dove andrà l'arrampicata?

Area dedicata all'arrampicata sportiva e al bouldering.

Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda PIEDENERO » sab mag 02, 2015 22:33 pm

Franz the Stampede ha scritto:Ciò che ritengo importante è provare ad avere risultati. Non sempre si può vincere, e il "provarci" insegna anche questo, anzi soprattutto questo.
Comunque dubito che ci siano bambini obbligati ad arrampicare controvoglia, anzi, da come ce la raccontano (e per una volta non faccio fatica a crederci) credo sia più una situazione di bambini che obbligano i genitori...
:twisted:

Magari controvoglia no ma "indottrinati" da fanatici genitori si.
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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda Franz the Stampede » sab mag 02, 2015 22:39 pm

Meglio che l'involontario indottrinamento a ciò che passa il convento: il calcio, la destra vs la sinistra, i reality, quanto è buono il caffè, lo smartphone figo, gli occhiali da sole fighi, l'auto a 18 anni, etc.

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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda PIEDENERO » sab mag 02, 2015 22:47 pm

Franz the Stampede ha scritto:Meglio che l'involontario indottrinamento a ciò che passa il convento: il calcio, la destra vs la sinistra, i reality, quanto è buono il caffè, lo smartphone figo, gli occhiali da sole fighi, l'auto a 18 anni, etc.

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Se non è eccessivo e deleterio, certo, ben venga.
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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda rocciaforever » dom mag 03, 2015 0:20 am

Franz the Stampede ha scritto:
rocciaforever ha scritto:i cuccioli d'uomo, come tutte le altre specie di animali, spesso giocano a quell'età, non si dovrebbero "allenare".... :roll:
quando "giocano" spesso sono felici....

è una mia opinione, non è una conclusione....speravo di capisse...


Mi trovi in disaccordo, non è mai troppo presto per capire che i risultati vengono dall'impegno e dalla dedizione, due cose che non sono necessariamente in antitesi col divertirsi. La scuola comincia a 6 anni e già a quell'età si comincia a fare qualcosa che può non piacere a tutti ma che è comunque necessario imparare a fare...


....concordo su quanto hai scritto, sto solo dicendo che in questi casi, i modi ed i tempi, non permettono loro di fare null'altro...
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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » dom mag 03, 2015 22:52 pm

Franz the Stampede ha scritto:
rocciaforever ha scritto:...privare i bambini della felicità la trovo una cosa molto triste, che questo gioco sia l'arrampicata , il calcio, l'equitazione o il tennis....


Conclusione tratta da...?

Tacchino, correggere i post altrui è di estrema destra, specie se fai sfoggio di conoscenze di tedesco, la lingua del male. Ti ho trascinato al lato oscuro. Join me and together we can rule the galaxy as father and son.


Beh dai, anche il capitale e il manifesto sono scritti in crukko.

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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda ncianca » lun mag 04, 2015 12:49 pm

Sui bambini... ripeto... essi sono il futuro, dell'arrampicata e non solo. Vero che bisogna convivere con la società e le sue regole. Per non rischiare di vivere lamentandosi e basta. Ma sono d'accordo con Piede (lo so... è pazzesco) che vivere in funzione dei "risultati", che è il mantra della società moderna, è una cosa tristissima. Soprattuto per i bambini. La scuola (molte scuole e molti tipi di scuola) in questo senso sono spesso pessime. I bambini devono innanzitutto fare i bambini e l'agonismo infantile e la scuola che insegna solo nozioni, ordine e disciplina sono lontane anni luce dalla mia idea di infanzia felice. Lo dico da genitore. Franz, non è così facile dire che non è mai troppo presto insegnare certe cose. È sempre troppo presto ed è sempre troppo tardi. E soprattutto non è purtroppo possibile stabilire delle regole. Le variabili della vita sono per fortuna infinite.
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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda Franz the Stampede » lun mag 04, 2015 13:27 pm

