scuole di arrampicata

Messaggioda Buzz » lun gen 16, 2006 18:01 pm

esteban ha scritto:
Buzz ha scritto:
pietrodp ha scritto:
L'arrampicata come un'arte marziale?
Se n'era già discusso in passato, Caruso ne fa uno dei capisaldi dei suoi insegnamenti, sicuramente può essere un approccio interessante, ma non l'unico.
Lascerei che il tempo e le scuole di arrampicata facciano evolvere l'insegnamento di questa disciplina secondo la sua specificità, attingendo un po' qua e un po' là ma senza scopiazzare necessariamente l'impostazione di questo o quello sport.



Avendo frequentato palestre di un arte marziale ( il karate),
ricordo la metodica d'insegnamento e, personalmente, l'accostamento mi viene abbastanza automatico.

Lunghe e regolari sessioni per il condizionamento fisico, lavorando sulla forza, la resistenza e la flessibilità.

Lavoro sulle posture e i movimenti, dapprima semplici, poi sempre più complessi. Fino ad indurre degli automatismi.


Poi è ovvio che ogni sport ha la sua specificità e, probabilmente, ogni tecnico può lavorare in modo diverso su questa o su quell'altra cosa...

....


Io vedo una diversità tra karate ed arrampicata:
nel karate puoi codificare tutti i movimenti, nell'arrampicata codifichi solo le posture ed i movimenti principali, poi diventa un inutile sofismo.
Mi viene in mente Caruso quando, dopo aver introdotto il triangolo, inizia a parlare di triangolo inverso, in sostituzione, bla bla bla...tutte cose vere, interessanti, ma un mattone che non mi sembra abbia risvolti pratici.
Ben venga una codifica dei movimenti principali, degli atteggiamenti da tenere (respirazione, ecc.), ma trovo controproducente codificare tutte le varianti possibili ed immaginabili.
A me sembra che il metodo Caruso abbia l'indubbio valore nell'esser riuscito a dare un metodo, uno strumento per la didattica e l'insegnamento, piuttosto che la "teleguida" od il generico "usa i piedi".
Il voler fare diventare l'arrampicata come una filosofia, inventando dei "kata di arrampicata", mi sembra un forzatura (eppoi dove le inseriamo ste benedette trazioni ...:wink: )


Tralasciando l'aspetto mentale ma focalizzando il discorso solo sull'aspetto fisico e tecnico.

Sia chiaro che non affermo l'identità assoluta fra le arti marziali e l'arrampicata.

E' ovvio che sono pratiche diverse e avranno tempi e modi d'insegnamento diversi.

Tuttavia, il problema dell'arrampicata qual'é?

a) interpretare la roccia e adattare ad essa il modo migliore (e per migliore s'intende il modo più redditizio) per salirla

per questo occorre:

b) acquisire un sufficiente bagaglio di tecniche, ovvero situazioni posturali, semplici e complesse

c) riuscire ad automatizzarle in modo che il corpo sappia scegliere al momento giusto quale compiere e compierla nel modo più economico possibile

d) strutturare il fisico in modo da essere in grado di compiere al meglio quei gesti

il lavoro quindi deve essere svolto verso queta direzione,
nel tempo, iniziando dai movimenti base, automatizzandoli indoor,
portandoli sulla roccia, lavorando sui problemi, correggendo la dinamica degli atteggiamenti, lavorando sul fisico nel frattempo... ecc ecc

stacchiamo un attimo da questo discorso il Metodo Caruso.

E' difficile, perchè in effetti esiste solo questo metodo.
Quindi, quando si parla di insegnamento dell'arrampicata, ora necessariamente si parla di metodo Caruso.

Lasciamo da parte però il metodo caruso, facciamo finta che non esista.

Non esiste alcuno sport le cui dinamiche sono riconducibili a pochi movimenti base.
Prendiamo il tennis, per esempio:
quanti modi esistono per colpire la palla solo nel dritto?
e come dosare la forza?
e come si prepara, come è la postura corretta del corpo nell'istante in cui colpisce la palla?

Tutto deve essere perfetto se vuoi ottenere quello che la mente si prefiggeva di ottenere: ovvero mandare la palla con una certa potenza, con un certo taglio, con una certa angolazione, e in un certo istante.

