nuove vie a sperlonga

Area dedicata all'arrampicata sportiva e al bouldering.

Messaggioda Kluge » ven mag 12, 2006 14:46 pm

Buzz ha scritto:Occorre contrattare con gli ambientalisti, in questa e in altre circostanze, altrimenti poi alla fine ci si ritrova come a gaeta.

Per Gaeta ci si sta muovendo, la situazione e' migliorabile, anche se secondo me e' probabile che comunque si dovra cedere qualcosa in cambio. :roll:
Ciao

l.
Avatar utente
Kluge
 
Messaggi: 121
Images: 3
Iscritto il: mar mag 31, 2005 15:23 pm
Località: Roma

Messaggioda Buzz » ven mag 12, 2006 14:54 pm

Kluge ha scritto:
Buzz ha scritto:Occorre contrattare con gli ambientalisti, in questa e in altre circostanze, altrimenti poi alla fine ci si ritrova come a gaeta.

Per Gaeta ci si sta muovendo, la situazione e' migliorabile, anche se secondo me e' probabile che comunque si dovra cedere qualcosa in cambio. :roll:



se lo prenderebbero il presidente ? :roll:

possiamo anche metterci sopra un tocci, e un chiccoclimb :roll:
Buzz
 
Messaggi: 17391
Images: 110
Iscritto il: lun dic 30, 2002 11:43 am

Arrampicatori/Rapaci e Divieti

Messaggioda bruno vitale » lun mag 15, 2006 17:00 pm

Non vi è assolutamente dubbio che una parete di roccia non è una risorsa rinnovabile e che l'ambiente è un unico bene dato una volta sola.
Però non va altresì scordato, nell'annosa e complessa vicenda che vede contrapposti ( sin dai primi anni 90 ), non senza cadute di tono e discutibili colpi bassi, gli arrampicatori e gli ambientalisti riguardo i rapaci che popolano le pareti rocciose, che il problema è talmente complesso che è fin troppo facile, fuorviante e comodo individuare un solo, unico e circoscritto responsabile : L'ARRAMPICATORE.
Autentico cospiratore della sopravvivenza di varie specie di uccelli rapaci.
Sposando in toto una politica di tutela del patrimonio faunistico, e non solo, basata esclusivamente sui divieti generalizzati e più delle volte privi di innegabili basi scientifiche.
Si pensi alle ordinanze che riguardano a Gaeta la Montagna Spaccata, La Grotta delle Marmotte al Pueblo, i Grandi Tetti Rossi al Monte Moneta, gran parte della Grande Muraglia a Sperlonga e a Ripa Maiale, ma potremmo parlare di altre zone in Italia.
All'origine di questi provvedimenti vi è sia la tendenza a considerare l'uomo al di fuori della natura, proprio come se fosse un corpo estraneo, che "l'incoffessabile" bisogno di avere visibilità politica nell'ambito del territorio dove si opera.
Nel passato ci siamo sentiti immediatamente sconfitti quando abbiamo dovuto impugnare alcune ordinanze, investendo non pochi soldi raccolti con storiche e colossali collette, e così intraprendere il lento ed interminabile itinerario delle carte bollate.
Non sarebbe stato più utile, semplice e conveniente risolvere il tutto convocando delle "conferenze di servizio". O meglio istituire un tavolo, cosa tuttora disattesa, permanentemente aperto, dove giochi politici, regie e progetti occulti non trovino spazio. Dove Associazioni Ambientaliste, Sindaci, Assessori, Guide, Cai, Fasi ed Uisp possano elaborare, senza baruffe, codici di autoregolamentazione che racchiudano, sempre, sia l'esigenza-diritto di immergersi nella natura che la reale possibilità di offrire esempi concreti per la sua protezione. Ciò è stato fatto solo rare volte e nella maggior parte dei casi questo spirito propositivo è stato del tutto tradito.
Si pensi solo alla Delibera del Cosiglio Regionale del Lazio dell' 11.09.2002 n. 121, riguardante Gaeta ( interessante l'odierno topic ) che consente , vedi art. 10 , l'arrampicata solo in un particolare settore e limitatamente dal 1 agosto al 20 febbraio. Il cui contenuto è venuto a conoscenza solo nei primi mesi del 2006!!!!!!!!.
Questo ennesimo sorprendente grave atto sembrerebbe voler cancellare anni ed anni di accordi e dibattiti. E tutto ciò non può che rendere gli animi più inquieti.
D'atro canto siamo tutti convinti che dove possono sorgere problemi di impatto ambientale là si dovrà operare una piccola ma significativa rinuncia. Sappiamo che le pareti non sono di nostra eslusiva prorietà e che il diritto di tuffarsi nella natura è valido solo quando non si realizza a scapito di nessuno.
Come si vede il problema ha vari aspetti ed è molto complicato, ma lo sarebbe ancor di più se prevalesse in noi l'egoismo, che spalancherebbe di più la porta a divieti incontrollati che ricadrebbero esclusivamente sull'anello debole: NOI ARRAMPICATORI.
Scusandomi di questo intervento fiume vi saluto affettuasamente. Bruno Vitale.
bruno vitale
 
