Incidente mortale durante gita sociale

Area di discussione su argomenti di montagna in generale.

Messaggioda flicker » mer lug 05, 2006 19:29 pm

Kluge ha scritto:
flicker ha scritto:comunque sono ca@@i per l'organizzatore o capo gita.

che ha sempre una responsabilità oggettiva.

fino a prova contraria.


Assolutamente falso, e' il contrario, è l'eventuale colpa (per imprudenza o imperizia) che va provata, non l'innocenza.


:?:

la responsabilità oggettiva del capogita, è che deve valutare le capacità e la perizia dei partecipanti nei confronti dell'obbiettivo della gita, prima di accettarli.

o al limite organizzando le cordate in base alla capacità dei partecipanti.

se viene provata che la disgrazia è dovuta alla superficialità del capogita nell'aver accettato componenti con capacità inferiori a quelle richieste dal programma, e di non aver preso adeguate contromisure sono ca@@i.

è il solito ritornello dell'incidente intercorso in cordata di 2 persone:
si fa male il più esperto tutto ok
si fa male il meno esperto, per il capocordata inizia la trafila degli avvocati.

eppoi dipende sempre da come la prendono i famigliari e dal loro avvocato, in barba a legami di amicizia e stima intercorsi.
una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta (socrate)
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Messaggioda Kluge » mer lug 05, 2006 20:01 pm

flicker ha scritto:
Kluge ha scritto:
flicker ha scritto:comunque sono ca@@i per l'organizzatore o capo gita.

che ha sempre una responsabilità oggettiva.

fino a prova contraria.


Assolutamente falso, e' il contrario, è l'eventuale colpa (per imprudenza o imperizia) che va provata, non l'innocenza.


la responsabilità oggettiva del capogita, è che deve valutare le capacità e la perizia dei partecipanti nei confronti dell'obbiettivo della gita, prima di accettarli.

o al limite organizzando le cordate in base alla capacità dei partecipanti.

se viene provato che la disgrazia è dovuta alla superficialità del capogita nell'aver accettato componenti con capacità inferiori a quelle richieste dal programma, e di non aver preso adeguate contromisure sono ca@@i.

E' proprio quello che sto sostenedo io: l'imprudenza o imperizia del capogita devono essere provate, non si parte dall'assunto che il capogita e' colpevole a prescindere. E non solo, deve pure essere dimostrato un nesso di causalità tra l'imperizia/imprudenza dell'indagato e il danno alla vittima.

Sembrano formalità ma non lo sono.

flicker ha scritto:è il solito ritornello dell'incidente intercorso in cordata di 2 persone:
si fa male il più esperto tutto ok
si fa male il meno esperto, per il capocordata inizia la trafila degli avvocati.

Che ci siano possibili e probabili guai giudiziari per il piu' esperto siamo daccordo, ma messa cosi' sembra quasi un'automatismo, e non e' cosi'.

flicker ha scritto:eppoi dipende sempre da come la prendono i famigliari e dal loro avvocato, in barba a legami di amicizia e stima intercorsi.


Si, questo può influire, ma piu' per la causa civile che per quella penale, che pero' in genere, non sempre, dipende anche dall'esito della causa civile.
Ciao

l.
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Messaggioda federicopiazzon » gio lug 06, 2006 18:38 pm

Per me meno la legge e le autorità ficcano il naso in montagna meglio è...

Purtroppo quando le cose non si svolgono nella maniera più naturale(due compagni più o meno esperti legati dalla sola amicizia e non da rapporti professionali o paraprofessionali)l'azione legale è sempre necessaria..

A mio avviso per un incidente di questo genere è difficile che gli organizzatori abbiano reali responsabilità...cosa avrebbe dovuto fare il capo gita?lanciarsi (PROBABILMENTE DA DIVERSE DECINE DI METRI DALLE QUALI SI TROVAVA)lungo il pendio nel tentativo di fermarlo?

