incidenti in falesia...

Area dedicata all'arrampicata sportiva e al bouldering.

Messaggioda PIEDENERO » lun lug 08, 2013 16:39 pm

CAVA ha scritto:Aggiungo anche di aver trovato molti riscontri nell'ottimo editoriale (postato nelle news oggi) da Elio Bonfanti.


.

grazie cava. non l'avevo notato.
mi pare un ottimo articolo, da leggere e divulgare assolutamente.



http://www.planetmountain.com/News/shownews1.lasso?l=1&keyid=41033
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Messaggioda giudirel » lun lug 08, 2013 16:45 pm

Dalle immersioni si può imparare il controllo reciproco. Quando parto per un tiro do' uno strattoncino alla corda così mi rendo conto se il tipo ha passato il grigri giusto... se è tutto ok blocca.
Quando assicuro faccio lo stesso... se la corda non si sfila dall'imbrago vuol dire che il nodo è ben fatto.
Cerco di stare sotto e di dargli un'occhiata.
Ed evito le falesie quando c'è folla.
Il casco proprio non ce la faccio... ma so che è una pirlata.

Aggiungo che in 40 anni (in realtà 42) di arrampicata non ho mai visto moschettoni, fettucce, salcazzi o corde usate propriamente rompersi... ma magari sono stato molto fortunato.
Ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono e per questo si chiama presente.
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Messaggioda giorgiolx » lun lug 08, 2013 17:02 pm

giudirel ha scritto:Ed evito le falesie quando c'è folla.
Il casco proprio non ce la faccio... ma so che è una pirlata.


un paio di volte ho visto volare qualche sassoin qualche falesia, ebbene...non ci sono mai più andato... "bannate"
vado a uccidere il frigorifero che mi sta fissando

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Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » lun lug 08, 2013 17:15 pm

PIEDENERO ha scritto:
Viviamo una contraddizione, da una parte esaltiamo e ammiriamo chi compie imprese estreme dall?altro facciamo le pulci su come posizionare

aggiungo:
il casco in falesia è meglio averlo in testa, lo so, ma io non lo porto mai!perchè? !


Il rapporto che abbiamo con il rischio ha ben poco di razionale.

Ho letto da qualche parte, mi sembra sul sito di Albanesi, la definizione dell'alpinismo come "sport irrazionale", e in linea di massima sono abbastanza d'accordo.

Domenica sono andato a fare un bel giro in mountain bike: mi sono ben bene stancato, visto bei panorami in piacevole compagnia, tornato giù presto senza patemi d'animo. Il prossimo we ho in programma, neve permettendo, una classica in montagna, e già mi prende lo stress...sarà protetta decentemente, i gradi non saranno troppo duri...con il retro pensiero che al minimo contrattempo o colpo di mona rischio di ammazzarmi o rimanere invalido.

Spontanea scaturisce la domanda: perché invece non vai al rifugio bianchet in bici, non ti mangi una bella fetta di torta e non vieni a casa senza tante menate?

Non so se ci sia una risposta che vale per tutti. Credo che ci siano diversi motivi che spingono i climber/alpinisti a fare quello che fanno:

C'è chi ricerca la sensazione del limite, l'esperienza adrenalinica di affrontare e superare il rischio

C'è chi vuole dimostrare qualcosa, a se stesso (come preferiamo pensare) o agli altri (cosa che nessuno ammette ma chissà se ce la contiamo giusta)

C'è una spinta controfobica, il voler affrontare qualcosa che ci respinge ma proprio per questo paradossalmente ci attira.

C'è anche la pressione del gruppo, se sei entrato in un giro dove le persone fanno questa cosa (e di solito lo fanno in modo abbastanza esclusivo) abbandonare l'arrampicata significa sostanzialmente emarginarsi e cercarsi un'altra compagnia.

Poi certo, si dirà, c'è la passione per la montagna. Ma, come si è detto, ci sono tanti modi di godersi le crode senza bisogno di rischiare le penne.

Sproloquievoli saluti
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Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » lun lug 08, 2013 17:23 pm

PS io il casco in falesia lo porto sempre, quasi sempre sono l'unico e spesso mi guardano come un babbione.

Sbertucciati saluti
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Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » lun lug 08, 2013 17:33 pm

PIEDENERO ha scritto:
CAVA ha scritto:Aggiungo anche di aver trovato molti riscontri nell'ottimo editoriale (postato nelle news oggi) da Elio Bonfanti.


.

grazie cava. non l'avevo notato.
mi pare un ottimo articolo, da leggere e divulgare assolutamente.



http://www.planetmountain.com/News/shownews1.lasso?l=1&keyid=41033


Quoto dalla prima parola all'ultima.

