da morgana » ven giu 16, 2006 19:03 pm
lele, 16 anni. un corpo da giocatore di rugby, una mente che si divertiva a farlo rimanere incastrato tra i giochi di parole e gli spicchi di realtà che non riusciva a decifrare. arriva nel reparto dove sono educatrice che non si fida più di nessuno. è stato in ospedale e poi in un altro centro dove lo tenevano sedatoal massimo e sorvegliato a vista da due uomini che lo bloccavano appena tentava di muoversi. arriva e subito scappa inseguito dai sue due energumeni. gli vado dietro. non ne vuole sapere di me. diffida di tutto e tutti e non ci crede che voglio solo stare con lui. corro per sei ore di seguito. torno a casa e inizio il mio allenamento. tutte le mattine corsa al lago se no mi perdo lele. passiamo pomeriggi mattine e sere a studiarci, fidandoci e diffidandoci. mi tira scarpe, calci, capelli, tavoli. ha paura. poi si decide e decide che forse provando a volermi bene non corre troppi rischi. io mando via i due super machi. e iniziamo l'opera di mediazione. io entro nel suo mondo andando in giro scalza e dormendo sul prato con lui dopo pranzo. lui entra nel mio venendo a magiare al refettorio con tanto di forchette e coltello e cambiandosi i vestiti senza fare storie....
poi andiamo a scuola insieme, a piedi, senza pulmino, cammina da solo senza mano: non l'aveva mai fatto e ogni tanto mi dice: sono bravo eh?
andiamo a cavallo, andiamo in piscina, tiriamo palle al cielo, aspettiamo il vento... per cinque anni...
poi mi cambiano di reparto e...
lele torna ad essere guardato a vista. lo mandano via da scuola, è di nuovo stordito. mi viene a trovare, ogni tanto. si butta sul divano, con i due tipi alle calcagna, mi dice "sei la fidanzata mia"... ed io penso che fa tutto schifo, che al diavolo la professionalità e al diavolo l'umiltà solo il nostro amore aveva avuto la forza di strappare lele dalla prigionia della sua folle paura.....
poi... è morto, nel sonno
e sai la cosa strana?
la sera che lui è morto alle 22.40 mi chiama Pierluigi. eravamo andati a scalare insieme e si era dimenticato delle cose importanti.ero tornata da neanche mezz'ora ma già dormivo davanti al televisore. squilla il telefonino ed io penso che è la sveglia. mi alzo e preparo il caffè pronta ad andare al lavoro. dopo una decina di minuti risuona il telefonino. è il secondo segnale della sveglia, penso. faccio per spegnere e mi rendo conto che c'è pierluigi al telefono. che ti ho svegliato? no sono pronta per andare al lavoro... al Lavoro? così presto...eh, sì, io sono mattiniera ma tu che ci fai alzato a quest'ora?...ma, veramente io non sono ancora andato a letto, sono le 23...
non mi era mai successo. non avevo considerato il buio fuori dalla finestra, non avevo considerato nulla..quella notte io "dovevo" andare a lavoro... e invece, mi rispoglio e mi rimetto a letto.
la mattina poi...