luigi dal re ha scritto:ieri sera guardavo la guida CAI del Gran Sasso con l'nitenzione di andare a fare qualcosa nei prossimi giorni e sono rimasto stupito nel leggere le notevoli discrepanze tra i gradi stimati dai primi salitori e quelli dati in seguito dai ripetitori,in alcuni casi tratti di artificiale sono diventati comprensibilmente tratti in libera fino al VII e oltre,in altri casi,e parlo soprattutto delle vie di Bini si è passati molto meno comprensibilmente dal IV+dato dall'apritore al VI nel Diedro di mefisto,stessa cosa per il Vecchiaccio,dal V al VI+ per la Tribioli,da V- a VI per le Placche di manitou....
i solito si dice che gli apritori sono talmente forti da non riconoscere i gradi...per me è una mega stronzata,quindi quale potrebbe essere il motivo?
Piero era perfettamente consapevole, solo che, in un certo senso, era una forma polemica nei confronti delle istituzioni di allora (CAI e UIAA) sul problema scala chiusa - scala aperta. Non è un problema così da poco. Se ci pensi ai tempi su una guida CAI non potevi dare VII o VIII, ma al massimo VI+. Allora, se VI+ è il limite delle possibilità umane, avendo Piero conosciuto Mariacher e Manolo che facevano almeno un grado più di lui, e non sentendosi lui al limite sulle vie che apriva, dava IV+, V-, V ecc. ecc.
La scala ideata da Wilhelm "Willo" Welzenbach credo fosse l'unico esempio di scala chiusa al mondo.
Oggi la cosa fa sorridere, ma a me fa anche sorridere che la gente pensi che il VI, VI+ debba essere una mezza passeggiata, come se gente del calibro di Dibona, Detassis, Vinatzer, Cassin, Comici, Soldà, Maestri, Mayerl, Eisenstecken ............ fossero mezze seghe.
E quindi il 6a, che dovrebbe essere più del VI+, a maggior ragione.
Certo è, che le valutazioni derivate da quel periodo, hanno creato una bella confusione, perchè certi VI, VI+ ... VII- di allora sono dei veri cancracci.