Alti, bassi, ed esorcismi?

Area dedicata all'arrampicata sportiva e al bouldering.

Messaggioda Mr.Blue » lun gen 16, 2006 19:05 pm

Mi spiego meglio: fare boulder significa sollevare l'arrampicata da molte costruzioni che tendono a offuscare sia il gesto tecnico/sportivo che l'aspetto ludico ed emozionale del sentirsi bene a scalare.
L'arrampicata al livello zero, insomma.
Ma non è un discorso da guru della libertà individuale o in egual misura di chi vuol far corrispondere al bouldering un fenomeno "facile" e soprattutto di costume...
Ma vi faccio un esempio: avete idea del piacere che si prova a fare una sequenza sopra i 6/7 movimenti senza dover staccare il pensiero dalla roccia per dover moschettonare???
Io scalo senza corda su massi da qualche anno, negli ultimi due esclusivamente. E moooolto spesso in luoghi dove non esistono (ancora) ne gradi ne relazione. E l'unica cosa che vi posso dire è che sto molto bene. Sopratutto con me stesso.
Ultimamente sotto le pressioni di un amico sono ritornato in falesia a scalare... mi sono ovviamente divertito, la lunghezza e l'altezza e il "viaggio" di un tiro hanno le loro ragioni, ma vi assicuro che il fatto di dover staccare una mano (e il pensiero) per moschettonare è stato un fatto che proprio non mi tornava...
E non è una questione di paura...certi massi con il chiave a 4 metri o un uscita moooolto delicata....
Penso tutti possano (o vogliano o debbano), trovare la propria dimensione verticale. Che per non deve mai fare rima con nessun tipo di frustrazione...
In questo caso co capito dopo molti anni che quella del boulder è quella più vicina al mio modo di pensare.
Buone arrampicate nel nuovo anno a tutti!
ciao!
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Messaggioda andreaesse » lun gen 16, 2006 21:33 pm

quando non mi sento a mio agio di fronte ad una via che vorrei comunque scalare, la cosa peggiore è stare fermo a pensare e a rimuginare sul mio stato d'animo di quel momento...personalmente ho notato che invece è molto meglio prendere e scalare, in questo modo l'attenzione si sposta dalla sensazione di incertezza al problema di come fare ad andare su.....più è rapido il passaggio dal rimuginare all'agire e più in fretta si attenua o sparisce quel senso sgradevole
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Messaggioda trivi » lun gen 16, 2006 21:40 pm

andreaesse ha scritto:quando non mi sento a mio agio di fronte ad una via che vorrei comunque scalare, la cosa peggiore è stare fermo a pensare e a rimuginare sul mio stato d'animo di quel momento...personalmente ho notato che invece è molto meglio prendere e scalare, in questo modo l'attenzione si sposta dalla sensazione di incertezza al problema di come fare ad andare su.....più è rapido il passaggio dal rimuginare all'agire e più in fretta si attenua o sparisce quel senso sgradevole


invece per me no. Se parto motivato da terra, poi lo sono anche sulla roccia; se sento che mi sto ghisando, ad esempio, riesco a continuare proprio perchè motivato.
se invece parto da terra già dubbioso, poi nel momento in cui inizio a faticare, mi dico che tanto vale fare resting perchè in cima tanto non ci arrivo.

almeno per me, partire con convinzione è fondamentale
...E riempire la vita di vita, e non di attesa. (Buzz)

Ho qualcosa da dire, ma non so bene cosa
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Messaggioda andreaesse » mar gen 17, 2006 13:59 pm

trivi ha scritto:
andreaesse ha scritto:quando non mi sento a mio agio di fronte ad una via che vorrei comunque scalare, la cosa peggiore è stare fermo a pensare e a rimuginare sul mio stato d'animo di quel momento...personalmente ho notato che invece è molto meglio prendere e scalare, in questo modo l'attenzione si sposta dalla sensazione di incertezza al problema di come fare ad andare su.....più è rapido il passaggio dal rimuginare all'agire e più in fretta si attenua o sparisce quel senso sgradevole


invece per me no. Se parto motivato da terra, poi lo sono anche sulla roccia; se sento che mi sto ghisando, ad esempio, riesco a continuare proprio perchè motivato.
se invece parto da terra già dubbioso, poi nel momento in cui inizio a faticare, mi dico che tanto vale fare resting perchè in cima tanto non ci arrivo.