Concordi saluti
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Messaggioda PIEDENERO » lun lug 08, 2013 18:14 pm

tacchinosfavillantdgloria ha scritto:
PIEDENERO ha scritto:
Viviamo una contraddizione, da una parte esaltiamo e ammiriamo chi compie imprese estreme dall?altro facciamo le pulci su come posizionare

aggiungo:
il casco in falesia è meglio averlo in testa, lo so, ma io non lo porto mai!perchè? !





Spontanea scaturisce la domanda: perché invece non vai al rifugio bianchet in bici, non ti mangi una bella fetta di torta e non vieni a casa senza tante menate?




C'è una spinta controfobica, il voler affrontare qualcosa che ci respinge ma proprio per questo paradossalmente ci attira.



TSdG

perchè se tu facessi un altro bel giro in bici sai già che ti romperesti le balle. :lol:

comunque, riallacciandomi anche ad un'altro topic. è un po' di tempo che sono poco motivato ed ero triste perchè mi mancava la motivazione. e già qui si capisce che non siamo a posto.
mi sono forzato e ho insistito. a volte mi sono divertito altre volte continuavo domandarmi "ma che c***o ci faccio qui?"
poi mi sono compromesso con ncianca e allora pur di non bidonarlo mi sono violentato. bene. siamo andati giovedi.
mercoledì ero incazzato con me stesso
giovedì, tiro dopo tiro mi sono ripreso
venerdì e sabato ero contento come un bambino.
penso che inconsciamente stessi cercando questo.
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Messaggioda ncianca » lun lug 08, 2013 18:57 pm

... ultima sosta, ultimo tiro e sopra di me c'e' un diedro strapiombante bellissimo. Uno alla volta si calano alla mia destra pezzi importanti della storia dell'alpinismo delle mie parti e non solo. Uno in particolare, dal quale ho avuto l'onore di imparare molto quando ero ragazzino, e mi dice "ciao, ciao" e io chino il capo e con tono reverenziale rispondo "arrivederci" e mi vergogno. Poi arriva il socio e insisto perche' sia lui a portarci in cima. In fondo lo scoglio di Mroz io non sapevo neanche dove fosse fino a 4 tiri fa. In fondo e' lui quello con piu' esperienza e ci siamo detti durante l'avvicinamento che chi ha piu' esperienza e' il capo cordata. Ma lui brontola sempre e brontolando vince il diedro e sparisce sopra l'ultimo risalto. La corda ora scorre piu' veloce tra le mie mani fino a quando invece del solito "molla tutto", sento ululare e tutto il Piantonetto riecheggia del suo ululato. E nella mia nicchia rido tra me e me. Il socio e' in sosta e si lascia andare. Ha chiuso i conti con una via che anni fa lo aveva respinto. Sono contento di avere contribuito anche se in modo infinitesimale a regalargli questo momento di euforia. E ulula. E mi viene in mente Ciro che mi recupera e canta a squarciagola all'uscita della nostra prima via trad a Swanage, un tramonto sull'oceano di una bellezza esasperata. Ripenso a quando sono salito sull'Aguglia di Goloritze' e ho levato le braccia al cielo ridendo come un cretino prima di qualunque altra cosa. E ancora all'abbraccio stretto con mia moglie, allora la mia ragazza, esausta, in cima al suo primo 4000. E a Luciano, il mio mentore per tanti anni, alle sue preghiere immancabili in vetta mentre lo osservo in rispettoso silenzio. E sono contento perche' mentre anche io mi confronto con quel diedro malvagio penso al momento in cui incrocero' lo sguardo del mio socio, e so gia' che per un attimo non ci saranno differenze d'eta', per un attimo saremo entrambi dei bambini felici. C'e' chi canta, c'e' chi prega, c'e' chi alza le braccia al cielo, c'e' chi ride, c'e' chi si abbraccia... e ora so che c'e' anche chi ulula. Ma tutti in fondo forse cercano solo quel momento di euforia bambinesca per il quale sono disposti anche a rischiare qualcosa, a volte troppo, a volte non abbastanza.


IMHO :lol:
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Messaggioda bondagnente » mar lug 09, 2013 10:28 am

tacchinosfavillantdgloria ha scritto:Domenica sono andato a fare un bel giro in mountain bike: mi sono ben bene stancato, visto bei panorami in piacevole compagnia, tornato giù presto senza patemi d'animo. Il prossimo we ho in programma, neve permettendo, una classica in montagna, e già mi prende lo stress...sarà protetta decentemente, i gradi non saranno troppo duri...con il retro pensiero che al minimo contrattempo o colpo di mona rischio di ammazzarmi o rimanere invalido.

