autoassicurazione per arrampicare da soli

Consigli, tecniche, materiali e varie utilità.

Messaggioda gug » lun dic 18, 2006 22:34 pm

alter-ego ha scritto:
Roberto ha scritto:E allora tutti questi col gri-gri finalmente modificato dove vanno? In falesia? Non mi sembra che in tutto questo c'entri il rapporto in solitudine con la montagna, nè l'armonia con la roccia per i motivi che ho messo sul tappeto. A me pare, pur senza generalizzare, per carità, che sotto ci sia un bel po' di emulazione. Quasi che fare certe vie in solitaria "valga di più". Sto provocando, evidentemente, ma è ben più che una semplice sensazione.

M
La maggior parte di chi ha un grigri modificato non va da nessuna parte, vorrebbe andare, ma "tra il dire ed il fare....".




....ma infatti penso che la maggior parte della gente che modifica il gri-gri lo usa in falesia, come faccio io, per farsi qualche tiro nei ritagli di tempo senza cercare i compagni.

Comunque, qualcuno che lo usa in apertura c'è e non è una specie estinta: da noi a Frasassi, due dei maggiori apritori lo hanno usato moltissimo.

Io in solitaria in montagna, invece, vado si e no al cesso del rifugio! :wink: :lol: :lol: :lol:
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Messaggioda Enzolino » lun dic 18, 2006 22:51 pm

alter-ego ha scritto:certo ad andar per falesie non ne vedi molti :twisted: ma sulle Alpi ce ne sono tanti, più di quanto tu non pensi. Mi sembra piuttosto difficile che tu possa incontrarli tutti in una volta sola, nello stesso posto dove sei tu :roll: Ad esempio io amo anche fare sci-alpinismo da solo, ed è un'attività altamente rischiosa. Forse più che arrampicare col gri-gri. Eppure tu non immagini quanti lo facciano. Io vado poche volte all'anno, ma incontro sempre gente da sola ed altri che come me hanno la stessa passione.
Poi se vogliamo finirla lì su una battuta, dicendo che chi ricerca la sicurezza è comunque la maggioranza...sono costretto a darti ragione :evil:

Ma il senso del mio intervento in qs topic non era questo, Mi dava semplicemente da riflettere questo fanatismo per il gri-gri modificato e lo dimostrano le continue e reiterate richieste. A me non sembra, per ribaltare la risposta di Roberto, che siano tanti quelli che si cacciano su una paretazza per più giorni in solitaria per fondersi con la montagna. Anzi ne vedo assai pochi. E allora tutti questi col gri-gri finalmente modificato dove vanno? In falesia? Non mi sembra che in tutto questo c'entri il rapporto in solitudine con la montagna, nè l'armonia con la roccia per i motivi che ho messo sul tappeto. A me pare, pur senza generalizzare, per carità, che sotto ci sia un bel po' di emulazione. Quasi che fare certe vie in solitaria "valga di più". Sto provocando, evidentemente, ma è ben più che una semplice sensazione.

M
Secondo me la tua provocazione ha colpito nel segno ma bisogna aggiungere alcune considerazioni.
Anni fa il metodo classico per procedere in solitaria era quello col prusik, che era dannatamente limitativo. Ora una barriera tecnica e' stata abbattuta.
Allora, maggiore e' il numero dei climber, migliore e' la qualita' degli attrezzi per procedere in solitaria, necessariamente maggiore sara' il numero di coloro che si cimenteranno in queste esperienze.

A Roberto.
Allargando un poco l'orizzonte geografico, in UK i climber che salivano slegati non erano una folla, ma erano relativamente numerosi, spesso si muovevano in gruppo. Vabbe' che le falesie, spesso, non superavano i 15 metri, ma di sicuro molte erano mortali in caso di caduta.

