da Pié » mar ott 22, 2013 17:56 pm
Callaghan ha scritto:ecco. questa secondo me è la discriminante tra chi ha il senso del relativo e chi quello dell'assoluto. da qui non si scappa. e soprattutto se non si è in grado di cogliere questo gradino, non si va da nessuna parte.
(...)
quindi bravi bocia (ci mancherebbe!) ma per me l'alpinismo è anche altro ed il ripeterlo, che è anche altro, non è per invidiosa manchevolezza, ma per sottolineare, ad esempio, che l'alpinismo può avere altri contenuti contenuti oltre al VI+/A3 e 8 ore di avvicinamento su prati verticali.
(...)
da Rutto » mar ott 22, 2013 17:57 pm
da Pié » mar ott 22, 2013 18:06 pm
Rutto ha scritto:La mia opinione su cosa, scusa?
Rutto ha scritto:uarda, Pié, che io non ho bacchettato la via, l'articolo, i ragazzi, o che.
Mi son solo permesso di far notare che il titolo era un pò assolutistico. Sia ben chiaro.
da Danilo » mar ott 22, 2013 18:14 pm
Pié ha scritto:Callaghan ha scritto:ecco. questa secondo me è la discriminante tra chi ha il senso del relativo e chi quello dell'assoluto. da qui non si scappa. e soprattutto se non si è in grado di cogliere questo gradino, non si va da nessuna parte.
(...)
quindi bravi bocia (ci mancherebbe!) ma per me l'alpinismo è anche altro ed il ripeterlo, che è anche altro, non è per invidiosa manchevolezza, ma per sottolineare, ad esempio, che l'alpinismo può avere altri contenuti contenuti oltre al VI+/A3 e 8 ore di avvicinamento su prati verticali.
(...)
Parlando dell'articolo in questione per me è un bell'articolo che a me ha saputo trasmettere tanto e del quale le difficoltà sono solo il contorno. quindi è per questo che ho trovato fastidioso, si Rutto hai ragione, il volerlo bacchettare con quel tono.
Ma questo per me non significa che possa o debba trasmettere qualcosa solo un certo tipo di salite: così come ci sono state salite in culo al mondo che mi hanno detto poco ci sono state salite di fondovalle che mi han trasmesso tanto.
da Odin Eidolon » mar ott 22, 2013 18:16 pm
Danilo ha scritto:Pié ha scritto:Callaghan ha scritto:ecco. questa secondo me è la discriminante tra chi ha il senso del relativo e chi quello dell'assoluto. da qui non si scappa. e soprattutto se non si è in grado di cogliere questo gradino, non si va da nessuna parte.
(...)
quindi bravi bocia (ci mancherebbe!) ma per me l'alpinismo è anche altro ed il ripeterlo, che è anche altro, non è per invidiosa manchevolezza, ma per sottolineare, ad esempio, che l'alpinismo può avere altri contenuti contenuti oltre al VI+/A3 e 8 ore di avvicinamento su prati verticali.
(...)
Parlando dell'articolo in questione per me è un bell'articolo che a me ha saputo trasmettere tanto e del quale le difficoltà sono solo il contorno. quindi è per questo che ho trovato fastidioso, si Rutto hai ragione, il volerlo bacchettare con quel tono.
Ma questo per me non significa che possa o debba trasmettere qualcosa solo un certo tipo di salite: così come ci sono state salite in culo al mondo che mi hanno detto poco ci sono state salite di fondovalle che mi han trasmesso tanto.
...l'ho aggiunta io se no non si capiva il filo del discorso
da Rutto » mar ott 22, 2013 19:31 pm
Pié ha scritto:ti chiedevo di approfondire la tua visione sul concetto di impegno e valore di una salita. io ho espresso la mia opinione, mi piaceva capire bene quale sia la tua.
da elcanlapo » mar ott 22, 2013 19:50 pm
da Rutto » mar ott 22, 2013 20:01 pm
da Pié » mar ott 22, 2013 21:10 pm
Danilo ha scritto:me medesimo ha scritto:Parlando dell'articolo in questione per me è un bell'articolo che a me ha saputo trasmettere tanto e del quale le difficoltà sono solo il contorno. quindi è per questo che ho trovato fastidioso, si Rutto hai ragione, il volerlo bacchettare con quel tono.