ncianca ha scritto:Sui bambini... ripeto... essi sono il futuro, dell'arrampicata e non solo. Vero che bisogna convivere con la società e le sue regole. Per non rischiare di vivere lamentandosi e basta. Ma sono d'accordo con Piede (lo so... è pazzesco) che vivere in funzione dei "risultati", che è il mantra della società moderna, è una cosa tristissima. Soprattuto per i bambini. La scuola (molte scuole e molti tipi di scuola) in questo senso sono spesso pessime. I bambini devono innanzitutto fare i bambini e l'agonismo infantile e la scuola che insegna solo nozioni, ordine e disciplina sono lontane anni luce dalla mia idea di infanzia felice. Lo dico da genitore. Franz, non è così facile dire che non è mai troppo presto insegnare certe cose. È sempre troppo presto ed è sempre troppo tardi. E soprattutto non è purtroppo possibile stabilire delle regole. Le variabili della vita sono per fortuna infinite.


Chi non si preoccupa del proprio futuro finirà col doversi preoccupare del proprio presente. Ora più che mai, con il vecchio continente chiaramente in declino, secondo me è necessario maturare prima di quanto non si facesse 20 o 30 anni fa.
Le vairabili della vita sono sì molte, ma ognuna per me aggiunge incertezza e difficoltà. A meno di non sapere per certo di essere nati con un ferro di cavallo su per il cülo come dicono i 'mmmerigani.
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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda ncianca » lun mag 04, 2015 14:15 pm

Franz the Stampede ha scritto:Ora più che mai, con il vecchio continente chiaramente in declino, secondo me è necessario maturare prima di quanto non si facesse 20 o 30 anni fa.

Vedi... è proprio questo che chi non è genitore fatica a comprendere. "Maturare"... "crescere", "diventare grandi", che cosa vuol dire? È un valore universale? Preoccuparsi del proprio futuro? Ma di cosa stai parlando? Di un bambino di 4 anni? Di uno di 6 anni? Di uno di 10? O di un bamboccio di 25-30 anni? Ma se il mondo chiede ai bambini di essere adulti, perdonami, non mi sembra un mondo giusto. Posso fare qualcosa? Per me no. Per mia figlia sì. Ripeto, da genitori ci si rende conto che il nostro futuro è quello dei nostri figli, perché il nostro futuro senza figli è il niente. Sto cercando di convincere all'accoppiamento forzato per un senso di dovere ontologico? Assolutamente no. Sono stato cagato su un marciapiede probabilmente per lo stesso senso di dovere ontologico, per ignoranza, povertà, di sicuro non c'erano situazioni di ferri di cavallo su per il culo di nessuno e la vita reale insegna che non ne bastano mai di ferri di cavallo. Sto dicendo un'altra cosa molto più semplice: esiste un ordine naturale delle cose che non andrebbe violentato in nome di niente e nessuno, i bambini hanno il diritto di essere dei bambini. È come i genitori, gli adulti scelgono di garantire loro questo diritto che dipende il futuro. Se il mondo fosse fatto solo di arrampicata sportiva e niente altro vuole dire allora che dovrei mettere mia figlia sul pannello a seguire schede di allenamento il prima possibile? Può darsi che sarebbe la scelta più ovvia, quella socialmente più accettata e condivisa, ma mi farebbe molta "tristezza" per usare le parole di Piede, appunto.
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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda PIEDENERO » lun mag 04, 2015 14:33 pm

nic

Ora si che sono confusa, dopo queste tue adorabili parole. Lo hai fatto apposta per riconquistarmi, lo so , per te è un arte :lol: , ma ora coniglietta, cosa dirà?


Fts

La paura, il timore ti fottono, ci fottono. Non potrai mai sapere come andrà a finire. O meglio lo sappiamo tutti che finirà. Ma come e quando no, per fortuna.
Ti puoi attrezzare, migliorare, preparare agli eventi, ma mai abbastanza.
Non farti fregare dal futuro, tanto vince lui.
Rilassiamoci un po' e viviamo il presente.
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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda ncianca » lun mag 04, 2015 15:11 pm

Piede... Che l'urlo di Obilo ti accompagni sempre e se funziona la metà delle canzoncine della mia piccola vedrai che prenderai un grado trad come niente. Il resto è pasta di salsiccia :-D
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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda Franz the Stampede » lun mag 04, 2015 16:41 pm

ncianca ha scritto:esiste un ordine naturale delle cose che non andrebbe violentato in nome di niente e nessuno, i bambini hanno il diritto di essere dei bambini.

