andare al seggio e non votare...

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Messaggioda VYGER » dom feb 24, 2013 22:10 pm

MarcoS ha scritto:anche nella cabina elettorale LO SPREAD ti vede!

piuttosto, avete provveduto a diffondere l'avviso ai votanti pdl?
l'ho già postato ma, data l'importanza, forse è meglio ripeterlo:

Sulla scheda elettorale bisogna annotare quanto versato per l'IMU, perché Silvio deve fare i conti. Se non scriverete la cifra del rimborso dovuto le schede verranno annullate. Mi raccomando. Diffondete.


Dici?
Ah, ecco perché, proprio all'ora del voto, è andato al picco massimo degli ultimi 2 mesi.
E a mercati chiusi...

:oops:
:roll:

Vabbe'...
Pazienza.
Rilancio di nuovo la raccomandazione di MarcoS.
A me lo ha detto anche la signorina del seggio...
:smt045
Non cesseremo di esplorare - E alla fine dell'esplorazione - Saremo al punto di partenza - Sapremo il luogo per la prima volta. T.S. Eliot
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Messaggioda MarcoS » dom feb 24, 2013 22:13 pm

PIEDENERO ha scritto:... marcos l' intelletualrivoluzionario ...


acchebén... :lol: troppa grassia. Nel test di un giornale una volta sono venuto fuori solo come semplice vietcong, non intellettualrivo...

e po' mi no vojo rivoussión, casìn, bordèo, mi vorìa na vida tranquilla, altroché. ostia!

e intanto son qua a far scontorni.... 'scoltando florence and the machine (bea voce, mejo de chéa scaja dea beioncé) e mumford and sons (bèi)
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Messaggioda PIEDENERO » dom feb 24, 2013 22:17 pm

MarcoS ha scritto:
PIEDENERO ha scritto:... marcos l' intelletualrivoluzionario ...


acchebén... :lol: troppa grassia. Nel test di un giornale una volta sono venuto fuori solo come semplice vietcong, non intellettualrivo...

e po' mi no vojo rivoussión, casìn, bordèo, mi vorìa na vida tranquilla, altroché. ostia!

e intanto son qua a far scontorni.... 'scoltando florence and the machine (bea voce, mejo de chéa scaja dea beioncé) e mumford and sons (bèi)

è ben per quello che si fanno le rivoluzioni.. 8)
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Messaggioda MarcoS » dom feb 24, 2013 22:27 pm

PIEDENERO ha scritto:....è ben per quello che si fanno le rivoluzioni.. 8)


sisi, però è che son faticose, ormai ho un'età...



poi, tanto per dire...

la grecia, son messi un po' peggio che di merda.

cioè, alle ultime votazioni sti grechi si sono rimessi nelle mani degli stessi politici, hanno seguito alla lettera i diktat della troi(k)a e vedi come stanno. e pure senza speranza di ripresa visibile.
Mi chiedo: se avessero avuto la forza di mandare europa, euro, e tutto il resto affanculo, ora QUANTO peggio starebbero?
Forse da un lato sicuramente meglio, in rovina ma liberi. Ora come ora mi paiono in rovina e schiavi.

alcuni dicono che grillo li spaventa.
beh,
a me, guardando la grechia, spaventano di più persone tipo bersani o monti, esplicitamente a tutto quello che ci chiede l'europa.
Viste le premesse qua in sto ultimo annetto e i risultati in grechia permetterete che mi senta un filino inquieto....


hm... mumford finiti... quasi quasi adesso passo a guillaume de machaut...
Ultima modifica di MarcoS il dom feb 24, 2013 22:46 pm, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda El Rojo » dom feb 24, 2013 22:44 pm

[youtube]http://www.youtube.com/v/b7OtWVLzAzk[/youtube]
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Messaggioda Sbob » dom feb 24, 2013 23:11 pm

MarcoS ha scritto:la grecia, son messi un po' peggio che di merda.

