Salotto letterario - passaparola sui bei libri

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Messaggioda xee » lun nov 06, 2006 2:07 am

davi ha scritto:
virgy ha scritto:ho appena finito "Il cacciatore di aquiloni". L'ho letto in una sola giornata!


E' veramente bello bello.


complimenti! sono quasi 400 pagine, anche se scritte in grande.
Io non sono neanche a metà. Mi sto sforzando di andare avanti, perchè mi sembra che rilegga la storia dell'Afghanistan degli ultimi 30 anni in chiave troppo smaccatamente filo americana.


Vero. Anche io l'ho letto d'un fiato, perchè la storia è avvincente e il libro è scritto bene.
Però hai ragione. E' filo americano.
Ho letto, dopo, lettere contro la guerra di Terzani. Punto di vista opposto, che contestualizza i talebani.

Istruttivo.
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perché voglio vivere con quel bimbo oscuro
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Messaggioda davi » lun nov 06, 2006 2:12 am

xee ha scritto:Ho letto, dopo, lettere contro la guerra di Terzani. Punto di vista opposto, che contestualizza i talebani.

Istruttivo.


grazie del suggerimento :D
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Messaggioda xee » lun nov 06, 2006 2:16 am

davi ha scritto:
xee ha scritto:Ho letto, dopo, lettere contro la guerra di Terzani. Punto di vista opposto, che contestualizza i talebani.

Istruttivo.


grazie del suggerimento :D


Figurati.
Poi, se ne hai voglia, racconta cosa ne hai tratto.




Mi spiace solo che son due libri "di moda". Chissà quanti talenti e quanti punti di vista ci perdiamo, solo perchè sfuggono al battage pubblicitario.
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Messaggioda davi » lun nov 06, 2006 2:25 am

xee ha scritto:Mi spiace solo che son due libri "di moda". Chissà quanti talenti e quanti punti di vista ci perdiamo, solo perchè sfuggono al battage pubblicitario.

ma infatti: pensa che, nella mia paranoia, sono arrivato a supporre che il cacciatore di aquiloni sia stato "pompato" semplicemente per la rilettura della storia afghana in una chiave senza dubbio gradita a chi di dovere.
Pare che Spielberg, di origini israeliane, voglia farci un film.Non è un caso, forse.Leggi qui.
Capitolo 11, p.135:
L'idea dell'America piaceva a Baba...... Baba mi illuminava condotte disquisizioni sulle sue posizioni politiche: " A questo mondo, Amir, ci sono solo tre paesi che contano", mi diceva. E li enumerava sulla punta delle dita: L'America innanzitutto, la Gran Bretagna e Israele. " Gli Altri...." faceva un gesto con la mano come per scacciare una mosca fastidiosa... " sono come delle vecchie pettegole"... Il suo giudizio su Israele attirava le ire degli afghani di Fremont, che lo accusavano di essere filoebraico e di fatto antiislamico [...] Secondo Baba Israele era un'isola di veri uomini in un mare di arabi troppo occupati a ingrassare con l'oro del petrolio per prendersi cura della loro stessa gente...

e via di seguito.... ma si può???? 8O 8O 8O
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Messaggioda dogon » lun nov 06, 2006 11:41 am

xee ha scritto:
davi ha scritto:
xee ha scritto:Ho letto, dopo, lettere contro la guerra di Terzani. Punto di vista opposto, che contestualizza i talebani.

Istruttivo.


grazie del suggerimento :D


Figurati.
Poi, se ne hai voglia, racconta cosa ne hai tratto.




Mi spiace solo che son due libri "di moda". Chissà quanti talenti e quanti punti di vista ci perdiamo, solo perchè sfuggono al battage pubblicitario.

...per pura coincidenza, anch'io ho letto in sequenza 'Il cacciatore di acquiloni' e poi 'Lettere contro la guerra' di Terzani'.
Ovvio che siamo su due livelli decisamente diversi, ma non vedrei nel cacciatore un punto di vista così marcatamente filoamericano, nemmeno del finale.
Nel caso del cacciatore non si può nemmeno parlare di gran battage pubblicitario, si è diffuso con il passaparola e probabilmente la pubblicazione da parte di Piemme è dovuta al fatto che Mondadori non ci credeva troppo.
Quest'anno ho avuto modo di leggere anche 'La danzatrice bambina', altro libro molto intenso, che trova le sue origini in Afghanistan.
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Messaggioda quchibu » lun nov 06, 2006 12:02 pm

A me sembra che il libro non sia affatto filoamericano.