Secondo me uscite di quel genere su sentieri roccia e ghiaccio aumentano esponenzialmente i rischi soggettivi e l'esposizione ai rischi oggettivi,anche per i non partecipanti presenti in luogo,non è la maniera di andare.
...in altri campi dove assumi un rischio vieni informato a riguardo, in medicina vieni addirittura spaventato e la tua è una scelta coscente.In questo caso invece spesso le persone si affidano completamente e ciecamente a istruttori la cui competenza varia da pessima ad eccellente probabilmente senza saperlo.

Questo è un discorso generale per dire che se può esserci responsabilità è più probabile essa sia nell'organizzazzione generale delle attività che nei singoli accompagnatori che spesso seguno un numero non adeguato di partecipanti.

un pensiero al ragazzo alla sua famiglia e agli amici..
ma anche a coloro i quali potrebbero subirne le conseguenze magari ingiustamente.
HASTA LA CUMBRE SIEMPRE!
daghe a lo spit!!!!!!!!
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Messaggioda Donatello » gio lug 06, 2006 18:56 pm

federicopiazzon ha scritto:Per me meno la legge e le autorità ficcano il naso in montagna meglio è...


Su questo non sono affatto d'accordo; la montagna non è mica l'arena dove non vi è legge!
Se succede un incidente, soprattutto mortale, è giusto che si faccia chiarezza e non escludo che ci possa essere una parte di colpa da parte dell'organizzazione e accompagnatore.
Il problema però sta nel fatto che la legge indaga in montagna come indagherebbe per un incidente stradale, senza conoscere realmente come accadono le cose; e questo crea grossi e ingiustificati guai.

Da ex capogita cai, in questo caso spero proprio che la legge lavori come dovrebbe e soprattutto con persone che sappiano.

In bocca al lupo e tienici aggiornato sugli sviluppi, che credo interessi un po' a tutti.
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Re: Incidente mortale durante gita sociale

Messaggioda ric.m » sab lug 08, 2006 10:44 am

Alberto Borgnino ha scritto:Purtroppo ieri durante una gita sociale a Punta Ondezana (gruppo del Gran Paradiso)c'è stato un incidente mortale, un ragazzo è scivolato, non è riuscito a fermarsi con la piccozza, è volato giù da alcune roccette ed è morto all' istante.
Qualcuno ha esperienza di un evento simile (incidente mortale durante una gita organizzata dalla sezione)? Quale dovrebbe essere la trafila e la tempistica dell'azione civile/penale?
Non sono stato coinvolto direttamente nell'incidente (anche se sono stato in dubbio per molto se andare alla gita o no), quando è successo stavo salendo al rifugio con la mia famiglia ma comunque i capi gita e il presidente della sezione sono miei amici.


Ciao, ci sono aggiornamenti sull'incidente? problemi civili/penali?
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Messaggioda bicius » dom lug 09, 2006 0:22 am

Un pensiero al ragazzo e ai suoi familiari e d'obbligo :cry: :cry:

Per il resto c'è ben poco da fare perchè l'inchiesta parte d'ufficio, e con un morto di mezzo sarà un po lunghetta,
Verranno nominati dei periti,cnsas, guide alpine, ecc. ecc.
E a questi periti il magistrato porra un quesito... Poteva il capogita e gli eventuali accompagnatori adottare un comportamento che potesse evitare questo tipo di incidente.
Se la risposta dei periti sara no........penalmente saranno a posto......
Se la risposta sarà si......... (si poteva mettere una corda fissa,o fare delle cordate ecc.ecc.).......... allora a quel punto dipendera dai famigliari perchè con una denuncia da parte di questi sarà dura cavarsela.

Comunque sia penalmente o moralmente e sempre un una botta di quelle grosse.
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Messaggioda Andrea Orlini » dom lug 09, 2006 12:54 pm

bicius ha scritto:Per il resto c'è ben poco da fare perchè l'inchiesta parte d'ufficio, e con un morto di mezzo sarà un po lunghetta,
Verranno nominati dei periti,cnsas, guide alpine, ecc. ecc.

