Lavorato

Area dedicata all'arrampicata sportiva e al bouldering.

Messaggioda alter-ego » mer apr 11, 2007 10:39 am

EasyMan ha scritto:personalmente ...
Penso che il lavorato serve e molto ... forse anche moltissimo :lol: .
Penso che l' on-sight sia una cosa sublime, ma purtroppo non sempre possibile :(
Penso che non ci sono limiti al lavorato (o super lavorato) tanto non è che una grado si acquisisce con una via 8)
Penso che cmq è anche difficile che uno che non chiude un 6a si lavori un 7a ... è facile che chi chiude un 6c in pochi tentativi si lavori o iper-lavori un 7a / 7a+. :wink:
Penso che molte volte il lavorato (o il corteggiamento come dice lingerie) dà + soddisfazione che un tiro on-sight.

Cmq prima bisogna farle ste benedette vie :D :D :D


Easy, tu non hai evidentemente visto le cose che ho visto io :? :lol: ogni realtà è differente, ma ti assicuro che c'è gente che fa il 6a, e per fare intendo che non lo sbaglia quasi mai, e prova i 7a.
Ma per ragionare su casi concreti, e non in astratto...pensiamo a Gug :lol:
Lui fa il 6b/6b+ sempre, il 6c/6c+ in pochi tentativi, quindi lavorato. Io direi che quindi ha un livello 6b+, senza che ci sianmo particolari regole precise per stabilirlo. Ora lui vorrebbe iperlavorare un 7a e questo gli sembra già un progetto ambizioso. Ebbene, io dico che al 90 per cento dei casi chi ha il livello di Gug lavora un 7b o oltre per ricavare un effettivo miglioramento. Chiaro che poi dipende dal 7a, ma le prese del 7a non sono poi così diverse da quelle del 6c+. Se Gug vuole realmente utilizzare il lavorato per migliorare deve provare il 7b e oltre. Quello che gli serve è piuttosto un "salto psicologico" che lo autoconvinca che il 7b non è troppo per lui. Ma questo problema altri non ce l'hanno.
Chiariti gli obiettivi di Gug, che non sono quelli del grado in sè, resta da vedere se lui provando un 7b ne ricaverà un effettivo miglioramento. All'inizio, è evidente, si prenderà una bastonata con relativo abbattimento psicologico. Penserà che lui non ce la farà mai. Questo è lo scoglio maggiore da superare nel super-lavorato, e per Gug, che ha una certa mentalità alle spalle, sarà la cosa più difficile da superare. Se continuerà a provare la via, effettivamente si abituerà a tenere prese *da 7b* e quindi, quando poi andrà a fare i 6c, troverà più facile.
Ma questo è il caso di Gug, e non di un altro.
Prendiamo ad esempio Roberto. Lui ha anni di scalata alle spalle, ed anche in situazioni alpinistiche. Quindi sa scalare. Lui ha ragione a dire che il lavorato lo fa crescere anche a vista, ma è solo il suo caso particolare. Lui lavora le vie e anche se non si ricorda i movimenti e magari ci mette di più, comunque è allenamento che non farebbe a casa. E per lui, ma anche io faccio così, ben più piacevole e motivante di quello a secco. Roberto è anni che scala dunque sa bene che per questo tipo di lavoro serve una falesia difficile e continua, per questo ha scelto Grotti. Ed ha fatto di nuovo bene. Quindi non importa se 4 volte su 5 lui prende bastonate, comunque si è allenato ed in estate, quando andrà in montagna o riprenderà a scalare a vista, beneficierà dell'allenamento in falesia.
Spero di essermi spiegato.

