Jean Christophe Lafaille disperso sul Makalu

Alpinismo sulle Alpi ed extraeuropeo, ghiaccio, cascate ecc.

Messaggioda Andreino » mer feb 01, 2006 12:10 pm

paolo75 ha scritto:Si parte dal presupposto che siamo sempre in grado di fare le nostre scelte, liberamente e con totale cognizione.
In realtà si incontrano delle persone, a volte ci si innamora, e non si sceglie di farlo, accade e basta, e non è nemmeno in nostro potere eliminare un sentimento, poter far sì che smetta di essere. Cosa vuol dire non mettere su famiglia, poter decidere consapevolmente se amare o no una persona? non credo sia in nostro potere.


Infatti sottolineo che non ci si può far niente se si incontra una persona e ci si innamora.
Ma siamo tra persone adulte, comunque...

Credo invece che la scelta di mettere al mondo un figlio possa essere ponderata, senza andare per forza all'estremo, parlando solo di razionalità e calcoli...

Poi, per carità, ripeto che ognuno può fare le sue scelte.

Volevo cogliere l'occasione per sapere magari come la pensate voi, siccome è un argomento che ho già avuto modo di discutere in famiglia.
Io penso di non poter rinunciare alla montagna, in questo momento, ma allo stesso modo penso di non mettere al mondo figli finché avrò in testa per esempio di scalare gli Ottomila (sogno).

Per carità, non sto dicendo che con famiglia non si possa più andare a fare la via con gli amici in montagna, distinguerei tra una cosa e l'altra (anche se lo so che si può morire anche sulla vietta facile... ma qui entreremmo nel discorso "si può morire in qualunque momento, ecc..")
Avatar utente
Andreino
 
Messaggi: 953
Images: 8
Iscritto il: gio lug 08, 2004 13:52 pm
Località: Alba (CN)

Messaggioda andreag » mer feb 01, 2006 12:13 pm

paolo75 ha scritto:Per questo i discorsi sulla famiglia mi sembrano inutili e sterili.
La Faille è morto facendo quello che sentiva di dover fare, probabilmente sapeva che poteva succedere, ma un alpinista non è un aspirante suicida, parte sempre con la convinzione di tornare (l'ho sentito dire proprio pochi giorni fa, ad una serata con Ueli Steck), e morire per una passione non è così male, per un evento comunque triste e inevitabile.


molto spesso si fa questo discorso, però mi sa un po' di scusa....
nel senso che affronta soloi una parte del problema, ed elude l'altra, si trincerà dietro una "necessita" e un "urgenza" di comodo....
io non dico che un alpinista è un aspirante suicida, sono anch'io convinto che voglia sempre tornare, ma affidarsi all'autoanalisi di chi compie queste imprese per dire che sotto non c'è niente altro mi pare riduttivo.....ci sono fior di psicologi e psichiatri che hanno affrontato il problema della relazione inconscia di chi fa azioni così estreme con la morte....
con questo non è che voglio condannare alcuno, ma mi pare che parlarne senza troppa finta retorica sia utile....

A.
Avatar utente
andreag
 
Messaggi: 2561
Images: 210
Iscritto il: mar lug 15, 2003 16:50 pm
Località: Padova

Messaggioda Andreino » mer feb 01, 2006 12:22 pm

andreag ha scritto:con questo non è che voglio condannare alcuno, ma mi pare che parlarne senza troppa finta retorica sia utile....

A.


Infatti voglio ancora sottolineare che il fatto di cronaca in sè mi è stato solamente di spunto, come penso sia naturale specie tra chi discute in un forum...

Anzi, magari possiamo parlare di quanto ho proposto in un topic a parte, non vorrei che a qualcuno scattasse la connessione mentale "opinioni sul rapporto estremo-famiglia --> condanna automatica a JC Lafaille"...
Avatar utente
Andreino
 
Messaggi: 953
Images: 8
Iscritto il: gio lug 08, 2004 13:52 pm
Località: Alba (CN)

