

GRAZIE A TUTTI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
da das » gio feb 22, 2007 18:16 pm
da n!z4th » gio feb 22, 2007 21:34 pm
Max76 ha scritto:sono uno dei 5 alpinisti del cai vercelli citati da coste. rispetto alla descrizione già fatta da quest'ultimo vorrei aggiungere alcune cose.
probabilmente stante la scarsità di neve degli ultimi anni e le alte temperature che si registrano durante le estati questa via (come credo molte altre) è diventata molto pericolosa, soprattutto quando si è in varie cordate a percorrerla insieme: i massi instabili sono ovunque e due miei amici stavano per essere investiti da uno (bello grosso) di questi staccatosi pare da solo...fortunatamente il masso ha deviato prima di colpirli se no non so come sarebbe finita. vie come queste credo che non debbano essere percorse dopo molti giorni di caldo consecutivi.
ad esclusione del primo tratto segnalato (consiglio di visionarlo almeno all'inizio il giorno prima per evitare inutili perdite di tempo al mattino), il percorso non è mai obbligato e il tratto tecnicamente più bello (e forse l'unico) è la crestina affilata ed esposta del "crestone" successivo al ghiacciaio delle piode e segnata anche nella relazione della guida cai del monte rosa (crestina probabilmente anche evitabile ma è molto meglio dello sfasciume circostante).
la calotta della cima presenta ormai vari tratti di duro ghiaccio vivo piuttosto ripido (prob. anche 50°); noi l'abbiamo trovata ricoperta di 3-4 cm di neve fresca fatta durante un temporale il giorno prima.
sulla relazione della guida cai posso dire che personalmente non ho fatto solo un passo all'inizio di iii ma molti di più, soprattutto dopo il ghiacciaio delle piode; la stessa crestina di cui sopra offre sicuramente passi di iii ed è piuttosto esposta.
debbo anche dire che le condizioni della montagna sono in continuo mutamento, forse soprattutto in questi ultimi anni di gran caldo e poca neve: quindi le relazioni vecchie come quella della guida cai non vanno prese come oro colato (se non ricordo male tra l'altro afferma che la via è priva di pericoli...alla faccia!!...crolla tutto!!).
a meno che non siate molto veloci consiglio di parire non più tardi delle 4.30 perchè la via è molto lunga (1200 m in quota non sono pochi) e nebbie e temporali spesso qui sono frequenti (noi, forse perchè eravamo ben in 9 sulla via e ci aspettavamo, siamo usciti alla 11.30 dopo 7 ore). e poi se avete la funivia di punta indren da prendere l'ultima corsa è assurdamente alle 16.30 (quelli del monterosa ski - non gli operai che fanno solo il loro lavoro - andrebbero impiccati, e non solo per questo!).
la capanna gugliermina è fornita di fornello, gas e pentole. l'acqua si trova a due minuti dal bivacco salendo e scende da un piccolo nevaio che non so fino a quando resisterà.
sono stato un pò lungo ma credo che più informazioni si danno meglio è.
Anche questa via, come la Cresta Signal, non inizia subito sopra il tetto del bivacco, come sta scritto nella Guida dei Monti d'Italia, ma dal parcheggio dell'Acqua Bianca a quota 1.500 m. Se, dopo aver superato i circa 1.700 metri di dislivello, cinghialato per infrascate tracce di sentiero, guadato impetuosi torrenti, si riesce a raggiungere il bivacco, e c'è ancora la voglia di proseguire, significa che si ha ancora abbastanza motivazione (e gamba!) per salire (il giorno dopo naturalmente!) gli altri 1.300 metri che mancano per raggiungere i 4.436 della Punta Parrot.
Giunti in cima, la soddisfazione sarà grande per essere riusciti a portare a termine una salita in un ambiente veramente grandioso e solitario. Una via che non presenta difficoltà tecniche di rilievo ma che occorre percorrere in fretta, quasi di corsa, se si desidera trovare, in buone condizioni, gli ultimi trecento metri del ripido scivolo di neve e misto, sotto la vetta.
Per questo occorre partire molto presto, avere una buona frontale e un discreto intuito per indovinare la giusta linea da seguire, su una cresta non sempre affilata ed evidente. La parola d'ordine è seguire il facile, che non sempre vuol dire II grado e roccia buona. Infatti, come sempre succede su queste facili vie che non fanno curriculum, le sorprese non mancano mai.