Sarebbe interessante poi vedere e verificare, tra chi fa quasi esclusivamente superlavorato, i benefici che si hanno sul livello. secondo me tutti da verificare. Poniamo ad esempio uno che ha livello 7a, cioè che al 90% li sale tutti. mettiamo per un anno a provare solo 7c, 8a e 8b. Voglio vedere se poi è passato al 7b. Io non ne sono così sicuro.
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Messaggioda Roberto » mer apr 11, 2007 11:02 am

Vorrei aggiungere che "lavorare le vie", specie quando ancora non si ha un bagaglio abbastanza capiente di "movimenti" in testa, in automatico, aiuta a scoprire nuove posizioni, cercare di risolvere i passi che al primo giro sembrano assurdi.
Un po con la propria inventiva, un po aiutati da un amico che conosce il passaggio, si sperimenta, si elabora il movimento, direi che il "lavorato" diventa un laboratorio, una scuola, da applicare poi nell' arrampicata "a vista".
Ovvio, che con l' acquisizione del "catalogo" dei movimenti, con l' esperienza, questo effetto istruttivo si perde e resta solo quello dell' allenamento, oltre che della soddisfazione personale.
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Messaggioda alter-ego » mer apr 11, 2007 11:11 am

Roberto ha scritto:Vorrei aggiungere che "lavorare le vie", specie quando ancora non si ha un bagaglio abbastanza capiente di "movimenti" in testa, in automatico, aiuta a scoprire nuove posizioni, cercare di risolvere i passi che al primo giro sembrano assurdi.
Un po con la propria inventiva, un po aiutati da un amico che conosce il passaggio, si sperimenta, si elabora il movimento, direi che il "lavorato" diventa un laboratorio, una scuola, da applicare poi nell' arrampicata "a vista".
Ovvio, che con l' acquisizione del "catalogo" dei movimenti, con l' esperienza, questo effetto istruttivo si perde e resta solo quello dell' allenamento, oltre che della soddisfazione personale.


hummm...boh! :roll: :roll: Il trasferimento istintivo e l'apprendimento dei movimenti è uno dei lati oscuri del nostro *sport*. Secondo me ci sono ancora molti buchi neri da verificare. Ok, ti posso passare che il lavorato è un laboratorio del gesto, ma bisogna vedere quanto un particolare movimento diventi poi parte del tuo bagaglio gestuale in modo da trasferirlo nell'onsight al momento giusto e nella situazione giusta. Di nuovo...se fai solo esclusivamente super-lavorato lo vedo difficile, perchè tu ti abitui a mettere insieme una via come un puzzle. Quando poi cambia l'immagine sei al punto da capo.
Eppoi bisogna vedere se i movimenti te li trovi, se sei in un certo senso creativo, oppure te li fai dire, come fanno molti...
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Messaggioda Roberto » mer apr 11, 2007 11:16 am

alter-ego ha scritto:
Roberto ha scritto:Vorrei aggiungere che "lavorare le vie", specie quando ancora non si ha un bagaglio abbastanza capiente di "movimenti" in testa, in automatico, aiuta a scoprire nuove posizioni, cercare di risolvere i passi che al primo giro sembrano assurdi.
Un po con la propria inventiva, un po aiutati da un amico che conosce il passaggio, si sperimenta, si elabora il movimento, direi che il "lavorato" diventa un laboratorio, una scuola, da applicare poi nell' arrampicata "a vista".
Ovvio, che con l' acquisizione del "catalogo" dei movimenti, con l' esperienza, questo effetto istruttivo si perde e resta solo quello dell' allenamento, oltre che della soddisfazione personale.


hummm...boh! :roll: :roll: Il trasferimento istintivo e l'apprendimento dei movimenti è uno dei lati oscuri del nostro *sport*. Secondo me ci sono ancora molti buchi neri da verificare. Ok, ti posso passare che il lavorato è un laboratorio del gesto, ma bisogna vedere quanto un particolare movimento diventi poi parte del tuo bagaglio gestuale in modo da trasferirlo nell'onsight al momento giusto e nella situazione giusta. Di nuovo...se fai solo esclusivamente super-lavorato lo vedo difficile, perchè tu ti abitui a mettere insieme una via come un puzzle. Quando poi cambia l'immagine sei al punto da capo.
Eppoi bisogna vedere se i movimenti te li trovi, se sei in un certo senso creativo, oppure te li fai dire, come fanno molti...
Infatti c' è gente che resta "lavoratore" per eccellenza ed "a vista" è scadente... lavorare troppo fa male, io l' ho sempre detto :wink:
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Messaggioda alter-ego » mer apr 11, 2007 11:19 am