Due anni fa, in Yosemite, non riuscivo a trovare un compagno per salire su una big wall. Perche' tutti quelli decentemente competenti che avevo conosciuto avevano progettato delle solitarie per stare in parete 10-15 giorni. Sebbene fossero scelte personali, avevo l'impressione che la' fosse diventata piu' una moda che altro, per tornare a casa e raccontare di aver fatto una solitaria. Perche' in artificiale, andare col compagno o da soli, fa poca differenza. Il primo deve salire appendendosi alle protezioni, e poi arrivato in sosta deve recuperare il saccone. Lo sforzo in piu' andando da soli, sarebbe calarsi (rilassante) e ri-salire con le jumar. Allora, va bene che sei solo, ma tecnicamente su certe vie c'e' poca differenza tra andare in solitaria o con un compagno.

In Italia la cosa sembra diversa anche a me, ma forse ha ragione alter-ego e ci sono tanti solitari che si muovono nell'anonimato ... a volte pesno che quello del solitario sia solo un mito ...

Ciao :wink:

Lorenzo
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Messaggioda Roberto » lun dic 18, 2006 23:07 pm

All' anonimato tra gli alpinisti ho sempre creduto poco, non mi sembra un' abitudine tanto comune 8) :wink:
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Messaggioda alter-ego » lun dic 18, 2006 23:47 pm

Roberto ha scritto:All' anonimato tra gli alpinisti ho sempre creduto poco, non mi sembra un' abitudine tanto comune 8) :wink:


qua siamo in 4 o 5 a discutere, tu, Enzolino, Marco ed io..e ci metto anche Gug che ci fa compagnia, e tutti con discreta esperienza solitaria, anche se tu ci batti tutti :lol: 8) :evil: Non ti sembra una buona percentuale per un'attività che a quanto dici non dovrebbe fare nessuno? Negli ultimi mesi sono venuto a conoscenza di una guida trentina che si fa un tot di solitarie slegato sino al 6c/7a e che, quando gli ho proposto di renderle note, non ha voluto assolutamente. Neanche una notizia. E ti assicuro che non le lavora.
Conclusione: ma dove vivi? :twisted: :twisted: :roll: :lol:
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Messaggioda AlpineMan® » mar dic 19, 2006 1:47 am

Enzolino ha scritto:Anni fa il metodo classico per procedere in solitaria era quello col prusik, che era dannatamente limitativo

Lorenzo


ehmmmm...mi scusi ma sono completamente in dissenso con questa battuta innovativa..
piu che limitativa,invece ci vuole piu tenacia e tenersi di piu..tutto li..comopda sti aggeggi moderni..
..io la solitaria la vivro' sempre cosi,ha tutto un altro sapore..
poi be i gusti sono gusti
:roll:
...il moderno uccide l'alpinismo classico...
........io resto nel passato!!!

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Messaggioda Roberto » mar dic 19, 2006 8:40 am

alter-ego ha scritto:...
Conclusione: ma dove vivi? :twisted: :twisted: :roll: :lol:
Sono un vero solitario, non ho molte relazioni pubbliche :lol:
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Messaggioda Enzolino » mar dic 19, 2006 10:40 am

AlpineMan® ha scritto:
Enzolino ha scritto:Anni fa il metodo classico per procedere in solitaria era quello col prusik, che era dannatamente limitativo

Lorenzo


ehmmmm...mi scusi ma sono completamente in dissenso con questa battuta innovativa..
piu che limitativa,invece ci vuole piu tenacia e tenersi di piu..tutto li..comopda sti aggeggi moderni..
..io la solitaria la vivro' sempre cosi,ha tutto un altro sapore..
poi be i gusti sono gusti
:roll:
Signor Uomo Alpino,

mi scuso per la mia battuta poco felice ed ignorante del passato.
In fondo non esiste buona o cattiva tecnica ma buono o cattivo alpinista. Dunque, essendo la quantita' di FF crescendo progressivamente col tempo, la loro sensibilita' merendera viene assecondata con questi aggeggi diabolici! :D

Ma devo ammettere che ho sempre avuto una certa attrazione per il lato oscuro e debole del rapporto con la montagna.

Altere', secondo te, se e quando l'informazione su una freesolo dovrebbe essere comunicata?
In che misura la realizzazione di una solitaria (integrale o non) dovrebbe essere tenuta per se o condivisa con la collettivita'?