Lasciamo perdere la Grecia, che si meritano solo di stare con le pezze al culo... prima falsificano i conti, poi si lamentano che la cattiva europa pone condizioni per il salvataggio.
In altri tempi la faccenda si sarebbe forse risolta con una bella invasione e occupazione militare per riprendersi i soldi.
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Messaggioda coniglio » dom feb 24, 2013 23:51 pm

Ogni tanto, regolarmente, è bene rispolverarlo.
come una sorta di bussola di condotta

B E R L I N G U E R ha scritto: La passione è finita?

Per noi comunisti la passione non è finita. Ma per gli altri? Non voglio dar giudizi e mettere il piede in casa altrui, ma i fatti ci sono e sono sotto gli occhi di tutti. I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l'iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un "boss" e dei "sotto-boss". La carta geopolitica dei partiti è fatta di nomi e di luoghi. Per la DC: Bisaglia in Veneto, Gava in Campania, Lattanzio in Puglia, Andreotti nel Lazio, De Mita ad Avellino, Gaspari in Abruzzo, Forlani nelle Marche e così via. Ma per i socialisti, più o meno, è lo stesso e per i socialdemocratici peggio ancora...



Lei mi ha detto poco fa che la degenerazione dei partiti è il punto essenziale della crisi italiana.

È quello che io penso.



Per quale motivo?

I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni, a partire dal governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai TV, alcuni grandi giornali. Per esempio, oggi c'è il pericolo che il maggior quotidiano italiano, il Corriere della Sera, cada in mano di questo o quel partito o di una sua corrente, ma noi impediremo che un grande organo di stampa come il Corriere faccia una così brutta fine. Insomma, tutto è già lottizzato e spartito o si vorrebbe lottizzare e spartire. E il risultato è drammatico. Tutte le "operazioni" che le diverse istituzioni e i loro attuali dirigenti sono chiamati a compiere vengono viste prevalentemente in funzione dell'interesse del partito o della corrente o del clan cui si deve la carica. Un credito bancario viene concesso se è utile a questo fine, se procura vantaggi e rapporti di clientela; un'autorizzazione amministrativa viene data, un appalto viene aggiudicato, una cattedra viene assegnata, un'attrezzatura di laboratorio viene finanziata, se i beneficiari fanno atto di fedeltà al partito che procura quei vantaggi, anche quando si tratta soltanto di riconoscimenti dovuti.



Lei fa un quadro della realtà italiana da far accapponare la pelle.

E secondo lei non corrisponde alla situazione?



Debbo riconoscere, signor Segretario, che in gran parte è un quadro realistico. Ma vorrei chiederle: se gli italiani sopportano questo stato di cose è segno che lo accettano o che non se ne accorgono. Altrimenti voi avreste conquistato la guida del paese da un pezzo.

La domanda è complessa. Mi consentirà di risponderle ordinatamente. Anzitutto: molti italiani, secondo me, si accorgono benissimo del mercimonio che si fa dello Stato, delle sopraffazioni, dei favoritismi, delle discriminazioni. Ma gran parte di loro è sotto ricatto. Hanno ricevuto vantaggi (magari dovuti, ma ottenuti solo attraverso i canali dei partiti e delle loro correnti) o sperano di riceverne, o temono di non riceverne più. Vuole una conferma di quanto dico? Confronti il voto che gli italiani hanno dato in occasione dei referendum e quello delle normali elezioni politiche e amministrative. Il voto ai referendum non comporta favori, non coinvolge rapporti clientelari, non mette in gioco e non mobilita candidati e interessi privati o di un gruppo o di parte. È un voto assolutamente libero da questo genere di condizionamenti. Ebbene, sia nel '74 per il divorzio, sia, ancor di più, nell'81 per l'aborto, gli italiani hanno fornito l'immagine di un paese liberissimo e moderno, hanno dato un voto di progresso. Al nord come al sud, nelle città come nelle campagne, nei quartieri borghesi come in quelli operai e proletari. Nelle elezioni politiche e amministrative il quadro cambia, anche a distanza di poche settimane.



Veniamo all'altra mia domanda, se permette, signor Segretario: dovreste aver vinto da un pezzo, se le cose stanno come lei descrive.