Ma questo per me non significa che possa o debba trasmettere qualcosa solo un certo tipo di salite: così come ci sono state salite in culo al mondo che mi hanno detto poco ci sono state salite di fondovalle che mi han trasmesso tanto.
...l'ho aggiunta io se no non si capiva il filo del discorso
da emanuele » mar ott 22, 2013 21:25 pm
ma condivido l'entusiasmo di cristi per la passione di questi due ragazzi che spero anch'io che l'abbiano fatto per loro stessiRutto:per me l'alpinismo non è un'attività migliore/superiore di altri sport all'aria aperta. Più rischiosa, certo, ma questo dovrebbe, più che inorgoglirci, smuovere le nostre coscienze verso chi lasciamo a casa. Ma il pensiero dominante è che chi fa alpinismo/scala montagne/conquista pareti/apre vie che spostano l'asticella è, sotto sotto, migliore. Per me, tutto questo è MERDA...Per me hanno molto più valore certi discorsi rispetto ad altri Non sto su un forum per dire a tutti dove cacchio sono stato domenica Mettersi in discussione, e confrontarsi, questo per me è di gran lunga più importante
da Odin Eidolon » mar ott 22, 2013 21:36 pm
Rutto ha scritto:Secondo me le maggiori incomprensioni col sottoscritto derivano dal fatto che per me l'alpinismo non è un'attività migliore/superiore di altri sport all'aria aperta. Più rischiosa, certo, ma questo dovrebbe, più che inorgoglirci, smuovere le nostre coscienze verso chi lasciamo a casa. Ma il pensiero dominante è che chi fa alpinismo/scala montagne/conquista pareti/apre vie che spostano l'asticella è, sotto sotto, migliore.
Per me, tutto questo è MERDA. Della peggiore e più puzzolente specie.
Per me fare alpinismo, è fare un'attività all'aria aperta che ci da diletto. A noi. E questo dovrebbe riguardare solo noi e la nostra coscienza. Condividere queste esperienze oltre al mero scambio di informazioni tecniche ammantandole di significati che vadano oltre al nostro personale divertimento è già un tradimento dello spirito originario di questa nostra attività, oltre che un controsenso.
Per me. Se decido di salire tal via, o tal cima, è perchè io l'ho deciso, e l'ho scelto, e ho valutato l'impegno consono alle mie capacità. So che può sembrare fuori tema. Ma il tutto è una cosa che riguarda solo ME. Per me la condivisione delle emozioni non ha senso, è una cosa non trasmissibile nella sua interezza e che in molti casi è dettata solo dal fatto che non l'abbiamo fatto per noi stessi, ma per comunicarlo agli altri. Cerchiamo un interlocutore, ma dimentichiamo che l'interlocutore più importante siamo noi. In questo senso tutto questo mio discorso è pertinente: la domanda non è perchè cerchiamo le difficoltà, ma per chi. Per noi stessi, o per gli altri? Io mi sono risposto con onestà a questa domanda, e quando ho capito che tutto è commisurato a me, ho smesso di coinvolgere gli altri nel mio vissuto. Posso consigliare qualcosa che si è rivelato all'altezza di quello che pensavo di trovare, ben sapendo che potrebbe rivelarsi brutto o insignificante per altri. Ma la ricerca della difficoltà per me o dell'isolamento sono parte di una scelta che fa parte di un'esperienza complessiva. Lo spirito con cui affronto qualcosa è sempre lo stesso. Quindi decade, per me, il problema se la logistica si complica. Solo il tempo è una discriminante, nel senso che se potessi allenarmi e avere sempre la giornata, o i giorni liberi, quando è bello farei tutto quello che mi piace con lo stesso spirito, sia esso un sasso o una via in Civetta, o sul Denali. La differenza ce l'ho presente, non serve che qualcuno me lo faccia notare. Se io cerco la difficoltà, la roccia bella o la roccia marcia, non bado che sia lato strada o in coppa al mondo e in questo non attribuisco più valore ad una cosa piuttosto che ad un'altra. Se tu l'impegno lo scegli per te stesso, non è più un impegno, ma parte integrante di ciò che hai scelto di fare consapevolmente per te stesso. Un pò come fare i compiti o leggere per piacere personale. Conta quello che ti resta, ed è soggettivo. Per questo mi impunto con chi mi dice che questo è giusto, questo è meglio, questo fa schifo. Perchè è un controsenso, un giudizio assoluto, una mancanza di rispetto.
da Pié » mar ott 22, 2013 21:42 pm
Rutto ha scritto:Pié ha scritto:ti chiedevo di approfondire la tua visione sul concetto di impegno e valore di una salita. io ho espresso la mia opinione, mi piaceva capire bene quale sia la tua.
