gug ha scritto:Enzolino ha scritto: Nell'apnea le condizioni non sono mai le stesse.
Addirittura i record vengono effettuati in mari diversi.
Eppure l'apnea e' uno sport.
Però òì quello che conta è la profondità e quella è misurata nello stesso modo dappertutto e così anche la pressione e gli altri problemi che si devono affrontare.
In alpinismo l'oggetto eventuale della competizione non è la lunghezza della via, ne qualcosa di misurabile con strumenti. E' vero esistono i record di velocità, ma penso che tutti li abbiamo sempre presi più come funambolismi che come imprese alpinistiche serie, che sono altre: apertura di vie difficili e complesse globalmente, prime ripetizioni, solitarie e così via.
In queste imprese l'oggetto della realizzazione è dato da una serie di fattori e dal modo in cui si miscelano fra loro per cui è difficile stabilire fra due imprese diverse quale sia la maggiore, cosa che nello sport in genere si evita accuratamente. In maniera giusta o sbagliata, alla fine della gara ci deve essere sempre un vincitore e ci sono sistemi stabiliti a priori, che cercano di essere più obiettivi possibile, per stabilirlo.
In alpinismo certi obiettivi cambiano.
Si pensi ai record di salita dichiarati sul Cervino, la Nord dell'Eiger, il Nose, l'Everest, eccetera.
Per coloro che hanno sufficiente familiarita' con questi percorsi il gioco si sposta sul piano competitivo misurato dal tempo di percorrenza.
Per chi con queste vie/montagne non ha familiarita', esse rappresentano un terreno di rischio ed avventura.
Le cose quindi sono due: o il concetto di alpinismo dipende da individuo a individuo, oppure bisogna accettare il fatto che nell'alpinismo esiste la dimensione sportiva.
A livello personale vivo l'alpinismo in maniera non competitiva verso gli altri. Un po' come lo descrive Alpinman, tranne per quanto riguarda la grappa.
Pero' gli obiettivi che mi prefiggo devono essere in qualche modo misurabili in base alle esperienze passate. E questo mi da una minima garanzia di portare a casa la pelle. Ma proprio per come definisco i miei obiettivi, con sfide sempre crescenti, entro in competizione con me stesso cercando di superarmi, cercando di oltrepassare i miei limiti.
Un po' come quando facevo atletica e preferivo confrontarmi coi miei tempi piuttosto che con quelli degli altri: non mi interessava battere l'avversario, ma battere me stesso.
Anche se poi, vedersi un atleta davanti mi stimolava a correre piu' in fretta ...
Quindi alla fine, l'alpinismo lo vivo come sport nei confronti di me stesso ...
Be' ... alla fine mi vien da quotare sia l'Uomo Alpino che il Nazareno ...
Ciao
Lorenzo