Ciao :wink:

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Messaggioda gug » mar dic 19, 2006 10:55 am

alter-ego ha scritto:qua siamo in 4 o 5 a discutere, tu, Enzolino, Marco ed io..e ci metto anche Gug che ci fa compagnia



...... 8O 8O ti sei dimenticato Alpine Man, che probabilmente è il più esperto di tutti! :wink:
A parte gli scherzi, noto con piacere che nel nuovo corso del forum anche il nostro uomo alpino si avventura in discussioni al di fuori dei suoi topic personali: dato che mi è sempre stato simpatico, non posso che rallegrarmene :wink:
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Messaggioda Roberto » mar dic 19, 2006 11:12 am

alter-ego ha scritto:qua siamo in 4 o 5 a discutere, tu, Enzolino, Marco ed io..e ci metto anche Gug che ci fa compagnia, e tutti con discreta esperienza solitaria, anche se tu ci batti tutti :lol: 8) :evil:
...

Ci sono delle salite che ha fatto Marco che io mi sogno di farle.... meglio non fare graduatorie :wink:
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Messaggioda Marco Anghileri » mer dic 20, 2006 13:36 pm

Ho potuto rileggere solo ora quanto scritto in questo topic e c?è qualcosa che non mi quadra?
Allacciandomi alle ultime parole di Roberto, graduatorie nelle mie salite non posso e non riesco a farne nemmeno io. (tu riusciresti a farlo delle tue?)

continuando, trovo anche difficilissimo se non impossibile provare a stabilire quali siano le salite o il metodo migliore di approccio per arrivare a soddisfare al meglio la propria ricerca di?solitaria!

Personalmente ogni esperienza di vie fatte in solitaria è figlia del suo momento e del mio modo di essere in quei momenti.
L?andare in solitaria rispecchia ampiamente il nostro modo di essere, i nostri stati d?animo, e secondo me questi aspetti non sono uniformi ed allineati ad uno schema.
Variano, si modificano, a volte si allontanano da ciò che credo d?essere, altre ancora ritornano, non di rado mi stravolgono ed il più delle volte mi lasciano in riflessione.
Il mio modo di andare in montagna ne risente di questo, soprattutto la scalata in solitaria.

Per questo ripeto, in una persona che ne sente il richiamo non penso possa esserci un singolo modo per arrivare a trovare? ?l?essenza della solitaria? (scusatemi, riesco solo a chiamarlo così quello che trovo).

Mi permetto di mostrare qui sotto due esperienze che ho vissuto e che possono rappresentare l?una l?esatto contrario dell?altra?

Immagine

A sinistra, la Nord-Ovest della Civetta vissuta in inverno ed in solitaria (la foto è estiva) e cioè:
una via lunga, in condizioni difficili, fatta in tempi lunghi, con il materiale necessario (33 kg di zaino 8O ), auto-assicurandomi (col Grigi modificato :D ), in completa solitudine x più giorni, etc,etc?
Sulla destra, l?altra faccia della medaglia dell?andare da solo, l?altro mondo?e cioè:
in piena estate, senza materiale, senza assicurazione alcuna, senza tempi lunghi ma in un susseguirsi di movimenti e pensieri cavallerizzi, incontrando anche altra gente sulle montagne ed alla base, etc,etc?
come si nota l?anno era lo stesso, la persona anche, ma le esperienze completamente opposte tra loro.
Sarei in difficoltà se mi chiedessero in quale ho vissuto di più la solitaria, so già che non darei risposta!

