Alpinismo: stress o piacere?

Area di discussione su argomenti di montagna in generale.

Alpinismo: stress o piacere?

Messaggioda Roberto » gio gen 04, 2007 13:03 pm

Se ne parlava a proposito della dichiarazione di Davide62, sull' insostenibilità dello stress in parete (intendo in montagna), sulla fatica a continuare quando le scalate diventano un peso psicologico, più che un piacere.

Personalmente l' alpinismo lo vivo in modo conflittuale.
Mentre sono impegnato spesso mi maledico per certe scelte, non ho assolutamente piacere in quello che faccio, eppure non mi passa lontanamente per la testa di calarmi e mollare. Sto li, impegnato e stressato, spesso con una sincera fifa, ma tutto preso dall' ingaggio della scalata.
Credo addirittura che questo stress sia una delle molle che motivano il mio andare, oltre alla soddisfazione, dopo avercela fatta.
Dire "l' alpinismo mi ha stancato perché mi stresso troppo!" è, secondo me, una falsa motivazione. La realtà è che si è perso interesse, motivazione, a volte si è appagati per quello che si è fatto.
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Messaggioda Brozio » gio gen 04, 2007 13:56 pm

belle perole robè!
ti quoto in pieno...anche io la vivo cosi!

non so qualnte volte mi sono detto "ma chi me l'ha fatto fare"...ma prima di rinunciare tento tutto il possibile e poi lo stress momentaneo si trasforma in paicere ineguagliabile...e credo che senza tutti gli inconvenieti e le fatiche il paiacere per la montagna non sarebbe lo stesso..la fatica mi appaga molto!!!
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Messaggioda Roberto » gio gen 04, 2007 14:10 pm

Abbiamo bisogno di stimoli per continuare, questo "stress" ci porta ogni volta ad alzare il tiro, di provare a fare quella via che prima non credevamo di poter fare.
Dentro di noi speriamo sempre di "passarla liscia", ma poi se la via si rivela più facile, o per lo meno non ci impegna a dovere, ecco che restiamo delusi, come se l' ingaggio dovesse essere equivalente alla soddisfazione.
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Messaggioda scheggia » gio gen 04, 2007 14:10 pm

"ma chi me lo ha fatto fare" o "adesso volo e mi faccio tanto male" o "se volo da qui prima di arrivare al fondo imparo a volare" quante volte mi sono passate per la testa queste frasi... ma infondo quello che cerchiamo quando si va a ravanare per pareti non è solo l'appagamento del gesto o dire quanto sono bravo a fare quella difficoltà, ma è anche il controllo della paura, mantenersi lucidi ed infondo godersi quei momenti che danno una scarica di adrenalina incredibile... lo stress che si prova e semplicemente l'atavica paura di morire che colpisce un po tutti fino a quando non si arriva ad un bivio:
1) non riusciamo più a reggere e quindi si appendono le scarpette al chiodo;
2) si sottovaluta e si rischia seriamente di morirci;
3) si rimane dipendenti per tutta la vita fino a quando il fisico ci permette di continaure questa strepitosa attività, un po' come scrivere nel forum!
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Messaggioda Brozio » gio gen 04, 2007 14:14 pm

Roberto ha scritto:Abbiamo bisogno di stimoli per continuare, questo "stress" ci porta ogni volta ad alzare il tiro, di provare a fare quella via che prima non credevamo di poter fare.
Dentro di noi speriamo sempre di "passarla liscia", ma poi se la via si rivela più facile, o per lo meno non ci impegna a dovere, ecco che restiamo delusi, come se l' ingaggio dovesse essere equivalente alla soddisfazione.


verissimo!!!
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Re: Alpinismo: stress o piacere?

Messaggioda GRiK » gio gen 04, 2007 17:14 pm

Roberto ha scritto:Dire "l' alpinismo mi ha stancato perché mi stresso troppo!" è, secondo me, una falsa motivazione. La realtà è che si è perso interesse, motivazione, a volte si è appagati per quello che si è fatto.


Bah, non sono d'accordo.
Nel mio caso ho smesso di arrampicare in montagna (ma non di andare in montagna) semplicemente perchè il rapporto fra lo stress ed il piacere era diventato maggiore di 1.
Non direi che si tratti di "appagamento", ma piuttosto di non voler più accettare (per tutta una serie di motivi, in genere personali) lo stress legato all'alpinismo.
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Re: Alpinismo: stress o piacere?

