Dicevamo di Eraclito. Sì, lui, che se non ricordo male era più o meno contemporaneo del buddha (tutti e due vissuti nel periodo "assiale" secondo Jaspers, quando si sono messi a fuoco i problemi filosofici fondamentali) aveva capito diverse cose.
Ma anche Anassimandro nel primo frammento ha sintetizzato alcune verità mica malaccio.
E qui veniamo al discorso dell'Ombra, tutte le cose che non ci piacciono e ci portiamo nella panza.
I peccati capitali secondo il cristianesimo, i veleni della mente per il buddismo ecc ecc.
Un evoluzionista ci direbbe che tutte queste cose si sono sviluppate nella filogenesi, perché comunque avevano una funzione adattativa (si pensi all'aggressività, il "cosiddetto male" di Lorenz).
Nietzsche, se ho capito bene il discorso (è un filosofo che mi sta antipatico e l'ho letto poco) sostiene che "dire sì alla vita" implica anche accettarne gli aspetti ferini e di sopraffazione.
Dal mio punto di vista, una visione autenticamente religiosa (che non vuol dire necessariamente teista) comporta la tensione a trascendere questi aspetti. il punto di partenza, certo, è l'accettazione, il "vedere le cose così come sono", ovvero riconoscere la nostra natura animale con tutto ciò che comporta.
La cosa che però, sola, può tracciare una differenza significativa dell'animale uomo rispetto ai nostri cugini non umani, è proprio la possibilità di una scelta etica consapevole. In questo senso, io personalmente ritengo che l'opzione della non violenza, centrale in filosofie (o religioni, come si voglia chiamarle) come il buddismo e li giainismo, abbia un'importanza fondamentale.
Per questo, e non per altro, vi rompo i maroni per decine di pagine sul vegetarianismo.
Adesso, che abbiamo sistemato in quattro post due o tre problemi filosofici che hanno assillato l'umanità per decenni, possiamo andare a letto soddisfatti

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Risolutivi saluti
TSdG