Le sensazioni della solitaria sono dentro di noi, non le si possono misurare o quantificare nei luoghi, nei dislivelli, nei tempi impiegati per percorrerli, nei metodi utilizzati, nei gradi superati?insomma, con degli aspetti facilmente catalogabili.
Il fulcro è riconoscere se lo si sta facendo per sè o per altro/i :!:

Certe sensazioni si materializzano con dei contorni temporali e materiali ampiamente sfumati.
A volte non bastano giorni interi di completa solitudine per avvertire quell?incredibile sensazione di catarsi fra fisico, spirito e mente che sprigiona un?immensa energia (non fisica ma interiore) al solitario.
Altre volte invece, è sufficiente una via di pochi tiri o metri, magari anche con qualcuno nelle vicinanze, per riuscire lo stesso ad eclissarsi dal mondo intero e sentirsi in quella bolla immaginaria ?dell?essenza della solitaria? in cui non c?è più spazio ne tempo? :idea:

Insomma,
secondo me il metodo e la formula magica per vivere e cogliere dal solitario certe sensazioni non può avercela nessuno :-k ,
la cosa bella?è che le sa riconoscere? ed in quei momenti se ne può fregà de meno [-( se è su una parete in culo al mondo o sugli appigli dietro casa?
in quel momento è pieno di quell?energia interiore che trova?dentro la sua ?essenza?...
è una magia e questo gli basta... :roll:

Ad ognuno la sua? :D
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Messaggioda Enzolino » mer dic 20, 2006 14:02 pm

Complimenti Marco, bellissimo intervento! :wink:
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Messaggioda Roberto » mer dic 20, 2006 14:08 pm

Le graduatorie sono sempre azzardate, spesso sballate, ma le solitarie di Marco non hanno bisogno di graduatorie per capire di quale livello sono ed io, ribadisco, me le sogno :wink:

"L' essenza della solitaria" è un bel termine, ma sono davvero cavoli a spiegarlo.
Forse il vero motivo per il quale si fanno certe salite è proprio la ricerca di questa risposta (ed altre simili) e siccome non c'è una risposta, continuiamo come ossessi a rincorrerla, contenti di non trovarla mai.

Certo è che in parete da soli il tempo cambia registro, la teoria della relatività si spiega e dimostra.
Quando si è raggiunta una certa dimestichezza con il metodo e si hanno le giuste capacità tecniche e fisiche per una salita in solitaria, i rituali della scalata: i meccanismi, gli imprevisti, gli ostacoli e le paure; si svolgono ad un ritmo costante e collaudato.
Non c'è fretta e neppure calma, tutto diventa "logico".
Anche un accidente, come una corda impigliata, il saccone che si incastra, un friend che non vuole uscire, vengono affrontati con un misto tra rassegnazione e determinazione.
Passano le ore, a volte i giorni, e si arrampica con metodo, senza parlare ma non in siìlenzio, visto l' affollamento che c'è in testa.
Tutto il ragionamento interiore è preso dai meccanismi della salita.
La concentrazione raggiunge livelli inusitati, il mondo si restringe al tiro che stai salendo.
Sei in una bolla, la "bolla del solitario", questa ti accompagna nel tuo salire e scendere, ti protegge da interferenze che non siano la scalata.
Si raggiunge l' estasi dell'assoluta meditazione, il distacco dalla realtà, in pratica ti senti come drogato dalle tue azioni.
A qualcuno sembrerà esagerato, ma non è questione di cazzate come l' adrenalina, l' emozione... non ci si butta col paracadute o a testa in giù con due elastici alle caviglie; si entra in un mondo parallelo, dove tempo e ragione sono diversi dal nostro.
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Messaggioda Barolo » mer dic 20, 2006 14:20 pm

Marco Anghileri ha scritto:L?andare in solitaria rispecchia ampiamente il nostro modo di essere, i nostri stati d?animo