Messaggi: 12
Iscritto il: lun giu 17, 2002 18:39 pm

Re: Arrampicatori/Rapaci e Divieti

Messaggioda biemme » lun mag 15, 2006 19:23 pm

bruno vitale ha scritto:Non vi è assolutamente dubbio che una parete di roccia non è una risorsa rinnovabile e che l'ambiente è un unico bene dato una volta sola.
Però non va altresì scordato, nell'annosa e complessa vicenda che vede contrapposti ( sin dai primi anni 90 ), non senza cadute di tono e discutibili colpi bassi, gli arrampicatori e gli ambientalisti riguardo i rapaci che popolano le pareti rocciose, che il problema è talmente complesso che è fin troppo facile, fuorviante e comodo individuare un solo, unico e circoscritto responsabile : L'ARRAMPICATORE.
Autentico cospiratore della sopravvivenza di varie specie di uccelli rapaci.
Sposando in toto una politica di tutela del patrimonio faunistico, e non solo, basata esclusivamente sui divieti generalizzati e più delle volte privi di innegabili basi scientifiche.
Si pensi alle ordinanze che riguardano a Gaeta la Montagna Spaccata, La Grotta delle Marmotte al Pueblo, i Grandi Tetti Rossi al Monte Moneta, gran parte della Grande Muraglia a Sperlonga e a Ripa Maiale, ma potremmo parlare di altre zone in Italia.
All'origine di questi provvedimenti vi è sia la tendenza a considerare l'uomo al di fuori della natura, proprio come se fosse un corpo estraneo, che "l'incoffessabile" bisogno di avere visibilità politica nell'ambito del territorio dove si opera.
Nel passato ci siamo sentiti immediatamente sconfitti quando abbiamo dovuto impugnare alcune ordinanze, investendo non pochi soldi raccolti con storiche e colossali collette, e così intraprendere il lento ed interminabile itinerario delle carte bollate.
Non sarebbe stato più utile, semplice e conveniente risolvere il tutto convocando delle "conferenze di servizio". O meglio istituire un tavolo, cosa tuttora disattesa, permanentemente aperto, dove giochi politici, regie e progetti occulti non trovino spazio. Dove Associazioni Ambientaliste, Sindaci, Assessori, Guide, Cai, Fasi ed Uisp possano elaborare, senza baruffe, codici di autoregolamentazione che racchiudano, sempre, sia l'esigenza-diritto di immergersi nella natura che la reale possibilità di offrire esempi concreti per la sua protezione. Ciò è stato fatto solo rare volte e nella maggior parte dei casi questo spirito propositivo è stato del tutto tradito.
Si pensi solo alla Delibera del Cosiglio Regionale del Lazio dell' 11.09.2002 n. 121, riguardante Gaeta ( interessante l'odierno topic ) che consente , vedi art. 10 , l'arrampicata solo in un particolare settore e limitatamente dal 1 agosto al 20 febbraio. Il cui contenuto è venuto a conoscenza solo nei primi mesi del 2006!!!!!!!!.
Questo ennesimo sorprendente grave atto sembrerebbe voler cancellare anni ed anni di accordi e dibattiti. E tutto ciò non può che rendere gli animi più inquieti.
D'atro canto siamo tutti convinti che dove possono sorgere problemi di impatto ambientale là si dovrà operare una piccola ma significativa rinuncia. Sappiamo che le pareti non sono di nostra eslusiva prorietà e che il diritto di tuffarsi nella natura è valido solo quando non si realizza a scapito di nessuno.
Come si vede il problema ha vari aspetti ed è molto complicato, ma lo sarebbe ancor di più se prevalesse in noi l'egoismo, che spalancherebbe di più la porta a divieti incontrollati che ricadrebbero esclusivamente sull'anello debole: NOI ARRAMPICATORI.
Scusandomi di questo intervento fiume vi saluto affettuasamente. Bruno Vitale.


ehilà bruno,
mi viene da sorridere nel risponderti qui di problemi (come anche la sicurezza in falesia) sui quali parliamo in continuazione, ancor più sapendo che preferisci molto + discutere a 4 occhi che non sul forum,
ma ti rispondo (anche) qui proprio per arricchire i contributi di discussione su questo forum, e anche perché, come ti avevo anticipato a voce, proprio oggi, nel topic di gaeta (http://www.forum.planetmountain.com/phpBB2/viewtopic.php?t=20037) , avevo sottolineato come solo il buon senso di tutti, possa portare a qualche risultato per il futuro nostro e di chi ci seguirà.

E l?impegno che abbiamo preso a breve scadenza va proprio in direzione di un incontro a viso aperto con autorità locali, responsabili, tecnici ed esperti dei vari ambiti, in modo da poter capire, gli uni, problemi ed esigenze degli altri, nella consapevolezza che qualsiasi posizione egoista o integralista, di chi arrampica o di chi difende l?ambiente, sarebbe solo d?intralcio al dialogo e alla definizione di una sorta di regolamentazione di frequentazione, oggigiorno inevitabile, di questi posti splendidi.
Inutile e improduttivo è di certo il guardarsi indietro su errori fatti nel passato, e da parte di chicchessia.
Guardiamo avanti, altrimenti non se ne esce.