Messaggioda Roberto » gio gen 04, 2007 17:26 pm

GRiK ha scritto:
Roberto ha scritto:Dire "l' alpinismo mi ha stancato perché mi stresso troppo!" è, secondo me, una falsa motivazione. La realtà è che si è perso interesse, motivazione, a volte si è appagati per quello che si è fatto.


Bah, non sono d'accordo.
Nel mio caso ho smesso di arrampicare in montagna (ma non di andare in montagna) semplicemente perchè il rapporto fra lo stress ed il piacere era diventato maggiore di 1.
Non direi che si tratti di "appagamento", ma piuttosto di non voler più accettare (per tutta una serie di motivi, in genere personali) lo stress legato all'alpinismo.

Forse le tue motivazioni non erano più sufficenti a tollerare lo stress emotivo delle salite.
Ma non posso certo generalizzare, conosco molti arrampicatori che non cercano questi stimoli nella scalata e vogliono sempre avere una certa tranquillità: l' alpinismo è un affare umano e per ciò molto varigato.
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Messaggioda Davide62 » gio gen 04, 2007 18:00 pm

Trovare nello stress la propria benzina credo sia il "compromesso" migliore per progredire e per continuare ad ingaggiarsi.
Ognuno di noi ha una sfera di sopportazione-stress con volumi decisamente diversi.
Una salita impegnativa richiede un buon serbatoio di risorse e se l'angoscia del quotidiano lo riempie tutto dopo è difficile riempirlo ulteriormente.
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Messaggioda Roberto » gio gen 04, 2007 18:46 pm

Davide62 ha scritto:Trovare nello stress la propria benzina credo sia il "compromesso" migliore per progredire e per continuare ad ingaggiarsi.
Ognuno di noi ha una sfera di sopportazione-stress con volumi decisamente diversi.
Una salita impegnativa richiede un buon serbatoio di risorse e se l'angoscia del quotidiano lo riempie tutto dopo è difficile riempirlo ulteriormente.
Questa è un' ottima "motivazione per la demotivazione" all' alpinismo, ma accade anche l' opposto ed è forse in questo senso che devi andare.
Scalare una montagna, magari per una via impegnativa, è sempre un' attività totalizzante: non puoi "stressarti" a dovere se pensi ad altre cose, come il lavoro, la famiglia .... Ma, anzichè mollare tutto e buonanotte, cadendo nel baratro delle proprie responsabilità, doveri e cazzi vari, perché non utilizzare proprio questa meravigliosa attivita totalizzante, per una giornata, un fine settimana, una vacanza e dimenticare tutto, rifugiandosi nei gorghi dello stress in parete?
Quando sto lassù io sono senza peso, butto alle spalle il quotidiano fatto di guai e responsabilità, vivo beato la mia "dose" di stress in parete.
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Messaggioda stefano91 » gio gen 04, 2007 20:30 pm

Personalmente posso parlar poco, comunque c'è un punto essenziale che va, almeno per me, considerato:
La Curiosità, la voglia di scoprire nuovi posti e nuovi ambienti, insomma quello che mi fa dire arrivato ad un certo punto"via, sono arrivato fino a qui, guardiamo anche cosa c'è li dietro....".La montagna diventa il luogo di sfogo di questa curiosità automaticamente, è uno dei più belli spettacoli che la natura abbia dato.
Per me questo è il motore di ogni uscita in montagna, nn dico sia l'unica cosa che mi spinge, ma la principale e quella che mi da più soddifazione.

p.s. spero di essermi spiegato......credo di no cmq lo spero.....
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Messaggioda Davide62 » gio gen 04, 2007 20:49 pm

