Via Soldà al Campanile Wessely

Arrampicata e alpinismo su roccia in montagna

Via Soldà al Campanile Wessely

Messaggioda beppe 53 » sab ago 04, 2007 1:23 am

Queste sono le vie che riempiono di gioia e danno grandi soddisfazioni a chi ricerca il gusto della salita in montagna!
Aperta nel 1938 vede la prima ripetizione nel 1966!, la quarta di Rabanser, che poi la sale in prima invernale nel 1988!
A 70 anni dall'apertura ha visto quattro ripetizioni nei primi 50 anni, e dal 1988 ad oggi quante saranno state?
Sicuramente Soldà era un grande, bisogna fare la via per rendersi conto di come è salito su questa parete in una via definita da Franco Bertoldi " .. di grande difficoltà e forte esposizione su una parete grandiosa."
E' una via che merita maggiore considerazione.
Filippo ha fiuto nel scegliere le vie e questa salita va a merito suo: 500 mt, 6 chiodi (soste comprese e considerando i due chiodi sulla variante diretta aperta da Rabanser che abbiamo percorso in uscita). Via sicuramente da consigliare, tenendo presente che le valutazioni date, V,V+ e VI- sono strette: bisogna farli per crederci ed una volta fatti ti rendi conto che sono almeno mezzo grado in più.
L'ambiente è grandioso, il rientro insidioso: abbiamo lasciato un nut incastrato nell'uscita diretta ed attrezzato una calata che dalla vetta deposita sui ghiaioni della forcella alta.
buone salite a tutti
beppe

Soldà al campanile Wessely
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L'uscita diretta aperta da Rabanser
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in vetta al campanile
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L'eleganza del campanile Wessely, dopo la discesa dalla forcella alta
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Re: Via Soldà al Campanile Wessely

Messaggioda bep1 » sab ago 04, 2007 7:39 am

beppe 53 ha scritto:Queste sono le vie che riempiono di gioia e danno grandi soddisfazioni a chi ricerca il gusto della salita in montagna!
E' una via che merita maggiore considerazione.


Complimenti per la scelta della via, è bello pensare che c'è ancora gente che mira a rispolverare vie d'ambiente come queste, dove effettivamente, come dici tu, danno grandi soddisfazioni, appagandoti del sapore vero di montagna...Bravi!!
Ciao
Beppe
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via soldà gran campanile del sassolungo

Messaggioda emanuele » gio ago 09, 2007 15:09 pm

- avete obliquato sulle placche negli ultimi tre tiri nella variante diretta?noi siamo saliti direttamente per il diedro, all'inizio camino, sempre più strapiombante e siamo usciti superando il tetto che lo sbarra, percorrendo un colatoio che porta fino in vetta: in pratica abbiamo fatto un'uscita indipendente molto impegnativa, lasciando un chiodo appena sopra il tetto(VI+/VII-), nella seconda parte abbiamo trovato solo il cordino nella clessidra di una sosta, chiodi zero; ma noi abbiamo fatto così perchè nel tracciato fotografico l'uscita sembrava proprio nel diedro, non sulle placche in diagonale verso destra!ne ho parlato sia con ivo che con senoner, che mi hanno confermato che l'uscita fatta da noi è inedita, consigliabile se asciutta!
- forte soldà, ma fortissimo bertoldi come schiodatore, le 21 ore effettive di salita servivano loro anche per l'opera di schiodatura; dei 30-35 chiodi del primo tratto ne abbiamo trovati 4!!
-più leggo di lui(gino) più mi rendo conto di quanti sacrifici facevano per avere la notorietà, che allora significava ingaggi, soldi e medaglie; mi spiace dirlo, ma preferisco l'alpinismo di altri che come castiglioni e datassis si sono visti soffiare diverse vie da parte del fuoriclasse vicentino
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Messaggioda beppe 53 » gio ago 09, 2007 22:39 pm

I primi tiri della variante Rabanser presentano roccia molto bella da arrampicare ed abbiamo preferito questa variante per non avventuraci nei camini finali originali, vista la bellezza della roccia. Il diedro poi l'abbiamo seguito fino alla fine, superando un primo strapiombo, seguito da un traverso a destra in placca delicato (cordino lungo su chiodo). Poi un secondo strapiombo meno pronunciato ma rognoso ed infini ci si infila in un buco colatoio che ti porta ad un terrazzo alla base dello spigolo finale su cui procedi con due tiri per arrivare alla vetta. Abbiamo trovato il cordino su clessidra e le soste le abbiamo attrezzate.
Nel primo tratto della Soldà abbiamo difatti trovato tre chiodi di sosta ed uno di via.
Certo che fare una salita così con gli scarponi ed i mezzi di allora ridimensiona quanti come me credono di aver fatto una grande salita con i mezzi di oggi. Resta comunque una salita impegnativa, da consigliare, da esserne orgogliosi di averla fatta.
ciao
beppe
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Messaggioda sergio-ex63-ora36 » ven ago 10, 2007 0:39 am