Messaggioda biemme » mer feb 01, 2006 12:26 pm

paolo75 ha scritto:Si parte dal presupposto che siamo sempre in grado di fare le nostre scelte, liberamente e con totale cognizione.
In realtà si incontrano delle persone, a volte ci si innamora, e non si sceglie di farlo, accade e basta, e non è nemmeno in nostro potere eliminare un sentimento, poter far sì che smetta di essere. Cosa vuol dire non mettere su famiglia, poter decidere consapevolmente se amare o no una persona? non credo sia in nostro potere.
Allo stesso modo, c'è in queste persone, ne sono convinto, una spinta che le porta verso la montagna, verso le imprese che compiono, è la loro natura, possono decidere di andarle contro, ma chiunque sa quanto sia difficile. Vivere così è per qualcuno l'unico modo di vivere, e anche in questo caso la scelta mi sembra molto vincolata da un sentimento che non può essere eluso.
Non sempre la vita può essere vissuta sui canali della razionalità, del calcolo, ma sono convinto che chi sceglie di stare con una persona sapendo chi ha davanti, ha deciso di accettare quello che la persona è, in tutti i suoi aspetti, anche se questo non cancella il dolore.
Per questo i discorsi sulla famiglia mi sembrano inutili e sterili.
La Faille è morto facendo quello che sentiva di dover fare, probabilmente sapeva che poteva succedere, ma un alpinista non è un aspirante suicida, parte sempre con la convinzione di tornare (l'ho sentito dire proprio pochi giorni fa, ad una serata con Ueli Steck), e morire per una passione non è così male, per un evento comunque triste e inevitabile.


ciao paolo75,
mentre buttavo giù queste 4 riflessioni, ho letto il tuo intervento...probabilmente ci siamo letti nel pensiero......

Sarà che l?egoismo per le nostre rispettive passioni, ha fatto si che io e la mia metà non avessimo figli per scelta.

E? possibile che sia una scelta che pagherò in vecchiaia (sempre che che ci si arrivi), ma mi sembra di leggere in molti interventi (così come in tutte le discussioni che immancabilmente ricicciano in occasioni di questo genere), un senso di malcelata invidia, quasi di rivalsa, da parte di certi padri e madri di famiglia nei confronti di chi, come jm boivin, patrick berhault o jc lafaille, aveva scelto di spendere la propria vita per una passione VERA, quale è la montagna, e lo ha fatto intensamente e ai massimi livelli.

Nei casi peggiori, sento anche pontificare su certa ?irresponsabilità? verso i figli, come se invece andare a 200 all?ora in auto o rischiare ogni domenica di finire sotto una valanga o (bravo, matto !) trascorrere le giornate ipnotizzati da maria defilippi o dall?isola dei famosi, debba invece inquadrarsi nel vivere in un modo ?normale?e con grande senso di responsabilità verso i figli.

Chi oggi sta rosicando o, peggio, quasi compiacendosi della fine di chi la vita l?ha vissuta, e dando un grande insegnamento, già solo per questo, ai propri figli e a chi lo ha conosciuto e amato, ci pensi un attimo, e magari scoprirà che, tra bebè che urlano, pannoloni sporchi da cambiare, notti in bianco e mogli nevrotiche, con le occhiaie, che non gliela danno più, alla fine la scelta sbagliata potrebbe averla fatta proprio lui, lui che da giovane sognava tanto di poter andare libero per le montagne o viaggiare per il mondo?.

Non conoscevo lafaille né il suo modo di vivere la famiglia e la montagna, certamente il lutto di una persona cara mancata prematuramente non ha misura, ma l?insegnamento di un padre che ha coltivato una passione così profonda al punto da dedicare ad essa un?esistenza, e che magari la famiglia l?ha amata e cresciuta nei tempi che alla famiglia aveva dedicato, vale molto di più dell?insegnamento di un padre che si ritiene ?normale? e responsabile, ma che arriva alla vecchiaia senza aver neanche conosciuto il mondo che sta fuori dalla porta di casa, solo per paura di morire.

saluti
biemme
biemme
 
Messaggi: 1278
Images: 41
Iscritto il: dom dic 22, 2002 22:12 pm

Messaggioda andreag » mer feb 01, 2006 12:37 pm

biemme ha scritto:Chi oggi sta rosicando o, peggio, quasi compiacendosi della fine di chi la vita l?ha vissuta, e dando un grande insegnamento, già solo per questo, ai propri figli e a chi lo ha conosciuto e amato, ci pensi un attimo, e magari scoprirà che, tra bebè che urlano, pannoloni sporchi da cambiare, notti in bianco e mogli nevrotiche, con le occhiaie, che non gliela danno più, alla fine la scelta sbagliata potrebbe averla fatta proprio lui, lui che da giovane sognava tanto di poter andare libero per le montagne o viaggiare per il mondo?.