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trivvo diaolo CAN!!!!!!......rimuovi questi concetti obsoleti......retaggio di una cultura in disfacimento!!!!!!........"arrivare in cima" è una figura retorica, propaganda di regime, illusione di un riscatto emotivo della mediocrità arrampicatoria esteriore!!!!!!........esiste solo l'atto motorio e il piacere di compierlo e di migliorarlo, il contatto con la materia RRRRoccia.....la cima ne è solo una necessaria conseguenza!!!!!



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Messaggioda Titanium » mar gen 17, 2006 14:14 pm

andreaesse ha scritto:
trivi ha scritto:
andreaesse ha scritto:quando non mi sento a mio agio di fronte ad una via che vorrei comunque scalare, la cosa peggiore è stare fermo a pensare e a rimuginare sul mio stato d'animo di quel momento...personalmente ho notato che invece è molto meglio prendere e scalare, in questo modo l'attenzione si sposta dalla sensazione di incertezza al problema di come fare ad andare su.....più è rapido il passaggio dal rimuginare all'agire e più in fretta si attenua o sparisce quel senso sgradevole


invece per me no. Se parto motivato da terra, poi lo sono anche sulla roccia; se sento che mi sto ghisando, ad esempio, riesco a continuare proprio perchè motivato.
se invece parto da terra già dubbioso, poi nel momento in cui inizio a faticare, mi dico che tanto vale fare resting perchè in cima tanto non ci arrivo.

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Messaggioda Gigi64 » mar gen 17, 2006 15:13 pm

E' tanto che non scrivo in questi forum, però li visito abbastanza frequentemente, posto la mia esperienza di arrampicata che è veramente misera, penso che non sarei neanche degno di iscrivermi al Pippon Club.... :D :D :D

Una premessa, sono 5 mesi che arrampico, però la maggior parte dell'attività l'ho svolta in palestra (intendo sulla plasticaccia!!!) perchè faccio piuttosto fatica a trovare gente per uscire in falesia, ultimamente il freddo ha poi aggravato questa situazione, anche se adesso sono riuscito a trovare un paio di gruppetti a cui aggregarmi e che dovrebbero migliorare la situazione.

Nella mia zona, parlo della provincia di Varese (anche se io abito in provincia di Novara sono confinante) una bella falesia è quella del Sasso Ballaro, però ha una media di gradi troppo elevati per me, nonostante questa sia una delle più frequentate dagli "Avanzi di Cantiere", il gruppo a cui mi sono aggregato.

In totale sono riuscito ad andare in falesia 3 volte, anzi, forse sarebbe meglio dire... 2 volte e mezza!
La prima volta ho fatto sei tiri, sul primo ero legnosissimo, penso sia anche normale, però dal secondo e dal terzo tiro ho iniziato a prendere un po di confidenza e a divertirmi, le ho fatte tutte da secondo, a parte un 4C da primo, comunque da secondo sono riuscito a fare come massimo un 6A, tenendo conto che era la prima volta che uscivo in falesia non posso lamentarmi, penso....

La seconda volta sono andato nella stessa falesia, ma il problema era che molte vie erano umide ed erano libere solo le più difficili, quando sono arrivato gli altri due con cui dovevo trovarmi avevano già iniziato da un po ad arrampicare, stavano facendo un 6B, con un bel strapiombo, hanno insistito per farmelo provare, da secondo ovviamente, però non ce l'ho fatta, inanzi tutto la sensazione di penzolare nel vuoto se lasciavo la roccia, essendo nuova per me, mi dava più paura, anche se ero secondo, e poi proprio nel passaggio più difficile non capivo dove passare, mi sono fatto calare.... :(