In un certo senso, al contrario, può apparire persino straordinario che un partito come il nostro, che va così decisamente contro l'andazzo corrente, conservi tanti consensi e persino li accresca. Ma io credo di sapere a che cosa lei pensa: poiché noi dichiariamo di essere un partito "diverso" dagli altri, lei pensa che gli italiani abbiano timore di questa diversità.



Sì, è così, penso proprio a questa vostra conclamata diversità. A volte ne parlate come se foste dei marziani, oppure dei missionari in terra d'infedeli: e la gente diffida. Vuole spiegarmi con chiarezza in che consiste la vostra diversità? C'è da averne paura?

Qualcuno, sì, ha ragione di temerne, e lei capisce subito chi intendo. Per una risposta chiara alla sua domanda, elencherò per punti molto semplici in che consiste il nostro essere diversi, così spero non ci sarà più margine all'equivoco. Dunque: primo, noi vogliamo che i partiti cessino di occupare lo Stato. I partiti debbono, come dice la nostra Costituzione, concorrere alla formazione della volontà politica della nazione; e ciò possono farlo non occupando pezzi sempre più larghi di Stato, sempre più numerosi centri di potere in ogni campo, ma interpretando le grandi correnti di opinione, organizzando le aspirazioni del popolo, controllando democraticamente l'operato delle istituzioni. Ecco la prima ragione della nostra diversità. Le sembra che debba incutere tanta paura agli italiani?



Veniamo alla seconda diversità.

Noi pensiamo che il privilegio vada combattuto e distrutto ovunque si annidi, che i poveri e gli emarginati, gli svantaggiati, vadano difesi, e gli vada data voce e possibilità concreta di contare nelle decisioni e di cambiare le proprie condizioni, che certi bisogni sociali e umani oggi ignorati vadano soddisfatti con priorità rispetto ad altri, che la professionalità e il merito vadano premiati, che la partecipazione di ogni cittadino e di ogni cittadina alla cosa pubblica debba essere assicurata.



Onorevole Berlinguer, queste cose le dicono tutti.

Già, ma nessuno dei partiti governativi le fa. Noi comunisti abbiamo sessant'anni di storia alle spalle e abbiamo dimostrato di perseguirle e di farle sul serio. In galera con gli operai ci siamo stati noi; sui monti con i partigiani ci siamo stati noi; nelle borgate con i disoccupati ci siamo stati noi; con le donne, con il proletariato emarginato, con i giovani ci siamo stati noi; alla direzione di certi comuni, di certe regioni, amministrate con onestà, ci siamo stati noi.



Non voi soltanto.

È vero, ma noi soprattutto. E passiamo al terzo punto di diversità. Noi pensiamo che il tipo di sviluppo economico e sociale capitalistico sia causa di gravi distorsioni, di immensi costi e disparità sociali, di enormi sprechi di ricchezza. Non vogliamo seguire i modelli di socialismo che si sono finora realizzati, rifiutiamo una rigida e centralizzata pianificazione dell'economia, pensiamo che il mercato possa mantenere una funzione essenziale, che l'iniziativa individuale sia insostituibile, che l'impresa privata abbia un suo spazio e conservi un suo ruolo importante. Ma siamo convinti che tutte queste realtà, dentro le forme capitalistiche -e soprattutto, oggi, sotto la cappa di piombo del sistema imperniato sulla DC- non funzionano più, e che quindi si possa e si debba discutere in qual modo superare il capitalismo inteso come meccanismo, come sistema, giacché esso, oggi, sta creando masse crescenti di disoccupati, di emarginati, di sfruttati. Sta qui, al fondo, la causa non solo dell'attuale crisi economica, ma di fenomeni di barbarie, del diffondersi della droga, del rifiuto del lavoro, della sfiducia, della noia, della disperazione. È un delitto avere queste idee?



Non trovo grandi differenze rispetto a quanto può pensare un convinto socialdemocratico europeo. Però a lei sembra un'offesa essere paragonato ad un socialdemocratico.

