da Mr.Blue » lun gen 16, 2006 19:05 pm
da andreaesse » lun gen 16, 2006 21:33 pm
da trivi » lun gen 16, 2006 21:40 pm
andreaesse ha scritto:quando non mi sento a mio agio di fronte ad una via che vorrei comunque scalare, la cosa peggiore è stare fermo a pensare e a rimuginare sul mio stato d'animo di quel momento...personalmente ho notato che invece è molto meglio prendere e scalare, in questo modo l'attenzione si sposta dalla sensazione di incertezza al problema di come fare ad andare su.....più è rapido il passaggio dal rimuginare all'agire e più in fretta si attenua o sparisce quel senso sgradevole
da andreaesse » mar gen 17, 2006 13:59 pm
trivi ha scritto:andreaesse ha scritto:quando non mi sento a mio agio di fronte ad una via che vorrei comunque scalare, la cosa peggiore è stare fermo a pensare e a rimuginare sul mio stato d'animo di quel momento...personalmente ho notato che invece è molto meglio prendere e scalare, in questo modo l'attenzione si sposta dalla sensazione di incertezza al problema di come fare ad andare su.....più è rapido il passaggio dal rimuginare all'agire e più in fretta si attenua o sparisce quel senso sgradevole
invece per me no. Se parto motivato da terra, poi lo sono anche sulla roccia; se sento che mi sto ghisando, ad esempio, riesco a continuare proprio perchè motivato.
se invece parto da terra già dubbioso, poi nel momento in cui inizio a faticare, mi dico che tanto vale fare resting perchè in cima tanto non ci arrivo.
almeno per me, partire con convinzione è fondamentale
da Titanium » mar gen 17, 2006 14:14 pm
andreaesse ha scritto:trivi ha scritto:andreaesse ha scritto:quando non mi sento a mio agio di fronte ad una via che vorrei comunque scalare, la cosa peggiore è stare fermo a pensare e a rimuginare sul mio stato d'animo di quel momento...personalmente ho notato che invece è molto meglio prendere e scalare, in questo modo l'attenzione si sposta dalla sensazione di incertezza al problema di come fare ad andare su.....più è rapido il passaggio dal rimuginare all'agire e più in fretta si attenua o sparisce quel senso sgradevole
invece per me no. Se parto motivato da terra, poi lo sono anche sulla roccia; se sento che mi sto ghisando, ad esempio, riesco a continuare proprio perchè motivato.
se invece parto da terra già dubbioso, poi nel momento in cui inizio a faticare, mi dico che tanto vale fare resting perchè in cima tanto non ci arrivo.
almeno per me, partire con convinzione è fondamentale
trivvo diaolo CAN!!!!!!......rimuovi questi concetti obsoleti......retaggio di una cultura in disfacimento!!!!!!........"arrivare in cima" è una figura retorica, propaganda di regime, illusione di un riscatto emotivo della mediocrità arrampicatoria esteriore!!!!!!........esiste solo l'atto motorio e il piacere di compierlo e di migliorarlo, il contatto con la materia RRRRoccia.....la cima ne è solo una necessaria conseguenza!!!!!
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da Gigi64 » mar gen 17, 2006 15:13 pm
da yinyang » mar gen 17, 2006 15:18 pm
da Gigi64 » mar gen 17, 2006 15:25 pm
yinyang ha scritto:comunque sta cosa di guardare gli altri mi pare 'na boiata
io di tennis ne ho visto un sacco alla tv, ma il rovescio proprio non mi viene!
da abrax » mar gen 17, 2006 15:44 pm
Gigi64 ha scritto:La terza volta che sono andato in falesia è stata settimana scorsa a Maccagno (VA), sul Lago Maggiore
da Gigi64 » mar gen 17, 2006 15:58 pm
abrax ha scritto:Gigi64 ha scritto:La terza volta che sono andato in falesia è stata settimana scorsa a Maccagno (VA), sul Lago Maggiore
occhio che Maccagno, pur avendo qualche tiro divertente, non fa testo.
Io lì m'ero montato la testa
Poi sono andato a Traversella, Finale, etc etc e me la sono smontata.
PS. Magari ci conosciamo.
da abrax » mar gen 17, 2006 16:40 pm
Gigi64 ha scritto:abrax ha scritto:Gigi64 ha scritto:La terza volta che sono andato in falesia è stata settimana scorsa a Maccagno (VA), sul Lago Maggiore
occhio che Maccagno, pur avendo qualche tiro divertente, non fa testo.
Io lì m'ero montato la testa
Poi sono andato a Traversella, Finale, etc etc e me la sono smontata.
PS. Magari ci conosciamo.