Roberto ha scritto:
Davide62 ha scritto:Trovare nello stress la propria benzina credo sia il "compromesso" migliore per progredire e per continuare ad ingaggiarsi.
Ognuno di noi ha una sfera di sopportazione-stress con volumi decisamente diversi.
Una salita impegnativa richiede un buon serbatoio di risorse e se l'angoscia del quotidiano lo riempie tutto dopo è difficile riempirlo ulteriormente.
Questa è un' ottima "motivazione per la demotivazione" all' alpinismo, ma accade anche l' opposto ed è forse in questo senso che devi andare.
Scalare una montagna, magari per una via impegnativa, è sempre un' attività totalizzante: non puoi "stressarti" a dovere se pensi ad altre cose, come il lavoro, la famiglia .... Ma, anzichè mollare tutto e buonanotte, cadendo nel baratro delle proprie responsabilità, doveri e cazzi vari, perché non utilizzare proprio questa meravigliosa attivita totalizzante, per una giornata, un fine settimana, una vacanza e dimenticare tutto, rifugiandosi nei gorghi dello stress in parete?
Quando sto lassù io sono senza peso, butto alle spalle il quotidiano fatto di guai e responsabilità, vivo beato la mia "dose" di stress in parete.


Non ho mai pensato di buttare tutto definitivamente, ci mancherebbe altro 8), le montagne sono e restano l'amore più grande della mia vita (Lodovica non legge il forum :lol: ) .
E' proprio perchè non riuscivo a stressarmi in maniera positiva, a farmi assorbire totalmente dall'azione, a godermi appieno l'angoscia di quei momenti che ho pensato di staccare per un pò.
Non era possibile stare su una montagna e continuare a pensare angosciosamente ad altro: famiglia, soldi, lavoro e minkie fritte.
Si riduceva tutto ad una fuga verso l'alto, massacrato dallo stress cattivo.
Come ripeto non è cambiato nulla rispetto a qualche mese fa, ci ho ragionato su, mi sono convinto che il quotidiano deve starsene al suo posto, così ricomincio con ben altra motivazione.
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Messaggioda Roberto » gio gen 04, 2007 21:53 pm

Davide62 ha scritto:...
Come ripeto non è cambiato nulla rispetto a qualche mese fa, ci ho ragionato su, mi sono convinto che il quotidiano deve starsene al suo posto, così ricomincio con ben altra motivazione.
Non fare scherzi, che prima che divento vecchio sul serio una via al Binaco, una di quelle serie, la voglio fare con te 8)
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Messaggioda Siloga66 » gio gen 04, 2007 22:31 pm

Secondo me ci sono alti e bassi. L'importante è adeguare gli obiettivi con lo stato psicologico del momento. E senza sforzarlo mai. Altrimenti o ci si stressa, o ci si fa prima o poi molto male. Inoltre una via dura (di montagna) è importante che la desideri e la sogni veramente. A me è capitato di essere stato piu o meno "trascinato" su una via dura che però non mi interessava assolutamente......e per uscire dalla via in tale condizione psicologica, ho visto magari i sorci verdi. Solo se la salita "la vuoi davvero", superi difficoltà inaspettate senza accorgertene.
Passano le mode ma in Germania la moda dei calzini con i sandali passerà mai.
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Messaggioda Roberto » gio gen 04, 2007 22:35 pm

Ma 'nfatti, lo stress benevolo, costruttivo, quello che ti spinge e che ti prende, che poi a casa ti dici "non ci torno più, ma sono felice di esserci andato", è lo stress che ti cerchi tu, non certo quello indotto da un compagno che ti porta un po controvoglia.
Certe emozioni uno se le sogna, progetta, studia e realizza, poi ci rimugina sopra è ci gode!
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Messaggioda Siloga66 » gio gen 04, 2007 22:54 pm

Infatti credo che l' allenamento fisico conti di sicuro, ma almeno per me, conta molto di più la motivazione. Senza motivazione, mi è capitato di inrognarmi in passaggi che non mi aspettavo assolutamente.
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Messaggioda bicius » ven gen 05, 2007 19:20 pm

Roberto ha scritto:Certe emozioni uno se le sogna, progetta, studia e realizza, poi ci rimugina sopra è ci gode!