Bè, una differenza sostanziale esiste. La socialdemocrazia (parlo di quella seria, s'intende) si è sempre molto preoccupata degli operai, dei lavoratori sindacalmente organizzati e poco o nulla degli emarginati, dei sottoproletari, delle donne. Infatti, ora che si sono esauriti gli antichi margini di uno sviluppo capitalistico che consentivano una politica socialdemocratica, ora che i problemi che io prima ricordavo sono scoppiati in tutto l'occidente capitalistico, vi sono segni di crisi anche nella socialdemocrazia tedesca e nel laburismo inglese, proprio perché i partiti socialdemocratici si trovano di fronte a realtà per essi finora ignote o da essi ignorate.



Dunque, siete un partito socialista serio...

...nel senso che vogliamo costruire sul serio il socialismo...



Le dispiace, la preoccupa che il PSI lanci segnali verso strati borghesi della società?

No, non mi preoccupa. Ceti medi, borghesia produttiva sono strati importanti del paese e i loro interessi politici ed economici, quando sono legittimi, devono essere adeguatamente difesi e rappresentati. Anche noi lo facciamo. Se questi gruppi sociali trasferiscono una parte dei loro voti verso i partiti laici e verso il PSI, abbandonando la tradizionale tutela democristiana, non c'è che da esserne soddisfatti: ma a una condizione. La condizione è che, con questi nuovi voti, il PSI e i partiti laici dimostrino di saper fare una politica e di attuare un programma che davvero siano di effettivo e profondo mutamento rispetto al passato e rispetto al presente. Se invece si trattasse di un semplice trasferimento di clientele per consolidare, sotto nuove etichette, i vecchi e attuali rapporti tra partiti e Stato, partiti e governo, partiti e società, con i deleteri modi di governare e di amministrare che ne conseguono, allora non vedo di che cosa dovremmo dirci soddisfatti noi e il paese.



Secondo lei, quel mutamento di metodi e di politica c'è o no?

Francamente, no. Lei forse lo vede? La gente se ne accorge? Vada in giro per la Sicilia, ad esempio: vedrà che in gran parte c'è stato un trasferimento di clientele. Non voglio affermare che sempre e dovunque sia così. Ma affermo che socialisti e socialdemocratici non hanno finora dato alcun segno di voler iniziare quella riforma del rapporto tra partiti e istituzioni -che poi non è altro che un corretto ripristino del dettato costituzionale- senza la quale non può cominciare alcun rinnovamento e sanza la quale la questione morale resterà del tutto insoluta.



Lei ha detto varie volte che la questione morale oggi è al centro della questione italiana. Perché?

La questione morale non si esaurisce nel fatto che, essendoci dei ladri, dei corrotti, dei concussori in alte sfere della politica e dell'amministrazione, bisogna scovarli, bisogna denunciarli e bisogna metterli in galera. La questione morale, nell'Italia d'oggi, fa tutt'uno con l'occupazione dello stato da parte dei partiti governativi e delle loro correnti, fa tutt'uno con la guerra per bande, fa tutt'uno con la concezione della politica e con i metodi di governo di costoro, che vanno semmplicemente abbandonati e superati. Ecco perché dico che la questione morale è il centro del problema italiano. Ecco perché gli altri partiti possono profare d'essere forze di serio rinnovamento soltanto se aggrediscono in pieno la questione morale andando alle sue cause politiche. [...] Quel che deve interessare veramente è la sorte del paese. Se si continua in questo modo, in Italia la democrazia rischia di restringersi, non di allargarsi e svilupparsi; rischia di soffocare in una palude.



Signor Segretario, in tutto il mondo occidentale si è d'accordo sul fatto che il nemico principale da battere in questo momento sia l'inflazione, e difatti le politiche economiche di tutti i paesi industrializzati puntano a realizzare quell'obiettivo. È anche lei del medesimo parere?

Risponderò nello stesso modo di Mitterand: il principale malanno delle società occidentali è la disoccupazione. I due mali non vanno visti separatamente. L'inflazione è -se vogliamo- l'altro rovescio della medaglia. Bisogna impegnarsi a fondo contro l'una e contro l'altra. Guai a dissociare questa battaglia, guai a pensare, per esempio, che pur di domare l'inflazione si debba pagare il prezzo d'una recessione massiccia e d'una disoccupazione, come già in larga misura sta avvenendo. Ci ritroveremmo tutti in mezzo ad una catastrofe sociale di proporzioni impensabili.