Ho poi provato la via che avevo fatto la volta precedente, il 6A, però questa volta non ce l'ho fatta.... :(

La terza volta che sono andato in falesia è stata settimana scorsa a Maccagno (VA), sul Lago Maggiore, ma per inserirmi nella discussione torno alla seconda, a parte che tra una volta e l'altra è passato almeno un mese (perciò la prima volta erano circa 3 mesi che arrampicavo, sulla plastica però), dopo i due insuccessi della seconda volta ho passato veramente un periodo di demotivazione, anche sui pannelli facevo poco, peggioravo, in più anche lì sono stati fatti dei circuiti nuovi che mi mettevano molto in difficoltà.

Alla fine, prima di mollare tutto, ho analizzato bene le cose e ho tratto delle conclusioni:

1) L'arrampicata, come molti altri sport, deve essere prima di tutto divertimento, se quello viene sostituito troppo dall'ansia del dover fare diventa peggio di un lavoro, ma... un lavoro che alla fine non piace!

2) Nonostante il punto 1, bisognerebbe ovviamente sforzarsi di migliorare, ma se la cosa non è graduale, produce più frustrazioni che miglioramenti.

3) Va bene guardare gli altri, ma per apprendere la tecnica, per i risultati bisogna guardare unicamente se stessi, questo vale per tutti gli sport.

4) Il forzare è negativo, anzi, la migliore soluzione è che i miglioramenti devono venire sa sè, se io un giorno mi sono imposto di provare un grado in più e quel giorno non sono in forma è inutile che ci tento, sarà per la prossima volta, viceversa un giorno che pensavo di fare quattro tiri così, scazzati, ma mi sento particolarmente in forma, e se ci sono le condizioni, posso tentare qualcosa di più!

5) Per quanto mi riguarda, in un'uscita partire con delle vie sottodimensionate alle mie possibilità, questo per riscaldamento fisico, ma anche per iniziare subito con un approccio di divertimento, una sorta di "riscaldamento psicologico", incentrarsi poi su vie che stanno tra le proprie possibilità e il limite, e infine, soltanto se ci si sente in forma (vedi il punto 4), forzare qualcosa di più, magari dopo qualche tiro ma... quando ancora "c'è benzina"...

Queste sono state le mie conclusioni, però magari ho detto delle cazzate, rispetto alla vostra esperienza la mia non è niente, ditemi voi.... :oops:
Ultima modifica di Gigi64 il mar gen 17, 2006 15:20 pm, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda yinyang » mar gen 17, 2006 15:18 pm

comunque sta cosa di guardare gli altri mi pare 'na boiata

io di tennis ne ho visto un sacco alla tv, ma il rovescio proprio non mi viene! :lol:
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Messaggioda Gigi64 » mar gen 17, 2006 15:25 pm

yinyang ha scritto:comunque sta cosa di guardare gli altri mi pare 'na boiata

io di tennis ne ho visto un sacco alla tv, ma il rovescio proprio non mi viene! :lol:


:P :D
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Messaggioda abrax » mar gen 17, 2006 15:44 pm

Gigi64 ha scritto:La terza volta che sono andato in falesia è stata settimana scorsa a Maccagno (VA), sul Lago Maggiore


occhio che Maccagno, pur avendo qualche tiro divertente, non fa testo.
Io lì m'ero montato la testa :D
Poi sono andato a Traversella, Finale, etc etc e me la sono smontata.

PS. Magari ci conosciamo.
Voi gridavate cose orrende e violentissime e voi siete imbruttiti. Io gridavo cose giuste e ora sono uno splendido quarantenne
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Messaggioda Gigi64 » mar gen 17, 2006 15:58 pm

abrax ha scritto:
Gigi64 ha scritto:La terza volta che sono andato in falesia è stata settimana scorsa a Maccagno (VA), sul Lago Maggiore


occhio che Maccagno, pur avendo qualche tiro divertente, non fa testo.
Io lì m'ero montato la testa :D
Poi sono andato a Traversella, Finale, etc etc e me la sono smontata.

PS. Magari ci conosciamo.