Ciò che dici è bello e giusto, ma secondo me le circostanze ci stanno portando a una situazione in cui, secondo me, si deve crescere più in fretta. Ok, non a livello di bambini, sicuramente parlo di non prima dei 14 anni, forse non prima dei 18 con tutti le approssimazioni del caso.

E anche parlando di persone più giovani, io non ci vedo nulla di male in un bambino (i.e. età da scuola elementare e al massimo media) che si ritrova in situazioni che gli fanno capire la connessione tra impegno e risultati, anche solo in un ambito di divertimento come può essere il tuo sport o il tuo gioco preferito.
Non credo che questa nozione da sola basti a violentare l'infanzia, ma sono sicuro che la sua mancanza, da sola, rovina di certo una vita adulta.
D'altronde, ripeto, l'impegno arriva con il primo giorno di scuola, e con esso i risultati e il giudizio su questi.
Per favore non crediamo alla fandonia nordeuropea di una scuola (o vita) in cui non ci dovrebbe essere nessun tipo di valutazione o di giudizio, è quanto di più falso si possa insegnare a un bambino/a o ragazzo/a.

Se il mondo fosse fatto solo di arrampicata sportiva e niente altro

Non ho mai detto che sia così, né ho mai sperato che lo fosse. Chiaro, l'ossessione è rischiosissima, l'alienazione una cosa brutta anche se proviene dal dedicarsi al 200% a qualcosa che in teoria è bello e giusto.
Ripeto, riconoscere certi meccanismi sufficientemente presto secondo me è anche più facile o, meglio, meno difficile. Riconoscerli, non per forza metterli in pratica in tutto e per tutto in ogni momento, ma per lo meno sapere che ci sono.

PIEDE, hai ragione che non esiste nulla che sia a prova di tutto, men che meno l'essere umano. Ma da qui all'essere totalmente privo di preoccupazioni, al non volersi preparare, migliorare etc perché tanto c'è sempre la tegola che cade dal tetto e ti photte, mi sembra eccessivo.
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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda VECCHIO » lun mag 04, 2015 17:24 pm

Sono molto contento perchè mio figlio di 23 anni con il quale ho scalto dalla comici in lavaredo a 16 anni, a voyage selon gulliver, al cozzolino al mangart alternati a 21, si allena seriamente, non si vuole iscrivere al cai e mi dice che se andiamo ogni tanto a fare una bella via lui è contento.
E non va mai a scalare !!! Fa altro.............................
Così io non mi preoccupo più di un po'.
....ALPINISTA......NO GUIDA....... questa mi scombussola
Scalare con gli esperti del cai... son sempre dei grossi guai...... questa mi piace
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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda ncianca » lun mag 04, 2015 17:38 pm

Franz the Stampede ha scritto:...

Tu hai esordito con: "Non è mai troppo presto per capire che i risultati vengono dall'impegno e dalla dedizione, due cose che non sono necessariamente in antitesi col divertirsi. La scuola comincia a 6 anni e già a quell'età si comincia a fare qualcosa che può non piacere a tutti ma che è comunque necessario imparare a fare"

La connessione tra impegno e risultati è una menzogna, Franz. Ti pare che quelli che si impegnano a fondo ottengono sempre i risultati sperati? Esiste il valore dell'impegno, quello sì, è una sfumatura sottile, ma importante.

Non so a quale fandonia nordeuropea tu faccia riferimento, io più a nord di Londra non ho mai vissuto e non mi pare che a Londra non si viva in funzione dei risultati. Una scuola senza valutazioni e giudizi faccio fatica a vederla anche io, ovvio. Chi ha auspicato una cosa così? Ti ho perso un pochino qui...

Continui a parlare di "crescita", fai dei numeri, già si capisce qualcosa, "sicuramente non prima dei 14 anni, forse non prima dei 18", però sopra dicevi "scuola... 6 anni", si parlava di arrampicata, di un esempio di baby campione come Ashima, di una bambina per davvero, perdonami, ma se stiamo adesso parlando di altro mi sono perso un passaggio.