Roberto ha scritto:
alter-ego ha scritto:
Roberto ha scritto:Vorrei aggiungere che "lavorare le vie", specie quando ancora non si ha un bagaglio abbastanza capiente di "movimenti" in testa, in automatico, aiuta a scoprire nuove posizioni, cercare di risolvere i passi che al primo giro sembrano assurdi.
Un po con la propria inventiva, un po aiutati da un amico che conosce il passaggio, si sperimenta, si elabora il movimento, direi che il "lavorato" diventa un laboratorio, una scuola, da applicare poi nell' arrampicata "a vista".
Ovvio, che con l' acquisizione del "catalogo" dei movimenti, con l' esperienza, questo effetto istruttivo si perde e resta solo quello dell' allenamento, oltre che della soddisfazione personale.


hummm...boh! :roll: :roll: Il trasferimento istintivo e l'apprendimento dei movimenti è uno dei lati oscuri del nostro *sport*. Secondo me ci sono ancora molti buchi neri da verificare. Ok, ti posso passare che il lavorato è un laboratorio del gesto, ma bisogna vedere quanto un particolare movimento diventi poi parte del tuo bagaglio gestuale in modo da trasferirlo nell'onsight al momento giusto e nella situazione giusta. Di nuovo...se fai solo esclusivamente super-lavorato lo vedo difficile, perchè tu ti abitui a mettere insieme una via come un puzzle. Quando poi cambia l'immagine sei al punto da capo.
Eppoi bisogna vedere se i movimenti te li trovi, se sei in un certo senso creativo, oppure te li fai dire, come fanno molti...
Infatti c' è gente che resta "lavoratore" per eccellenza ed "a vista" è scadente... lavorare troppo fa male, io l' ho sempre detto :wink:


però chi non lavora non fà l'amore... :lol: :wink:

vabbè, buona giornata, bisogna che lavori anche un po' io :evil: :evil:
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Messaggioda lingerie » mer apr 11, 2007 11:56 am

Roberto ha scritto:Vorrei aggiungere che "lavorare le vie", specie quando ancora non si ha un bagaglio abbastanza capiente di "movimenti" in testa, in automatico, aiuta a scoprire nuove posizioni, cercare di risolvere i passi che al primo giro sembrano assurdi.
Un po con la propria inventiva, un po aiutati da un amico che conosce il passaggio, si sperimenta, si elabora il movimento, direi che il "lavorato" diventa un laboratorio, una scuola, da applicare poi nell' arrampicata "a vista".
Ovvio, che con l' acquisizione del "catalogo" dei movimenti, con l' esperienza, questo effetto istruttivo si perde e resta solo quello dell' allenamento, oltre che della soddisfazione personale.



è chiarr il cuncettto... :wink: :lol:
Un abbraccio a tutti voi...non scordate mai le piccole cose, le piu preziose...
...camminate per la vostra strada, un piede avanti all'altro senza scordare di sorridere.

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Messaggioda Fokozzone » mer apr 11, 2007 13:49 pm

