Il Sirente si protende per diversi chilometri lungo una diagonale sud-est nord-ovest, che nel suo punto più settentrionale incontra in corrispondenza di Rovere le prime ramificazioni del gruppo del Velino.
E' una montagna dai due volti: a sud scende dolcemente per prati sull'altipiano delle Rocche, a nord scende a picco sull'Anatella, i Prati del Sirente e i Prati di Canale, con dislivelli anche importanti, formando bastioni e canali di rara bellezza.
E' una montagna solitaria, che non conosce le folle alpinistiche del Gran Sasso o i trekkers del Velino. E' tuttavia prediletta dagli scialpinisti e non è scevra di pagine di alpinismo estivo e soprattutto invernale. Ne leggeremo presto, mi dicono, sulla rivista "Appenino".
La passeggiata si è svolta proprio nella parte N-E sovrastante i Prati di Canale ed ha avuto per meta la cosiddetta "neviera", a circa 1900 metri di altitudine, luogo suggestivo e oggi solitario, fino a un secolo fa assai frequentato perchè dalle sue doline si ricavava infatti ghiaccio anche in stagione avanzata. Questo veniva "imballato" con la paglia raccolta nelle vicine "pagliare" (Pagliare di Tione) e inviato per lontane destinazioni (fino alla Reggia di Caserta).
(Nella foto: i bastioni e il Torrione della Neviera, verso cui puntiamo)
Si lascia l'auto a Fonte dell'Acqua sulla carrozzabile che unisce Rocca di Mezzo a Secinaro (1156 m.). Sulla destra dei ruderi di uno chalet sale una forestale che si biforca (1226 m.). Proseguire il ramo di sinistra fino a sbucare sui Prati di Canale (1340 m. circa). Superba vista sulla catena meridionale del Sirente. Si prosegue fino all'altezza di Fonte Canale (1380 m. circa, sin qui 1 h.). Qui, sulla destra, poco dopo un tavolo per pic-nic, parte un sentierino che traversa lungamente verso destra (ovest), sale e traversa nuovamente. Dopo un'oretta, si giunge a un bivio. A sinistra si va verso Monte Canale. A destra si prosegue per la Neviera. Il sentiero si impenna, percorre una gobba per poi scendere velocemente. Al termine, sulla sinistra, compaiono prati verticali. Seguendo segni rossi, si sale assai ripidamente per una trentina di metri su ghiaie, mughi, terra. Da destra si incrocia un sentierino che si inoltra di nuovo nel bosco (infestato da sciami di moscerini) e che conduce con un ultimo sforzo al termine del bosco (1885 m., ore 2 - 3).
(Nella foto: l'uscita dal bosco sulle ghiaie. Sullo sfondo, coperta dalle foschie, la Maiella)
(Nella foto: all'uscita dal bosco. E' quasi agosto e resiste ancora a 2000 metri qualche chiazza di neve)
Ci ritroviamo sul margine più orientale dei grandi canaloni che alimentano la "neviera". Salendo di qualche passo, la vista si allarga a un panorama di prim'ordine: la Maiella, il Gran Sasso e sopra di noi i bastioni meridionali del Sirente.
(Nella foto: Guardando a nord. All'orizzonte c'è il Gran Sasso, coperto da foschie. Sotto di noi le doline della Neviera, le riserve di ghiaccio. Due valli più avanti le Pagliare di Tione, che fornivano ... l'imballo per il ghiaccio)
Senza perdere quota, si attraversano le ghiaie, talvolta decisamente ripide, in un lungo esercizio di equilibrio, puntando al margine nord-occidentale del ghiaione stesso, ad una specie di colletto tra il bosco e lo sperone più occidentale della neviera. Qui si scende in obliquo a destra su erba e ghiaie infide, per guadagnare l'ormai visibile sentiero della "normale" al Sirente proveniente dalla Valle Lupara (1 ora - 4 ore).
(Nella foto: verso la strada di ritorno, puntando verso il sentiero che scende dal Sirente per la Valle Lupara)
Una possibile variante a metà ghiaione è quella di salire faticosamente per ghiaie mobili dritti a sinistra verso il Torrione della Neviera e così, da un colletto, guadagnare la (infinita) cresta sommitale del Sirente (vedi foto).
Giunti al sentiero che ci condurrà a casa si ringrazia Zoe, guida fedele e grande cacciatrice di grilli ...
Si prende il sentiero verso destra e si comincia a riscendere. Si percorre uno spiazzo assai panoramico e ci si tuffa infine in una ripida discesa nella faggeta (massacrata da improbabili lavori di "riqualificazione") che riporta allo chalet in circa un'ora.
Dopo cinque orette di camminata, ecco un "totale" del giro percorso (senza incontrare anima viva in un sabato di fine luglio !!!!!).