Io ho veramente pochissima esperienza Abrax, mi sono approcciato a questo sport a 41 anni perchè da anni vado in montagna a fare trekking, ad esempio mi piace tantissimo la Valgrande, dovendo a volte fare passaggi non di grado elevato, ma magari molto esposti, sono anni che mi dico di approcciarmi all'arrampicata per apprendere un po di tecnica, alla fine dell'estate scorsa sono passato casualmente davanti alla palestra coperta di Sesto Calende degli Avanzi di Cantiere, che poi fanno parte sempre del CAI di Sesto Calende, così ho chiesto informazioni e ho iniziato.
Il mio "problema falesie" è dato dal fatto che molta gente che frequenta la palestra è brava, ha anni di esperienza, per questo capisco che portarsi dietro me diventa un po un peso, è un po come per me se uno che inizia a fare trekking, che ha un limite molto più basso del mio a livello fisico, psicologico e tecnico, mi chiede di fare uscite assieme, magari rimanderò o temporeggerò sulla cosa in quanto quello che vado a fare io nel tempo libero che ho sarebbe fuori dalle sue possibilità, e per stare al suo passo dovrei fare cose che magari non mi danno soddisfazione, tutto questo senza cattiveria, però per divertirsi bisognerebbe avere un livello abbastanza simile, capisci il principio?
Tu vieni anche a Sesto (Calende)? (in palestra coperta intendo)
da Gigi64 » mar gen 17, 2006 16:55 pm
abrax ha scritto:Sì, è un po' che manco dalla plastica (che non amo particolarmente) ma a breve riprenderò a venirci.
Comunque l'uscita in falesia non è prioprio come il trekking. Se si fanno monotiri (come al Ballaro o Maccagno) farti sicura su un 5b o un 7a non cambia nulla. E poi Marco e gli altri sono bravi ragazzi e sono sicuro che ti portano volentieri con loro. Viceversa nel trekking uno che non cammina.... rallenta tutti.
da Titanium » mar gen 17, 2006 18:51 pm
da yinyang » mar gen 17, 2006 18:59 pm
Titanium ha scritto:Per il resto, riprendo quanto detto da YY, e lo contraddico, perché osservare gli altri a me serve tantissimo. E proprio nel caso del rovescio a tennis, quando il tennis lo trasmettevano in TV ed io lo guardavo sempre e comunque, ricordo che ad un certo punto, davanti alla tv, ebbi un click, percepibile, nella testa. Il movimento mi era divenuto chiaro. Un paio di giorni dopo mi trovai in campo e scoprii che il mio rovescio era passato da una percentuale del 5% al 50%, forse di più. Avevo osservato, assimilato, e infine appreso. La meccanica mi era diventata chiara, e ancora davanti alla tv avevo capito che sarei stato in grado di riprodurre il gesto nella pratica.
da Titanium » mar gen 17, 2006 19:09 pm
yinyang ha scritto:Titanium ha scritto:Per il resto, riprendo quanto detto da YY, e lo contraddico, perché osservare gli altri a me serve tantissimo. E proprio nel caso del rovescio a tennis, quando il tennis lo trasmettevano in TV ed io lo guardavo sempre e comunque, ricordo che ad un certo punto, davanti alla tv, ebbi un click, percepibile, nella testa. Il movimento mi era divenuto chiaro. Un paio di giorni dopo mi trovai in campo e scoprii che il mio rovescio era passato da una percentuale del 5% al 50%, forse di più. Avevo osservato, assimilato, e infine appreso. La meccanica mi era diventata chiara, e ancora davanti alla tv avevo capito che sarei stato in grado di riprodurre il gesto nella pratica.
si certo se proprio non hai altre risorse...![]()
ma avere qualcuno che sa come si fa un rovescio e te lo spiega è molto meglio no?
da andreaesse » mar gen 17, 2006 20:36 pm
Titanium ha scritto:andreaesse ha scritto:trivi ha scritto:andreaesse ha scritto:quando non mi sento a mio agio di fronte ad una via che vorrei comunque scalare, la cosa peggiore è stare fermo a pensare e a rimuginare sul mio stato d'animo di quel momento...personalmente ho notato che invece è molto meglio prendere e scalare, in questo modo l'attenzione si sposta dalla sensazione di incertezza al problema di come fare ad andare su.....più è rapido il passaggio dal rimuginare all'agire e più in fretta si attenua o sparisce quel senso sgradevole
invece per me no. Se parto motivato da terra, poi lo sono anche sulla roccia; se sento che mi sto ghisando, ad esempio, riesco a continuare proprio perchè motivato.
se invece parto da terra già dubbioso, poi nel momento in cui inizio a faticare, mi dico che tanto vale fare resting perchè in cima tanto non ci arrivo.
almeno per me, partire con convinzione è fondamentale
trivvo diaolo CAN!!!!!!......rimuovi questi concetti obsoleti......retaggio di una cultura in disfacimento!!!!!!........"arrivare in cima" è una figura retorica, propaganda di regime, illusione di un riscatto emotivo della mediocrità arrampicatoria esteriore!!!!!!........esiste solo l'atto motorio e il piacere di compierlo e di migliorarlo, il contatto con la materia RRRRoccia.....la cima ne è solo una necessaria conseguenza!!!!!
