É difficile districarsi...
In riunione di lavoro, ambiente poco familiare. Al tavolo ci sono quasi solo uomini, e stanno nelle posizioni ?chiave? (professionalmente parlando). Nessuno particolarmente affascinante (dal mio soggettivissimo punto di vista, ovviamente), tutti seri.
Sono un po' tesa e mi sento sotto esame. La sensazione sottocutanea è "aspettano che inciampi..." mi comporto nella maniera più irreprensibile possibile e cerco di dare il meglio, che però fa fatica a venir fuori. Sono rigida, sento di dover dimenticare di esser donna e nello stesso tempo di dover reprimere ogni manifestazione di aggressività (scatenerebbe la competizione).
Mi accorgo di guardare le altre poche donne con occhio ipercritico ("questa fa la f**a per ammorbidirseli", "questa dovrebbe prendere più piripicchio", e loro cosa penseranno?)
L'imperativo diventa dimostrar loro che "pur essendo donna" (sic) sono brava quanto loro. Anzi, magari un po' di più.
Brutta situazione, viziata da pregiudizi culturali antichi che la ragione non sempre riesce ad abbattere, pur con la migliore volontà.
In riunione di lavoro, ambiente poco familiare ma disteso. Al tavolo quasi tutti uomini, sempre in posizione chiave. Uno in particolare mi alza l'ormone a mille.
Parto rigida e man mano mi sciolgo, mentre parlo sento che "lui" mi guarda con interesse (crede sinceramente che si tratti di pura attenzione professionale, ma sta fiutando anche lui, e me ne sono accorta). Funziona, ritrovo la mia spontaneità e do il meglio, sotto l'effetto dei neurotrasmettitori che si sono attaccati tutti quanti ai miei bei recettori dopaminergici (effetto ?cocaina?). Le altre donne manco le vedo (tanto non le conosco). Faccio buona impressione su tutti, mi gaso e credo di essere un fenomeno. Certo, sono brava, ma davvero devo molto al mio sistema endocrino, che ha messo in campo tutte le forze per acchiappare la preda.
Non c?è niente da fare, quando tira tira, e tutto funziona meglio. Bel gioco vivere, così.
In riunione di lavoro, uomini e donne, responsabilità distribuite tra i sessi. Ci conosciamo più o meno tutti.
Sono seria e concentrata, mi sento abbastanza a mio agio ma so che ci sono differenze di prospettiva abbastanza nette tra ?la visione al maschile? e quella al femminile. Finisce quasi sempre che si creano degli schieramenti (anche se siamo allegri e distesi) con gli uomini da una parte e le donne dall?altra. Gli uomini spesso pragmatici e poco flessibili, ?con le punte in fuori? e le donne che cercano pratiche soluzioni che facciano il minor danno possibile. Qui il sesso non conta un fico, ma evidentemente la chimica del maschio e della femmina lavora per obiettivi differenti: fare la guerra o fare i bambini. Mica poca roba.
In riunione di lavoro, solo donne. Non ci si conosce ma si lavora per un obiettivo comune..
Dopo essersi fiutate un po? con qualche domanda stupida (le fanno anche gli uomini, ma spesso non stanno attenti alle risposte, che sono invece assai rivelatrici del carattere), ci si sintonizza. Niente pippe, niente competizioni, si lavora in armonia, si ride parecchio, si conseguono risultati e si riesce a finire in tempo per un aperitivo.
E? la logica della tribù delle donne: il gruppo protegge e rasserena.
In riunione di lavoro, maschi e femmine più o meno in pari numero. Non ci si conosce. Tra i maschi almeno una ?preda pappabile?, tra le femmine almeno una ?virago?.
Comincio rigida e pian piano mi incazzo. I maschi non sembrano minimamente interessati al mio lavoro, sono tutti persi, ?lui? per primo, tra le tette della virago (che ha messo una camicetta dallo scollo pittosto approfondito). Lei è anche molto intelligente, e certamente spietata. Mi sorride con commiserazione, aggiunge le virgole al mio lavoro e si becca un sacco di complimenti. Non che alla fine la mia bravura non sia riconosciuta (forse qualcosa avevano ascoltato), ma mi sento molto brutto anatroccolo. La odio. Vorrei che almeno fosse stupida.