Ho apprezzato molto la sincerità di Smilzo, quando in questo topic ha accennato ad un certo disinteresse storico dei big (ovviamente, non tutti) per faccende inerenti divieti e regolamentazioni, e ha constatato che chi mira a un 8a o b o c, di norma, se ne fotte di andare a fare riunioni sulla salvaguardia ambientale delle falesie : piuttosto, quel big cambierà falesia e basta, cercandosi un altro 8a da provare.
Personalmente non giustifico né condivido questo modo di vedere le cose, ma tant?è.

Purtroppo Smilzo ha centrato il punto : sincerità per sincerità io invece penso, come anche tu, bruno, avrai constatato decine di volte (come ad esempio la settimana scorsa sul pilastro di be bop e dintorni, la cui bellezza non è solo dovuta alla roccia, ma soprattutto al silenzio e al rumore del mare, visto che la strada-motodromo lì passa in galleria), che è un vero piacere veder veleggiare una splendida coppia di falchi (e anche una poiana) che hanno eletto il loro territorio preferito, da sempre, proprio sulla parete centrale, quella dei sultani dello swing (il nido è proprio sotto i tetti dove traversa ?senza parole? di bassanini).
Ora, esaminando le tavole allegate all?ordinanza di divieto, emerge che l?area vietata, di tutta la grande muraglia, è solo l?estremo settore sx (guardando), e cioè quella quinta rocciosa che dal tempio/anfratto scende fino alla cengia sospesa, dove cade lo spigolo sudovest del pilastro di ponente (la zona di allettomania, per intenderci) : dunque sembra che la parete dei sultani rimanga al di fuori dall?area vietata, ma io personalmente non ci andrò mai a mettere piede, sapendo che ci nidificano quei rapaci. Ci sono tante e altrettanto belle aree lì intorno, e in tutta la zona pontina e altrove, che come hai giustamente rimarcato in un altro dei tuoi rari ma preziosi interventi in questo forum, basta solo saper cercare e apprezzare.

Nel mondo non ci siamo solo noi, l?arrampicata e i gradi da chiudere, ci sono un?infinità di altre cose, belle e brutte. Tra quelle belle ci sono anche i falchi pellegrini e gli altri rapaci, ed è molto bello vederli - quando sei fermo lì in sosta - volare, planare, picchiare : molto più bello, ad esempio, che sentire le bestemmie di chi vola un metro prima di aver chiuso un 8a o le urla laceranti di chi gioisce per aver afferrato una catena.

Questo almeno per me, che considero sperlonga, come qualsiasi altro teatro naturale, in bassa come in alta quota, non come un palcoscenico che fa da sfondo alle mie (scarsissime o formidabili che siano) performances, bensì come un microcosmo di minerali, vegetali e animali, che in quanto tale mi dà delle emozioni forti, e me lo fa distinguere dal muro indoor di un sottoscala o di una sala boulder

Ciao a tutti
biemme
biemme
 
Messaggi: 1278
Images: 41
Iscritto il: dom dic 22, 2002 22:12 pm

Messaggioda Silvio » lun mag 15, 2006 20:11 pm

bravi tutti e due i bruni !!!


:wink: :wink: :wink:
Avatar utente
Silvio
 
Messaggi: 10609
Images: 14
Iscritto il: dom ago 17, 2003 0:20 am
Località: Roma

Messaggioda Roberto » lun mag 15, 2006 20:45 pm

Silvio ha scritto:bravi tutti e due i bruni !!!


:wink: :wink: :wink:
due tipi concisi :roll:
"LIBERTA' E' PARTECIPAZIONE"
L' unico modo per essere liberi è essere colti (J. Martì)
Avatar utente
Roberto
 
Messaggi: 51739
Images: 500
Iscritto il: mer lug 31, 2002 23:41 pm
Località: Padania meridionale (Nord di Roma)

Arrampicata/Divieti e Rapaci

Messaggioda bruno vitale » lun mag 15, 2006 21:09 pm

Vi prometto che sarò brevissimo. Il mio intervento precedente nasce dalla necessità di dover far condividere alcuni riflessi storici sull'annosa diatriba con gli ambientalisti. E non da un malcelato senso di dietrologia. Da più parti , soprattutto in questo forum, si sente il bisogno di saperne di più e chi meglio dei "vecchi" può far fronte a questa sacrosanta necessità che poi forse è l'unica cosa che sanno fare bene!!!!!. Conoscere il passato per poter comprendere meglio il presente ed avere la possibilità di costruire un futuro migliore non è una formula benevola ed accattivante ma una possibile via da seguire. Lo sforzo a cui siamo chiamati è quello di andare sempre al di là delle cose e man mano che gli appigli diventano sempre più piccoli noi dobbiamo allargare sempre di più i nostri orizzonti o almeno tentarci.
Non mi perdonerete due interventi nello stesso giorno. Scusandomi vi saluto. Bruno Vitale
bruno vitale
 