Il PCI, agli inizi del 1977, lanciò la linea dell' "austerità". Non mi pare che il suo appello sia stato accolto con favore dalla classe operaia, dai lavoratori, dagli stessi militanti del partito...

Noi sostenemmo che il consumismo individuale esasperato produce non solo dissipazione di ricchezza e storture produttive, ma anche insoddisfazione, smarrimento, infelicità e che, comunque, la situazione economica dei paesi industializzati -di fronte all'aggravamento del divario, al loro interno, tra zone sviluppate e zone arretrate, e di fronte al risveglio e all'avanzata dei popoli dei paesi ex-coloniali e della loro indipendenza- non consentiva più di assicurare uno sviluppo economico e sociale conservando la "civiltà dei consumi", con tutti i guasti, anche morali, che sono intrinseci ad essa. La diffusione della droga, per esempio, tra i giovani è uno dei segni più gravi di tutto ciò e nessuno se ne dà realmente carico. Ma dicevamo dell'austerità. Fummo i soli a sottolineare la necessità di combattere gli sprechi, accrescere il risparmio, contenere i consumi privati superflui, rallentare la dinamica perversa della spesa pubblica, formare nuove risorse e nuove fonti di lavoro. Dicemmo che anche i lavoratori avrebbero dovuto contribuire per la loro parte a questo sforzo di raddrizzamento dell'economia, ma che l'insieme dei sacrifici doveva essere fatto applicando un principio di rigorosa equità e che avrebbe dovuto avere come obiettivo quello di dare l'avvio ad un diverso tipo di sviluppo e a diversi modi di vita (più parsimoniosi, ma anche più umani). Questo fu il nostro modo di porre il problema dell'austerità e della contemporanea lotta all'inflazione e alla recessione, cioè alla disoccupazione. Precisammo e sviluppammo queste posizioni al nostro XV Congresso del marzo 1979: non fummo ascoltati.



E il costo del lavoro? Le sembra un tema da dimenticare?

Il costo del lavoro va anch'esso affrontato e, nel complesso, contenuto, operando soprattutto sul fronte dell'aumento della produttività. Voglio dirle però con tutta franchezza che quando si chiedono sacrifici al paese e si comincia con il chiederli -come al solito- ai lavoratori, mentre si ha alle spalle una questione come la P2, è assai difficile ricevere ascolto ed essere credibili. Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora ci vuole un grande consenso, una grande credibilità politica e la capacità di colpire esosi e intollerabili privilegi. Se questi elementi non ci sono, l'operazione non può riuscire.



buonanotte smacchiatori



:lol:
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Messaggioda MarcoS » lun feb 25, 2013 0:25 am

Sbob ha scritto:
MarcoS ha scritto:la grecia, son messi un po' peggio che di merda.

Lasciamo perdere la Grecia, che si meritano solo di stare con le pezze al culo... prima falsificano i conti, poi si lamentano che la cattiva europa pone condizioni per il salvataggio.
In altri tempi la faccenda si sarebbe forse risolta con una bella invasione e occupazione militare per riprendersi i soldi.


Complimenti.
Incidentalmente è più o meno la stessa cosa che dicono in germania a proposito dell'italia.
Quindi non avrai obiezioni di sorta il momento che dovesse toccare a noi la stessa sorte della grecia, giusto?
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Messaggioda Sbob » lun feb 25, 2013 11:07 am

MarcoS ha scritto:
Sbob ha scritto:
MarcoS ha scritto:la grecia, son messi un po' peggio che di merda.

Lasciamo perdere la Grecia, che si meritano solo di stare con le pezze al culo... prima falsificano i conti, poi si lamentano che la cattiva europa pone condizioni per il salvataggio.
In altri tempi la faccenda si sarebbe forse risolta con una bella invasione e occupazione militare per riprendersi i soldi.