Non conoscevo lafaille né il suo modo di vivere la famiglia e la montagna, certamente il lutto di una persona cara mancata prematuramente non ha misura, ma l?insegnamento di un padre che ha coltivato una passione così profonda al punto da dedicare ad essa un?esistenza, e che magari la famiglia l?ha amata e cresciuta nei tempi che alla famiglia aveva dedicato, vale molto di più dell?insegnamento di un padre che si ritiene ?normale? e responsabile, ma che arriva alla vecchiaia senza aver neanche conosciuto il mondo che sta fuori dalla porta di casa, solo per paura di morire.

saluti
biemme


scusa biemme, ma la frase in grassetto è molto scorretta da parte tua, non credo che qua nessuno rosichi, nè tantomeno si compiaccia di quanto accaduto a Lafaille.....
Mi sembra che tu abbia voltato la frittata in modo degno del miglior Berlusca....

tutto era partito dal fatto che, come sempre in queste occasioni, si mitizza tutto e si tende a dimenticare che non c'è solo l'irrefrenabile voglia di andare, e che spesso questa confina strettamente con l'egoismo....
...oppure vogliamo negare che in chi pratica alpinismo (me compreso) non ci sia una forte componente egoistica??? e che più sale il livello più questa aumenta??
perchè se è così, allora mi sto zitto e no dico più nulla.....

Andrea
Avatar utente
andreag
 
Messaggi: 2561
Images: 210
Iscritto il: mar lug 15, 2003 16:50 pm
Località: Padova

Messaggioda Roberto » mer feb 01, 2006 12:37 pm

No, non credo che la passione per le scalate, portata al limite del pericolo concreto, possa giustificare di rischiare di far del male a chi ti è vicino.
Credo che gli alpinisti (ed altre categorie simili) che rischiano cansapevolmente la pelle in imprtese del genere, siano una razza egoista per eccellenza.
Con questo non li condanno, visto che anche io ne faccio parte e, nell'ambito delle mie esperienze, so che significa porre in gioco la propria vita per una passione, comprendo la lacerazione che porta a certe scelte, ma mi rendo conto che chi resta paga un prezzo altissimo, di una scelta personale, che non tiene conto degli altri.
"LIBERTA' E' PARTECIPAZIONE"
L' unico modo per essere liberi è essere colti (J. Martì)
Avatar utente
Roberto
 
Messaggi: 51739
Images: 500
Iscritto il: mer lug 31, 2002 23:41 pm
Località: Padania meridionale (Nord di Roma)

Messaggioda matto » mer feb 01, 2006 12:38 pm

biemme ha scritto:
paolo75 ha scritto:Si parte dal presupposto che siamo sempre in grado di fare le nostre scelte, liberamente e con totale cognizione.
In realtà si incontrano delle persone, a volte ci si innamora, e non si sceglie di farlo, accade e basta, e non è nemmeno in nostro potere eliminare un sentimento, poter far sì che smetta di essere. Cosa vuol dire non mettere su famiglia, poter decidere consapevolmente se amare o no una persona? non credo sia in nostro potere.
Allo stesso modo, c'è in queste persone, ne sono convinto, una spinta che le porta verso la montagna, verso le imprese che compiono, è la loro natura, possono decidere di andarle contro, ma chiunque sa quanto sia difficile. Vivere così è per qualcuno l'unico modo di vivere, e anche in questo caso la scelta mi sembra molto vincolata da un sentimento che non può essere eluso.
Non sempre la vita può essere vissuta sui canali della razionalità, del calcolo, ma sono convinto che chi sceglie di stare con una persona sapendo chi ha davanti, ha deciso di accettare quello che la persona è, in tutti i suoi aspetti, anche se questo non cancella il dolore.
Per questo i discorsi sulla famiglia mi sembrano inutili e sterili.
La Faille è morto facendo quello che sentiva di dover fare, probabilmente sapeva che poteva succedere, ma un alpinista non è un aspirante suicida, parte sempre con la convinzione di tornare (l'ho sentito dire proprio pochi giorni fa, ad una serata con Ueli Steck), e morire per una passione non è così male, per un evento comunque triste e inevitabile.


ciao paolo75,
mentre buttavo giù queste 4 riflessioni, ho letto il tuo intervento...probabilmente ci siamo letti nel pensiero......

Sarà che l’egoismo per le nostre rispettive passioni, ha fatto si che io e la mia metà non avessimo figli per scelta.

E’ possibile che sia una scelta che pagherò in vecchiaia (sempre che che ci si arrivi), ma mi sembra di leggere in molti interventi (così come in tutte le discussioni che immancabilmente ricicciano in occasioni di questo genere), un senso di malcelata invidia, quasi di rivalsa, da parte di certi padri e madri di famiglia nei confronti di chi, come jm boivin, patrick berhault o jc lafaille, aveva scelto di spendere la propria vita per una passione VERA, quale è la montagna, e lo ha fatto intensamente e ai massimi livelli.