Secondo me le maggiori incomprensioni col sottoscritto derivano dal fatto che per me l'alpinismo non è un'attività migliore/superiore di altri sport all'aria aperta. Più rischiosa, certo, ma questo dovrebbe, più che inorgoglirci, smuovere le nostre coscienze verso chi lasciamo a casa. Ma il pensiero dominante è che chi fa alpinismo/scala montagne/conquista pareti/apre vie che spostano l'asticella è, sotto sotto, migliore.
Per me, tutto questo è MERDA. Della peggiore e più puzzolente specie.
Per me fare alpinismo, è fare un'attività all'aria aperta che ci da diletto. A noi. E questo dovrebbe riguardare solo noi e la nostra coscienza. Condividere queste esperienze oltre al mero scambio di informazioni tecniche ammantandole di significati che vadano oltre al nostro personale divertimento è già un tradimento dello spirito originario di questa nostra attività, oltre che un controsenso. Per me. Se decido di salire tal via, o tal cima, è perchè io l'ho deciso, e l'ho scelto, e ho valutato l'impegno consono alle mie capacità. So che può sembrare fuori tema. Ma il tutto è una cosa che riguarda solo ME. Per me la condivisione delle emozioni non ha senso, è una cosa non trasmissibile nella sua interezza e che in molti casi è dettata solo dal fatto che non l'abbiamo fatto per noi stessi, ma per comunicarlo agli altri. Cerchiamo un interlocutore, ma dimentichiamo che l'interlocutore più importante siamo noi. In questo senso tutto questo mio discorso è pertinente: la domanda non è perchè cerchiamo le difficoltà, ma per chi. Per noi stessi, o per gli altri? Io mi sono risposto con onestà a questa domanda, e quando ho capito che tutto è commisurato a me, ho smesso di coinvolgere gli altri nel mio vissuto. Posso consigliare qualcosa che si è rivelato all'altezza di quello che pensavo di trovare, ben sapendo che potrebbe rivelarsi brutto o insignificante per altri. Ma la ricerca della difficoltà per me o dell'isolamento sono parte di una scelta che fa parte di un'esperienza complessiva. Lo spirito con cui affronto qualcosa è sempre lo stesso. Quindi decade, per me, il problema se la logistica si complica. Solo il tempo è una discriminante, nel senso che se potessi allenarmi e avere sempre la giornata, o i giorni liberi, quando è bello farei tutto quello che mi piace con lo stesso spirito, sia esso un sasso o una via in Civetta, o sul Denali. La differenza ce l'ho presente, non serve che qualcuno me lo faccia notare. Se io cerco la difficoltà, la roccia bella o la roccia marcia, non bado che sia lato strada o in coppa al mondo e in questo non attribuisco più valore ad una cosa piuttosto che ad un'altra. Se tu l'impegno lo scegli per te stesso, non è più un impegno, ma parte integrante di ciò che hai scelto di fare consapevolmente per te stesso. Un pò come fare i compiti o leggere per piacere personale. Conta quello che ti resta, ed è soggettivo. Per questo mi impunto con chi mi dice che questo è giusto, questo è meglio, questo fa schifo. Perchè è un controsenso, un giudizio assoluto, una mancanza di rispetto.
da tacchinosfavillantdgloria » mer ott 23, 2013 7:42 am
da Odin Eidolon » mer ott 23, 2013 8:32 am
tacchinosfavillantdgloria ha scritto:Il discorso è obiettivamente difficile da affrontare nel contesto di un forum.
da sö drèc » mer ott 23, 2013 8:46 am
da cristi » mer ott 23, 2013 9:23 am
da tacchinosfavillantdgloria » mer ott 23, 2013 9:34 am
sö drèc ha scritto:perchè nell'arrampicata uno dei piaceri
è entrare "in bolla" cioè avere la mente concentrata e totalmente sgombra
da pensieri.
.
da VECCHIO » mer ott 23, 2013 9:34 am
da tacchinosfavillantdgloria » mer ott 23, 2013 9:40 am
Pié ha scritto:
scusa il terzo grado :
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