Io ho veramente pochissima esperienza Abrax, mi sono approcciato a questo sport a 41 anni perchè da anni vado in montagna a fare trekking, ad esempio mi piace tantissimo la Valgrande, dovendo a volte fare passaggi non di grado elevato, ma magari molto esposti, sono anni che mi dico di approcciarmi all'arrampicata per apprendere un po di tecnica, alla fine dell'estate scorsa sono passato casualmente davanti alla palestra coperta di Sesto Calende degli Avanzi di Cantiere, che poi fanno parte sempre del CAI di Sesto Calende, così ho chiesto informazioni e ho iniziato.

Il mio "problema falesie" è dato dal fatto che molta gente che frequenta la palestra è brava, ha anni di esperienza, per questo capisco che portarsi dietro me diventa un po un peso, è un po come per me se uno che inizia a fare trekking, che ha un limite molto più basso del mio a livello fisico, psicologico e tecnico, mi chiede di fare uscite assieme, magari rimanderò o temporeggerò sulla cosa in quanto quello che vado a fare io nel tempo libero che ho sarebbe fuori dalle sue possibilità, e per stare al suo passo dovrei fare cose che magari non mi danno soddisfazione, tutto questo senza cattiveria, però per divertirsi bisognerebbe avere un livello abbastanza simile, capisci il principio?

Tu vieni anche a Sesto (Calende)? (in palestra coperta intendo)
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Messaggioda abrax » mar gen 17, 2006 16:40 pm

Gigi64 ha scritto:
abrax ha scritto:
Gigi64 ha scritto:La terza volta che sono andato in falesia è stata settimana scorsa a Maccagno (VA), sul Lago Maggiore


occhio che Maccagno, pur avendo qualche tiro divertente, non fa testo.
Io lì m'ero montato la testa :D
Poi sono andato a Traversella, Finale, etc etc e me la sono smontata.

PS. Magari ci conosciamo.


Io ho veramente pochissima esperienza Abrax, mi sono approcciato a questo sport a 41 anni perchè da anni vado in montagna a fare trekking, ad esempio mi piace tantissimo la Valgrande, dovendo a volte fare passaggi non di grado elevato, ma magari molto esposti, sono anni che mi dico di approcciarmi all'arrampicata per apprendere un po di tecnica, alla fine dell'estate scorsa sono passato casualmente davanti alla palestra coperta di Sesto Calende degli Avanzi di Cantiere, che poi fanno parte sempre del CAI di Sesto Calende, così ho chiesto informazioni e ho iniziato.
Il mio "problema falesie" è dato dal fatto che molta gente che frequenta la palestra è brava, ha anni di esperienza, per questo capisco che portarsi dietro me diventa un po un peso, è un po come per me se uno che inizia a fare trekking, che ha un limite molto più basso del mio a livello fisico, psicologico e tecnico, mi chiede di fare uscite assieme, magari rimanderò o temporeggerò sulla cosa in quanto quello che vado a fare io nel tempo libero che ho sarebbe fuori dalle sue possibilità, e per stare al suo passo dovrei fare cose che magari non mi danno soddisfazione, tutto questo senza cattiveria, però per divertirsi bisognerebbe avere un livello abbastanza simile, capisci il principio?

Tu vieni anche a Sesto (Calende)? (in palestra coperta intendo)


Sì, è un po' che manco dalla plastica (che non amo particolarmente) ma a breve riprenderò a venirci.
Comunque l'uscita in falesia non è prioprio come il trekking. Se si fanno monotiri (come al Ballaro o Maccagno) farti sicura su un 5b o un 7a non cambia nulla. E poi Marco e gli altri sono bravi ragazzi e sono sicuro che ti portano volentieri con loro. Viceversa nel trekking uno che non cammina.... rallenta tutti.
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Messaggioda Gigi64 » mar gen 17, 2006 16:55 pm

abrax ha scritto:Sì, è un po' che manco dalla plastica (che non amo particolarmente) ma a breve riprenderò a venirci.
Comunque l'uscita in falesia non è prioprio come il trekking. Se si fanno monotiri (come al Ballaro o Maccagno) farti sicura su un 5b o un 7a non cambia nulla. E poi Marco e gli altri sono bravi ragazzi e sono sicuro che ti portano volentieri con loro. Viceversa nel trekking uno che non cammina.... rallenta tutti.