Nei casi peggiori, sento anche pontificare su certa “irresponsabilità” verso i figli, come se invece andare a 200 all’ora in auto o rischiare ogni domenica di finire sotto una valanga o (bravo, matto !) trascorrere le giornate ipnotizzati da maria defilippi o dall’isola dei famosi, debba invece inquadrarsi nel vivere in un modo “normale”e con grande senso di responsabilità verso i figli.

Chi oggi sta rosicando o, peggio, quasi compiacendosi della fine di chi la vita l’ha vissuta, e dando un grande insegnamento, già solo per questo, ai propri figli e a chi lo ha conosciuto e amato, ci pensi un attimo, e magari scoprirà che, tra bebè che urlano, pannoloni sporchi da cambiare, notti in bianco e mogli nevrotiche, con le occhiaie, che non gliela danno più, alla fine la scelta sbagliata potrebbe averla fatta proprio lui, lui che da giovane sognava tanto di poter andare libero per le montagne o viaggiare per il mondo….

Non conoscevo lafaille né il suo modo di vivere la famiglia e la montagna, certamente il lutto di una persona cara mancata prematuramente non ha misura, ma l’insegnamento di un padre che ha coltivato una passione così profonda al punto da dedicare ad essa un’esistenza, e che magari la famiglia l’ha amata e cresciuta nei tempi che alla famiglia aveva dedicato, vale molto di più dell’insegnamento di un padre che si ritiene “normale” e responsabile, ma che arriva alla vecchiaia senza aver neanche conosciuto il mondo che sta fuori dalla porta di casa, solo per paura di morire.

saluti
biemme

ciao dopo questo intervento (di biemme)penso che alcuni abbiano capito il punto di vista quale', con questo non e' detto che sia quello giusto, da parte mia lo condivido in pieno ,non vivere per paura di morire e' il peggior modo per arrivare alla morte stessa.
matto
 
Messaggi: 236
Images: 4
Iscritto il: gio gen 19, 2006 15:43 pm
Località: prato

Messaggioda superpjimmy » mer feb 01, 2006 12:45 pm

Immagine
Jimmy :?
Però ti consiglio una sciarpa di seta ed un cielo rosso con le nuvole verdi ed i pesci blu.
Avatar utente
superpjimmy
 
Messaggi: 509
Images: 78
Iscritto il: lun gen 31, 2005 17:16 pm
Località: Binago(CO)

Messaggioda @lino » mer feb 01, 2006 12:53 pm

Io non capisco xchè bisogna vedere solo bianco o nero ovvero alpinisti estremi che con la loro morte insegano il valore della vita ai figli oppure sfigati che si sbombardano con maria de filippi davanti alla tv senza trasmettere ai figli nessun valore ... esistono persone normali che riescono a trasmettere ai figli i giusti valori che per ognuno di noi evidentemente sono diversi e magari riescono anche a far crescere i figli portandoli in montagna come palestra di vita! Io penso che è giusto vivere la propria vita ma è giusto anche prendersi le proprie responsabilità e quando metti al mondo dei figli devi riflettere un pò di più sulle tue azioni ... poi qualche rischio ce lo prendiamo tutti i giorni è inevitabile xò certe persone che portano all'estremo certi sport hanno in sè un egoismo che non è condivisibile da parte mia ... poi per chi dice che ai sentimenti non si comanda ecc ecc per carità giustissimo e verissimo però se davvero sei innamorato della tua donna e dei tuoi figli io penso che il rispetto nei loro confronti è anche indirettamente proporzionale al tuo ego e a quanto metti te stesso prima degli altri ... non sò se sono riuscito ad esprimere il concetto
ciao a tutti
IL MONTE E' PARABOLA DELLA VITA.
IL MONTE INNEVATO E' PARABOLA DEL PARADISO.

Don Claudio Sacco
Avatar utente
@lino
 
Messaggi: 243
Iscritto il: lun set 19, 2005 10:52 am

Messaggioda Enzolino » mer feb 01, 2006 12:57 pm

Spero ancora per Lafaille! :?

Sulle scelte credo che ci sia poco da pontificare o giudicare. Personalmente avendo un figlio il mio dovere sarebbe quello di essere padre, e cio' significa anche essere totalmente me stesso. Non essere se stessi, non vivere la propria vocazione, la vita che si vuole vivere e' un po' come morire. E rischiamo di rimanere padri per l'anagrafe ma morti come esempio per i nostri figli. Essere se stessi significa anche assumersi i rischi che ci sentiamo di assumere.

C'e' chi si sente di assumere grossi rischi e fa vie estreme rispetto alle proprie capacita', e c'e' chi invece giustamente si fa condizionare dal volto nella memoria di sua figlia e di sua moglie e corregge il tiro quando si tratta di affrontare una situazione pericolosa. Quindi ognuno diventa misura di se stesso e giudicare gli altri non ha senso.

