avevca 17 anni. E noi chi siamo? non siamo egoisti ? Fare alpinismo non è una forma di egoismo? Non è sacrificare la propria famiglia, degli affetti?

Come si fa ad appludire chi fa della grandi solitarie, estremamente pericolose e poi dire che questo ragazzo è un egoista.

Non è certamente un grande film però racconta una storia vera magari ci saranno delle licenze cinematografiche però la storia è vera.

Questo ragazzo è morto perchè non è riuscito ad entrare in sintonia con la natura, era attratto dall'avventura ma non sapeva bene cosera e cosa comportava.

Ha cercato di vivere come gli indiani ma loro erano in sintonia con l'ambiente con la natura, non erano certo degli sprovveduti.
Ha fatto delle scelte sbagliate ed è stato sopraffatto. Semplicemente è diventato un'anello della catena naturale dove vige la legge della selezione e nella natura selvaggia chi sbaglia, chi è debole, chi non ha istinto, semplicemente paga.





Pienamente d accordo .....l unico appunto al film e non alla storia è il motivo della sua morte ......mi spiego meglio .....non si dovrebbero trovare gli animali d estate ? lui li trova d inverno ,ma non d estate .Per il resto storia molto commuovente ,che decisamente può far pensare che a volte, per avere alcune rivelazioni ,ci sono persone che sul piatto mettono tutto,questo può essere più o meno giusto certo è che lui ha fatto quel che voleva ......quanti possiamo dire così senza ipocrisia?
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Messaggioda piki » mar mar 04, 2008 11:20 am

Accipicchia, sembrate veramente convinti delle vostre tesi.
Eppure? non riesco a sfuggire al dubbio che, in un certo qual modo, vi ci stiate arroccando?

Capisco e rispetto il tuo parere Max, ma io non mi riconosco nel quadro che hai fatto, e nemmeno ritengo di essere una persona ipocrita o confusa.
Forse quando ho iniziato ad andare in montagna ero un po? confusa, ma nemmeno più di tanto, e ben presto ho iniziato a capirmi.

Ho ben chiare le motivazioni emotive che mi portano a fare alpinismo.
L?alpinismo per me è una passione e riesco senza difficoltà a trasmettere a familiari e amici i miei stati d?animo e la mia tranquillità nell?affrontare le bellezze ma anche i rischi della montagna.

Le persone con le quali sono a contatto sanno che la mia avventura di un giorno può racchiudere una vastità di sensazioni vitali molto forti. Non hanno alcuna necessità di domandarmi il perché faccio alpinismo o, tanto meno: ?perché rischio?.
Perché vedono che sto bene, si accorgono del mio equilibrio e della mia tranquillità. Qualcuno dice persino di invidiare, in un certo senso, quello che provo (e che, evidentemente, riesco a trasmettere anche a chi non conosce la montagna).

Amici e familiari scelgono il percorso della propria vita, io scelgo il mio. Sarebbero loro egoisti se mi chiedessero o spingessero a collezionare francobolli e a studiarne la filigrana ?perché attività meno rischiosa?, invece di scalare montagne.
Senza contare che, molto probabilmente, mi troverebbero in breve impiccata fra pile di francobolli.

Io non giudico loro, loro non giudicano me.
Certo, a volte qualcuno ritiene che io rischi troppo, come, d?altronde, io tendo a pensare che la loro mancanza di iniziativa e di entusiasmo in molti frangenti li porti a un appiattimento e a un ?deperimento? graduale.
Ma non sono giudizi, sono opinioni che ci scambiamo allo scopo di conoscerci meglio e di riflettere sulle rispettive motivazioni esistenziali.

Insomma, a me sembra un luogo comune oltremodo obsoleto quello dell?alpinista egoista.
Forse, se si hanno figli, la questione è diversa, e io non sono certo in grado e non ho alcuna velleità di trattarla.

Comunque il ?principio di piacere?, la ricerca della propria serenità, del proprio equilibrio psichico, credo siano la spinta per chiunque di noi, qualcosa che esula dall?alpinismo.

Un?ultima cosa. Forse mi ripeto, ma non tutti scalano le montagne per fuggire da qualcosa o per il piacere di tornare a qualcos?altro. Forse, molto banalmente, lo fanno per il piacere che l?avventura ha in sé.

La mia intenzione originaria era di commentare film e libro?. ma ho scritto talmente tanto che si annoierebbe persino mia nonna a leggerlo!
Evito, dunque, ulteriori deliri?
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Messaggioda alberto60 » mar mar 04, 2008 13:18 pm

L'alpinismo è una attività pericolosa, lo dico perchè l'ho vissuto sulla mia pelle e sui miei affetti.

Una bella sassata in testa e vai tre punti di sutura, bastavano pochissimi centimetri ed ero all'altro mondo.

Un mio grandissimo amico e compagno di cordata non c'è più e sono anche andato a raccoglierlo sotto la parete. Non è stata una bella esperienza.

Quindi quando vado a scalare so di fare una cosa pericolosa a volte anche molto pericolosa che si mi riempie la vita , mi da grandi soddisfazioni, mi fa sentire bene, non potrei stare al sole sotto l'ombrellone ad oziare. Però so che potrei fare soffrire molte persone, che magari contano su di me. l'imponderabile è sopra di noi , fa parte del gioco.

Quindi un pò egoista, individualista, lo sono .
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