Messaggi: 12
Iscritto il: lun giu 17, 2002 18:39 pm

Re: Arrampicata/Divieti e Rapaci

Messaggioda Silvio » lun mag 15, 2006 21:13 pm

bruno vitale ha scritto:Vi prometto che sarò brevissimo. Il mio intervento precedente nasce dalla necessità di dover far condividere alcuni riflessi storici sull'annosa diatriba con gli ambientalisti. E non da un malcelato senso di dietrologia. Da più parti , soprattutto in questo forum, si sente il bisogno di saperne di più e chi meglio dei "vecchi" può far fronte a questa sacrosanta necessità che poi forse è l'unica cosa che sanno fare bene!!!!!. Conoscere il passato per poter comprendere meglio il presente ed avere la possibilità di costruire un futuro migliore non è una formula benevola ed accattivante ma una possibile via da seguire. Lo sforzo a cui siamo chiamati è quello di andare sempre al di là delle cose e man mano che gli appigli diventano sempre più piccoli noi dobbiamo allargare sempre di più i nostri orizzonti o almeno tentarci.
Non mi perdonerete due interventi nello stesso giorno. Scusandomi vi saluto. Bruno Vitale



Bruno, ma se noi sopportiamo Roberto con 35.000 messaggi, cosa vuoi che siano 2 messaggi in un giorno e 4 in tre anni ???


a presto !!!


:wink: :wink: :wink:
Avatar utente
Silvio
 
Messaggi: 10609
Images: 14
Iscritto il: dom ago 17, 2003 0:20 am
Località: Roma

Messaggioda gug » mar mag 16, 2006 11:59 am

Non posso non intervenire, dopo i belli interventi dei due Bruni su un tema che mi appassiona come quello dell'accesso.
Nelle Marche abbiamo molti problemi analoghi, alcuni sono bloccati nello stesso modo, come al Furlo e al Conero, mentre invece si sta avendo una evoluzione interessante a Frasassi.
Lì si è riusciti, finora, ad avere un dialogo col Parco e a considerare le attività umane in ambiente (arrampicata, speleologia, escursionismo etc...) parte dello stesso, da gestire e regolare, ma non da criminalizzare.
Speriamo che questo processo continui e possa essere esportato, proprio per il principio che citava Bruno: l'uomo deve essere parte dell'ambiente e non un escluso.
Sicuramente non si può trascurare o ignorare il fatto che una volta che si riesce a salvare da pericoli di grosso impatto i preziosi habitat rupestri, istituendo parchi e zone protette, questa opera può essere vanificata dal disturbo recato dalla frequentazione delle falesie da parte degli arrampicatori se questa avviene senza nessuna regolamentazione e sensibilizzazione.
Tuttavia la soluzione di vietare in maniera assoluta l?arrampicata all?interno di queste zone, assimilandola senza mezzi termini a tutte le altre attività di grosso impatto (cave, inquinamento da fabbriche e auto, strade deturpanti, caccia indiscriminata etc?) non è auspicabile per due motivi principali.

Il primo scaturisce da una riflessione sugli obiettivi finali di un intervento di protezione o salvaguardia ambientale. In quest?ottica, la protezione di una specie minacciata deve rientrare in una strategia più ampia che punti a far divenire i parchi l?elemento da cui creare un consenso nell?opinione pubblica allo sviluppo di una convivenza armonica fra l?uomo e la natura. Se si concorda su questo, allora, gli arrampicatori e gli escursionisti possono contribuire fortemente a questo scopo, perché essi sono fra i soggetti più sensibili ai problemi della salvaguardia ambientale, e questo può farli diventare fra i più importanti fautori di questa causa.

Il secondo motivo è la considerazione che ogni intervento di protezione ambientale deve tener conto della presenza sul territorio dell?uomo, con la sua cultura e con la sua storia, che devono essere anch?esse conservate. Fra queste possiamo includere anche le vie di arrampicata in falesia, dato che esse sono uno degli aspetti dell?alpinismo, che è una disciplina nata più di due secoli fa e che ha subito un?evoluzione tecnica e etica, che la rendono una manifestazione culturale e un esempio della creatività umana, da salvaguardare e trasmettere. Quindi, vietare indiscriminatamente questa attività farebbe sparire dal territorio in questione una cultura importante.

Un'ultima cosa che vorrei dire è che questo dibattito deve essere portato avanti da soggetti che abbiano un grande rappresentatività e questo dalla parte degli arrampicatori non è semplice, dato che spesso nella nostra attività emergono gli individualismi. L'ideale sarebbe una sorta di Federazione per i problemi di accesso, ma so per esperienza diretta che questa non è una cosa semplice da realizzare.

Allora mi sto convincendo che il CAI è l'unica associazione di grande prestigio e rappresentativa degli appassionati di attività in ambiente che possa prendersi questo incarico, che tra l'altro ricade fra i suoi compiti istituzionali. Sarebbe però utile che il Club si strutturasse per farlo nominando degli incaricati per discutere dei problemi dell'accesso che possano parlare come rappresentanti ufficiali in occasioni ufficiali.