Io ho ammirato mio padre quando non e' sceso a compromessi, mentre l'ho ammirato di meno quando ha accettato dei compromessi per la famiglia, anche se comunque avevo la mentalita' del bambino. Quindi, molti discorsi spesso tacciati di retorica sull'esempio dato dai genitori, secondo me hanno il loro valore.

Ciao :wink:

Lorenzo
Enzolino
 
Messaggi: 3756
Iscritto il: lun set 01, 2003 10:01 am
Località: Galgenen (CH)

Messaggioda biemme » mer feb 01, 2006 13:17 pm

andreag ha scritto:
biemme ha scritto:Chi oggi sta rosicando o, peggio, quasi compiacendosi della fine di chi la vita l?ha vissuta, e dando un grande insegnamento, già solo per questo, ai propri figli e a chi lo ha conosciuto e amato, ci pensi un attimo, e magari scoprirà che, tra bebè che urlano, pannoloni sporchi da cambiare, notti in bianco e mogli nevrotiche, con le occhiaie, che non gliela danno più, alla fine la scelta sbagliata potrebbe averla fatta proprio lui, lui che da giovane sognava tanto di poter andare libero per le montagne o viaggiare per il mondo?.

Non conoscevo lafaille né il suo modo di vivere la famiglia e la montagna, certamente il lutto di una persona cara mancata prematuramente non ha misura, ma l?insegnamento di un padre che ha coltivato una passione così profonda al punto da dedicare ad essa un?esistenza, e che magari la famiglia l?ha amata e cresciuta nei tempi che alla famiglia aveva dedicato, vale molto di più dell?insegnamento di un padre che si ritiene ?normale? e responsabile, ma che arriva alla vecchiaia senza aver neanche conosciuto il mondo che sta fuori dalla porta di casa, solo per paura di morire.

saluti
biemme


scusa biemme, ma la frase in grassetto è molto scorretta da parte tua, non credo che qua nessuno rosichi, nè tantomeno si compiaccia di quanto accaduto a Lafaille.....
Mi sembra che tu abbia voltato la frittata in modo degno del miglior Berlusca....

tutto era partito dal fatto che, come sempre in queste occasioni, si mitizza tutto e si tende a dimenticare che non c'è solo l'irrefrenabile voglia di andare, e che spesso questa confina strettamente con l'egoismo....
...oppure vogliamo negare che in chi pratica alpinismo (me compreso) non ci sia una forte componente egoistica??? e che più sale il livello più questa aumenta??
perchè se è così, allora mi sto zitto e no dico più nulla.....

Andrea


scusa tu, andrea,
ma io non ho voltato alcuna frittata nè mi sento scorretto, semplicemente perchè non mi riferivo a qualcuno in particolare

tu (scorrettamente :wink: ) hai tagliato e poi grassettato a piacere solo un pezzo di quella che è una MIA riflessione generale, non su lafaille e sui giudizi tuo o di altri, bensì su interventi e discussioni (su forum, tra amici e sui giornali) che regolarmente fioccano in queste occasioni, tant'è vero che poco prima partivo da queste parole, che non hai forse soppesato, visto che le hai snippate :

....mi sembra di leggere in molti interventi (così come in tutte le discussioni che immancabilmente ricicciano in occasioni di questo genere), ....


così come, poi ho detto:
Chi oggi sta rosicando o, peggio, quasi compiacendosi ......


e non già "chi qua sta rosicando...."

credimi, non c'era (non mi sarei permesso) alcun riferimento a persone specifiche di cui non conosco pensiero nè vita privata

saluti
biemme
biemme
 
Messaggi: 1278
Images: 41
Iscritto il: dom dic 22, 2002 22:12 pm

Messaggioda Marco Anghileri » mer feb 01, 2006 13:23 pm

discorsi difficili e molto soggettivi

io credo che le paure molto spesso salvano

prima d'avere un figlio, quando avevo paura era paura per chi mi voleva bene certo ma soprattutto era paura per me
dopo l'arrivo di mio figlio la paura si è trasformata quasi unicamente in paura per lui
- paura che se dovesse capitarmi qualcosa non mi avrebbe più e non per scelta sua
- paura che anche con tutte le parole del mondo nessuno riuscirebbe a fargli capire perchè il suo papà non c'è più
- paura di vederlo cercarmi come fa ma senza possibilità di conforto
- paura di vederlo rassegnato
- paura di saperlo triste
- paura di...
- paura per...

ora quando vado in montagna evito certe situazioni perchè queste paure non me le farebbero più godere com'è giusto che sia...
ognuno ascolta le proprie paure e ne ricava le proprie scelte...