Se riprendi fatti riconoscere, il mio nome corrisponde al nick, Gigi, sono pelato (o meglio, rasato!!! :D ), 1,80, sugli 80kg, beh, adesso un po meno (ho mollato la palestra di pesi da un po, faccio solo arrampicata, corsa a piedi e esercizi a corpo libero, a parte il trekking, ma in questa stagione è raro, comunque così ho perso 2-3 kg).

Comunque Marco è veramente bravo, è uno spettacolo vederlo arrampicare, sembra che sfiora le prese o la roccia, e sembra che non faccia la minima fatica!!!
Il problema è che loro spesso vanno al Sasso, falesia un po difficoltosa per le mie attuali possibilità, per il resto sia lui che gli altri sono sempre molto disponibili, un giorno vado anch'io con loro al Sasso, qualche via che dovrei riuscire a fare c'è, vediamo cosa salta fuori! ;)
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Messaggioda Titanium » mar gen 17, 2006 18:51 pm

A giugno del 2004 mi trovai a Tignes per fare sci estivo. Non sciai quasi mai perché mi faceva cagare l'ambiente e la neve era pappa, ma conobbi un tipo, non ricordo il nome, degli Avanzi di cantiere. Alto, magro, ai tempi mi pare avesse una station wagon scura con sopra montata la "bara portapacchi" dentro cui teneva corde, scarpette e altro, e aveva le Katana appena risuolate con una mescola che diceva dovesse ancora essere commercializzata. Era simpatico. Arrampicammo una o due volte in una falesia poco sopra la diga di Tignes.

Per il resto, riprendo quanto detto da YY, e lo contraddico, perché osservare gli altri a me serve tantissimo. E proprio nel caso del rovescio a tennis, quando il tennis lo trasmettevano in TV ed io lo guardavo sempre e comunque, ricordo che ad un certo punto, davanti alla tv, ebbi un click, percepibile, nella testa. Il movimento mi era divenuto chiaro. Un paio di giorni dopo mi trovai in campo e scoprii che il mio rovescio era passato da una percentuale del 5% al 50%, forse di più. Avevo osservato, assimilato, e infine appreso. La meccanica mi era diventata chiara, e ancora davanti alla tv avevo capito che sarei stato in grado di riprodurre il gesto nella pratica.

Per quanto riguarda l'esperienza di Gigi, scusa la franchezza ma secondo me non hai ancora iniziato ad arrampicare in falesia. Due volte e mezzo non sono nemmeno un'introduzione, ed un 6a da secondo alla prima uscita può essere un ottimo risultato come non significare nulla: la prima volta che andai in falesia, la prima volta che ho mai arrampicato, ad aprile 2004, mi misero su un 5b e poi su un 6a. Arrivai in catena su tutti e due.

Parlandone nei giorni seguenti con amici che non arrampicavano dicevo che il 6a era un grado da principiante, da inizio, che tutti potevano fare o quasi. Ero da secondo, forse mi avevano un pelo aiutato nei passaggi duri... Ma l'avevo fatto!

Solo dopo una decina di uscite mi resi conto che "arrampicare un 6a" era qualcosa di completamente diverso. Anche da secondo, ma senza aiuti, senza teleguida magari, senza quei piccoli o grandi aiuti che senza esperienza nemmeno percepiamo... E così il primo 6a da primo l'ho chiuso, credo, 6-8 mesi più tardi. Magari non è il tuo caso, ma di sicuro 2 uscite e mezza non servono nemmeno a valutare cosa tu stia facendo, secondo me (o, meglio, se applicassi a me le tue parole).

E di qui, ogni valutazione su progressi, stallo, predisposizione, motivazione, la puoi tranquillamente posticipare a fine primavera, quando complice il bel tempo (in cui speriamo) ed il tempo (che sarà passato ad allora), potrai contare su decine di uscite in falesia ed una visione ben più consapevole del tutto.