Chiudo quì, anche se anch'io sono stato molto lungo :wink:
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

Traguardi Effimeri
Link per raccolta topic del forum
Avatar utente
gug
 
Messaggi: 6242
Images: 75
Iscritto il: ven lug 19, 2002 13:29 pm
Località: Recanati

Re: Arrampicatori/Rapaci e Divieti

Messaggioda Giasone Horn » gio gen 04, 2007 13:09 pm

bruno vitale ha scritto:Non vi è assolutamente dubbio che una parete di roccia non è una risorsa rinnovabile e che l'ambiente è un unico bene dato una volta sola.
Però non va altresì scordato, nell'annosa e complessa vicenda che vede contrapposti ( sin dai primi anni 90 ), non senza cadute di tono e discutibili colpi bassi, gli arrampicatori e gli ambientalisti riguardo i rapaci che popolano le pareti rocciose, che il problema è talmente complesso che è fin troppo facile, fuorviante e comodo individuare un solo, unico e circoscritto responsabile : L'ARRAMPICATORE.
Autentico cospiratore della sopravvivenza di varie specie di uccelli rapaci.
Sposando in toto una politica di tutela del patrimonio faunistico, e non solo, basata esclusivamente sui divieti generalizzati e più delle volte privi di innegabili basi scientifiche.
Si pensi alle ordinanze che riguardano a Gaeta la Montagna Spaccata, La Grotta delle Marmotte al Pueblo, i Grandi Tetti Rossi al Monte Moneta, gran parte della Grande Muraglia a Sperlonga e a Ripa Maiale, ma potremmo parlare di altre zone in Italia.
All'origine di questi provvedimenti vi è sia la tendenza a considerare l'uomo al di fuori della natura, proprio come se fosse un corpo estraneo, che "l'incoffessabile" bisogno di avere visibilità politica nell'ambito del territorio dove si opera.
Nel passato ci siamo sentiti immediatamente sconfitti quando abbiamo dovuto impugnare alcune ordinanze, investendo non pochi soldi raccolti con storiche e colossali collette, e così intraprendere il lento ed interminabile itinerario delle carte bollate.
Non sarebbe stato più utile, semplice e conveniente risolvere il tutto convocando delle "conferenze di servizio". O meglio istituire un tavolo, cosa tuttora disattesa, permanentemente aperto, dove giochi politici, regie e progetti occulti non trovino spazio. Dove Associazioni Ambientaliste, Sindaci, Assessori, Guide, Cai, Fasi ed Uisp possano elaborare, senza baruffe, codici di autoregolamentazione che racchiudano, sempre, sia l'esigenza-diritto di immergersi nella natura che la reale possibilità di offrire esempi concreti per la sua protezione. Ciò è stato fatto solo rare volte e nella maggior parte dei casi questo spirito propositivo è stato del tutto tradito.
Si pensi solo alla Delibera del Cosiglio Regionale del Lazio dell' 11.09.2002 n. 121, riguardante Gaeta ( interessante l'odierno topic ) che consente , vedi art. 10 , l'arrampicata solo in un particolare settore e limitatamente dal 1 agosto al 20 febbraio. Il cui contenuto è venuto a conoscenza solo nei primi mesi del 2006!!!!!!!!.
Questo ennesimo sorprendente grave atto sembrerebbe voler cancellare anni ed anni di accordi e dibattiti. E tutto ciò non può che rendere gli animi più inquieti.
D'atro canto siamo tutti convinti che dove possono sorgere problemi di impatto ambientale là si dovrà operare una piccola ma significativa rinuncia. Sappiamo che le pareti non sono di nostra eslusiva prorietà e che il diritto di tuffarsi nella natura è valido solo quando non si realizza a scapito di nessuno.
Come si vede il problema ha vari aspetti ed è molto complicato, ma lo sarebbe ancor di più se prevalesse in noi l'egoismo, che spalancherebbe di più la porta a divieti incontrollati che ricadrebbero esclusivamente sull'anello debole: NOI ARRAMPICATORI.
Scusandomi di questo intervento fiume vi saluto affettuasamente. Bruno Vitale.


Ciao Bruno, complimenti :D (in ritardo purtroppo! ho ritrovato questo vecchio topic mentre cercavo info su Sperlonga) per questo azzeccatissimo intervento, mi piace sempre molto quello che dici e che scrivi per testimoniare un impegno che non è mai venuto meno sia sul piano personale che su quello pubblico. E complimenti anche (in ritardo ancora più imperdonabie!!!) per l?articolo scritto nel 1996 sul numero 1 dell?Appennino (Cai di Roma): sembra apparentemente uguale (lo trascrivo integralmente qui sotto), ma a leggere bene il tuo intervento sopra, si capisce subito che le capacità di accorciare e di svecchiare sono in fondo segno della tua volontà di mantenere sempre vivo e aperto il dibattito. Anonimo o no, spero che tu mi permetta di dichiararmi tuo sincero sostenitore su questo forum (e spero proprio di non suscitare gelosie e rivalità), altrimenti mi cercherò (sigh! :? sarò bannato?) qualche altro spazio idoneo?

Ma c?è modo e modo...