Complimenti.
Incidentalmente è più o meno la stessa cosa che dicono in germania a proposito dell'italia.
Quindi non avrai obiezioni di sorta il momento che dovesse toccare a noi la stessa sorte della grecia, giusto?

Giusto. Ce lo meritiamo pure noi.

Abbiamo sostenuto per anni chi diceva che la giustizia e' una cagata inutile? Chi comprava gli elettori con qualche elemosina e poi sperperava i soldi pubblici in puttane?

Ci meritiamo di andare a fondo, e non meritiamo nessun aiuto dalla Germania. O siamo in grado di ritiraci su da soli, o meritiamo di affondare.

Sai qual'e' la differenza tra Italia e i paesi tipo USA e Germania? Che da loro pensano che bisogna sbattersi per avere successo, da noi si pensa che devono essere sempre gli altri ad aiutarci.
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Messaggioda El Rojo » lun feb 25, 2013 11:10 am

«Per avere la certezza assoluta che la matita sia davvero copiativa e il segno effettivamente indelebile, alcuni votanti ?ciucciano la matita? (la bagnano/umettano con la saliva)», scrive (sempre su Facebook) Piazza. «Le matite indelebili (che devono essere usate nei seggi), - aggiunge il consigliere grillino - se bagnate, lasciano un caratteristico tratto tendente al violaceo con delle piccole sbavature. Ho concreti motivi di ritenere che molti elettori a questo giro faranno questa verifica». Da lì il consiglio agli elettori: «Attenzione!! le schede macchiate o con segni di riconoscimento sono invalide. Se pertanto vi capitasse di macchiare involontariamente la vostra scheda fatevene dare un'altra».


http://corrieredibologna.corriere.it/bo ... 1995.shtml
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Messaggioda MarcoS » lun feb 25, 2013 11:42 am

Sbob ha scritto:
MarcoS ha scritto:
Sbob ha scritto:
MarcoS ha scritto:la grecia, son messi un po' peggio che di merda.

Lasciamo perdere la Grecia, che si meritano solo di stare con le pezze al culo... prima falsificano i conti, poi si lamentano che la cattiva europa pone condizioni per il salvataggio.
In altri tempi la faccenda si sarebbe forse risolta con una bella invasione e occupazione militare per riprendersi i soldi.


Complimenti.
Incidentalmente è più o meno la stessa cosa che dicono in germania a proposito dell'italia.
Quindi non avrai obiezioni di sorta il momento che dovesse toccare a noi la stessa sorte della grecia, giusto?

Giusto. Ce lo meritiamo pure noi.

Abbiamo sostenuto per anni chi diceva che la giustizia e' una cagata inutile? Chi comprava gli elettori con qualche elemosina e poi sperperava i soldi pubblici in puttane?

Ci meritiamo di andare a fondo, e non meritiamo nessun aiuto dalla Germania. O siamo in grado di ritiraci su da soli, o meritiamo di affondare.

Sai qual'e' la differenza tra Italia e i paesi tipo USA e Germania? Che da loro pensano che bisogna sbattersi per avere successo, da noi si pensa che devono essere sempre gli altri ad aiutarci.


si, vabè... cópate diretaménte, che te fè prima. :roll:
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Messaggioda El Rojo » lun feb 25, 2013 12:13 pm

Brogli ad Anzio, la notizia fa il giro del Web

Roma, 24 feb. (Adnkronos/Ign) - Fa il giro del web la vicenda, denunciata dal movimento 5 stelle, della presidente di seggio che sarebbe stata sorpresa a nascondere schede elettorali ad Anzio. Cresce il numero di tweet e post dedicati all'argomento e la cosa comincia a diffondersi anche sulle pagine ufficiali dei partiti e dei candidati. ''Pizzicata presidente di seggio ad Anzio che rubava schede per le regionali. Immagina a quale partito le doveva indirizzare. Penoso'', scrive su Twitter Francesco Storace, candidato alla presidenza della Regione Lazio. E c'è chi, commentando la vicenda sul social network, prende a prestito lo slogan di Beppe Grillo: ''mandiamoli a casa!''.