credo che l'importante sia non dimenticarsi che l'avere un figlio è una scelta propria e non del figlio.

mi dispiace moltissimo per J.C. che conosco ed ammiro
ma un pensiero fortissimo lo rivolgo alla famiglia ed al piccolo di 5 anni al quale possiamo solo dirgli "sii forte"
Marco Anghileri
 
Messaggi: 1181
Images: 469
Iscritto il: gio mag 09, 2002 9:52 am

Messaggioda Andreino » mer feb 01, 2006 13:31 pm

Io non sono ancora padre, ma la penso esattamente come Marco Anghileri
Avatar utente
Andreino
 
Messaggi: 953
Images: 8
Iscritto il: gio lug 08, 2004 13:52 pm
Località: Alba (CN)

Messaggioda andreag » mer feb 01, 2006 13:38 pm

biemme ha scritto:credimi, non c'era (non mi sarei permesso) alcun riferimento a persone specifiche di cui non conosco pensiero nè vita privata

saluti
biemme


bon, meglio così allora, però permetterai che, dopo gli interventi precedenti le tue frasi suonavano un po' come una stroncatura....

Andrea
Avatar utente
andreag
 
Messaggi: 2561
Images: 210
Iscritto il: mar lug 15, 2003 16:50 pm
Località: Padova

Messaggioda Silvio » mer feb 01, 2006 13:42 pm

Marco Anghileri ha scritto:discorsi difficili e molto soggettivi

io credo che le paure molto spesso salvano

prima d'avere un figlio, quando avevo paura era paura per chi mi voleva bene certo ma soprattutto era paura per me
dopo l'arrivo di mio figlio la paura si è trasformata quasi unicamente in paura per lui
- paura che se dovesse capitarmi qualcosa non mi avrebbe più e non per scelta sua
- paura che anche con tutte le parole del mondo nessuno riuscirebbe a fargli capire perchè il suo papà non c'è più
- paura di vederlo cercarmi come fa ma senza possibilità di conforto
- paura di vederlo rassegnato
- paura di saperlo triste
- paura di...
- paura per...

ora quando vado in montagna evito certe situazioni perchè queste paure non me le farebbero più godere com'è giusto che sia...
ognuno ascolta le proprie paure e ne ricava le proprie scelte...

credo che l'importante sia non dimenticarsi che l'avere un figlio è una scelta propria e non del figlio.

mi dispiace moltissimo per J.C. che conosco ed ammiro
ma un pensiero fortissimo lo rivolgo alla famiglia ed al piccolo di 5 anni al quale possiamo solo dirgli "sii forte"


Marco, hai scritto un bellissimo pensiero !!!
Avatar utente
Silvio
 
Messaggi: 10609
Images: 14
Iscritto il: dom ago 17, 2003 0:20 am
Località: Roma

Messaggioda @lino » mer feb 01, 2006 13:47 pm

Marco Anghileri ha scritto:discorsi difficili e molto soggettivi

io credo che le paure molto spesso salvano

prima d'avere un figlio, quando avevo paura era paura per chi mi voleva bene certo ma soprattutto era paura per me
dopo l'arrivo di mio figlio la paura si è trasformata quasi unicamente in paura per lui
- paura che se dovesse capitarmi qualcosa non mi avrebbe più e non per scelta sua
- paura che anche con tutte le parole del mondo nessuno riuscirebbe a fargli capire perchè il suo papà non c'è più
- paura di vederlo cercarmi come fa ma senza possibilità di conforto
- paura di vederlo rassegnato
- paura di saperlo triste
- paura di...
- paura per...

ora quando vado in montagna evito certe situazioni perchè queste paure non me le farebbero più godere com'è giusto che sia...
ognuno ascolta le proprie paure e ne ricava le proprie scelte...

credo che l'importante sia non dimenticarsi che l'avere un figlio è una scelta propria e non del figlio.

mi dispiace moltissimo per J.C. che conosco ed ammiro
ma un pensiero fortissimo lo rivolgo alla famiglia ed al piccolo di 5 anni al quale possiamo solo dirgli "sii forte"


daccordo con te xò oltre alla paura, che è un limite molto diverso in ognuno di noi, io parlerei anche di rispetto nei confronti di un figlio che hai messo al mondo e che ha bisogno del confronto con il proprio padre ... è evidente che quanto più pensi a te stesso e alla soddisfazione del tuo ego tanto meno rispetto hai di tuo figlio. Insomma dai ragazzi il fatto di stare via dei mesi ogni anno per le spedizioni varie è una mancanza di rispetto nei confronti delle persone che ami e che ti amano... nell'amore e nella crescita dei figli si deve scendere a compromessi a volte purtroppo anche facendo delle rinuncie personali ... questo è il mio modo di vedere ed è quello che mi hanno trasmesso i miei genitori.
ciao
IL MONTE E' PARABOLA DELLA VITA.
IL MONTE INNEVATO E' PARABOLA DEL PARADISO.