Tutto ciò si acquisisce naturalmente, ma sono variazioni dei fondamentali.
E i fondamentali sono scomponibili a tavolino.
Un buon tecnico ti fa lavorare sui fondamentali, ti lima gli errori, capisce se quel certo movimento ti viene male per quale motivo, ti fa lavorare sull'errore...

ma prima di arrivare a questo lavoro personalizzato... si lavora, e tanto, sui fondamentali

in tutti gli sport è così.

Tu se non sbaglio sei istruttore non so se di alpinismo o di arrampicata.

Ma ti senti di poter affermare che oggi nei corsi di arrampicata si lavori sui fondamentali fino al punto che l'allievo compia il movimento corretto con scioltezza, fluidità e senza pensare?

:::

le trazioni stanno ne potenziamento fisico :wink:
niente di strano
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Messaggioda Topocane » lun gen 16, 2006 18:12 pm

io penso che non sia il metodo Caruso, grossolano....
ma la metodologia con cui lo si affronta, lo si applica.
mi spiego;
IMHO quando si decide di *seguire* passo-passo il metodo, il libro insomma, si parte stando attenti al singolo particolare, ad ogni capitolo e ad ogni spiegazione.
poi, quando autonoimamente si ritiene di aver capito ( e qui imho sta l'errore) si tralascia tutto quanto, non quello imparato ma il discorso del seguire ancora passo-passo la metodologia, e si prosegue facendo un po' da se. come è sempre stato.
è qui, penso, che sta l'errore di noi profani checi avviciniamo autonomamente ad un *sistema* didattico. è che prima o poi ci si stanca e si prosegue alla carlona.

una buona scuola invece dovrebbe seguirti in tutti i momenti di crescita.
dall'apprendimento base via via crescendo fin ad una completezza almeno didattica.
poi sta alla singola persona il quanto crescere con allenamenti e costanza.

poi alla fine, per le pippe come me... quei 4 fondamenti che m'ha dato il libro son serviti. quano mi trovo alle canne, a volte, penso a quelle 4 cose.. e mi levo dall'impiccio. :lol:
certo è che *arrampicare* come dice e spiega Caruso... è 'naltra cosa! :wink:

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Messaggioda Booo » lun gen 16, 2006 18:15 pm

Topocane ha scritto:io penso che non sia il metodo Caruso, grossolano....
ma la metodologia con cui lo si affronta, lo si applica.
mi spiego;
IMHO quando si decide di *seguire* passo-passo il metodo, il libro insomma, si parte stando attenti al singolo particolare, ad ogni capitolo e ad ogni spiegazione.
poi, quando autonoimamente si ritiene di aver capito ( e qui imho sta l'errore) si tralascia tutto quanto, non quello imparato ma il discorso del seguire ancora passo-passo la metodologia, e si prosegue facendo un po' da se. come è sempre stato.
è qui, penso, che sta l'errore di noi profani checi avviciniamo autonomamente ad un *sistema* didattico. è che prima o poi ci si stanca e si prosegue alla carlona.

una buona scuola invece dovrebbe seguirti in tutti i momenti di crescita.
dall'apprendimento base via via crescendo fin ad una completezza almeno didattica.
poi sta alla singola persona il quanto crescere con allenamenti e costanza.


:roll: Invece secondo te come si dovrebbe procedere? Tutta la vita a contare ed 1 e 2 e 3 e 4.... azz porc putt me dovevo fermare a tre....? :?
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Messaggioda Topocane » lun gen 16, 2006 18:26 pm

Booo ha scritto: :roll: Invece secondo te come si dovrebbe procedere? Tutta la vita a contare ed 1 e 2 e 3 e 4.... azz porc putt me dovevo fermare a tre....? :?


ecco...
vedi?? questo intendevo! :twisted:
che uno da media pippa, si applica, si impegna (magari spende pure palate di centinaia di euri in schede e pippate varie.... :roll: ) e si fa uno/due gradi in più... arriva magari al 6B...
e si pensa di esser bello pronto e dover solo *pompare* sul fisico per procedere.
io NON SO come si dovrebbe procedere... se lo sapessi non sarei qui a tirare il ferro...
vedevo solo quello che ho detto, che tu non hai assolutamente smentito ma, anzi, proprio confermato! :twisted:

8)
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Messaggioda Buzz » lun gen 16, 2006 18:30 pm

Topocane ha scritto:io penso che non sia il metodo Caruso, grossolano....
ma la metodologia con cui lo si affronta, lo si applica.
mi spiego;
IMHO quando si decide di *seguire* passo-passo il metodo, il libro insomma, si parte stando attenti al singolo particolare, ad ogni capitolo e ad ogni spiegazione.
poi, quando autonoimamente si ritiene di aver capito ( e qui imho sta l'errore) si tralascia tutto quanto, non quello imparato ma il discorso del seguire ancora passo-passo la metodologia, e si prosegue facendo un po' da se. come è sempre stato.
è qui, penso, che sta l'errore di noi profani checi avviciniamo autonomamente ad un *sistema* didattico. è che prima o poi ci si stanca e si prosegue alla carlona.

una buona scuola invece dovrebbe seguirti in tutti i momenti di crescita.
dall'apprendimento base via via crescendo fin ad una completezza almeno didattica.
poi sta alla singola persona il quanto crescere con allenamenti e costanza.

poi alla fine, per le pippe come me... quei 4 fondamenti che m'ha dato il libro son serviti. quano mi trovo alle canne, a volte, penso a quelle 4 cose.. e mi levo dall'impiccio. :lol:
certo è che *arrampicare* come dice e spiega Caruso... è 'naltra cosa! :wink:

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qualcuno ha mai imparato il karate, o il kung fu, o lo yoga, o il tennis?
leggendo i manuali?

faccio un esempio banale:

ieri abbiamo fatto un lavoro su delle sequenze, ovvero salire alcuni metri di alcune vie in modi diversi

prima l'istruttore mostra i modi con cui si può affrontare quel passaggio o quella sequenza di passaggi

uno .. due ... tre ... quali che siano

poi li provi ognuno non finchè sali
ma finchè il movimento è ottimizzato

ovvio che da sotto l'istruttore ti guarda e corregge il movimento
una volta non sei stato abbastanza dinamico
una volta non hai scaricato il peso in modo giusto
una volta non sei rimasto abbastanza raccolto
una volta non hai bilanciato bene

i passaggi li fai su sequenze abbastanza dure ma non al limite
per poterle ripetere più volte;
ma questo vuol dire che dove sbagli spesso supplisci con la forza e se non ci fosse l'istruttore a vedere l'errore nel movimento tu non te ne accorgeresti

te ne accorgi (eccome) quando il movimento alla fine viene bene e tu senti che fila perfettamente!

è chiaro che per questo ci vuole un ISTRUTTORE
ovvero uno che:

sappia focalizzare l'errore, comprenderne la natura, comunicarlo e correggerlo.

Ma quelle sequenze che fai su roccia, sono movimenti, scomponibili e classificabili.
Infatti sono ripetibili.

E infatti li incontri spesso, scalando.
E se li ripeti abbastanza e lavori su questi movimenti... quando li incontri su roccia li provi... e li fai bene... e ...

hai acquisito capacità cognitiva, gestualità, bagaglio tecnico.

Ma per tutto ciò la figura dell'istruttore è fondamentale.
Con i manuali non vai da nessuna parte.
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Messaggioda Booo » lun gen 16, 2006 18:39 pm

Non capisco allora come lo si possa definire un metodo! Mi pare che sia esattamente il processo naturale che ognuno di noi applica quando si lavora una via prossima al proprio limite: c'è un passaggio su cui non passi manco a calci in culo? Ci zaccagni finchè non trovi quel magico mix di movimenti che te lo fa superare (magari non faticandoci nemmeno). Se c'è uno da sotto che te lo dice magari lo superi prima... ma sta a suggerì mica ad insegnare... :roll: :roll: :roll:
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Messaggioda gug » lun gen 16, 2006 18:42 pm

Booo ha scritto:Non capisco allora come lo si possa definire un metodo! Mi pare che sia esattamente il processo naturale che ognuno di noi applica quando si lavora una via prossima al proprio limite: c'è un passaggio su cui non passi manco a calci in culo? Ci zaccagni finchè non trovi quel magico mix di movimenti che te lo fa superare (magari non faticandoci nemmeno). Se c'è uno da sotto che te lo dice magari lo superi prima... ma sta a suggerì mica ad insegnare... :roll: :roll: :roll:


...senza un istruttore, come quello che dice Buzz, non è detto che trovi il metodo più vantaggioso e soprattutto puoi non capire mai perchè prima non passi e poi si, e magari perchè potresti passare in un modo ancora migliore.
Dove lo fai questo corso Buzz e con chi?
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

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Messaggioda Buzz » lun gen 16, 2006 18:47 pm

booo,

le cose vanno chiamate con un nome,
si tratta di "codici"

e sono essenziali per comunicare!