C'è una illusione occidentale, questo si. Che nasce in un paese che viene invaso e in cui inizia un'opera di distruzione che non è ancora terminata.

Ma c'è anche la disillusione. Eccome.
Lo scontro fra culture, le difficoltà di integrazione.
La nostagia del proprio passato, l'orgoglio delle proprie radici.

Alla fine si sceglie l'america.
E certo: quale sarebbe l'alternativa? I talebani? La guerra?
Quale persona di buon senso, potendo scegliere, si porrebbe realmente il quesito?

Certo che finchè si leggeranno le esperienze di vita, la soggettività del dolore, come trattati politici, certamente si dimostra di non aver capito nulla degli uomini, delle loro motivazioni, delle loro necessità, paure, debolezze.

A volte, semplicemente, non si ha scelta.

Non ci si schiera come soldati.
Si cerca solo di sopravvivere. Di soffrire il meno possibile. Per amore di sé, per amore di altri.

Questa è la piccolezza di essere uomini.

E a volte, invece, per amore di altri, per amore di sé, si sceglie la strada più difficile. Quella più dura e pericolosa. Nonostante.

Questa è la grandezza di essere uomini.

Piccoli uomini che possono fare grandi cose.


Per me di questo parla, "il cacciatore di aquiloni".
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Messaggioda xee » lun nov 06, 2006 14:13 pm

E a me pare filoamericano perche' l'America e' la terra promessa.
L'America e' la liberta'.
Solo in America i protagonisti trovano la quiete. E solo in terra americana hanno qualche speranza di ricostruire le loro esistenze in frantumi.

I talebani sono i cattivi. Ok, ci sta. E i conti tornano. Non da neppure fastidio, men che mai a noi altri.

Pero' leggi Terzani. Leggilo quando discute con la Fallaci, di posizioni diametralmente alle sue. Leggilo quando fornisce un contesto storico ed una ragione d'essere ai talebani.
E' dopo averlo letto che ho riconsiderato il cacciatore d'aquiloni da un altro punto di vista.
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Messaggioda quchibu » lun nov 06, 2006 14:23 pm

Io intendevo che non è filoamericano nel senso che
non esprime una tesi "filoamericana";
esprime una speranza filoamericana (delusa peraltro) condivisa da milioni di persone in tutto il mondo.
Con tutte le contraddizioni possibili.

Il problema
non è farsi una posizione politica, leggendo un libro.

Tutto può servire, certo. Ma non dobbiamo chiedere ad un libro di essere politicamente corretto (sulla base poi della nostra idea di politicamente corretto, ovvero sulla base delle nostre concezioni).

Quello che chiediamo ad un libro è di essere vero. Genuino. E di trasmettere emozioni.

Se il protagonista, o anche l'autore, vede l'America come la terra promessa, non è il solo al mondo a farlo. Ha anche tutto il diritto di farlo.

Anzi. Dovremmo ringraziarlo perchè ci fa capire perchè una certa posizione, che non è la nostra, esiste.

Tu che leggi hai sufficiente spirito critico per non sposare la sua causa.

Per fortuna!!
E vorrei vedere.

Conosco bene Terzani.
E dovresti sapere quanto lo ammiri incondizionatamente.
Quanto ami i suoi scritti.

E capisco perfettamente quello che dici, e sono anche d'accordo con te.

Ma non si può chiedere ad un romanzo di esprimere "tesi".
Non siamo mica nel socialismo reale, per fortuna.

Per cui lo prendiamo per quello che è.
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Messaggioda fab » lun nov 06, 2006 14:51 pm

Sorry..
questo mi sembra il posto giusto per una domanda:
Volevo info sul libro di Musil "L'uomo senza qualità"... trovo delle recensioni in giro, ma so che è un librone piùttosto impegnativo e lungo, e volevo sapere meglio gli argomenti che va a trattare.
Qualcuno l'ha letto?
Sotto l'8c so tutti sentieri...