Ma, hai ragione, l'importante è sempre divertirsi!

Anche se la paura di volare, di cadere, di non riuscire, la tensione per un movimento che sai forse non ti verrà, la speranza frustrata di chiudere un progetto... Tutto questo fa parte del divertimento. O, diciamo meglio, può farne parte. Se così non fosse, meglio cambiare attività, poiché l'arrampicata in falesia difficilmente può essere scorporata da queste emozioni.

E così, credo, anche il boulder, dove i problemi di testa, corpo, allenamento, concentrazione e motivazione, secondo me si ripropongono invariati e dove, la mancanza del timore del volo, può ben essere sostituita dalla paura del cadere (a meno di non salire sempre e solo su "lavatrici").

Ciao!
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Messaggioda yinyang » mar gen 17, 2006 18:59 pm

Titanium ha scritto:Per il resto, riprendo quanto detto da YY, e lo contraddico, perché osservare gli altri a me serve tantissimo. E proprio nel caso del rovescio a tennis, quando il tennis lo trasmettevano in TV ed io lo guardavo sempre e comunque, ricordo che ad un certo punto, davanti alla tv, ebbi un click, percepibile, nella testa. Il movimento mi era divenuto chiaro. Un paio di giorni dopo mi trovai in campo e scoprii che il mio rovescio era passato da una percentuale del 5% al 50%, forse di più. Avevo osservato, assimilato, e infine appreso. La meccanica mi era diventata chiara, e ancora davanti alla tv avevo capito che sarei stato in grado di riprodurre il gesto nella pratica.


si certo se proprio non hai altre risorse... :roll:
ma avere qualcuno che sa come si fa un rovescio e te lo spiega è molto meglio no?
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Messaggioda Titanium » mar gen 17, 2006 19:09 pm

yinyang ha scritto:
Titanium ha scritto:Per il resto, riprendo quanto detto da YY, e lo contraddico, perché osservare gli altri a me serve tantissimo. E proprio nel caso del rovescio a tennis, quando il tennis lo trasmettevano in TV ed io lo guardavo sempre e comunque, ricordo che ad un certo punto, davanti alla tv, ebbi un click, percepibile, nella testa. Il movimento mi era divenuto chiaro. Un paio di giorni dopo mi trovai in campo e scoprii che il mio rovescio era passato da una percentuale del 5% al 50%, forse di più. Avevo osservato, assimilato, e infine appreso. La meccanica mi era diventata chiara, e ancora davanti alla tv avevo capito che sarei stato in grado di riprodurre il gesto nella pratica.


si certo se proprio non hai altre risorse... :roll:
ma avere qualcuno che sa come si fa un rovescio e te lo spiega è molto meglio no?


Ovvio.
Ma vedere qualcuno al top che ripete quel gesto secondo me è importantissimo. Qualcosa di ulteriore, non in sostituzione. Parlo ovviamente di vedere fino "alla nausea", non 2 volte. Secondo me il cervello arriva a comprendere la meccanica del gesto.
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Messaggioda andreaesse » mar gen 17, 2006 20:36 pm

Titanium ha scritto:
andreaesse ha scritto:
trivi ha scritto:
andreaesse ha scritto:quando non mi sento a mio agio di fronte ad una via che vorrei comunque scalare, la cosa peggiore è stare fermo a pensare e a rimuginare sul mio stato d'animo di quel momento...personalmente ho notato che invece è molto meglio prendere e scalare, in questo modo l'attenzione si sposta dalla sensazione di incertezza al problema di come fare ad andare su.....più è rapido il passaggio dal rimuginare all'agire e più in fretta si attenua o sparisce quel senso sgradevole


invece per me no. Se parto motivato da terra, poi lo sono anche sulla roccia; se sento che mi sto ghisando, ad esempio, riesco a continuare proprio perchè motivato.
se invece parto da terra già dubbioso, poi nel momento in cui inizio a faticare, mi dico che tanto vale fare resting perchè in cima tanto non ci arrivo.

