bruno vitale ha scritto:Non vi è assolutamente dubbio che una parete di roccia non è una risorsa rinnovabile e che l'ambiente è un unico bene dato una volta sola.
Però non va altresì scordato, nell'annosa e complessa vicenda che vede contrapposti ( sin dai primi anni 90 ), non senza cadute di tono e discutibili colpi bassi, gli arrampicatori e gli ambientalisti riguardo i rapaci che popolano le pareti rocciose, che il problema è talmente complesso che è fin troppo facile, fuorviante e comodo individuare un solo, unico e circoscritto responsabile : L'ARRAMPICATORE.
Autentico cospiratore della sopravvivenza di varie specie di uccelli rapaci.
Sposando in toto una politica di tutela del patrimonio faunistico, e non solo, basata esclusivamente sui divieti generalizzati e più delle volte privi di innegabili basi scientifiche.
Si pensi alle ordinanze che riguardano a Gaeta la Montagna Spaccata, La Grotta delle Marmotte al Pueblo, i Grandi Tetti Rossi al Monte Moneta, gran parte della Grande Muraglia a Sperlonga e a Ripa Maiale, ma potremmo parlare di altre zone in Italia.
All'origine di questi provvedimenti vi è sia la tendenza a considerare l'uomo al di fuori della natura, proprio come se fosse un corpo estraneo, che "l'incoffessabile" bisogno di avere visibilità politica nell'ambito del territorio dove si opera.
Nel passato ci siamo sentiti immediatamente sconfitti quando abbiamo dovuto impugnare alcune ordinanze, investendo non pochi soldi raccolti con storiche e colossali collette, e così intraprendere il lento ed interminabile itinerario delle carte bollate.
Non sarebbe stato più utile, semplice e conveniente risolvere il tutto convocando delle "conferenze di servizio". O meglio istituire un tavolo, cosa tuttora disattesa, permanentemente aperto, dove giochi politici, regie e progetti occulti non trovino spazio. Dove Associazioni Ambientaliste, Sindaci, Assessori, Guide, Cai, Fasi ed Uisp possano elaborare, senza baruffe, codici di autoregolamentazione che racchiudano, sempre, sia l'esigenza-diritto di immergersi nella natura che la reale possibilità di offrire esempi concreti per la sua protezione. Ciò è stato fatto solo rare volte e nella maggior parte dei casi questo spirito propositivo è stato del tutto tradito.
Si pensi solo alla Delibera del Cosiglio Regionale del Lazio dell' 11.09.2002 n. 121, riguardante Gaeta ( interessante l'odierno topic ) che consente , vedi art. 10 , l'arrampicata solo in un particolare settore e limitatamente dal 1 agosto al 20 febbraio. Il cui contenuto è venuto a conoscenza solo nei primi mesi del 2006!!!!!!!!.
Questo ennesimo sorprendente grave atto sembrerebbe voler cancellare anni ed anni di accordi e dibattiti. E tutto ciò non può che rendere gli animi più inquieti.
D'atro canto siamo tutti convinti che dove possono sorgere problemi di impatto ambientale là si dovrà operare una piccola ma significativa rinuncia. Sappiamo che le pareti non sono di nostra eslusiva prorietà e che il diritto di tuffarsi nella natura è valido solo quando non si realizza a scapito di nessuno.
Come si vede il problema ha vari aspetti ed è molto complicato, ma lo sarebbe ancor di più se prevalesse in noi l'egoismo, che spalancherebbe di più la porta a divieti incontrollati che ricadrebbero esclusivamente sull'anello debole: NOI ARRAMPICATORI.
Scusandomi di questo intervento fiume vi saluto affettuasamente. Bruno Vitale.
ehilà bruno,
mi viene da sorridere nel risponderti qui di problemi (come anche la sicurezza in falesia) sui quali parliamo in continuazione, ancor più sapendo che preferisci molto + discutere a 4 occhi che non sul forum,
ma ti rispondo (anche) qui proprio per arricchire i contributi di discussione su questo forum, e anche perché, come ti avevo anticipato a voce, proprio oggi, nel topic di gaeta (
http://www.forum.planetmountain.com/phpBB2/viewtopic.php?t=20037) , avevo sottolineato come solo il buon senso di tutti, possa portare a qualche risultato per il futuro nostro e di chi ci seguirà.