...sob...!
...sigh...!
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Messaggioda davi » lun nov 06, 2006 16:18 pm

fab ha scritto:Sorry..
questo mi sembra il posto giusto per una domanda:
Volevo info sul libro di Musil "L'uomo senza qualità"... trovo delle recensioni in giro, ma so che è un librone piùttosto impegnativo e lungo, e volevo sapere meglio gli argomenti che va a trattare.
Qualcuno l'ha letto?


scusa se non ti rispondo. nonostante sia famosissimo, io non l'ho letto. So solo che effettivamente è un librone piuttosto impegnativo e lungo, rovinato dal fatto che si studia a scuola.

Mi ricollego solo un attimo a quello che diceva Quchibù: è proprio perchè, sostanzialmente, mi sento di darti ragione, ossia che un romanzo non è e non deve essere un manifesto politico che frasi come queste, paragonabili a SLOGAN di BASSO LIVELLO oltre a molti altri che si trovano nel romanzo, proprio in bocca al padre, riferimento "morale" del protagonista, che poi non è altro che una proiezione autobiografica dell'autore, mi hanno un pò infastidito:


Israele era un'isola di veri uomini in un mare di arabi troppo occupati a ingrassare con l'oro del petrolio per prendersi cura della loro stessa gente...


la mia lettura del romanzo purtroppo si è un pò disamorata proprio per colpa di questi slogan di basso livello che sto incontrando. E non mi sembra che ci siano sostanziali prese di distanza tra il pensiero dell'autore e il pensiero messo in bocca ai protagonisti.
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Messaggioda pf » lun nov 06, 2006 16:31 pm

L'uno senza qualità E' il libro.

Fa niente se dei capitoli sono difficili, se è lungo...alcuni capitoli da soli valgono qualsiasi altro libro. E' l'opera della vita di un genio, che conosceva la matematica come pochi, e che si addentrò nella letteratura prima timidamente e poi con l'incredibile scopo di creare un'opera omnia. Non ce la fece, morì che ancora stava dettando alla moglie dei capitoli.
E' un libro attualissimo, sembra che descriva il mondo, noi, la società, esattamente come se ne scrivesse un genio contemporaneo.
Ne esci che non sei più sicuro di niente.
Fabio

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Messaggioda quchibu » lun nov 06, 2006 16:37 pm

davi ha scritto:
fab ha scritto:Sorry..
questo mi sembra il posto giusto per una domanda:
Volevo info sul libro di Musil "L'uomo senza qualità"... trovo delle recensioni in giro, ma so che è un librone piùttosto impegnativo e lungo, e volevo sapere meglio gli argomenti che va a trattare.
Qualcuno l'ha letto?


scusa se non ti rispondo. nonostante sia famosissimo, io non l'ho letto. So solo che effettivamente è un librone piuttosto impegnativo e lungo, rovinato dal fatto che si studia a scuola.

Mi ricollego solo un attimo a quello che diceva Quchibù: è proprio perchè, sostanzialmente, mi sento di darti ragione, ossia che un romanzo non è e non deve essere un manifesto politico che frasi come queste, paragonabili a SLOGAN di BASSO LIVELLO oltre a molti altri che si trovano nel romanzo, proprio in bocca al padre, riferimento "morale" del protagonista, che poi non è altro che una proiezione autobiografica dell'autore, mi hanno un pò infastidito:


Israele era un'isola di veri uomini in un mare di arabi troppo occupati a ingrassare con l'oro del petrolio per prendersi cura della loro stessa gente...


la mia lettura del romanzo purtroppo si è un pò disamorata proprio per colpa di questi slogan di basso livello che sto incontrando. E non mi sembra che ci siano sostanziali prese di distanza tra il pensiero dell'autore e il pensiero messo in bocca ai protagonisti.


quindi secondo te,
un autore che descrive una realtà che ha vissuto, in modo autobiografico o anche pseudoautobriografico, deve censurarsi per essere politicamente corretto con quello che davi pensa.

interessante.
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Messaggioda davi » lun nov 06, 2006 16:44 pm

quchibu ha scritto: un autore che descrive una realtà che ha vissuto, in modo autobiografico o anche pseudoautobriografico, deve censurarsi per essere politicamente corretto con quello che davi pensa.

interessante.


va benissimo l'autore che descrive la realtà che ha vissuto. Semplicemente preferirei che mi risparmiasse gli slogan da bar.

Se in Baba, padre di Amir, si può leggere in controluce la figura del padre di Khaled Housseini, mi rifiuto di credere che un diplomatico presso il ministero degli affari esteri di Kabul abbia mai pronunciato simili frasi...