Superare il salto di roccia, subito sopra il primo nevaio, non è stato poi così banale, al punto da farci pensare di essere andati fuori via. Evidentemente quella non banale fessura/diedro, a sinistra d'improbabili rocce strapiombanti rappresenta, probabilmente, l'unica porta d'accesso alla più facile parte superiore. Con questa salita, in un ristrettissimo gruppo, del ristretto ambiente alpinistico riminese, si è ulteriormente affermata una regola non scritta, ma abitualmente accettata. Colui che porta la corda, non solo la trasporta durante l'avvicinamento e lungo la discesa, ma si deve far carico del trasporto anche lungo la via, nel senso che durante la salita, continua a tenerla nello zaino!
Sono le 2.45 quando, giocando d'anticipo, lasciamo il bivacco e i nostri occasionali compagni ancora molto indaffarati ai fornelli. Ci rincontreremo poco sotto la vetta. Una luminosa luna piena ci aiuta non poco a seguire gli ometti della sera prima. Il tempo splendido e l'assenza di vento rendono la salita veramente piacevole ma, quando il Casio di Mauro suona l'allarme e sul quadrante compare la scritta full, la quota comincia a farsi sentire e le accelerate di Matteo (lo scarso!) ci presentano subito il conto. I passi si fanno più lenti e le soste più frequenti. La cima sembra imminente, troppo vicina perché sia vero. Siamo disorientati, complici anche gli ingannevoli altimetri. Ancora trecento metri di picozza e ramponi e siamo in cresta.
Ora non siamo più soli, le numerose cordate che a ondate raggiungono la vetta dalla via normale cancellano improvvisamente il senso di solitudine provato fino a quel momento e ci permettono finalmente di allentare la tensione. Ora ci è tutto più familiare, in basso davanti a noi una interminabile fila di alpinisti sta per raggiungere la Capanna Margherita, alla sua sinistra la Punta Doufur con la sua bellissima e invitante Cresta Rey. L'immensa parete nord dei Lyskamm è sempre affascinante. Una cordata impegnata sulla sua elegantissima cresta est, si appresta a raggiungere la cima orientale. È fantastico, sembra tutto in buone condizioni, oggi non ci sono proprio scuse per rinunciare ad una salita. I tempi sono quelli giusti, la neve ancora tiene, il rifugio Gniffetti è ormai vicino.
Adesso siamo veramente stanchi, barcollando arriviamo a Punta Indren. Scendiamo, in silenzio, non è tempo per pensare ad una nuova salita, anche se purtroppo, minaccia bello!
GRUPPO MONTUOSO: Monte Rosa
CIMA: Punta Parrot 4.436 m
VERSANTE: Crestone Sud / Est
VIA DI SALITA: Via degli Italiani
DIFFICOLTÀ: AD +
DISLIVELLO: Dal parcheggio dell'Acqua Bianca alla Capanna Gugliermina 1.700 m, dalla Capanna Gugliermina alla vetta 1.200 m, sviluppo molto di più.
Materiale: Scarponi, casco, corda, ramponi, picozza, 2 moschettoni normali, 2 ghiere, 2 pere, 2 viti da ghiaccio, 1 fettuccione, 1 fettuccia, 1 kevlar, 1 bazotto, spezzone di cordino per eventuali manovre per recupero da crepaccio per ogni componente, 4 friend, pila frontale.
da n!z4th » gio feb 22, 2007 21:35 pm
da n!z4th » ven feb 23, 2007 0:07 am
da grizzly » ven feb 23, 2007 10:50 am
da il.bruno » ven feb 23, 2007 11:04 am
da n!z4th » ven feb 23, 2007 11:28 am
da Marco1980 » ven feb 23, 2007 13:08 pm
da n!z4th » ven feb 23, 2007 13:14 pm
da stefano91 » ven feb 23, 2007 15:10 pm
n!z4th ha scritto:Io quest'anno come obiettivo ultimo ho di risalire la Signal...
speriamo...
da sodo » sab feb 24, 2007 11:03 am
da sodo » lun feb 26, 2007 9:45 am
da Lorenz » lun feb 26, 2007 12:15 pm
sodo ha scritto:..legna, 4-5 pezzetti e via. Erano i primi di settembre ma faceva un freddo cane.
da n!z4th » lun feb 26, 2007 14:21 pm
sodo ha scritto:..legna, 4-5 pezzetti e via. Erano i primi di settembre ma faceva un freddo cane.
da sodo » lun feb 26, 2007 15:01 pm
da n!z4th » lun feb 26, 2007 15:05 pm
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