Siceramente non sono certo che l'inchiesta parta d'ufficio, amenochè le forze dell'ordine raccolgano delle palesi perplessità sulla dinamica dell'incidente da parte dei soccorritori. Forze che in molti casi non si presentano neanche sul luogo per ovvi motivi.
Oppure come detto una denuncia dei famigliari.
In tanti anni di soccorso le uniche due volte che sono stato interpellato come perito è stato perché c'erano di mezzo i risarcimenti delle assicurazioni.
Ma forse sbaglio...

andrea
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Messaggioda val » dom lug 09, 2006 14:39 pm

senza scordare che la vera tragedia non centra proprio un c***o con aule pm periti gip e presidenti

mi chiedo un paio di cose.



non è configurabile secondo voi un accettazione tacita del rischio, che normalmente comporta l'attività alpinistica? (in senso conforme 13 gennaio 1993 - n.456)(ma ho cercato poco...ora cerco di fare un lavoro piu opulato ma ho bisogno del database che ho a studio)
molto semplicemente: chi va a fare attività alpinistica sa benissimo che esistono quei fottuti pericoli oggettivi impossibili da eliminare completamente.
ora sta alla procura, se lo riterrà, provare che non sono state utilizzate le conoscienze tecniche adeguate al caso per prevenire ed evitare il sinistro.

non credo che per un istruttore basti la diligenza ordinaria (quella del buon padre di famiglia) ma certo anche se volontario la diligenza richiesta sarà molto vicina a quella richiesta al professionista.

dando per scontato che il ragazzo che è andato avanti, non si trovasse in una situazione tale che richiedesse di procedere in cordata, si puo' tranquillamente dire che ci troviamo al cospetto di un tristissimo evento fortuito.

di contro il ragazzo è morto. allora al pm potrebbe basare questo dato di fatto per dire che il punto in cui si trovavano non garantisse sicurezza tale da poter procedere sciolti e quindi individuare un fumus di resposabilità da parte dell' accompagnatore. e qui diventa una guerra di periti...



per il resto senza le carte e senza avere le idee chiare su come si sono svolti i fatti possiamo stare a chiacchierare fino al terzo grado...


dio del cielo signore delle cime!
COMPAGNO PRESIDENTE....
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Messaggioda ric.m » dom lug 09, 2006 15:14 pm

in effetti se non si conosce esattamente la dinamica è inutile fare supposizioni o altro. in linea generale chi fa l'accompagnatore alle gite sociali o l'istruttore cai deve avere una preparazione di tipo professionale, non ci si può inventare nulla, questo vuol dire che se capita un incidente non ci si può attaccare ai pericoli oggettivi anche se sono impossibili da prevedere (lasciando da parte il probl. legale)
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Messaggioda meryxtoni » lun lug 10, 2006 12:41 pm

bisogna anche conoscere le persone che accompagni...magari se sai che uno va bene puoi non legarlo, anche perchè magari conosce la tecnica di autosoccorso con la piccozza, ma uno che non conosci, se appena appena ci sono dei dubbi, devi assicurarlo...certo a questo punto dipende anche dal rapporto accompagnatori/soci...
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Messaggioda ric.m » lun lug 10, 2006 13:07 pm

il problema delle gite sociali è che spesso s'iscrive gente che pretende d'essere accompagnata in vetta senza leggersi una relazione, dare alcun tipo di collaborazione a chi le accompagna e mette il proprio tempo a disposizione per il cai se poi la gita va male perchè il tempo è brutto oppure la salita è troppo lunga o un pò difficile tecnicamente è colpa del direttore di gita. D'accordo che il direttore deve fare selezione... però anche chi s'iscrive un minimo di responsabilità deve averla.
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Messaggioda meryxtoni » lun lug 10, 2006 15:57 pm

infatti un accompagnatore non è una guida...ma la cosa più grave è che, anche a parità di "professionalità" tra una guida ed un accompagnatore, cosa che in realtà non succede mai..., alle uscite del Cai si iscrivono un numero di persone sproporzionato rispetto a quelle permesse ad una guida...ed a quel punto come fai a tenerle tutte d'occhio??
La cosa fondamentale è il rapporto accompagnatore/accompagnato...
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