la rinuncia

Area di discussione su argomenti di montagna in generale.

la rinuncia

Messaggioda misterorange » gio mar 08, 2007 18:00 pm

scusatemi se apro un nuovo topic ma vorrei da voi un'ennesimo parere relativo a qualcosa che mi è capitato l'estate scorsa....
ebbene io e il mio solito compagno di cordata abbiamo fatto una settimana in dolomiti e abiamo provato una via classica sul pordoi...la via maria, purtroppo alla sosta del primo tiro eravamo entrambi spaventati dal fatto che non ci fossero protezioni. Io credo che abbiamo fatto bene a scendere ma abbiamo trovato eprsone che ci hanno detto che dovevamo continuare a salire...voi cosa ne pensate???
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Re: la rinuncia

Messaggioda savsav » gio mar 08, 2007 18:03 pm

misterorange ha scritto:scusatemi se apro un nuovo topic ma vorrei da voi un'ennesimo parere relativo a qualcosa che mi è capitato l'estate scorsa....
ebbene io e il mio solito compagno di cordata abbiamo fatto una settimana in dolomiti e abiamo provato una via classica sul pordoi...la via maria, purtroppo alla sosta del primo tiro eravamo entrambi spaventati dal fatto che non ci fossero protezioni. Io credo che abbiamo fatto bene a scendere ma abbiamo trovato eprsone che ci hanno detto che dovevamo continuare a salire...voi cosa ne pensate???


Figli della resina.... :(
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Re: la rinuncia

Messaggioda brookite » gio mar 08, 2007 18:07 pm

misterorange ha scritto:scusatemi se apro un nuovo topic ma vorrei da voi un'ennesimo parere relativo a qualcosa che mi è capitato l'estate scorsa....
ebbene io e il mio solito compagno di cordata abbiamo fatto una settimana in dolomiti e abiamo provato una via classica sul pordoi...la via maria, purtroppo alla sosta del primo tiro eravamo entrambi spaventati dal fatto che non ci fossero protezioni. Io credo che abbiamo fatto bene a scendere ma abbiamo trovato eprsone che ci hanno detto che dovevamo continuare a salire...voi cosa ne pensate???


Primo, non dovreste tentare vie classiche se non avete esperienza nelle protezioni veloci. Vi è andata bene che vi siete fermati al primo tiro, se proseguivate altri tre (se non ricordo male) c'è un punto di non ritorno oltre il quale ti devono venire a prendere.
Secondo, avete fatto bene. Continuare con la paura o l'insicurezza è il modo migliore di farsi male.

ciao.
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Messaggioda misterorange » gio mar 08, 2007 18:17 pm

non tanto figli della resina....io avevo già arrampicato molto in dolomiti ma da secondo....e per quanto riguarda la praticità eravamo pratici infatti per allenarci andavamo in apuane e salivamo le vie cercando di usare solo protezioni veloci e anche per abituarci ad avere un bel po' di lasco sotto i piedi...diciamo che eravamo mentalemente e fisicamente allenati, o almeno credevamo....però quando siamo arrivati lì l'impressione è stata moooolto diversa dalle apuane e quindi abbiamo deciso di scendere.
bè spero un giorno di avere un curriculm almeno un po' simile al vostro.
voi avete consigli per abituarci a quel tipo di arrampicata se non quello che abbiamo già fatto????
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Messaggioda brookite » gio mar 08, 2007 18:22 pm

misterorange ha scritto:non tanto figli della resina....io avevo già arrampicato molto in dolomiti ma da secondo....e per quanto riguarda la praticità eravamo pratici infatti per allenarci andavamo in apuane e salivamo le vie cercando di usare solo protezioni veloci e anche per abituarci ad avere un bel po' di lasco sotto i piedi...diciamo che eravamo mentalemente e fisicamente allenati, o almeno credevamo....però quando siamo arrivati lì l'impressione è stata moooolto diversa dalle apuane e quindi abbiamo deciso di scendere.
bè spero un giorno di avere un curriculm almeno un po' simile al vostro.
voi avete consigli per abituarci a quel tipo di arrampicata se non quello che abbiamo già fatto????