Don Claudio Sacco
Avatar utente
@lino
 
Messaggi: 243
Iscritto il: lun set 19, 2005 10:52 am

Messaggioda Maurizio » mer feb 01, 2006 13:55 pm

...solo per dire che non trovo che l'egoismo in alpinismo sia "misurabile". Premesso che noi alpinisti siamo un caso clinico, come dice Andrea, e a me come altri è capitato più volte di essere oggetto di studi da parte di psicanalisti con centinaia di domande...credo che sia evidente che scalare in solitaria in invernale un 8000 è molto pericoloso...ma lo può essere esattamente quanto l'alpinista della domenica (che ha lasciato moglie e figli a casa) si trova di fronte al canale ghiacciato che taglia il sentiero, ragiona, e decide comunque di attraversarlo anche se ha dimenticato a casa i ramponi. Perciò queste scelte, personali, riguardano tutti noi, non solo quelli come Berhault e Lafaille. Per questo la loro morte ci coinvolge, non solo perchè erano famosi...ma perchè anche se li esorcizziamo dicendo "se lo sono andati a cercare..." dentro di noi sappiamo che non è così.
Sono sì convinto che l'alpinismo sia un atto egositico, ma è soprattutto una passione irrazionale alla quale è difficile mettere dei freni, ricondurre nei canali della razionalità. Ho ammirato ed ammiro gli uomini che hanno questo nel cuore (e negli occhi, direbbe Malfer) che sono consapevoli di non poter resistere...ma che cercano ogni giorno una via per vivere una vita normale, nonostante sia da tutti considerata suicida... Ognuno ha la propria soglia di rischio, l'accettabile e l'inaccettabile. Ciò detto mi identifico anche io con quello che dice Marco, la responsabilità di una famiglia condiziona, ma è dentro di te che devi sentire se andare o non andare...e questa è la grande sfida dell'alpinismo, quello interiore, non solo quello fatto di cime, di gradi, di successi e di insuccessi. E questo penso proprio che Lafaille l'abbia considerato pienamente, io non me la sentirei di dire che lui ha rischiato molto più di...

ciao

Maurizio
Avatar utente
Maurizio
 
Messaggi: 1268
Images: 19
Iscritto il: gio mag 09, 2002 9:52 am

Messaggioda Roberto » mer feb 01, 2006 13:58 pm

Qualcuno di voi è a conoscenza dei trascorsi di mia figlia, del fatto che ha già avuto il trauma di perdere i genitori (anche se in senso lato). L'eventualità di rivivere un tale trauma, spezzerebbe il sottile filo che abbiamo tessuto assieme in 10 anni di amore, ma nonostante ciò continuo ad andare in montagna in un certo modo, prendendomi i miei rischi.

La domanda che ogni volta che sono in ballo mi sono fatto, ossia perché lo faccio, ora è ancora più stressante e la risposta ancora più chiara: per egoismo.
Profondo, limpido egoismo, nascosto sotto tante belle scuse, come passione, necessità psichica, scopo di realizzarsi ...

"Responsabilità", è invece la parola che spiega il giusto atteggiamento di chi, come Marco Anghileri, ha fatto delle scelte, quelle si coraggiose.
Perché non c'è nessun coraggio a rischiare la propria pelle alle spalle degli altri.
"LIBERTA' E' PARTECIPAZIONE"
L' unico modo per essere liberi è essere colti (J. Martì)
Avatar utente
Roberto
 
Messaggi: 51739
Images: 500
Iscritto il: mer lug 31, 2002 23:41 pm
Località: Padania meridionale (Nord di Roma)