Wagoo ha scritto:Non capisco il senso di lavorare una via per dieci o piu' tentativi. Per chiuderla e poter pensare e raccontare di aver fatto il 7a?
Balle.
In realtà dei limiti esistono anche se non stanno scritti da nessuna parte. Non che siano dei limiti etici o "di regole" ma semplicemente se ci metto 10 o piu' tentativi per chiudere un X livello allora significa che da quel livello in realtà ci sono ancora molto ma molto lontano. Tant'è che se poi si va su un' altra via della medesima difficoltà si è ancora al punto da capo... Certo,a furia di provare e riprovare assimilo il movimento neccessario per passare quel paio di punti critici della via ma nel momento che la chiudo in realtà non ho arricchito il mio bagaglio "tecnico" bensi' ho semplicemente assimilato quella precisa via.
In pratica molto lavoro inutile....
Esattamente cio' che succede ai Big che hanno livelli a vista attorno all 8a-8b,lavorato 8c e IPERlavorato 9a e oltre..ma loro si trovano ai limiti della scala quindi per loro non è lavoro inutile bensi' apertura di nuovi orizzonti.
Ti sei risposto da solo: il lavorato per uno come noi è l' apertura di un nuovo orizzonte soggettivo, cioè un orizzonte nuovo per te.
Quanto al raccontare di aver fatto il 7a... si può raccontare di aver fatto 1 7a. Ma anche il livello non cresce di colpo, non è che ti svegli un mattino e prima facevi tutti i 6b e da quel giorno fai tutti i 6c. Di solito si comincia a farne qualcuno e piano piano la percentuale migliora. Salvo i casi di eccesso di margine di forza e carenza tecnica: il giorno che capisci com' è ti ritrovi il livello aumentato. Ma son cose che capitano solo ai principianti. A noi veci di solito succede che prima facevi tutti i 6c e una mattina ti svegli e ti ritrovi il livello sul 6b :cry:
Ultima modifica di Fokozzone il mer apr 11, 2007 14:03 pm, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda EasyMan » mer apr 11, 2007 13:58 pm

uhm ... io cmq per lavorato intendo solo giri da primo.
Si può succedere (anche io l' ho fatto) di farmi dei giri da 2° su vie che sono lotane anni luce come livello ma alla fine ,come immaginavo, non ci si capisce un caiser :lol: :lol:.
l' on-sight, il flash, il lavorato e il super lavorato sono tutti utili per la imparare 8)
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Messaggioda Fabius » mer apr 11, 2007 14:39 pm

Mannaggia quando arriverà sto giorno ?

Fokozzone ha scritto:Di solito si comincia a farne qualcuno e piano piano la percentuale migliora. Salvo i casi di eccesso di margine di forza e carenza tecnica: il giorno che capisci com' è ti ritrovi il livello aumentato.
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Messaggioda Enzolino » mer apr 11, 2007 14:52 pm

In generale quoto alter-ego.

Sulle cose dette ne aggiungo qualcuna.

Uno dei vantaggi del "lavorato" consiste nel fatto che aumenta la nostra confidenza di riuscire a salire su gradi elevati.
In un certo senso aiuta a superare certe barriere mentali legate al grado.
E questo e' un pregio.
Il guaio e' pero' che si rischia di illudersi che un grado di una via lavorata sia anche quello vicino al nostro livello.

Ciao :wink:

Lorenz
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Messaggioda grenoble » mer apr 11, 2007 14:58 pm

Secondo me il lavorato aiuta poi ad avere più fiducia quando torni su gradi a te più congeniali...
Cioè io penso che andrebbe fatto in quel senso e non solo ed esclusivamente per mettere in bella mostra un grado (che poi non ha senso perche lo fai li e se vai da qualche altra parte col cavolo che lo fai).
Io ho iniziato da non molto ad arrampicare vuoi per seguire i miei amici o altro mi sono ritrovato in falesie in cui o lavoravo la via oppure restavo seduto a guardare e a me a aiutato parecchio!
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Messaggioda gug » mer apr 11, 2007 15:28 pm

Ringrazio alter-ego per aver preso i miei dati su cui fare l'esempio numerico, almeno ho un riscontro oggettivo :wink:
Detto ciò, continuo a parlare della mia esperienza personale e poi riporterò invece un vecchio brano di Jolly Lamberti che mi sembra pertinente.