beppe 53 ha scritto:
...
Certo che fare una salita così con gli scarponi ed i mezzi di allora ridimensiona quanti come me credono di aver fatto una grande salita con i mezzi di oggi. Resta comunque una salita impegnativa, da consigliare, da esserne orgogliosi di averla fatta.
ciao
beppe


sicuro?
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via soldà

Messaggioda emanuele » ven ago 10, 2007 8:48 am

- soldà adoperò quasi sempre le scarpette morbide con suola di canapa e a proposito di "tecnica" nel libro di franco bertoldi viene descritto il metodo di salita di soldà per superare tratti di parete che ancor oggi sembrano impossibili(vedi i primi tiri della soldà-falconi sulla est del sassolungo, mai ripetuta): piantava tre chiodi, anche per pochi millimetri, passava un cordino nei tre e utilizzava l'anello di corda come appoggio("staffa"), poi il secondo doveva togliere tutto per "stupire" i ripetitori che di fronte alla valutazione di VI(in libera) pensavano e pensano ancora ad una sorta di uomo prodigio
- leggo sulle alpi venete di quest'estate di una "difesa" di gino soldà, accusato, ufficiosamente, da castiglioni (e detassis) di avere loro soffiato la via sulla punta penia; la "difesa" non regge ed anzi i documenti riportati mettono in evidenza la "sleale condotta", la "smoderata ambizione" del nostro gino, che di nascosto salì la via, utilizzando il materiale lasciato da castiglioni(corde fisse e chiodi) e completando l'itinerario, che i due avevano interrotto per indisposizione, non perchè la parete fosse impossibile(si tratta di un diedro fessurato lungo il quale castiglioni aveva visto che "si poteva proseguire bene")!
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Messaggioda alberto60 » ven ago 10, 2007 11:06 am

Quanto a smoderata ambizione e a soffiare vie che già altri avevavo in parte salito e rimandato a momenti migliori , non credo che Soldà sia l'unico esempio di quel periodo . Diversi altri hanno giocato degli scherzettini e questo anche in epoche più recenti. Sia in Dolomiti che su altre montagne.
Anche Armando Aste entrò in competizione con Giordani per la via dell'Irreale se non sbaglio.
Del resto la montagna non è un orto personale.
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Messaggioda beppe 53 » mer ago 15, 2007 17:55 pm

Scarponi o scarpe di canapa rivestite di gomma il senso del mio intervento era quello di dire che un tempo sicuramente erano maggiori i sacrifici per affrontare queste salite e le tecniche, anche i vari sotterfugi, erano primordiali se pensiamo oggi alla differenza nell'uso di scarpette di diversa marca o alla sicurezza data da un tipo di friend od al materiale tecnico in genere non confrontabile. Emergevano soli i più forti, come del resto oggi vengono nominate le imprese dei fuoriclasse, con cui è difficile confrontarsi. In quanto a furberie basti oggi pensare a chi fa buchi per passare uncini e poi li chiude od altri sotterfugi, ma queste sono cose che non mi toccano, mi interessa il confronto con la parete e sopratutto con le persone che su quella parete si sono misurate.
ciao e buone salite
beppe
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Messaggioda alberto60 » gio ago 16, 2007 10:48 am

beppe 53 ha scritto:Scarponi o scarpe di canapa rivestite di gomma il senso del mio intervento era quello di dire che un tempo sicuramente erano maggiori i sacrifici per affrontare queste salite e le tecniche, anche i vari sotterfugi, erano primordiali se pensiamo oggi alla differenza nell'uso di scarpette di diversa marca o alla sicurezza data da un tipo di friend od al materiale tecnico in genere non confrontabile. Emergevano soli i più forti, come del resto oggi vengono nominate le imprese dei fuoriclasse, con cui è difficile confrontarsi. In quanto a furberie basti oggi pensare a chi fa buchi per passare uncini e poi li chiude od altri sotterfugi, ma queste sono cose che non mi toccano, mi interessa il confronto con la parete e sopratutto con le persone che su quella parete si sono misurate.
ciao e buone salite
beppe


La tecnica di fare i buchi per i ganci non è di oggi ma gia negli anni 60 in California veniva usata sulle grandi pareti. Warren Harding usò questa nuova tecnica da lui battezzata "Bat -Hooking" per la prima volta nel 1968 per aprire una via nuova sulla Lost Arrow.
Sempre lo stesso Harding uso questa tecnica nel 1969 nell'apertura di una via nuova sul Liberty Cap e ancora nel 1970 per aprire la via "Early morning Light Wall" su El Capitan, questo per limitare l'uso dei chiodi a pressione.
Sul Liberty Cap con questa tecnica, riusciva a usare 9 ganci uno dopo l'altro prima di mettere un pressione.

Ma Anche in tempi molto più vicini a noi la cordata Roveretana "Maffei-Frizzera-Leoni" ha usato questa tecnica nell'apertura della via della Cattedrale in Marmolada per superare una placca compatta. Tanto che Dal Pra per fare la libera ha dovuto fare una variante per evitare questo tratto.

Anche i trentini Fabio Leoni , Zampiccoli, ect. hanno usato questa tecnica nell'apertura di un nuovo itinerario sul Cerro Catedral in Patagonia.
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