In treno. Ho il biglietto sbagliato, ma non ho contanti; il treno è in ritardo, ma devo assolutamente arrivare a prendere l?ultima coincidenza. Sono vestita in giacca e pantaloni.
Mi rivolgo al controllore (maschio) cercando di essere gentile e determinata mentre espongo il mio caso, ma probabilmente ho su la faccia sbagliata. Il controllore mi guarda attraverso, è scocciato perché evidentemente oggi sono la cinquecentesima persona a rompergli le palle (?ma guarda queste che si vestono da uomini, dovrebbero prenderne di più...? mormora il suo neurone sciovinista, retrogrado e frustrato), il POS non funziona da stamattina, dovevo fare il biglietto con maggiore anticipo, mi può solo fare la multa, se il treno è in ritardo non è colpa sua e della mia coincidenza proprio se ne impippa.
In treno. Ho il biglietto sbagliato, ma non ho contanti; il treno è in ritardo, ma devo assolutamente arrivare a prendere l?ultima coincidenza. Sono vestita in gonna, camicetta e tacchi a spillo.
Mi rivolgo al controllore (maschio) cercando di essere gentile e determinata mentre espongo il mio caso, ma lui mi guarda senza ascoltarmi, con la stessa attenzione che un bambino goloso dedica al barattolo della nutella: si è mai sentito che la nutella parli? e comunque non importa quello che dice, l?importante è il sapore che ha. Nessun problema: non ho contanti? prova dieci volte a rianimare il POS, nonostante gli scossoni del treno e le persone che passando lo scavalcano. Lui sorride serafico e alla fine si arrende: ?beh, ci abbiamo provato. Se non avesse la coincidenza le direi che l?aspetto alla stazione di arrivo, tanto è la destinazione finale di questo treno, così lei va a fare un bancomat e poi torna a pagare (?)... Lasciamo stare cosi. Ah, aspetti che telefono per vedere se anche l?altro treno fosse in ritardo... [...] ... no, mi spiace. Ma se è proprio l?ultima coincidenza lei può andare al serviuzio clienti e spiegare la situazione, vedrà che una soluzione gliela trovano.? In arrivo alla stazione vado al servizio clienti (che evidentemente era stato preallertato dal gentile controllore), mi fanno accomodare senza dire né ah e né bah, mi chiamano un taxi e tanti saluti. Il taxi ovviamente è pagato da Trenitalia.
Nota: il servizio taxi sull?ultima coincidenza è previsto, solo che spesso nessuno te lo dice...
Ora, non dico che questo sia giusto, il controllore deve essere decisamente più imparziale, ma siamo sempre lì: quando tira tira. E non sono gnocca, sono solo femmina.
La zucca ci serve a rendere vivibile il mondo per tutti, belli brutti, maschi, femmine, ricchi e poveri.
Magari per evitare situazioni come questa:
La mia amica, laureata in geologia e molto carina, si presenta per un colloquio in una ditta del trevigiano. L?intervistatore la guarda, un po? stupito di avere davanti una femmina:
Lui: ?...scusi, ma noi cerchiamo un geologo...?
Lei: ?E io sono un geologo...? fa lei tra il seccato e lo stercofatto per l?affermazione precedente.
Lui: ?No, intendo dire un geologo...uomo!?
Lei: ?Perché, un geologo donna non vi va bene?? Ora si sta alterando.
Lui: ?Cerchi di capire, qui i dipendenti sono tutti uomini, un geologo donna rappresenterebbe un, ehm, elemento di distrazione...?
Lei: ?Ah, ho capito. Arrivederci.?
Ma certo non va bene nemmeno quando lui, che mi desidera molto e che mi ha addirittura chiesto di sposarlo, di fronte ai miei rifiuti, per tranquillizzarmi mi dice: ?Guarda che io so essere molto dolce, lo so che le donne hanno bisogno di dolcezza... e anche sessualmente, voglio dire, posso renderti molto felice. So benissimo che l?erezione non è fondamentale in un un rapporto sessuale...?
E questo è il prodotto perverso e aberrante di una rivoluzione culturale che ha portato sì enormi miglioramenti per le donne a livello sociale (non si discute nemmeno), ma è ancora lontana dall?aver trovato un suo equilibrio.
Facciamo la strada insieme?

Oggi la vita è bella. Oggi mi sono alzata di buon umore. Oggi è un buon giorno.
Domani ci penserò.