Non vi è assolutamente dubbio che una parete di roccia non è una risorsa rinnovabile; che l?ambiente è un unico bene dato una volta sola; che il comportamento dell?uomo verso la natura va rivisto; che bisogna avere il coraggio, viste alcune situazioni, di saper fare piccoli passi indietro.
Però non va altresì scordato, nell?annosa e complessa vicenda che vede contrapposti, non senza cadute di tono e discutibili colpi bassi, gli arrampicatori e gli ambientalisti riguardo i rapaci che popolano le pareti rocciose, che il problema è talmente complesso che è fin troppo facile, fuorviante e comodo individuare un solo, unico, circoscritto responsabile: l?ARRAMPICATORE!
Infatti con alcune ordinanze, a dir poco sorprendenti e pericolose nei contenuti, emanate dalle Amministrazioni competenti si vietava l?arrampicata (rendendo però lecita qualsiasi altra attività!) su alcune pareti di roccia nel Lazio. Considerando gli arrampicatori gli unici, autentici cospiratori della sopravvivenza di varie specie di uccelli rapaci. Sposando in toto una politica di tutela del patrimonio faunistico basata esclusivamente su divieti generalizzati e mai fondati su profonde basi scientifiche, Alla base di tali provvedimenti c?è la tendenza a considerare l?uomo al di fuori della natura, proprio come se fosse un corpo estraneo,
E pur ci siamo sentiti immediatamente sconfitti quando abbiamo dovuto impugnare queste ordinanze (investendo così non pochi soldi che sarebbero stati più utili per altri scopi più importanti ed urgenti), ed intraprendere il lento ed interminabile itinerario delle carte bollate. Comprendendo fin dall?inizio, che se anche le sentenze fossero state favorevoli avremmo pur sempre perso.
Forse non sarebbe stato più utile, semplice e conveniente risolvere il tutto convocando delle conferenze di servizio (come intelligentemente si è operato per il Monte Moneta e come la legge prevede), dove Associazioni ambientaliste, Sindaci, Assessori all?ambiente, Guide, Scuole del CAI, Arrampicatori possano elaborare senza baruffe, anche se qualche anonimo sembra più interessato a queste, un codice di autoregolamentazione che racchiuda in sé sia l?esigenza-diritto di immergersi nella natura che la reale possibilità di offrire esempi concreti per la sua protezione.
Cli arrampicatori sanno benissimo che le pareti non sono di loro esclusiva proprietà e che il diritto di tuffarsi nella natura incontaminata é valido solo quando non si realizza a danno di varie e rare specie di rapaci del tutto indifesi ed ignari.
Primi in Italia gli arrampicatori del Lazio si sono mobilitati, sin dalla metà degli anni ?80, per un?autoregolamentazione delle proprie attività sul Monte Moneta.
Da molto tempo ormai tutti sono convinti che dove possono sorgere problemi di impatto ambientale là si dovrà operare una piccola ma significativa rinuncia. Perché dove l?arrampicata potrà essere ritenuta, in maniera documentata e scientificamente provata, dannosa per la conservazione dell?ambiente, e in special modo della fauna e della
flora, lì andrà impedita.
L?arrampicata è un mezzo per avvicinarsi ad un rapporto autentico con la natura, ed ha un profondo valore sociale, culturale e sportivo.
L?arrampicatore può avere anche una insostituibile funzione di sorveglianza dei luoghi che frequenta. Il problema delle razzie dei nidi, da parte dei bracconieri, è sempre presente ed incombente. Ma in centri come Sperlonga, in Moneta e Gaeta è andato negli anni diminuendo grazie alla presenza dei climber. Ma certamente si riproporrebbe una volta allontanati questi ultimi dal loro terreno di gioco. In quest?ultimo periodo alcuni rapaci, tra cui il falco pellegrino, sono in netto aumento nella nostra regione.
Sono altrettanto certo che vi è un ampio spazio per l?azione educativa attraverso le scuole del CAI, le Guide, la FASI. Non vi è dubbio che c?è molto da lavorare anche perché non mancano le zone d?ombra.
Sono sempre più convinto che la via da seguire sia quella del dialogo leale, rispettoso tra le varie associazioni. Dove ogni componente abbia una sua legittimità e dignità, dove l?unico banco di prova sia la vera e profonda consapevolezza della propria vocazione ambientalista.
Dunque un tavolo permanentemente aperto, dove ?giochi politici, regie e progetti occulti? non trovino spazio; dove il denigrare sia interpretato da tutti come una sconfitta.
Forse è arrivato il momento di avere il coraggio di tornare indietro, di ascoltare, di agire, di sapersi confrontare anche con dei piccoli limiti.
Infine l?augurio che il CAI (associazione nella quale combatto su più fronti) non perda mai la forza di provvedere alla formazione di attività scientifiche e didattiche per la conoscenza di ogni aspetto dell?ambiente e alla promozione di ogni iniziativa idonea alla sua protezione e valorizzazione.

Bruno Vitale
Direttore della Scuola di alpinismo ed arrampicata libera ?Paolo Consiglio?


(articolo tratto da l?Appennino CAI-Roma, n. 1 del 1996)


Scusa ancora il ritardo per i complimenti.