Spontanea scaturisce la domanda: perché invece non vai al rifugio bianchet in bici, non ti mangi una bella fetta di torta e non vieni a casa senza tante menate?

scusa, tu in bici non corri pericoli?
sei proprio così sicuro di quello che fai?
io sinceramente ho rischiato la viti in bici per strada molte ma molte volte...è solo più innaturale l'incidente di arrampicata, soprattutto per chi non pratica l'arrampicata o ne parla nei giornali...ma se ci pensi il pericolo è sempre lì dietro lo stop che non ti vede, dietro al tornante che fa rally ubriaco, in discesa che ti scoppia la la ruota davanti sul sentiero ripido...la differenza è che non cadi dalla parete ma vieni investito da un automobile o ruzzoli per centinaia di metri...il fine è sempre lo stesso
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Messaggioda PIEDENERO » mar lug 09, 2013 10:34 am

bondagnente ha scritto:
tacchinosfavillantdgloria ha scritto:Domenica sono andato a fare un bel giro in mountain bike: mi sono ben bene stancato, visto bei panorami in piacevole compagnia, tornato giù presto senza patemi d'animo. Il prossimo we ho in programma, neve permettendo, una classica in montagna, e già mi prende lo stress...sarà protetta decentemente, i gradi non saranno troppo duri...con il retro pensiero che al minimo contrattempo o colpo di mona rischio di ammazzarmi o rimanere invalido.

Spontanea scaturisce la domanda: perché invece non vai al rifugio bianchet in bici, non ti mangi una bella fetta di torta e non vieni a casa senza tante menate?

scusa, tu in bici non corri pericoli?
sei proprio così sicuro di quello che fai?
io sinceramente ho rischiato la viti in bici per strada molte ma molte volte...è solo più innaturale l'incidente di arrampicata, soprattutto per chi non pratica l'arrampicata o ne parla nei giornali...ma se ci pensi il pericolo è sempre lì dietro lo stop che non ti vede, dietro al tornante che fa rally ubriaco, in discesa che ti scoppia la la ruota davanti sul sentiero ripido...la differenza è che non cadi dalla parete ma vieni investito da un automobile o ruzzoli per centinaia di metri...il fine è sempre lo stesso

si ma mentre pedali di norma non ti caghi sotto, non sei teso. godi del paesaggio e dell'arietta in faccia. il giorno prima non pensi che potresti essere investito da un suv in retromarcia o simili. :lol:
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Messaggioda ncianca » mar lug 09, 2013 10:51 am

PIEDENERO ha scritto:si ma mentre pedali di norma non ti caghi sotto, non sei teso. godi del paesaggio e dell'arietta in faccia. il giorno prima non pensi che potresti essere investito da un suv in retromarcia o simili. :lol:

Dici così perché non sei mai andato in bici a Londra. Comunque, scherzi a parte, è ovvio che siamo dipendenti da surge adrenalinico. La tua metà e la mia metà, che sono più qualificate di me e te messi insieme in questo campo, ci sapranno spiegare che l'adrenalina è un forte agente chimico che dà dipendenza. Siamo fondamentalmente dei drugà!
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Messaggioda Callaghan » mar lug 09, 2013 10:54 am

bondagnente ha scritto:scusa, tu in bici non corri pericoli?


per esempio una ottima cosa sarebbe iniziare a distinguere tra rischio e pericolo.
già questo permetterebbe a tutti di accorgersi che, ad esempio, sui bollettini nivo c'è scritto "pericolo 4", che non significa "rischio 4", come ormai si sente dire da tutti, e ti avrebbe spinto a scrivere "scusa, tu in bici non corri rischi?", che ha un significato molto diverso.
e non è questione di lana caprina: è questione di uovo sodo.

talmente sodo che istantaneamente si capirebbe la differenza tra sport-arrampicata ed arrampicata libera, tra pestare neve con gli sci o con le ciaspe, tra massacrare cascate con picche piuttosto che trapanare granito con i ramponi, oppure andare a funghi.

gira e rigira si torna sempre alla cultura ed al fatto che l'abbiamo buttata, chi più e chi meno, nel cesso, sostituita da anni di martellamento deteriore a cui si sono aggiunti i megafoni di internet dove la cosa importante è scrivere, non leggere.
sembra che, al giorno di oggi, dire: "non lo so, chi me lo spiega?" oppure: "ho sbagliato, è colpa mia" sia non solo vietato, ma una totale abiezione.
siamo tutti quanti diventati molto più superbi e molto meno sensibili all"educazione" in senso lato: basta, appunto, leggere per bene i commenti sul tragico accaduto di questi giorni (che è un tragico piuttosto quotidiano in montagna, non è questo un caso speciale) e ci si rende conto di questo.

non siamo dei drogati, ncianca: siamo dei pirla.

ciao
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Messaggioda ncianca » mar lug 09, 2013 11:13 am

Callaghan ha scritto:non siamo dei drogati, ncianca: siamo dei pirla.

ciao

Potrei dirti che è una tautologia. Un drogato furbo lo devo ancora incontrare. Mi piace invece il discorso sulla differenza tra rischio e pericolo.