almeno per me, partire con convinzione è fondamentale


trivvo diaolo CAN!!!!!!......rimuovi questi concetti obsoleti......retaggio di una cultura in disfacimento!!!!!!........"arrivare in cima" è una figura retorica, propaganda di regime, illusione di un riscatto emotivo della mediocrità arrampicatoria esteriore!!!!!!........esiste solo l'atto motorio e il piacere di compierlo e di migliorarlo, il contatto con la materia RRRRoccia.....la cima ne è solo una necessaria conseguenza!!!!!



:mrgreen: :mrgreen:



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ferie.....finite!!!!!! :evil:
.......è tutta colpa del debito di thc che ho patito in quota domenica!!!!!!! :? :?
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Messaggioda andreaesse » mar gen 17, 2006 20:50 pm

secondo me osservare gli altri è importantissimo e soprattutto molto efficace.
due anni fa ho fatto un corso di arrampicata con un veronese molto bravo, nicola sartori, molti lo conosceranno, non è uno che parla molto, ci dava qualche consiglio e inizialmente pensavo che non mi sarebbe rimasto gran chè da quel corso.
dopo un pò invece ci siamo accorti che cominciavamo a fare alcuni dei movimenti e ad assumere alcune delle posizioni che prima non utilizzavamo mai, la cosa che più mi ha sorpreso è stato proprio il fatto che il cambiamento è avvenuto in modo evidente e di botto, dopo un po di tempo
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Messaggioda Gigi64 » mer gen 18, 2006 3:04 am

Titanium ha scritto:A giugno del 2004 mi trovai a Tignes per fare sci estivo. Non sciai quasi mai perché mi faceva cagare l'ambiente e la neve era pappa, ma conobbi un tipo, non ricordo il nome, degli Avanzi di cantiere. Alto, magro, ai tempi mi pare avesse una station wagon scura con sopra montata la "bara portapacchi" dentro cui teneva corde, scarpette e altro, e aveva le Katana appena risuolate con una mescola che diceva dovesse ancora essere commercializzata. Era simpatico. Arrampicammo una o due volte in una falesia poco sopra la diga di Tignes.

Per il resto, riprendo quanto detto da YY, e lo contraddico, perché osservare gli altri a me serve tantissimo. E proprio nel caso del rovescio a tennis, quando il tennis lo trasmettevano in TV ed io lo guardavo sempre e comunque, ricordo che ad un certo punto, davanti alla tv, ebbi un click, percepibile, nella testa. Il movimento mi era divenuto chiaro. Un paio di giorni dopo mi trovai in campo e scoprii che il mio rovescio era passato da una percentuale del 5% al 50%, forse di più. Avevo osservato, assimilato, e infine appreso. La meccanica mi era diventata chiara, e ancora davanti alla tv avevo capito che sarei stato in grado di riprodurre il gesto nella pratica.

Per quanto riguarda l'esperienza di Gigi, scusa la franchezza ma secondo me non hai ancora iniziato ad arrampicare in falesia. Due volte e mezzo non sono nemmeno un'introduzione, ed un 6a da secondo alla prima uscita può essere un ottimo risultato come non significare nulla: la prima volta che andai in falesia, la prima volta che ho mai arrampicato, ad aprile 2004, mi misero su un 5b e poi su un 6a. Arrivai in catena su tutti e due.

Parlandone nei giorni seguenti con amici che non arrampicavano dicevo che il 6a era un grado da principiante, da inizio, che tutti potevano fare o quasi. Ero da secondo, forse mi avevano un pelo aiutato nei passaggi duri... Ma l'avevo fatto!

Solo dopo una decina di uscite mi resi conto che "arrampicare un 6a" era qualcosa di completamente diverso. Anche da secondo, ma senza aiuti, senza teleguida magari, senza quei piccoli o grandi aiuti che senza esperienza nemmeno percepiamo... E così il primo 6a da primo l'ho chiuso, credo, 6-8 mesi più tardi. Magari non è il tuo caso, ma di sicuro 2 uscite e mezza non servono nemmeno a valutare cosa tu stia facendo, secondo me (o, meglio, se applicassi a me le tue parole).