Piede scrive, cito: "Vivere in funzione dei risultati è un'idea che mi intristisce tantissimo. Lasciamo che il gioco sia il gioco. Se poi chi studia riesce a divertirsi meglio per lui ma io terrei le cose ben distinte" Mi pare che ci sia sostanzialmente la banale distinzione tra dovere e piacere, quello sì che va insegnato ai bimbi, anche di 2 anni. Io non l'ho inteso come una predica a vivere "privo di preoccupazioni, al non volersi preparare, migliorare, etc." Anche qui ti ho perso un po'.

Forse aiuterebbe se tu sapessi chi è Piede nella vita reale... oltre che l'oggetto del desiderio di coniglio e il massimo teorico di mungitura e affini :mrgreen:
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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » lun mag 04, 2015 18:50 pm

Ohei non allarghiamoci!

La lizza per chi sia il massimo teorico della mungitura è apertissima. E io, modestamente, penso di aver le mie belle carte da giocare.

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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda ncianca » lun mag 04, 2015 18:56 pm

tacchinosfavillantdgloria ha scritto:Ohei non allarghiamoci!

La lizza per chi sia il massimo teorico della mungitura è apertissima. E io, modestamente, penso di aver le mie belle carte da giocare.

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Ti devi impegnare, tacchino, per ottenere certi risultati... tu non sai chi è Piede... Ondra sta al grado in libera come Piede sta al grado obbligatorio. Non so se mi spiego.
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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda brando » lun mag 04, 2015 20:25 pm

mi intrometto, a livello di curiosità, per chiedere a Franz se parla di "impegno e dedizione precoci" (cit.) a livello teorico oppure per esperienza diretta e personale

perchè si tratta di una questione un pelo spinosa, che travalica l'arrampicata ed entra nel contesto della vita nel suo complesso (forse non ho ben espresso il concetto, ma vabbè)... e vorrei capire se i suoi sono concetti idealistici o basati su conoscenza diretta
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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda Franz the Stampede » lun mag 04, 2015 21:13 pm

ncianca ha scritto:La connessione tra impegno e risultati è una menzogna, Franz. Ti pare che quelli che si impegnano a fondo ottengono sempre i risultati sperati? Esiste il valore dell'impegno, quello sì, è una sfumatura sottile, ma importante.


Where there's a will, there's a way. Basta non vivere in un mondo di fantasia (e anche qui crescere al giusto ritmo aiuta) e non prefiggersi obiettivi improbabili.

Non so a quale fandonia nordeuropea tu faccia riferimento, io più a nord di Londra non ho mai vissuto e non mi pare che a Londra non si viva in funzione dei risultati. Una scuola senza valutazioni e giudizi faccio fatica a vederla anche io, ovvio. Chi ha auspicato una cosa così? Ti ho perso un pochino qui...

Svedesi, danesi, norvegesi. Da loro vige il concetto della Legge di Jante, praticamente una tendenza sociale a non voler strafare o comunque a non differenziarsi in meglio. In Scandinavia c'è chi auspica una scuola praticamente senza voti o graduatorie alcune, in cui nessun bambino/a ha idea se è più o meno bravo dell'altro. Perché l'essere giudicati porta a gravi sconquassi mentali e blah blah blah...

Continui a parlare di "crescita", fai dei numeri, già si capisce qualcosa, "sicuramente non prima dei 14 anni, forse non prima dei 18", però sopra dicevi "scuola... 6 anni", si parlava di arrampicata, di un esempio di baby campione come Ashima, di una bambina per davvero, perdonami, ma se stiamo adesso parlando di altro mi sono perso un passaggio.

Parlavo della scuola (i.e. elementari, ovvero età di 5 o 6 anni) come il primo momento in cui si abbandona l'infanzia completa e, secondo me, si è davanti ad un minimo di responsabilità: studiare, per quanto poco, ma comunque studiare cose di cui magari non te ne frega quanto i Transformer o la bambina dai capelli rossi della classe affianco. Basta che un bambino ti chieda "ma perché devo andare a scuola?" e che tu gli risponda onestamente e track "il bambino deve fare il bambino" non è più vero al 100%. Quindi, se quel tipo di pensiero per forza di cose comincia ad essere presente a quell'età, non vedo perché nascondersi dietro ad un dito e fare finta che non si applichi ad altre cose. Vuoi l'arrampicata, vuoi un altro sport, vuoi il disegnare, vuoi Space Invaders, vuoi la settimana enigmistica o una scacchiera.

