funkazzista ha scritto:Niente di nuovo sotto il sole
Non entro nel merito perché non conosco la via, però mi permetto di dire che chi agisce di nascosto si mette dalla parte sbagliata (che metta o tolga non cambia, eh, lo dico a scanso di equivoci).
Ognuno è il solo responsabile di quello che va fare... però per valutare se si è all'altezza o no (o anche solo che materiale portare) servono informazioni corrette.
varda...abitassi ancora li, lo avrei fatto io...usando pure il flessibile a batteria e la resina per fare un lavorino ammodino...e lo avrei scritto a lettere cubitali alla base.
pero' lo ha fatto (subito) qualcun altro...senza dirlo (come quello che li ha messi, anyway)
forse e' che a un certo punto questo qualcuno...e pure io qui...si e' stufato di ripetere per la 1001esima volta le stesse cose (rispetto per gli altri, per la storia, per chi la pensa diversamente e non vuole che altri pensino al benessere delle proprie chiappe...etc.)
al tempo scrissi due righe, da solo spettatore, sull'accaduto...le trovi qui sotto.
in ogni caso:
- non son i vecchi chiodi ad esser pericolosi sulla oppio, ma le pietre che cadono...ed i cretini
- a proposito di info...si sapeva che
l'aveveno smartellati...il giorni prima che li piantassero! ...altro che mancanza d'informazione
- nella terra di Dante, piu' che di conflitti guide/amateurs, il problema e' di ''cultura alpinistica''...o meglio della mancanza della stessa...
Le voci girano rapide, specie nel sottobosco alpinistico toscano dove la frequenza piu' ascoltata e' evidentemente ''radio comare''. E cosi' la notizia ha velocemente traversato il Tirreno (o le Alpi se preferite) per arrivare inattesa a Massilia, tra i mangiarane del sud: ''Hanno spittato la Oppio!!''.
Si ma poi la hanno gia' schiodata, e' stato tizio, no forse caio, comunque han fatto bene...chi? I primi o i secondi?
Ma diamine, ma con tutta la roccia che c'e' da spittare tra Camaiore e le Apuane, proprio la via piu' storica e sentita della Toscana dove ''mettere in sicurezza''? Che poi, a volerla mettere in sicurezza ped'davero, come direbbero a Pisa, ci vorrebbe una colata di cemento. Non sono certo i chiodi vecchi che fan paura sulla Oppio-Colnaghi, ma le pietre che cadono, e quando ti prendono, spit o non spit, fanno male comunque. Stai a vedere che ''i piccoli chiodi dal grande potere'' su una classica del genere sono una falsa sicurezza...
Introduzione scherzosa (spero) a parte, non voglio assolutamente entrare nello sterile dibattito spit si/spit no, sicurezza/rischio. Voglio solo parlare di liberta' e di sogni. Mi sembrano le due parole che meglio possano riassumere la nostra passione verticale, che sia l'arrampicata in falesia, l'alpinismo o l'andar per monti come ci pare. La liberta' di fare serenamente un'attivita completamente inutile e gratuita. E la liberta' di farla un po' come ci pare, senza regole fissate. C'e' chi ama la falesia e le realizzazioni sportive, chi trova il proprio piacere domenicale nel salire marcioni in Dolomiti o dalle nostre parti, chi cerca le lavagne perfette di ''roba dura'', chi vuole i chiodi, chi gli spit, chi solo dadi e friend, chi la corda fa male e chi sale le vie ''plaisir'' facili super-protette. Benissimo. E ci mancherebbe altro che ci fosse la ricetta del dottore con su scritto che fare o non fare il fine settimana verticale.
Diceva Reinhal Karl ''Niente magnesite?? se mi gira gliela spalmo di gelatina alla frutta!!'', riassumendo (con molta ironia!!) la proverbiale allergia degli arrampicatori alle regole, l'anarchia di fondo su cui si basa il nostro piccolo mondo antico.
Anarchia, non chaos primordiale. Insofferenza per le regole ma non scarso rispetto per il prossimo. A ognuno i propri sogni, le proprie sfide e le proprie soddisfazioni. A tutti noi il dovere di rispettarli, anche perche' fare una classifica ''a chi ce l'ha piu' lungo'' tra i praticanti di un'attivita' completamente e meravigliosamente inutile mi sembra francamente ridicolo.
Giudico quindi non corretto ''vietare'' l'apertura a spit, sul facile o sul difficile che sia, in nome di non so bene quale etica suprema. E allo stesso modo non capisco come mai si debbano rubare i sogni a chi ancora si diverte con l'alpinismo classico.
Eh si, spittare la Oppio significa proprio rubare i sogni, non tanto a chi la ha fatta e rifatta in tutte le salse, ma proprio a chi ancora non la ha fatta e la sogna da tempo, o ancora non sa di sognarla. Ci vuole del pelo, direte voi, per sognare un marcione del genere, eppure c'e' chi lo fa. E non vedo perche' negarglielo.
Spittare la Oppio, come qualsiasi altra via classica, o ''trad'' se preferite, significa rubarle una parte del suo impegno, del suo fascino per una certa categoria di arrampicatori. ''Son solo le soste'' non cambia la sostanza, aggiunge un tassello alla garanzia della riuscita. Ed e' proprio la non garanzia che qualcuno cerca e sogna.
Non mi sembra che in Toscana manchino le vie a spit, ''lunghi'' o ''corti'' che siano. Le classiche stanno diventando sempre di piu' una merce rara, racchiuse dentro piccole riserve indiane. Evitiamo di rovinarle, di cancellarle, di sminuirle. Evitiamo di distruggerci a vicenda il nostro terreno di gioco in nome dell'etica suprema o della sicurezza a tutti i costi. Rispettiamo cio' che e' stato fatto nel passato e lasciamo ancora una sprazzo di avventura per il futuro.
Rispettiamo i sogni degli altri.
Provenzali saluti,
Matteo.