Questa è l'essenza dell'alpinista :D poche parole, per capire che alla fine per noi sarebbe uno stress non andare in montagna, l'importante almeno per me e quello di gustare quello che quel giorno riesco ad ottenere fatica o non fatica (sappiamo che quando si va si fa fatica) ma poi alla fine cosa facciamo :?: ..............................anche se quell giorno abbiamo sudato freddo per quel che poteva succedere ci sediamo davanti a un caffè o una birra e già pensiamo alla prossima volta cosa fare...........e questo si che è uno stress decidere dove andare :roll: :wink: :wink:
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Messaggioda Gardenia » ven gen 05, 2007 19:36 pm

Anche io non ho moltissimo da dire, visto la mia ancora poca esperienza di arrampicata in montagna. Poca esperienza forse proprio perchè l'andare da primi su vie di montagna mi generava troppo stress, paura di non farcela, insucurezze e menate varie ( :cry: ) di colpo si rifacevano vive!Lo fa tutt'ora ma la voglia di "ingaggiarmi" di più e di vivere la bellezza della via in primo piano è stata più forte e sto vincendo questa paura. Dipende un po' anche dal carattere di ognuno di noi, c'è chi i vari stress riesce a vincerli e trasformarli in qualcosa di positivo e c'è chi li accumula tutti fino a non poterne più; non è sempre facile dividere i problemi di lavoro/studio/famiglia/ecc. dal resto.Forse l'arrampicata/alpinismo aiutano proprio a contrallare e a mantenere un certo equilibrio...
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Messaggioda Gardenia » ven gen 05, 2007 19:40 pm

bicius ha scritto:
Roberto ha scritto:Certe emozioni uno se le sogna, progetta, studia e realizza, poi ci rimugina sopra è ci gode!


Questa è l'essenza dell'alpinista :D poche parole, per capire che alla fine per noi sarebbe uno stress non andare in montagna, l'importante almeno per me e quello di gustare quello che quel giorno riesco ad ottenere fatica o non fatica (sappiamo che quando si va si fa fatica) ma poi alla fine cosa facciamo :?: ..............................anche se quell giorno abbiamo sudato freddo per quel che poteva succedere ci sediamo davanti a un caffè o una birra e già pensiamo alla prossima volta cosa fare...........e questo si che è uno stress decidere dove andare :roll: :wink: :wink:


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Messaggioda Roberto » ven gen 05, 2007 20:16 pm

Il perché si cercano emozioni sempre più forti e appaganti, a discapito dell' equlibrio psichico, è difficile da spiegare, specie quando l' età non è più quella degli azzardi, si ha una famiglia a casa che ti aspetta e fa affidamento su di te.
Sentirsi presi dalla scalata, con tutti i neuroni sequestrati al servizio dell' arrampicata, è un' esperienza forte, totale, più efficace a seconda della concentrazione che occorre.

Dalla sosta scruti il tiro che ti attende, controlli il materiale, cerchi di immaginare quello che ti aspetta.... attacchi e ti allontani dal tuo compagno o, se sei in solitaria, dal tuo zaino.
Ora sei vulnerabile, senti il pericolo e lo valuti.
Cerchi il modo di protteggerti e continui la tua avventura interiore, alla ricerca della prossimità del tuo limite, per lambirlo senza superarlo.
Sei tu e i pochi metri quadrati di roccia intorno e ti ripeti "non devo cadere", mentre cerchi il prossimo appiglio, la fessura buona per il friend, l' appoggio sufficente per riposare i polpacci....
Sei al passo, lo sai che è difficile, si vede, e vedi anche il chiodo lontano sotto i tuoi piedi, ma sei inesorabilmente in gioco, non puoi tornare indietro e, anche se potessi, non torneresti.
Senti la paura passarti vicino, ma combatti questa sensazione e ti concentri sul successivo movimento.
Provi, ma non ti senti ancora pronto, riprovi e fai un paio di movimenti: "c***o, se non arrivo a quella presa cado!".
E' un attimo, brevissimo ed intenso: lasci ogni indugio e ti alzi ancora un po.
Ora ti senti indifeso, in balia di cose da te poco controllabili, ma è una falsa sensazione, in realtà hai ancora un barlume di controllo, ma capisci che la tua vulnerabilità adesso è altissima.
Se la presa non è buona come sembra sei fritto, spiaccicato... ma la presa è quello che speravi e ti senti salvo, entusiasta senza entusiasmi superficiali.
Non hai vinto nulla, ce l' hai solo fatta: sei passato!

Resipri e prosegui il tuo cammino verso la ricerca ad un senso a quello che fai!
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Messaggioda Siloga66 » sab gen 06, 2007 23:11 pm

Uao, Robbè. Leggendoti mi hai fatto rivivere situazioni che sicuramente conosco, ma che lette scritte da altri, fanno capire l'essenza di quello che si fa.
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