Piede scrive, cito: "Vivere in funzione dei risultati è un'idea che mi intristisce tantissimo. Lasciamo che il gioco sia il gioco. Se poi chi studia riesce a divertirsi meglio per lui ma io terrei le cose ben distinte" Mi pare che ci sia sostanzialmente la banale distinzione tra dovere e piacere, quello sì che va insegnato ai bimbi, anche di 2 anni. Io non l'ho inteso come una predica a vivere "privo di preoccupazioni, al non volersi preparare, migliorare, etc." Anche qui ti ho perso un po'.


Per me ci sono due cose. Il fatto che esista un "dovere" e un "piacere" ma anche il fatto che i risultati sono connessi all'impegno. Sia nel dovere che nel piacere (a meno che il piacere sia solo guardare la TV o cose simili totalmente passive e non interattive). Continuo a non capire questa paura dell'impegnarsi. Esiste il divertimento, ma esiste anche la soddisfazione e le due cose possono convivere.

I miei concetti sono basati su esperienza diretta mia (nel mio piccolo) e di persone che conosco. Non vedo nulla di male in una persona giovane che si impegna molto a fare le cose che gli piacciono. Ripeto, da quando mediocrità e banalità sono un buon esempio per chiunque, grandi o bambini che siano?
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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda brando » lun mag 04, 2015 21:51 pm

io ho chiesto se avevi esperienze dirette, ma sono rimasto effettivamente troppo vago... intendevo, perchè ci sono passato, se avevi esperienza a livello agonistico in età scolare (che vuol dir cmq poco... diciamo prima dei 18)

il fatto è che a quell'età si è in fase di sviluppo, quindi non si è completi fisicamente e mentalmente... il rischio di provocare danni non è trascurabile
se non si viene seguiti da un sistema (famiglia, scuola, ecc.) si rischia di concentrarsi troppo su un solo aspetto della vita, in questo caso l'allenamento, e trascurare il resto... con tutto quel che ne consegue
senza contare che determinati tipi d'allenamento in età di sviluppo possono portare a problemi fisici da adulti
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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » lun mag 04, 2015 22:01 pm

La legge di Jante non la conoscevo, ogni tanto si impara qualcosa anche sul forum :wink: .

Detto questo, le socialdemocrazie nordiche avranno tanti difetti: personalmente però, pur non avendo esperienza diretta di nessuna delle due, fra una società egualitaria come quelle scandinave e una ferocemente competitiva modello anglosassone credo prorpio che sceglierei la prima.

Poi, naturalmente, de gustibus.

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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda Persephone84 » lun mag 04, 2015 22:20 pm

Mah... Leggendo e rileggendo i vari interventi, ho l'impressione, non vogliatemene, che ci stiamo facendo tutti, me compresa, delle grandi seghe mentali, andando anche decisamente OT.
"Dove andrà l'arrampicata?" ... E chi lo sa? Forse alle olimpiadi, o forse a morire, almeno come sport professionistico. Chissà, magari tra 30 anni ci saranno pareti di arrampicata artificiali in ogni comune come adesso ci sono i campi da calcio, e società sportive dove verranno allenati i giovani talenti. O forse non se la filerà più nessuno e resterà soltanto un passatempo per gli scalatori della domenica. Ma davvero ci interessa di quello che succederà nell'olimpo dei pochi eletti? A me no. Tanto so di essere comunque già troppo vecchia e troppo scarsa per fare realmente la differenza. Io sono una climber della domenica, di quelle che godono di aver chiuso pulito un 6a. E se tra dieci anni il carrozzone mediatico sorto attorno a questi bimbi prodigio dovesse spegnere i riflettori, sinceramente quello che spero è di essere io ancora in grado di caricare in auto quattro amici, corde e ferramenta, ed essere felice di andare a mettere le dita sulla roccia...
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