Ciao pure a te ;-)

Nic
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Messaggioda Callaghan » mar lug 09, 2013 11:54 am

ncianca ha scritto:Potrei dirti che è una tautologia. Un drogato furbo lo devo ancora incontrare.

sbaglieresti nel dirlo: data per scontata la differente idea che può esserci nell'assegnare un giudizio di merito verso una o l'altra categoria, partendo dal presupposto di assegnare una categoria negativa all'azione del drogarsi, essere pirla è condizione necessaria per drogarsi, ma non sufficiente. questo significa che in giro ci sono pirla che non si drogano.

ncianca ha scritto:Mi piace invece il discorso sulla differenza tra rischio e pericolo.
ti ringrazio, ma non ti deve piacere: lo devi capire. questa differenza non l'ho inventata io, è sintatticamente e semanticamente così.

buona scalata
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Messaggioda Rutto » mar lug 09, 2013 12:26 pm

Callaghan ha scritto:gira e rigira si torna sempre alla cultura ed al fatto che l'abbiamo buttata, chi più e chi meno, nel cesso, sostituita da anni di martellamento deteriore a cui si sono aggiunti i megafoni di internet dove la cosa importante è scrivere, non leggere.
sembra che, al giorno di oggi, dire: "non lo so, chi me lo spiega?" oppure: "ho sbagliato, è colpa mia" sia non solo vietato, ma una totale abiezione.
siamo tutti quanti diventati molto più superbi e molto meno sensibili all"educazione" in senso lato


Quant'è vera sta cosa...
Ora chiunque con un paio di clic può informarsi all'istante su tutto e dire: "lo sapevo, son scafato, io"
Anche quando, in realtà, non sapeva un c azzo
Rutto
 

Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » mar lug 09, 2013 12:54 pm

http://www.ausl.rn.it/doceboCms/wiki/13 ... lo-rischio

Io, immodestamente, ho sempre pensato di avere una passabile conoscenza della lingua italiana, ma questa sostanziale differenza fra rischio e pericolo, pur avendo scartabellato un po' in giro, faccio tuttora fatica a capirla del tutto.

Detto questo, c'è chi muore anche facendo la vasaloppet perché gli viene un infarto per il freddo e la fatica, ma nessuno penserebbe allo sci di fondo come sport in cui si rischia la vita. Poi parlando di bici, un conto è fare gare di downhill, un conto pedalare in souplesse fino al rifugetto e scendere lemme lemme stando ben attenti a non prendere velocità.

Sul discorso del surge adrenalinico, sono senz'altro d'accordo, e mi sto anche convincendo che ci siano tendenzialmente due categorie di praticanti sportivi: chi appunto cerca la stimolazione adrenalinica con l'arrampicata, il paura pendio, lo sci estremo ecc. e chi cerca invece un benessere "endorfinico" con sport di fatica - trekking, sci da fondo, salite in bici e così via.

Lessicali saluti
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Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » mar lug 09, 2013 13:01 pm

Mi permetto anche di riportare questo articoletto (mi scuserete la cacofonia)

http://u.jimdo.com/www52/o/scc552e8dd0b ... 1373364267

Saluti
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Messaggioda Vigorone » mar lug 09, 2013 13:10 pm

tacchinosfavillantdgloria ha scritto:Io, immodestamente, ho sempre pensato di avere una passabile conoscenza della lingua italiana, ma questa sostanziale differenza fra rischio e pericolo, pur avendo scartabellato un po' in giro, faccio tuttora fatica a capirla del tutto.


A me e' venuta una spiegazione professionale. Gli acidi e le basi forti sono pericolosi, e infatti vanno custoditi e usati con moltissime attenzioni. Se pero' uso tutte le attenzioni, i DPI etc. rischio molto poco. Infatti i casi di operatori di laboratorio che si fanno male seriamente utilizzandoli sono estremamente rari.

Anche la nitroglicerina e' pericolosa, e infatti anch'essa viene utilizzata con moltissime cure. Il suo uso pero' e' piu' rischioso (e' meno controllabile dell'acido cloridrico) e infatti capita piu' spesso (percentualmente) che ci si faccia male seriamente.

Non so se ho detto giusto...
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Messaggioda silverhand » mar lug 09, 2013 13:22 pm

Il rischio è legato a una probabilità.
Il pericolo è invece legato agli effetti.
Cogito ergo sum
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Messaggioda Vigorone » mar lug 09, 2013 13:26 pm

silverhand ha scritto:Il rischio è legato a una probabilità.
Il pericolo è invece legato agli effetti.


Cioe' il pericolo e' oggettivo e definito a priori, il rischio dipende da come si affronta il pericolo. Giusto?
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