strano, oltretutto stiamo parlando di calcare per entrambe le zone.
Se già facevate vie di più tiri e hai già arrampicato in dolomiti può anche darsi che abbiate beccato una giornata no!
La Maria è un classico dei classici anche per le difficoltà contenute.
Prova (da primo) la normale al Pollice (Sassolungo) ma comunque non vedo altro da dirti.
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Messaggioda savsav » gio mar 08, 2007 18:29 pm

misterorange ha scritto:non tanto figli della resina....io avevo già arrampicato molto in dolomiti ma da secondo....e per quanto riguarda la praticità eravamo pratici infatti per allenarci andavamo in apuane e salivamo le vie cercando di usare solo protezioni veloci e anche per abituarci ad avere un bel po' di lasco sotto i piedi...diciamo che eravamo mentalemente e fisicamente allenati, o almeno credevamo....però quando siamo arrivati lì l'impressione è stata moooolto diversa dalle apuane e quindi abbiamo deciso di scendere.
bè spero un giorno di avere un curriculm almeno un po' simile al vostro.
voi avete consigli per abituarci a quel tipo di arrampicata se non quello che abbiamo già fatto????


Continuate ad allenarvi.... :wink:
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Re: la rinuncia

Messaggioda Enzolino » gio mar 08, 2007 18:46 pm

misterorange ha scritto:scusatemi se apro un nuovo topic ma vorrei da voi un'ennesimo parere relativo a qualcosa che mi è capitato l'estate scorsa....
ebbene io e il mio solito compagno di cordata abbiamo fatto una settimana in dolomiti e abiamo provato una via classica sul pordoi...la via maria, purtroppo alla sosta del primo tiro eravamo entrambi spaventati dal fatto che non ci fossero protezioni. Io credo che abbiamo fatto bene a scendere ma abbiamo trovato eprsone che ci hanno detto che dovevamo continuare a salire...voi cosa ne pensate???
Misterorange,

di rinunce ne ho fatte molte e, a parte pochissime eccezioni, son tornato a finire le vie.
Esperienze come la vostra sono utili per testare i propri limiti, l'importante e' non forzare troppo il vostro sesto senso. Se sentivate di scendere e siete scesi avete fatto bene. Lascia perdere quelli che ti dicono che dovevate continuare. :wink:
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Re: la rinuncia

Messaggioda MacOnions » gio mar 08, 2007 18:52 pm

misterorange ha scritto:voi cosa ne pensate???


Hai fatto benissimo.
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Messaggioda casaro » gio mar 08, 2007 19:02 pm

Penso che sia capitatato a tutti di dover rinunciare a una salita e di dover scendere, per le più svariate ragioni e motivazioni.
Io non ho mai preso una rinuncia come una sconfitta ma al contrario mi ha dato la carica e la convinzione per prepararmi meglio e mi ha aiutato a mettere a nudo i miei limiti e cercare di migliorarli.
Il saper rinunciare aiuta anche a fare esperienza... :wink:
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Messaggioda misterorange » gio mar 08, 2007 19:06 pm

allora ha ragione il mio primo istruttore che mi disse: fai della paura la tua migliore amica perchè sarà lei a fare in modo che torni sempre a casa sano!! :P :P cmq grazie a tutti
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Messaggioda MacOnions » gio mar 08, 2007 19:13 pm

misterorange ha scritto: fai della paura la tua migliore amica perchè sarà lei a fare in modo che torni sempre a casa sano!! :P :P cmq grazie a tutti


Beh dio, non sono d'accordo su questo però, la paura in molte occasioni ha una funzione paralizzatrice che in certe situazioni è tutt'altro che raccomandabili, magari sostituirei "paura" con "cautela e prudenza".

La paura l'è una brutta bestia, se accorre è sicuramente meglio rinunciare prima che prenda il sopravvento ... e sempre che tu sia in tempo per rinunciare, altrimenti ti sei fatto un altro nemico in montagna.
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Re: la rinuncia

Messaggioda Davide62 » gio mar 08, 2007 19:31 pm

misterorange ha scritto:scusatemi se apro un nuovo topic ma vorrei da voi un'ennesimo parere relativo a qualcosa che mi è capitato l'estate scorsa....
ebbene io e il mio solito compagno di cordata abbiamo fatto una settimana in dolomiti e abiamo provato una via classica sul pordoi...la via maria, purtroppo alla sosta del primo tiro eravamo entrambi spaventati dal fatto che non ci fossero protezioni. Io credo che abbiamo fatto bene a scendere ma abbiamo trovato eprsone che ci hanno detto che dovevamo continuare a salire...voi cosa ne pensate???