Per Gug: caro Gug, hai ragione sui due punti :P , però sull?ultima cosa che dici, siamo sicuri :? che si possa ovviare all?individualismo che tu rilevi in certi atteggiamenti, affidando la questione al Cai affinché nomini degli incaricati di grande rappresentatività? Le velleità riscontrabili in ambientalisti e amministratori non sono estranee neanche a una struttura di ?prestigio? come quella del cai? comunque il dibattito è aperto?
Aria fina uguale buon sangue
Avatar utente
Giasone Horn
 
Messaggi: 2
Iscritto il: mar gen 02, 2007 17:38 pm

I messaggi privati di Bruno Vitale

Messaggioda Giasone Horn » lun feb 19, 2007 18:18 pm

Caro Bruno, ho visto che ti sei precipitato 8O a inviarmi 2 messaggi privati con oggetto ?Divieti? (entrambi del 5 gennaio scorso). Scusa ma non li ho aperti perché non vedo necessità di risposte private. Perché temi di darle pubblicamente? Perché quei messaggi non li hai messi su questo forum se tanto ti premeva, vista la tua reazione fulminea, che li leggessi? E se tu lo facessi adesso, non sarebbe certo la stessa cosa. Pur non conoscendo il contenuto di ciò che mi hai scritto, mi assumo la responsabilità di ciò che spero attraverso l?ironia (forse sgarbata, polemica?) si sia capito, e cioè che non mi piacciono proclami vecchi di anni e rimessi a nuovo per l?occasione. Proprio tu hai affermato un po? più sopra che non è necessario riscrivere sempre la stessa storia. E guarda che avere consapevolezza delle proprie origini spesso significa liberarsi da qualche insana mitologia passata di mano in mano o di bocca in bocca con troppa disinvoltura.Un interlocutore che sappia dialogare e che voglia essere per sua scelta riconoscibile per nome e cognome, non ha bisogno né di far passare su un forum le sue parole come ?chicche?, né di offrire come freschi di edizione testi pubblicati anni fa. Io non sono nessuno, ma stavolta firmo con nome e cognome. Questo sito di montagna lo consulto a volte per trovare informazioni e non tanto per dire la mia (per comunicare preferisco il dialogo diretto senza troppi giri di parole, e poi il mio lavoro, i miei interessi si concentrano maggiormente sull?ambiente marino, dove naturalmente le linee di costa si presentano ed evolvono come sistemi di importanza non secondaria nelle dinamiche della biosfera). Ammetto di avere usato un nick per intervenire spinto dallo stupore di ritrovare parole identiche in gran parte a quelle di un tuo vecchio articolo. Avrei apprezzato un tuo riscontro qui, su questo terreno, anche solo per dirmi che la mia ti sembrava polemica. Non mi resta che confessarti che non ci trovo lealtà nel tuo modo di fare. Quanto ai ?Divieti?, ho mie opinioni in proposito frutto di esperienze e riflessioni maturate e modificate nel tempo, tu mi pare che proponi sempre le stesse vecchie idee. Sui divieti penso che sia fra chi li mette a punto sia fra chi ne è destinatario, ci siano soggetti molto, ma molto poco consapevoli della natura del problema, incluso l?aspetto scientifico, sempre suscettibile di revisioni. E che questi ?divieti? spostino in realtà l?attenzione su un fulcro polemico che non aiuta proprio nessun habitat indebolito dall?antropizzazione, non è solo una mia impressione. Per quanto riguarda l?annoso dibattito fra le parti, penso che non sia possibile omologare secondo standard ben precisi né ambientalisti, né arrampicatori, né amministratori ed è velleitario, per me, voler rappresentare nelle trattative le voci dei vari cori dimenticando quanto eterogenee e dispersive siano le contingenze che le animano (ad es. ?dagli all?ARRAMPICATORE!? o viceversa ?dagli al falco pellegrino!?, che tristezza e che infantilismo?). E? facile in questo modo spostare i termini (è colpa del climber, oppure del bracconiere, oppure del falco pellegrino, oppure del racimolatore di voti) lasciando prevalere interessi che molto poco si sforzano di guardare un po? più in là del proprio microscopico orizzonte. Ho poca fiducia in questo genere di ?rappresentanze? sedute al tavolo a difendere non si sa bene chi e che cosa con argomentazioni a scatola chiusa, riduttive e anche poco fondate. E i divieti non contribuiscono proprio a niente se vengono emanati e accettati come misure di facciata, tanto per dimostrare che in qualche modo ci si sta attrezzando o regolando. Questa è in sintesi la mia posizione, ammesso che interessi. Occorre rimettere bene a fuoco la questione, fare chiarezza. E dovrebbe avvenire prima di tutto nei cervelli e quindi nella lingua di coloro (sperando siano parolai solo a chiacchiere e non in concreto) che rappresentano categorie, enti, associazioni varie, ambientalisti ?in testa?. Arrivederci sul campo, interlocutore?! :D

Giampiero Solimei
Aria fina uguale buon sangue
Avatar utente
Giasone Horn
 
Messaggi: 2
Iscritto il: mar gen 02, 2007 17:38 pm

Nuove vie a Sperlonga.