E l?impegno che abbiamo preso a breve scadenza va proprio in direzione di un incontro a viso aperto con autorità locali, responsabili, tecnici ed esperti dei vari ambiti, in modo da poter capire, gli uni, problemi ed esigenze degli altri, nella consapevolezza che qualsiasi posizione egoista o integralista, di chi arrampica o di chi difende l?ambiente, sarebbe solo d?intralcio al dialogo e alla definizione di una sorta di regolamentazione di frequentazione, oggigiorno inevitabile, di questi posti splendidi.
Inutile e improduttivo è di certo il guardarsi indietro su errori fatti nel passato, e da parte di chicchessia.
Guardiamo avanti, altrimenti non se ne esce.
Ho apprezzato molto la sincerità di Smilzo, quando in questo topic ha accennato ad un certo disinteresse storico dei big (ovviamente, non tutti) per faccende inerenti divieti e regolamentazioni, e ha constatato che chi mira a un 8a o b o c, di norma, se ne fotte di andare a fare riunioni sulla salvaguardia ambientale delle falesie : piuttosto, quel big cambierà falesia e basta, cercandosi un altro 8a da provare.
Personalmente non giustifico né condivido questo modo di vedere le cose, ma tant?è.
Purtroppo Smilzo ha centrato il punto : sincerità per sincerità io invece penso, come anche tu, bruno, avrai constatato decine di volte (come ad esempio la settimana scorsa sul pilastro di be bop e dintorni, la cui bellezza non è solo dovuta alla roccia, ma soprattutto al silenzio e al rumore del mare, visto che la strada-motodromo lì passa in galleria), che è un vero piacere veder veleggiare una splendida coppia di falchi (e anche una poiana) che hanno eletto il loro territorio preferito, da sempre, proprio sulla parete centrale, quella dei sultani dello swing (il nido è proprio sotto i tetti dove traversa ?senza parole? di bassanini).
Ora, esaminando le tavole allegate all?ordinanza di divieto, emerge che l?area vietata, di tutta la grande muraglia, è solo l?estremo settore sx (guardando), e cioè quella quinta rocciosa che dal tempio/anfratto scende fino alla cengia sospesa, dove cade lo spigolo sudovest del pilastro di ponente (la zona di allettomania, per intenderci) : dunque sembra che la parete dei sultani rimanga al di fuori dall?area vietata, ma io personalmente non ci andrò mai a mettere piede, sapendo che ci nidificano quei rapaci. Ci sono tante e altrettanto belle aree lì intorno, e in tutta la zona pontina e altrove, che come hai giustamente rimarcato in un altro dei tuoi rari ma preziosi interventi in questo forum, basta solo saper cercare e apprezzare.
Nel mondo non ci siamo solo noi, l?arrampicata e i gradi da chiudere, ci sono un?infinità di altre cose, belle e brutte. Tra quelle belle ci sono anche i falchi pellegrini e gli altri rapaci, ed è molto bello vederli - quando sei fermo lì in sosta - volare, planare, picchiare : molto più bello, ad esempio, che sentire le bestemmie di chi vola un metro prima di aver chiuso un 8a o le urla laceranti di chi gioisce per aver afferrato una catena.
Questo almeno per me, che considero sperlonga, come qualsiasi altro teatro naturale, in bassa come in alta quota, non come un palcoscenico che fa da sfondo alle mie (scarsissime o formidabili che siano) performances, bensì come un microcosmo di minerali, vegetali e animali, che in quanto tale mi dà delle emozioni forti, e me lo fa distinguere dal muro indoor di un sottoscala o di una sala boulder
Ciao a tutti
biemme