A Roma una scatola chiusa con le schede elettorali è stata sequestrata stamattina in un seggio in via Lanciani. La scatola con le schede, probabilmente dimenticata o consegnata in ritardo, è stata trovata all'esterno della scuola. Del caso è stata interessata la polizia e sono in corso accertamenti, mentre nel frattempo le schede sono state sequestrate.

Se si riesce a portar fuori anche una sola scheda bianca si può bypassare la "segretezza del voto" riuscendo ad indirizzare infiniti voti con il meccanismo spiegato in quest'articolo.

http://www.beppegrillo.it/2013/02/brogli_ad_anzio.html

Fate caso che ci sia un boss che paga la gente per andare a votare un determinato partito.
Allora come può avere la certezza che le persone che ha pagato votino veramente per quel partito? Intanto deve fare in modo che una scheda bianca riesca a raggiungerlo.
Il boss è insieme alle persone che ha pagato e quando riceve la prima scheda bianca, gli mette la crocetta e la consegna alla prima persona e gli ordina di ritornare con la scheda che ha ricevuto al seggio, cioè quella bianca, mentre quella che consegnerà sarà quella crocettata dal boss.
E allora se si arriva con una scheda già crocettata, quando si va al seggio non si deve fare altro che tirarla fuori, mentre quella bianca appena ricevuta la si nasconde nella giacca.
Dopo di che questo elettore torna dal boss e gli consegna questa scheda bianca, e il boss la da al secondo cittadino e questo gioco si ripete all'infinito.
Ovviamente più schede bianche riescono a rubare, più velocemente fanno ad indirizzare voti.
Se riescono a rubare 2 schede bianche ovviamente faranno il tutto nella metà del tempo...
Ma è sufficiente 1 sola scheda bianca rubata per indirizzare un numero teoricamente infinito di voti. Il numero di voti indirizzati dipende solamente dal numero di persone che accettano di vendere il proprio voto.


'Santino'' elettorale sottobanco,
beccato rappresentante lista Pd

VITERBO - E' stato sorpreso proprio nel momento in cui dava il ''santino'' elettorale ad un elettore (G.C.), in procinto di entrare al seggio di Vitorchiano.

A beccare Bernardino Porciani, rappresentante di lista del Partito democratico, sarebbe stato un appuntato dei carabinieri in persona della stazione locale, che ha subito avvisato il vicecomandante.

Mentre Porciani adesso si trova in caserma, al seggio del paese sono appena arrivati gli uomini della Digos.

http://www.viterbooggi.eu/news/santino- ... _42901.htm
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Messaggioda Sbob » lun feb 25, 2013 12:21 pm

Hai ragione, molto piu' facile dare la colpa agli altri cattivi e malvagi.

Chissa' perche' in culo stanno andando proprio Italia e Grecia, e non Germania e Svezia.
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Messaggioda sö drèc » lun feb 25, 2013 13:07 pm

ma alla fine saranno tre i possibili scenari politici....


1) "vince" il PD alla camera e al senato = stabilità di governo (lotte interne?)
2) "vince" il PD, ma al senato ci sarà bisogno di Monti = stabilità di governo (verso l'europa?)
3) alla camera o senato "vince" il PDL = instabilità di governo (nuove elezioni?)

:roll:
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Messaggioda Sbob » lun feb 25, 2013 13:18 pm

PD+Monti e' pericoloso. Bisogna vedere la maturita' di montiani e vendoliani se riescono a concedersi a vicenda alcuni compromessi importanti per poter salvare tutti e due la faccia.
Il PD sta puntando anche a portare dalla sua alcuni grillini, su alcuni temi hanno idee in comune, anche se su altri (uscita dall'Euro) sono incociliabili. Come partito l'M5S non potra' mai sostenere un governo (se no poi Grillo contro chi sbraita?) e temo neanche ottenere risultati seri (vedi la Lega sul federalismo, se lo ottiene poi cosa chiede ancora?).
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Messaggioda MarcelloFioravanti » mer mar 20, 2013 17:10 pm

Ma poi al politico di Viterbo che ha distribuito il suo santino elettorale nel seggio cosa è successo, mi auguro che almeno lo abbiano multato... mi sembra una cosa grave...
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