Per molti anni da quando ho cominciato ad arrampicare, io non ho mai lavorato le vie. Scalavo in montagna sulle vie classiche fino al V, e poi in falesia arrivavo fin dove riuscivo e, se una via non mi veniva, magari provavo un paio di volte in moulinette e poi finiva lì. Il risultato è che facevo al massimo il 5c a vista e magari il 6a in qualche giro. Il 6a+ era già un grado top. Dubitavo fortemente di riuscire mai a salire un 6b e un 6c era fantascienza.

Poi, dopo almeno 6 o 7 anni, ho cominciato a lavorare le vie, prima con la corda dall'alto finchè non arrivavo a chiuderle. Il primo anno ho cominciato a lavorare le vie di 6b e ne ho chiuse in un paio di stagioni 5 o 6, poi, un paio di anni fa ho cominciato a lavorare il primo 6c e in un paio di mesi (una decina di giri circa) l'ho chiuso. Da allora ho continuato a lavorare altri 6c ed ogni volta ci mettevo meno giri. L'ultimo che ho chiuso (il quinto) l'ho fatto in 3 o 4 giri, mentre contemporaneamente ho cominciato a provare i tiri fino al 6b+ a vista, arrivando sempre in catena, con al massimo due resting (e chiuderli poi al secondo giro o al terzo al massimo). Ora ho cominciato a provare i 6c direttamente dal basso e ho messo le mani sul primo progetto di un 7a.

Se avessi continuato il vecchio metodo sono certo che sarei ancora lì, come lo sono tanti che lo continuano ad utilizzare. Mischiando invece il lavorato con l'on sight i risultati pian piano escono e soprattutto aumenta la convinzione, e quì quoto enzolino, che dedicando tempo e voglia in tempi brevi potrò sicuramente arrivare a salire vie intorno al 7a o 7b e potrei alzare il grado a vista almeno a 6c
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Messaggioda Roberto » mer apr 11, 2007 15:31 pm

Però "lavorare stanca", è innegabile 8)
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Messaggioda gug » mer apr 11, 2007 15:32 pm

Ecco quì il passo, che avevo letto su un numero di UP, in un'intervista (probabilmente di alter-ego :wink: ) a Jolly Lamberti

"Arrampicata a vista e lavorata sono molto diverse, ma non per questo bisogna farsi abbindolare dal falso mito della superiorità didattica dell'arrampicata a vista.
Scalare sempre su vie diverse avrà un primo effetto negativo a livello psicologico: non si arriverà mai veramente al limite e non si raggiungeranno mai gradi elevati (relativamente alle proprie possibilità) e questo porterà a una perdita di autostima e di motivazione: il grado, nel bene e nel male, è un valore nel mondo degli arrampicatori, e il raggiungimento di un certo livello, sia pure dopo decine di tentativi, porterà ad avere più coraggio anche quando si arrampica a vista. Secondo effetto negativo, questa volta a livello fisico, è che solo nel superlavorato si va veramente al limite, stimolando al massimo il reclutamento delle fibre muscolari e abituandosi a scalare oltre le proprie possibilità.
peraltro non è ipotizzabile un allenamento che preveda solo lavorato o superlavorato, dato che gli effetti positivi della scalata a vista sono noti, sarebbe dunque conveniente una suddivisione del tempo a disposizione fra arrampicata a vista e lavorato, con una percentuale sul lavorato che aumenta col livello dello scalatore."
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Messaggioda alter-ego » mer apr 11, 2007 16:23 pm