Messaggioda bruno vitale » mar feb 20, 2007 13:31 pm

Caro Giampiero, condivido molto di quello che hai scritto, non penso che ci sia bisogno di riscrivere la Storia. Purtroppo alcune indicazioni, seppur datate, le considero ancor valide.
Lo dimostra il fatto che i problemi, col passar degli anni, siano sempre gli stessi.
Ritengo che la polemica non porti da nessuna parte, ecco perchè non mi piace intervenire per creare ulteriori contrasti, e ancor di meno la personalizzazione perchè lascia perfettamente intatti i problemi sul tavolo. Sarebbe utile ed interessante potersi confrontare non solo su un forum. Poter dare un contributo a questo spinoso problema , che riguarda un microscopico microsomo. Apporto ancor più valido se viene da persone che hanno un'angolazione diversa dalla propria.
Questo è un invito, che spero venga accettato, a collaborare e a far si che non siano sempre le stesse persone a metterci la faccia.
Un cordiale saluto Bruno Vitale .
bruno vitale
 
Messaggi: 12
Iscritto il: lun giu 17, 2002 18:39 pm

Messaggioda gug » mar feb 20, 2007 15:44 pm

Giasone Horn ha scritto: Per quanto riguarda l?annoso dibattito fra le parti, penso che non sia possibile omologare secondo standard ben precisi né ambientalisti, né arrampicatori, né amministratori ed è velleitario, per me, voler rappresentare nelle trattative le voci dei vari cori dimenticando quanto eterogenee e dispersive siano le contingenze che le animano (ad es. ?dagli all?ARRAMPICATORE!? o viceversa ?dagli al falco pellegrino!?, che tristezza e che infantilismo?). E? facile in questo modo spostare i termini (è colpa del climber, oppure del bracconiere, oppure del falco pellegrino, oppure del racimolatore di voti) lasciando prevalere interessi che molto poco si sforzano di guardare un po? più in là del proprio microscopico orizzonte. Ho poca fiducia in questo genere di ?rappresentanze? sedute al tavolo a difendere non si sa bene chi e che cosa con argomentazioni a scatola chiusa, riduttive e anche poco fondate. E i divieti non contribuiscono proprio a niente se vengono emanati e accettati come misure di facciata, tanto per dimostrare che in qualche modo ci si sta attrezzando o regolando. Questa è in sintesi la mia posizione, ammesso che interessi. Occorre rimettere bene a fuoco la questione, fare chiarezza. E dovrebbe avvenire prima di tutto nei cervelli e quindi nella lingua di coloro (sperando siano parolai solo a chiacchiere e non in concreto) che rappresentano categorie, enti, associazioni varie, ambientalisti ?in testa?. Arrivederci sul campo, interlocutore?! :D

Giampiero Solimei


Caro Giampiero,
sono d'accordo con quanto scrivi in questo passo, mentre non sono d'accordo con l'ironia sull'intervento di Bruno, dato che intervenire utilizzando vecchie posizioni, magari citando se stessi, non lo trovo così rimarchevole come tu lo hai fatto sembrare.
Io ad esempio non avevo mai letto l'articolo del 96 e allora ho trovato interessante l'intervento di oggi, che comunque era modificato. Il comando "copia e incolla" è solo una potenzialità che il sistema ci mette a disposizione e non lo trovo negativo a priori.

Per ciò che riguarda la sostanza delle tue affermazione penso assolutamente che sia vero che è inutile creare schieramenti che spesso non esistono, e te lo posso dire perchè io sono sia un ambientalista molto convinto e anzi in certi casi anche "radicale" (socio WWF, Lipu, Lav, Greenpeace e chi più ne ha...), ma anche appassionato di arrampicata e alpinismo e quindi con me sfondi una porta aperta.
E' vero però che spesso, se non fosse per l'impegno di gente come Bruno, a quel famoso tavolo ci sarebbero tutti meno che coloro che hanno a cuore la nostra attività, e questo perchè finora nessuna associazione ha pensato di strutturarsi in questo senso e perciò tutto è lasciato all'iniziativa individuale. Penso però che questo non sarà più possibile perchè (fortunatamente) i problemi di compatibilità nelle zone di protezione ambientale, o semplicemente negli ambienti delicati, esistono e sono sempre più al centro dell'attenzione e perciò occorre che nel dibattito democratico su di essi tutte le voci siano rappresentate.

Ciao e grazie dei tuoi interventi.

Guglielmo Magri

(mi firmo anch'io per presentarci :wink: )
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

Traguardi Effimeri
Link per raccolta topic del forum
Avatar utente
gug
 
Messaggi: 6242
Images: 75
Iscritto il: ven lug 19, 2002 13:29 pm
Località: Recanati

Precedente

Torna a Arrampicata - Falesie - Boulder

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite

Forum.Planetmountain.com

Il Forum è uno spazio d’incontro virtuale, aperto a tutti, che consente la circolazione e gli scambi di opinioni, idee, informazioni, esperienze sul mondo della montagna, dell’alpinismo, dell’arrampicata e dell’escursionismo.

La deliberata inosservanza di quanto riportato nel REGOLAMENTO comporterà l'immediato bannaggio (cancellazione) dal forum, a discrezione degli amministratori del forum. Sarà esclusivo ed insindacabile compito degli amministratori stabilire quando questi limiti vengano oltrepassati ed intervenire di conseguenza.