A meno chè non abbia frequentato qualche bar di leghisti in triveneto.
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Messaggioda dogon » lun nov 06, 2006 16:48 pm

quchibu ha scritto:...

Quello che chiediamo ad un libro è di essere vero. Genuino. E di trasmettere emozioni.
...
Ma non si può chiedere ad un romanzo di esprimere "tesi".
Non siamo mica nel socialismo reale, per fortuna.

....


Concordo con quanto espresso negli ultimi 2 post da quchibu...mi limito ad estrapolare e a quotare queste 2 frasi , in quanto le trovo essenziali, quantomeno per un libro di narrativa.

OT sul tema: non dimentichiamo che i guai dell'Afghanistan moderno sono partiti da Mosca e non da Washington...che poi la seconda ci abbia messo anche troppo di suo è altro argomento, ma il profondo odio antisovietico degli afghani è manifestato anche in Shantaram, altro bel libro, che nulla vuole essere se non un racconto autobiografico.
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Messaggioda davi » lun nov 06, 2006 16:53 pm

dogon ha scritto:
quchibu ha scritto:...

Quello che chiediamo ad un libro è di essere vero. Genuino. E di trasmettere emozioni.
...
Ma non si può chiedere ad un romanzo di esprimere "tesi".
Non siamo mica nel socialismo reale, per fortuna.

....


Concordo con quanto espresso negli ultimi 2 post da quchibu...mi limito ad estrapolare e a quotare queste 2 frasi , in quanto le trovo essenziali, quantomeno per un libro di narrativa.

OT sul tema: non dimentichiamo che i guai dell'Afghanistan moderno sono partiti da Mosca e non da Washington...che poi la seconda ci abbia messo anche troppo di suo è altro argomento, ma il profondo odio antisovietico degli afghani è manifestato anche in Shantaram, altro bel libro, che nulla vuole essere se non un racconto autobiografico.


quoto dogon che quota quchibù.

Ma l'odio antisovietico ci può anche stare.

Però altre cose sono francamente inaccettabili, come quelle che ho riportato sopra e che riporto di nuovo:


... Baba mi illuminava con dotte disquisizioni sulle sue posizioni politiche: " A questo mondo, Amir, ci sono solo tre paesi che contano", mi diceva. E li enumerava sulla punta delle dita: L'America innanzitutto, la Gran Bretagna e Israele. " Gli Altri...." faceva un gesto con la mano come per scacciare una mosca fastidiosa... " sono come delle vecchie pettegole"... Il suo giudizio su Israele attirava le ire degli afghani di Fremont, che lo accusavano di essere filoebraico e di fatto antiislamico [...] Secondo Baba Israele era un'isola di veri uomini in un mare di arabi troppo occupati a ingrassare con l'oro del petrolio per prendersi cura della loro stessa gente...


sarebbero queste le "dotte disquisizioni" ?

Ma come si fa ? 8O
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Messaggioda quchibu » lun nov 06, 2006 16:58 pm

davi ha scritto:
quchibu ha scritto: un autore che descrive una realtà che ha vissuto, in modo autobiografico o anche pseudoautobriografico, deve censurarsi per essere politicamente corretto con quello che davi pensa.

interessante.


va benissimo l'autore che descrive la realtà che ha vissuto. Semplicemente preferirei che mi risparmiasse gli slogan da bar.

Se in Baba, padre di Amir, si può leggere in controluce la figura del padre di Khaled Housseini, mi rifiuto di credere che un diplomatico presso il ministero degli affari esteri di Kabul abbia mai pronunciato simili frasi...

A meno chè non abbia frequentato qualche bar di leghisti in triveneto.


niente da fare.
non ci arrivi.

ci riprovo:
se anche avesse pronunciato un bar di leghisti in triveneto;
se anche avesse detto "gli israeliani sono un popolo eletto e gli arabi dei puzzolenti caproni"
che tu, o altri, sia d'accordo o meno...

semplicemente disegna una realtà esistente,
e, l'autore, non deve essere nemmeno super partes, non deve essere cronista.

Può benissimo essere parte in causa. Esprimere la sua soggettività.

Tu puoi essere o non essere d'accordo con quello che afferma.
Puoi anche prendere il libro e buttarlo nella spazzatura se vuoi.
Puoi anche ritenerlo intollerabile e lanciarlgi una fatwa (lo fanno).