Ognuno fa quello che si sente, se avete ritenuto opportuno scendere avete fatto bene.
Adesso è importante capire se si vuole continuare ad arrampicare in ambiente (quindi allendandosi imparando a proteggersi), oppure decidere di fare cose più plaisir.
Senza entrare nel merito su cosa è più bello fare, del resto è una cosa talmente soggettiva, personalmente sono convinto che salire una via, per quanto facile possa essere, dove è necessario prepararsi le soste e proteggersi è una cosa di grande soddisfazione :wink:
Ultima modifica di Davide62 il gio mar 08, 2007 19:35 pm, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda misterorange » gio mar 08, 2007 19:32 pm

per ora mi ha sempre aiutato a trovare il mio limite in quel momento ed evitare di fare cassate...ma hai ragione emglio trasformare la paura in cautela e pridenza!!
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Messaggioda n!z4th » gio mar 08, 2007 19:38 pm

fai della paura la tua migliore amica perchè sarà lei a fare in modo che torni sempre a casa sano!!


L' US Army insegna alle nuove reclute che il dolore è il loro migliore amico.Infatti permette di capire se sei ancora vivo.

Molto simile alla tua... 8)
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Messaggioda Davide62 » gio mar 08, 2007 19:41 pm

Però non è che si possa sempre cagarsi in mano :wink:
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Messaggioda ErniBrown » gio mar 08, 2007 19:45 pm

MacOnions ha scritto:
misterorange ha scritto: fai della paura la tua migliore amica perchè sarà lei a fare in modo che torni sempre a casa sano!! :P :P cmq grazie a tutti


Beh dio, non sono d'accordo su questo però, la paura in molte occasioni ha una funzione paralizzatrice che in certe situazioni è tutt'altro che raccomandabili, magari sostituirei "paura" con "cautela e prudenza".

La paura l'è una brutta bestia, se accorre è sicuramente meglio rinunciare prima che prenda il sopravvento ... e sempre che tu sia in tempo per rinunciare, altrimenti ti sei fatto un altro nemico in montagna.


Qualche anno fa soffrivo pesantemente di vertigini: cercavo sempre di spingermi oltre la paura, per poterla vincere (direi che ha funzionato) e un giorno ho esagerato: ero all'attacco di una via, sotto di me un pendio abbastanza ripido di circa 100 metri. Ho resistito qualche minuto, poi sono crollato: il tempo di far capire al mio compagno che i nervi mi erano saltati ed ero già avviato verso il fondovalle. Durante la discesa, un normalissimo sentiero di montagna, sono caduto una decina di volte, anche con qualche ruzzolone. Mi è andata bene e non mi sono fatto niente, ma ero completamente fuori controllo.

Ho imparato che la paura non è sempre una alleata, può farti commettere degli errori.
Nonostante questo però credo sia importante imparare a distinguere tra paure reali, legate ai pericoli che si stanno correndo e fittizie, causate solo dall'inesperienza o da casi come il mio. Per farlo occorre mettersi alla prova, situazione in cui saper rinunciare è importante.
...un po' più in là...
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Messaggioda MacOnions » gio mar 08, 2007 20:38 pm

ErniBrown ha scritto:Nonostante questo però credo sia importante imparare a distinguere tra paure reali, legate ai pericoli che si stanno correndo e fittizie, causate solo dall'inesperienza


Ecco bravo, questa è una cosa su cui sono d'accordissimo, la paura spesso fa mal valutare i pericoli, di solito li ingrandisce ai nostri occhi, per questo imo la paura è una cattiva consigliera ... tanto chi non ha avuto paura in montagna a volte?
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Messaggioda n!z4th » gio mar 08, 2007 21:00 pm

Quando si ha paura l'unica arma è prendersi un attimo di tempo, addentrarsi nel più profondo della nostra intimità e cercar di recuperare anche un minimo bagliore di razionalità e concretezza analitica che ci permetta di aver una visione lucida del contingente esterno in modo da reagire nel migliore dei modi.Non è facile ma spesso sprofondare nella nostra anima e riflettendo un attimo puo' cavare d'impiccio.
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Messaggioda Roberto » gio mar 08, 2007 21:58 pm

Più che la paura, che può essere anche pericolosa, serve la consapevolezza dei propri mezzi, la capacità di capire quando si può andare ed invece quando conviene ritornare sui propri passi.
Occorre l' umiltà di accettare una "sconfitta" e l' orgoglio di riprovarci.
"LIBERTA' E' PARTECIPAZIONE"
L' unico modo per essere liberi è essere colti (J. Martì)
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Messaggioda VYGER » ven mar 09, 2007 9:47 am

Le dolomiti hanno pareti con grande esposizione, anche su gradi facili. E' necessario abituarsi.
Non cesseremo di esplorare - E alla fine dell'esplorazione - Saremo al punto di partenza - Sapremo il luogo per la prima volta. T.S. Eliot
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