Riprendo questa frase di Marco e tento di infilare la mia piccola esperienza di solitarie tra voi "giganti" cercando di spiegare il mio perché ed il "percome" :wink:
C'é stato un periodo della mia carriera di scalatore in cui ho iniziato a provare una sorta di insofferenza ai momenti spesi alle soste facendo sicura ai miei compagni, quasi questi momenti andassero a spezzare la continuità della mia esperienza in parete di quel momento e che rappresentassero, per me, una mancanza di azione.
Mi raccomando, non che mi addormentassi o che mi mettessi a pensare ai cavoli miei durante la sicura del compare (son mica scemo) ma ciò era per me, in quel periodo, un momento ?non bello? della scalata.
Per cui, la necessità di andare per pareti in una maniera diversa, senza quei tempi morti, vivendo pienamente, a questo punto da solo, l?esperienza della scalata, dello stare in parete e che per me include anche i vari momenti che esulano dal gesto arrampicatorio vero e proprio, più che abbondanti durante una solitaria, ma che comunque ero sempre io a compiere e quindi dando una soluzione di continuità alla mia azione in parete.
E? chiaro che la solitaria in autosicura é un gran rusco e si arrampica poco, tanto tempo é speso in manovre e risalite, ma ciò non mi disturba, non lo vedo come un lato negativo fa anch?esso parte dell?esperienza, dello stare in parete e del giocarci sopra.
Ed forse per questo che, almeno adesso, non mi attrae la solitaria integrale, perché non sono alla ricerca di un modo nuovo e se vogliamo estremo, di mettere alla prova me stesso in montagna, non mi interessa, semplicemente cerco un modo di vivere il più profondamente possibile l?esperienza di una scalata.
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Messaggioda fausto1 » mer dic 20, 2006 14:23 pm

Roberto ha scritto:Non c'è fretta e neppure calma, tutto diventa "logico".
Anche un accidente, ......vengono affrontati con un misto tra rassegnazione e determinazione.

La concentrazione raggiunge livelli inusitati, il mondo si restringe al tiro che stai salendo.
..., in pratica ti senti come drogato dalle tue azioni.


Quoto
e l'ultima è talmente vera che crea pure "dipendenza"
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Messaggioda Roberto » mer dic 20, 2006 15:38 pm

Quoto il post di Barolo, questa "insofferenza" la vivo anche io, non sempre (dipende dal compagno e dall' affiatamento) ma spesso.
Capita anche che una via te la senti tutta sulle spalle anche se stai in cordata, e a quel punto ti domandi se non vale la pena farsela da soli :wink:
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Messaggioda Barolo » mer dic 20, 2006 16:12 pm

Roberto ha scritto:Quoto il post di Barolo, questa "insofferenza" la vivo anche io, non sempre (dipende dal compagno e dall' affiatamento) ma spesso.
Capita anche che una via te la senti tutta sulle spalle anche se stai in cordata, e a quel punto ti domandi se non vale la pena farsela da soli :wink:

Ribadisco solo che l'"insofferenza", per me, non é dovuta al compagno in sé ma al ritmo alternato che, per forza di cose, assume l'arrampicata in cordata.
Potrebbe capitarmi anche con il miglior compare possibile perché non dipende da lui.
La continuità nell'azione, ecco cosa, a volte, mi manca.
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Messaggioda alter-ego » mer dic 20, 2006 16:12 pm

anche io quoto ovviamente Marco, l'unico che chissà perchè mette sempre d'accordo tutti :evil: :evil: marco, hai provato a farti un nick di fantasia e a provare a dire le stesse cose? :twisted: :twisted: :lol:

Anche io ho fatto esperienze opposte, ma oserei dire molto diverse. Nella esperienza con la corda, la più difficile che ho fatto, mi sono accorto che è veramente stressante rimanere concentrati su ogni cosa che si fa per tutto il giorno. Tutto è nelle tue mani e non puoi sbagliare nulla. Ovvio puoi sempre riposarti, ma preso dall'azione sovente trascuri questo fattore importante che ti permetterebbe di staccare mentalmente.

Nelle solitarie integrali invece tutto è diverso. Oserei dire spontaneo. In quelle con la corda pianifichi, sai che quel giorno andrai là e salirai. Difficile che torni indietro. In quelle integrali, necessariamente, devi avere il feeling giusto. Ma quando c'è è indubbiamente il massimo e non c'è confronto con la salita con la corda. Sono due cose completamente differenti, è chiaro, ma l'una è semplicemente un altro modo di fare alpinismo, l'altra è difficilmente etichettabile. Non saprei come chiamarla' è solo integrale e basta.