Puoi accettare o meno la cultura che lo ha prodotto, ma, secondo me, il il contenuto di un libro può servirti eventualmente per conoscere e giudicare la cultura che lo ha prodotto, ma non per giudicare il libro.


Torniamo alla tua concezione della "letteratura che dovrebbe essere edificante".

E sottolineo che ciò che è edificante sostanzialmente lo decidi tu.
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Messaggioda davi » lun nov 06, 2006 17:05 pm

quchibu ha scritto:semplicemente disegna una realtà esistente,


ma è proprio questo il punto: non mi sembra una realtà esistente che un dirigente, un uomo di alto livello sociale e di buona cultura, con posizione politica importante, che lavora presso il ministero degli affari esteri, come il padre del protagonista nel romanzo, proiezione poi del padre dell'autore, possa pronunciare simili frasi e avere una visione così sempliciotta e stereotipata del reale. Sarebbero quelle che emergono dal Capitolo 11 le "dotte disquisizioni politiche", come Amir le definisce ?

Non mi sembra vero, non mi sembra genuino, e soprattutto non mi trasmette particolari emozioni che non siano di fastidio 8O

quchibu ha scritto:Torniamo alla tua concezione della "letteratura che dovrebbe essere edificante".


no, scusa, qui sei fuori strada... mi dispiace. mai avuto simile concezione della letteratura. forse ti confondi con qualche abate medioevale con cui hai parlato in qualche vita precedente..... 8O
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Messaggioda davi » lun nov 06, 2006 17:22 pm

mettiamola così: è un bel libro, interessante da vari punti di vista, vero, genuino, che trasmette emozioni, che ritrae uno spaccato di storia e di vita vera, vissuta, .... ma qua e là c'è qualche caduta di stile. ok? :D
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Messaggioda xee » lun nov 06, 2006 17:23 pm

davi ha scritto:mettiamola così: è un bel libro, interessante da vari punti di vista, vero, genuino, che trasmette emozioni, che ritrae uno spaccato di storia e di vita vera, vissuta, .... ma qua e là c'è qualche caduta di stile. ok? :D


Ma lo sai, davi, che ti quoto? :)
E' la stessa impressione che ho avuto io
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Messaggioda virgy » lun nov 06, 2006 17:45 pm

quchibu ha scritto:A me sembra che il libro non sia affatto filoamericano.

C'è una illusione occidentale, questo si. Che nasce in un paese che viene invaso e in cui inizia un'opera di distruzione che non è ancora terminata.

Ma c'è anche la disillusione. Eccome.
Lo scontro fra culture, le difficoltà di integrazione.
La nostagia del proprio passato, l'orgoglio delle proprie radici.

Alla fine si sceglie l'america.
E certo: quale sarebbe l'alternativa? I talebani? La guerra?
Quale persona di buon senso, potendo scegliere, si porrebbe realmente il quesito?

Certo che finchè si leggeranno le esperienze di vita, la soggettività del dolore, come trattati politici, certamente si dimostra di non aver capito nulla degli uomini, delle loro motivazioni, delle loro necessità, paure, debolezze.

A volte, semplicemente, non si ha scelta.

Non ci si schiera come soldati.
Si cerca solo di sopravvivere. Di soffrire il meno possibile. Per amore di sé, per amore di altri.

Questa è la piccolezza di essere uomini.

E a volte, invece, per amore di altri, per amore di sé, si sceglie la strada più difficile. Quella più dura e pericolosa. Nonostante.

Questa è la grandezza di essere uomini.

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Per me di questo parla, "il cacciatore di aquiloni".



quoto quchibu

e quoto tutti i libri che mi prendono nel profondo, aldilà del messaggio politico, che per me resta in secondo piano..
questo libro mi ha dato emozioni.... forse mi ha toccato una figura bellissima, una totale dedizione, una frase "per te questo e altro"....non so.....

Amo molto anche Terzani, anzi il suo libro "Un altro giro di giostra" continua a rimanere il mio libro preferito... per le emozioni che ho provato per tutta la lettura e per il messaggio lasciato e che ne ho fatto tesoro....almeno spero!

Non mi prende un libro per eventuali messaggi politici, ma per quello che mi fa provare attraverso la storia e le parole. Non ho molta cultura e non sono una persona impegnata, mi piace però tutto ciò che arricchisce il cuore. I miei libri preferiti sono questi...perchè io sono solo un piccolo "cuore"!
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