E di qui, ogni valutazione su progressi, stallo, predisposizione, motivazione, la puoi tranquillamente posticipare a fine primavera, quando complice il bel tempo (in cui speriamo) ed il tempo (che sarà passato ad allora), potrai contare su decine di uscite in falesia ed una visione ben più consapevole del tutto.

Ma, hai ragione, l'importante è sempre divertirsi!

Anche se la paura di volare, di cadere, di non riuscire, la tensione per un movimento che sai forse non ti verrà, la speranza frustrata di chiudere un progetto... Tutto questo fa parte del divertimento. O, diciamo meglio, può farne parte. Se così non fosse, meglio cambiare attività, poiché l'arrampicata in falesia difficilmente può essere scorporata da queste emozioni.

E così, credo, anche il boulder, dove i problemi di testa, corpo, allenamento, concentrazione e motivazione, secondo me si ripropongono invariati e dove, la mancanza del timore del volo, può ben essere sostituita dalla paura del cadere (a meno di non salire sempre e solo su "lavatrici").

Ciao!


Sono d'accordo con te Titanium, comunque non ho scritto quelle cose per tirarmela sul fatto che abbia fatto quei gradi nella prima uscita, anzi, se così è suonata mi scuso con te e con il resto dei forumisti in quanto in tutte le cose a cui mi sono approcciato lo ho sempre fatto con una buona dose di umiltà, specialmente nei confronti di coloro che ne sanno molto più di me!

Più che altro era un paragone incentrato sul fatto che la volta prima avevo fatto quel 6A, magari fatto di forza e non di tecnica come bisognerebbe fare, ma avevo le motivazioni e la giusta progressione di difficoltà (nel senso che mi sono prim asciolto con cose più alla mia portata) rispetto a quella volta che invece non sono riuscito a chiuderlo, capisci?

Anzi, ti dirò che penso di avere un fisico non adattissimo all'arrampicata, nel senso che spesso vedo che coloro che hanno dei bei risultati hanno un rapporto peso altezza minore del mio, in più le mie mani non hanno mai brillato per forza, nonostante sia una vita che faccio sport, e anche dove spesso i muscoli terrebbero ancora noto che mollano le mani.
Però il mio principio è quello che devo divertirmi inanzi tutto, dove arrivo arrivo, io l'impegno ce lo metto, ritengo che il cercare sempre di migliorarsi, di rendere più forti i propri punti di forza e fortificare i propri punti deboli sia un buon principio, sia nell'arrampicata che nella vita!

Adesso vado a nanna perchè è tardissimo, domani (anzi, oggi!) guarderò meglio i post in quanto ci sono altre cose su cui mi piacerebbe intervenire.

Ciao :)
Gigi
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Messaggioda yinyang » mer gen 18, 2006 10:43 am

andreaesse ha scritto:secondo me osservare gli altri è importantissimo e soprattutto molto efficace.
due anni fa ho fatto un corso di arrampicata con un veronese molto bravo, nicola sartori, molti lo conosceranno, non è uno che parla molto, ci dava qualche consiglio e inizialmente pensavo che non mi sarebbe rimasto gran chè da quel corso.
dopo un pò invece ci siamo accorti che cominciavamo a fare alcuni dei movimenti e ad assumere alcune delle posizioni che prima non utilizzavamo mai, la cosa che più mi ha sorpreso è stato proprio il fatto che il cambiamento è avvenuto in modo evidente e di botto, dopo un po di tempo


vabbe aiò sarà perchè tu sei una persona intelligente e intuitiva
il merito è tuo mica dell'insegnante! così come è merito di titanium apprendere tramite gli occhi, è vero capita anche a me a volte
ma continuo a pensare che siano risorse estreme per chi come noi non ha veri maestri a cui attingere

un insegnante che non parla... 8O :roll:
vabbè lasciamo stare i commenti...
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