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Ferie? O ti lasciano fumare anche in ufficio?![]()
La muèrteeeeeee!![]()
da andreaesse » mar gen 17, 2006 20:50 pm
da Gigi64 » mer gen 18, 2006 3:04 am
Titanium ha scritto:A giugno del 2004 mi trovai a Tignes per fare sci estivo. Non sciai quasi mai perché mi faceva cagare l'ambiente e la neve era pappa, ma conobbi un tipo, non ricordo il nome, degli Avanzi di cantiere. Alto, magro, ai tempi mi pare avesse una station wagon scura con sopra montata la "bara portapacchi" dentro cui teneva corde, scarpette e altro, e aveva le Katana appena risuolate con una mescola che diceva dovesse ancora essere commercializzata. Era simpatico. Arrampicammo una o due volte in una falesia poco sopra la diga di Tignes.
Per il resto, riprendo quanto detto da YY, e lo contraddico, perché osservare gli altri a me serve tantissimo. E proprio nel caso del rovescio a tennis, quando il tennis lo trasmettevano in TV ed io lo guardavo sempre e comunque, ricordo che ad un certo punto, davanti alla tv, ebbi un click, percepibile, nella testa. Il movimento mi era divenuto chiaro. Un paio di giorni dopo mi trovai in campo e scoprii che il mio rovescio era passato da una percentuale del 5% al 50%, forse di più. Avevo osservato, assimilato, e infine appreso. La meccanica mi era diventata chiara, e ancora davanti alla tv avevo capito che sarei stato in grado di riprodurre il gesto nella pratica.
Per quanto riguarda l'esperienza di Gigi, scusa la franchezza ma secondo me non hai ancora iniziato ad arrampicare in falesia. Due volte e mezzo non sono nemmeno un'introduzione, ed un 6a da secondo alla prima uscita può essere un ottimo risultato come non significare nulla: la prima volta che andai in falesia, la prima volta che ho mai arrampicato, ad aprile 2004, mi misero su un 5b e poi su un 6a. Arrivai in catena su tutti e due.
Parlandone nei giorni seguenti con amici che non arrampicavano dicevo che il 6a era un grado da principiante, da inizio, che tutti potevano fare o quasi. Ero da secondo, forse mi avevano un pelo aiutato nei passaggi duri... Ma l'avevo fatto!
Solo dopo una decina di uscite mi resi conto che "arrampicare un 6a" era qualcosa di completamente diverso. Anche da secondo, ma senza aiuti, senza teleguida magari, senza quei piccoli o grandi aiuti che senza esperienza nemmeno percepiamo... E così il primo 6a da primo l'ho chiuso, credo, 6-8 mesi più tardi. Magari non è il tuo caso, ma di sicuro 2 uscite e mezza non servono nemmeno a valutare cosa tu stia facendo, secondo me (o, meglio, se applicassi a me le tue parole).
E di qui, ogni valutazione su progressi, stallo, predisposizione, motivazione, la puoi tranquillamente posticipare a fine primavera, quando complice il bel tempo (in cui speriamo) ed il tempo (che sarà passato ad allora), potrai contare su decine di uscite in falesia ed una visione ben più consapevole del tutto.
Ma, hai ragione, l'importante è sempre divertirsi!
Anche se la paura di volare, di cadere, di non riuscire, la tensione per un movimento che sai forse non ti verrà, la speranza frustrata di chiudere un progetto... Tutto questo fa parte del divertimento. O, diciamo meglio, può farne parte. Se così non fosse, meglio cambiare attività, poiché l'arrampicata in falesia difficilmente può essere scorporata da queste emozioni.
E così, credo, anche il boulder, dove i problemi di testa, corpo, allenamento, concentrazione e motivazione, secondo me si ripropongono invariati e dove, la mancanza del timore del volo, può ben essere sostituita dalla paura del cadere (a meno di non salire sempre e solo su "lavatrici").
Ciao!
da yinyang » mer gen 18, 2006 10:43 am
andreaesse ha scritto:secondo me osservare gli altri è importantissimo e soprattutto molto efficace.
due anni fa ho fatto un corso di arrampicata con un veronese molto bravo, nicola sartori, molti lo conosceranno, non è uno che parla molto, ci dava qualche consiglio e inizialmente pensavo che non mi sarebbe rimasto gran chè da quel corso.
dopo un pò invece ci siamo accorti che cominciavamo a fare alcuni dei movimenti e ad assumere alcune delle posizioni che prima non utilizzavamo mai, la cosa che più mi ha sorpreso è stato proprio il fatto che il cambiamento è avvenuto in modo evidente e di botto, dopo un po di tempo
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