da coniglio » gio nov 22, 2012 16:37 pm
Sono giorni che giro alla larga da questo topic per la tremenda paura di scrivere qualcosa di banale. qualcosa che in qualche modo non sia all'altezza di quello che provo dentro.
ma non posso farne a meno.e poi tutto sommato, chissenefrega.
appartengo alla nuova generazione; per intenderci quella che guarda i video di Sharma, Ondra, che usa rinvii leggeri, imbraghi comodi e scarpe che costano un patrimonio.
in pratica sono uno di quelli che ha trovato la pappa pronta (leggasi, falesia interamente chiodate, catene con moschettoni...spits e guide per l'allenamento - è anche per questo che spesso tendo a difendere sempre i chiodatori senza se e senza ma), per cui non ho assistito alla genesi della disciplina.ma mi affascina.e cerco sempre di informarmi.
Agli inizi infatti, vuoi per educazione o rispetto, oppure per una serie di circostanze e fortunate coincidenze mi sono avvicinato da subito alla vecchia scuola.
sia chiaro, non lo dico perchè è morto. l'ho sempre sostenuto:
io scalo perchè ho visto scalare Edlinger.
e questo modo di intendere, non solo la scalata, ma tutto ciò che essa comprende, e che lui descriveva così bene, mi ha portato, nella ricerca diu queste sensazioni, ad essere una persona migliore.per lo meno mi sento così.c'è ancora molta strada da fare, ma finora sono soddisfatto
ricordo ancora la prima volta dei suoi video.mi sono arrivate nitide emozioni che fino a quel momento mi aveva dato solo la musica, oppure suonare...i suoi movimenti non rimanevano confinati solo nella dimensione fisica.
rimanevo lì incollato a guardare.continuamente. con le mani che sudavano.
poesia in movimento."vedevo" cosa può dare la scalata.
da quel momento, ogni volta che arrampico cerco quella inspiegabile sensazione (e ultimamente questa ricerca l'ho sdoganata anche alla vita quotidiana).
so solo che mi batte il cuore, batte per una estrema pace che ti riempie e che in qualche modo ti completa. un movimento particolare, un appoggio caricato in un certo modo... una leggerezza d'animo e di corpo che rimane come un'impronta. hai la sensazione che non è più come prima.che hai provato qualcosa di autentico. che sei a posto così...
per cui quando ti chiedono cos'è per te scalare, è questo; e buona parte sta proprio nella ricerca di questo.
Lui lo spiegava così bene!
lo ripeto, sarò retorico o banale, io scalo perchè ho visto scalare Edlinger.
e gli sarò sempre grato.
rimanendo poi in ambito prettamente sportivo.
mero gesto tecnico.
premesso che non sono assolutamente un appassionato di calcio (anzi, prima di Patrick non ho mai fatto altri sport), ma in ambito "sportivo" (nella misura in cui questa parola ricomprende la componente fisica della disciplina arrampicata) - mi sento di paragonarlo forse a quello che per il calcio è stato Baggio.non so.
parlo di sensazioni...si possono spiegare ma fino ad un certo punto.
fattostà che mi è capitato di piangere.
l'ho sempre fatto e continuerò a farlo, ti porto dentro Patrick, merci.
La libertà è tutto ciò che dobbiamo a noi stessi