Messaggioda andreag » mer feb 01, 2006 14:04 pm

Maurizio ha scritto:...solo per dire che non trovo che l'egoismo in alpinismo sia "misurabile". Premesso che noi alpinisti siamo un caso clinico, come dice Andrea, e a me come altri è capitato più volte di essere oggetto di studi da parte di psicanalisti con centinaia di domande...credo che sia evidente che scalare in solitaria in invernale un 8000 è molto pericoloso...ma lo può essere esattamente quanto l'alpinista della domenica (che ha lasciato moglie e figli a casa) si trova di fronte al canale ghiacciato che taglia il sentiero, ragiona, e decide comunque di attraversarlo anche se ha dimenticato a casa i ramponi. Perciò queste scelte, personali, riguardano tutti noi, non solo quelli come Berhault e Lafaille. Per questo la loro morte ci coinvolge, non solo perchè erano famosi...ma perchè anche se li esorcizziamo dicendo "se lo sono andati a cercare..." dentro di noi sappiamo che non è così.
Sono sì convinto che l'alpinismo sia un atto egositico, ma è soprattutto una passione irrazionale alla quale è difficile mettere dei freni, ricondurre nei canali della razionalità. Ho ammirato ed ammiro gli uomini che hanno questo nel cuore (e negli occhi, direbbe Malfer) che sono consapevoli di non poter resistere...ma che cercano ogni giorno una via per vivere una vita normale, nonostante sia da tutti considerata suicida... Ognuno ha la propria soglia di rischio, l'accettabile e l'inaccettabile. Ciò detto mi identifico anche io con quello che dice Marco, la responsabilità di una famiglia condiziona, ma è dentro di te che devi sentire se andare o non andare...e questa è la grande sfida dell'alpinismo, quello interiore, non solo quello fatto di cime, di gradi, di successi e di insuccessi. E questo penso proprio che Lafaille l'abbia considerato pienamente, io non me la sentirei di dire che lui ha rischiato molto più di...

ciao

Maurizio


d'accordo con questo tuo intervento Maurizio, mi sembra molto equilibrato, sopratutto mette l'accento sul fatto che certe cose non sono solo appannaggio dei "toppers"....

però, per quanto JCL fosse preparato, determinato, consapevole, non si può dire che il suo alpinismo non contenesse una dose di rischio ben superiore alla media..... io anzi direi ai vertici della classifica!!!!

Che poi alla fine, diciamocelo, è anche il motivo per cui ammiriamo gente così, anche se non ne condividiamo le scelte.
Ma l'eroismo è sempre stato una brutta bestia con cui confrontarsi, è difficile per chiunque sfuggire al suo fascino...

Andrea
Avatar utente
andreag
 
Messaggi: 2561
Images: 210
Iscritto il: mar lug 15, 2003 16:50 pm
Località: Padova

Messaggioda bummi » mer feb 01, 2006 14:29 pm

andreag ha scritto:...
però, per quanto JCL fosse preparato, determinato, consapevole, non si può dire che il suo alpinismo non contenesse una dose di rischio ben superiore alla media..... io anzi direi ai vertici della classifica!!!!

Che poi alla fine, diciamocelo, è anche il motivo per cui ammiriamo gente così, anche se non ne condividiamo le scelte.
Ma l'eroismo è sempre stato una brutta bestia con cui confrontarsi, è difficile per chiunque sfuggire al suo fascino...

Andrea


Eroismo? Nel 2006 ancora a parlare di eroi delle vette? Suvvia, cerchiamo di essere onesti. Quale eroismo può esserci nell'alpinismo oggi?
Si va in montagna perchè ci piace farlo. Abbiamo dei sogni e ci piace realizzarli, stiamo lì tutta la settimana a sognare ad occhi aperti per quelle poche ore da trascorrere il sabato o la domenica. Seguiamo una felicità effimera che dura un secondo, il tempo di capire che abbiamo realizzato un sogno che già stiamo sognando quello successivo.
Roberto è stato molto onesto e chiaro. Pensiamo solo a noi stessi e cerchiamo di tacitare la nostra coscienza con mille sotterfugi, torno presto, faccio solo cose facili, sono sempre attento, ecc..
In montagna si muore anche prestando tutte le cautele e le attenzioni del caso. Prendiamone atto, cerchiamo di viverla serenamente ed evitiamo di dare giudizi sul modo di vivere degli altri. Che si chiamino Lafaille o Rossi conta veramente molto poco.
bummi
Avatar utente
bummi
 
Messaggi: 3292
Images: 32
Iscritto il: mer mar 31, 2004 14:33 pm
Località: Abbruzzese di Roma Sud

PrecedenteProssimo

Torna a Alpinismo - Grandi montagne - Spedizioni

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite

Forum.Planetmountain.com

Il Forum è uno spazio d’incontro virtuale, aperto a tutti, che consente la circolazione e gli scambi di opinioni, idee, informazioni, esperienze sul mondo della montagna, dell’alpinismo, dell’arrampicata e dell’escursionismo.

La deliberata inosservanza di quanto riportato nel REGOLAMENTO comporterà l'immediato bannaggio (cancellazione) dal forum, a discrezione degli amministratori del forum. Sarà esclusivo ed insindacabile compito degli amministratori stabilire quando questi limiti vengano oltrepassati ed intervenire di conseguenza.