EasyMan ha scritto:uhm ... io cmq per lavorato intendo solo giri da primo.
Si può succedere (anche io l' ho fatto) di farmi dei giri da 2° su vie che sono lotane anni luce come livello ma alla fine ,come immaginavo, non ci si capisce un caiser :lol: :lol:.
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guarda un po'...per me è esattamente il contrario!! Trovo assai controproducente provare subito una via da primo oltre il mio livello e da secondo lavoro bene i movimenti con tranquillità. Spesso, anzi nell'80 per cento dei casi, le chiudo prima da secondo. A volte anche due o tre volte. Poi le rifaccio da primo. In questo modo divido l'impegno, ed è sempre stato il mio metodo personale...non condiviso da molti.
Scalare da secondo per me è piacevole, perchè scalo per il piacere di scalare, non per realizzare e basta. Quindi non vedo perchè non dovrei farlo. Molti sorridono di questa mia abitudine, altri arrivano anche a deridermi. Alcuni mi sparlano dietro, malignando :wink: Devo essere sincero: alcune vie dure mi sono *costretto* a farle da primo, anche se non ne sentivo assolutamente il bisogno a livello personale. L'ho fatto per quello che potevano dire gli altri. Non ho problemi a scalare da primo, tant'è che quando vado a vista vado sempre da primo. Non ho paura e mi piace. Ma in falesia mi piace di più da secondo. In montagna o su vie lunghe invece vado quasi sempre da primo, perchè lì veramente scalare da secondo ti toglie tutto il sale.
Ultima modifica di alter-ego il dom apr 15, 2007 18:52 pm, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda alter-ego » gio apr 12, 2007 7:40 am

gug ha scritto:Ringrazio alter-ego per aver preso i miei dati su cui fare l'esempio numerico, almeno ho un riscontro oggettivo :wink:


no, invece sono stato avventato, scusami. A volte non mi rendo conto che un forum è una cosa pubblica e queste possono essere cose personali. Avrei altre cose da dirti, magari continuiamo via mail. A dopo
:wink:
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Messaggioda Fabius » gio apr 12, 2007 7:53 am

Tornando al discorso lavorato ...
Ricordo di aver letto tanti anni fa che il primo 8c / 8c+ d'Italia ( Spirit walker al Sasso Remenno ) costò all'apritore Daniele Pigoni ben 6 mesi di tentativi !
Conoscete 'lavori' più lunghi ?
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Messaggioda EasyMan » gio apr 12, 2007 8:40 am

alter-ego ha scritto:guarda un po'...


Ma si sicuramente ognuno ha il proprio modo di vivere la cosa :lol: :lol: .... basta che si diverta e che non dica fischi per fiaschi (le vie son fatte solo da 1°) ... io personalmente provo da 2° vie che non riesco nemmeno a salire da primo (per vedere un pò di che si tratta) ma quando si tratta di lavorare un tiro solo da 1° ... almeno per me :wink:
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Messaggioda gug » gio apr 12, 2007 8:57 am

alter-ego ha scritto:
gug ha scritto:Ringrazio alter-ego per aver preso i miei dati su cui fare l'esempio numerico, almeno ho un riscontro oggettivo :wink:


no, invece sono stato avventato, scusami. A volte non mi rendo conto che un forum è una cosa pubblica e queste possono essere cose personali.


...e perchè dovresti scusarti? DIcevo sul serio che l'esempio numerico è stato sicuramente più utile che parlare in astratto, e infatti lo avevo utilizzato io stesso, spiegando il mio caso, altrimenti si rischia di parlare solo di massimi sistemi e non arrivare mai alla realtà. :wink:
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Messaggioda gug » gio apr 12, 2007 9:00 am

Fabius ha scritto:Tornando al discorso lavorato ...
Ricordo di aver letto tanti anni fa che il primo 8c / 8c+ d'Italia ( Spirit walker al Sasso Remenno ) costò all'apritore Daniele Pigoni ben 6 mesi di tentativi !
Conoscete 'lavori' più lunghi ?


Bisognerebbe però parlare di tentativi, anzi meglio sarebbe tentativi/tempo. Anche a me capita di impiegare diversi mesi per liberare una via, ma magari le ultime volte ci torno a fare qualche giro da solo per tenermela a mente, finchè non trovo un'occasione con un compagno per chiuderla. Oppure potrebbero essere tentativi molto lontani nel tempo e allora è diverso che provarla tutte le settimane.
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