Barolo, io capisco molto bene cosa vuoi dire. Anche io oramai ne faccio molto di rado e credo che anche Marco, dalle cose che ho letto, abbia dovuto fare i conti con la responsabilità che ti dà una famiglia. ma proprio perchè per me è un atto istintivo, non posso escludere che mi prenda un raptus in qualsiasi momento e salga slegato da qualche parte. Certo non farò mai una cosa pianificata alla Huber, che anche se su gradi minori non cambia nel concetto. Ma non posso escludere a priori un'attività così bella dalla mia vita.

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Messaggioda gug » gio dic 21, 2006 14:22 pm

Questo è probabilmente il topic più bello che leggo da almeno un anno a questa parte: e' sensazionale che sia scaturito da un'ennesima discussione sul gri-gri modificato. Mi chiedo: nel vecchio forum si sarebbe riusciti ad arrivare sin quì senza vacche che volano o sfanculamenti? :wink:
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Messaggioda fausto1 » gio dic 21, 2006 14:46 pm

Manco per sogno, sicuramente
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Messaggioda AlpineMan® » ven dic 22, 2006 2:34 am

caro enzolino
vedo con piacere che siamo in accordo:ovvero diciamole ste cose,,gli ff sono in costante aumento...e questa e' cosa poco buona e mica giusta..

naturalmente il mercato e' li in agguato...io lo so come sono i menager delle aziende che speculano su noi alpinisti..stanno sempre li in agguato a vede che famo..ci spiano ovunque...e se notano una nostra mancanza..ecco che per magia il giorno dopo buttano sul mercato l'aggeggio tizio...poi caio..poi sempronio..ma dove andremo a finire ??
ora poi che l'invasione dei froci falesisti e' cosa risaputa,usciranno stormi di oggetti non ben identificati..

pero' noi ardui alpinisti dobbiamo restare fedeli alle tradizione,nessuna innovazione deve render la nostra sfida piu facile,e poco leale con la roccia..

sti 4 ingenieri invece di star li a menarsela ad minventare il grigri,il cingo ed il trango...ma c***o non potrebbero star addosso di piu alle loro compagne..che poi come al solito invece ce le ritroviamo ai piedi noi ardui quando scendiamo dalle pareti??
per il freesolo...un alpinista ,e dico alpinista non un clone...a mio aviso partorisce una certa via da fare freesolo in un certo e preciso momento della sua vita..a me nascono sempre nei momenti che sono solo,io e la mia anima,non quando sonop in gruppo a fa casino..e cosi la poirto avanti solo dentro me...cresce piano..quando e' matura l'idea..semplicemente la vivo sulla roccia nel modo piu naturale,.lontano da tutti e da tutto...trovo che fare una esperienza del genere..in stile circo e teatrino sia una cosa fuori luogo onestamente..
guarda,anni fa su una nota via,non poi difficilissima,diciamo un v costante con 3 passaggi di sesto,diciamo non era un suicidio per capirci..pero' ecco io me ne stavo per i cazzi mia a pulire cenge,gia perche qualcuno lo deve pur fare ogni tanto,gli accumoli sulle cenge vanno pure ripuliti..dicevo,li in parte stava salendo sto ragazzotto tutto muscoli in libera slegato..vabbe dico,normale amministrazione...
porcaccia miseria,che zio satanasso mi fulminasse all'istante...giro lo sguardo..e noto tutt'intorno un brulicare di strani individui armati di video e cineprese e zozzerie varie...
uno scempio...pensa che addiritura il tipo si metteva in posa per uscir meglio..me ne sono andato disgustato...dopo 300 mt dalla parete,mi volto..ormai il ragazzo era quasi uscito dalla via...mi ha dato l'impressione di un pagliaccio al cospetto dello spettacolo da circo..

e' questo il modo di vivere una esperienza cosi forte per un alpinista???

per qualcuno la risposta e' si...io mi vergogno anche per loro!!
______________________________________________________-

gug...tranquillo che se parlate di quei mezzacci caduti da marte,sono ignorante come le capre che ho su in stalla..
grazie per la simpatia..sappi che la mia baita ha sempre l'uscio aperto...tranne che per i froci falesisti si capisce,quelli li ospito senza rancore,ma la notte sa da passare nel fienile pero'..
:D
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