gug ha scritto:
Allora.
Io l'esame per IA lo ho già provato ed è stata un'esperienza talmente negativa che ho chiuso completamente con qualsiasi esame IA.
Detto ciò, che è tutto un altro argomento, di cui in parte ho già parlato quì sul forum e che ho voluto dire per chiarire che parlo con una certa cognizione di causa, voglio solo sostenere che una Scuola Guide ha un organico paragonabile ad una Scuola CAI che avesse tutti INA.
Poi noi, come altre Scuole nelle Marche i corsi li facciamo e siamo anche riusciti a fare delle belle cose, però tutta questa discussione è nata dal fatto che tu sostenevi che le Scuole CAI non devono essere l'alternativa economica alle Scuole Guide (dove esse esistono) e io invece sostengo che non può che essere così, per ciò che ho detto sopra.
Allora a me sembra che finchè si fanno dei corsi base, come dici giustamente tu, allora le Scuole CAI vanno benissimo e sono sicuramente più economiche, ma altrettanto valide delle Scuole Guide, avendo inoltre dalla loro una cultura ed una storia che invoglia all'autonomia gli allievi.
Però se e quando le Scuole Guide cominceranno a fare corsi avanzati, per portare allievi su vie di media-alta difficoltà, allora questa differenza si sentirà molto di più e, come dice Cialtrone, è inutile che il CAI cerchi di colmare questa differenza alzando a dismisura il livello degli istruttori.
Oltre un certo limite ciò è possibile solo mediante il professionismo e quindi il gioco si rompe.
Da quello che dici i principianti, quelli che non sanno un h di montagna e che devono essere formatio da zero possono anche andare in giro con gente poco preparata come gli istruttori CAI, mentre gente più esperta e tecnicamente preparata deve andare con le Guide che sono migliori.
E' un ragionamento che non regge nemmeno se si volesse considerarlo in quest'ottica.
gug ha scritto:Un aneddoto che dimostra come ciò stia avvenendo.
La mia Scuola soffre da molti anni (come anche altre) della mancanza di ricambio di INA, per consentire il passaggio di consegne nella direzione.
Quest'anno era stato proposto agli unici due istruttori, un IA e un IAL, che avevano il curriculum e il livello di presentarsi agli esami di partecipare e loro si erano quasi convinti. Tuttavia hanno entrambi rinunciato quando hanno visto che erano richiesti due periodi di esami di 8 giorni l'uno, che nessuno dei due poteva conciliare con il lavoro e la famiglia.
Risultato: forse questi esami INA saranno qualificanti, ma è orami quasi sicuro che se rimarranno così una Scuola come la mia (ma sicuramente molte altre) chiuderà entro qualche anno.
Sedici giorni di corso in una vita si trovano, non credo che sia questa la colpa della disaffezione da parte di possibili INA. Chi insegna deve essere preparato, se non ha voglia di farlo che chiudano pure le scuole. Il punto è che occorre gente che abbia un livello professionale adeguato al ruolo che poi va a ricoprire. Il fatto che gli istruttori facciano volontariato non deve e non può essere una scusa per avere una preparazione inferiore.
bummi