Se non ti spiace, quoterei alcuni passaggi raggruppati per blocchi concettuali
VECCHIO ha scritto:- la mia regola é avere sempre paura e controllarla
- in via non scalo mai sopra l'80% delle mie capacità, lascio il 20% per qualsivoglia emergenza
- mi impongo di avere sempre paura di morire
- qualche volta però devo spegnere il cervello, invecchiando capita sempre più di rado
- un tempo mi spegnevo per non essere diverso da ciò che mi circondava, ora mi capita molto raramente
(una volta non abbiamo montato un campo vicino a degli altri, abbiamo lasciato il materiale e siamo scesi, non ci piaceva la situazione, la mattina dopo è scesa una valanga, nevicava ma siamo saliti subito, ne abbiamo trovato solo uno, vagava con dei calzettoni, rossi : annullarsi per sentire. Curiosità: stessa ora, stesso giorno, stesso mese, ma 10 anni dopo Leo e Miller)
questo soddisfa abbastanza la mia domanda sul rischio. Mi piace la parte dell'avere sempre paura, ma proprio perché la si è riconosciuta e le si è dato un nome e un volto la si può tenere come compagna di cordata.
Mi puoi far capire un po' meglio il concetto si spegnere il cervello? Non credo si tratti di
momenti di follia "alla Casara"... Forse ti riferisci al fatto di "spegnere il cervello" e affidarsi alle valutazioni altrui? (mettere le tende in un posto dove ce ne sono altre e non perché si è autonomamente valutata la sicurezza del posto?)
VECCHIO ha scritto:- scalo per conoscere gli uomini, è la forma culturale del mio alpinismo, magari all'inizio c'era anche la competitività e il resto,
- se non c'è una conoscenza del passato, ma anche una curiosità del passato, si è degli alpinisti pistulazza,......... poi non si può sapere tutto
- la vulgata comune non può descrivere l'alpinismo........ fa solo fracasso senza sapere pesare le cose........ ma i soldi girano lì
Questo secondo me è un punto fondamentale, invece. Perché ritengo che sia molto diffuso, eppure non se ne ha la percezione. E credo sarebbe un'immagine molto bella da descrivere, e ne verrebbe un ritratto dell'alpinista medio forse più accurato e anche più vicino alla sensibilità di molti. Perché lasciare che
i molti immaginino ancora gli alpinisti come dei pazzi o degli idioti? (di nuovo, estremizzo e banalizzo per sinteticità)-
VECCHIO ha scritto:- scalo per conoscere gli uomini,
- la visione romantica dell'alpinismo è l'essenza del mio fare
- bisogna fare anche altro per gran parte della vita
Questo è un bel messaggio, anche se sono abbastanza convinto che ognuno di noi faccia anche molto altro nella vita...
Se posso girare la tua frase, mi piacerebbe fare anche questo per gran parte della vita, perché comunque lo si voglia definire è qualcosa di molto bello
@Presidente: Ill.mo, io lo faccio con la donna con la quale convivo e spero di vedere molti inverni, forse un pochino ti capisco

(anche se nel caso di specie sono io quello che ogni tanto la trascina vicino al suo limite)...
Se nel tuo
sensation seeking facciamo rientrare anche l'emozione
romantica di trovarsi di fronte alla natura, allora posso concordare.
Altrimenti non sono del tutto in accordo, perché trovo immenso piacere anche in III-IV dolomitici assolutamente addomesticati, da fare in
approach, solo per essere in un bel posto con una bella compagnia a godere del momento.