:::

E' ovvio che se tu mentre arrampichi pensi a contare i passi :-D figuriamoci se puoi arrivare a pensare che il metodo sia utile per imparare ad arrampicare!

Il problema è arrivare ad interiorizzare che alcune cose che poi in genere l'arrampicatore avanzato ha acquisito ormai a livello istintivo (alcune ... il fatto che sia avanzato non significa che non potrebbe essere meglio e che non faccia errori anche grossolani) non è facile per un principiante.

Se tu metti uno sulla roccia e gli dici:

alza i piedi (variante: pensa con i piedi, usa i piedi, sali con i piedi)
ma non gli spieghi che c***o vuol dire... come deve fare...

la frase lascia il tempo che trova!

E' come dire ad uno che sta affogando: nuota!

E quello ti fa: si, ma dimmi come!?
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Messaggioda ragnux » lun gen 16, 2006 18:51 pm

Io faccio l'istruttore di arrampicata libera nei corsi CAI.

Col CAI ho un rapporto pessimo sia per problemi di ordine istituzionale che di materiale umano che mediamente trovi: salvo alcune ammirevoli eccezioni il problema dei corsi è spesso e in modo deludente *quando arriva la divisa da istruttore?*

In alcuni corsi è messa a programma la "tecnica caruso", perchè obbligati dalla "standardizzazione", ma spesso non esiste nessuno che sappia insegnarla: poichè non si crede possa essere davvero utile (gli istruttori hanno imparato col metodo *tradizionale*) chi dovrebbe, trasmetterala fatica a farla propria.

Il risultato è che vengono mostrate le videocassette, anche se forse in casi come questo sarebbe meglio lasciare perdere, almeno non si farebbe danno.

Insegnare, non significa solo descrivere o far vedere ma nella capacità di coglierel'errore (o più spesso l'errore principale) e cercare di correggerlo. Impostare questo lavoro in rapporto alla personalità dell'allievo (non voglio descrivere centinaia di varianti possibili) è un lavoro difficile, che richiede anche di rimettersi in discussione: non sempre se hai spiegato una cosa in un modo, questa viene capita in quel modo da tutti.

Veniamo al nocciolo della questione: serve il metodo caruso ???

Nella mia esperienza serve, e sarebbe neccessario un periodo più lungo di un corso di qualche settimana per averne dei benefici consolidati.

Certo che poi questo non basta per fare il grado, ma anche nel salto in lungo saper saltare bene non è abbastanza per qualificarsi alle olimpiadi.

Si può imparare in altri modi ? Certo, io ho fatto così, e quando mi sono trovato a imparare il metodo caruso ho dato un nome a cose che già facevo, probabilmente per imitazione, ma ho anche aggiunnto dei dettagli interessanti al mio bagaglio di movimenti.

Non per tutti pero' questo lavoro porta dei risultati, alla fine credo che la quantità di *genio* personale sia il rettangolo entro cui ciascuno si puo' muovere. Ma dai corsi - almeno credo - non devono uscire solo superarrampicatori,quanto persone capaci di esplorare le proprie capacità.

Il metodo caruso è completo ? Secondo me no: ha delle carenze, potrebbe essere integrato, ma è certo il miglio lavoro di questo tipo davanti al quale mi sono trovato. E l'ho accettato in modo estremamente laico.

Un domani mi arrivasse qualcosa di meglio davanti, lo accetterei allo stesso modo.

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Messaggioda Booo » lun gen 16, 2006 18:52 pm

gug ha scritto:...senza un istruttore, come quello che dice Buzz, non è detto che trovi il metodo più vantaggioso e soprattutto puoi non capire mai perchè prima non passi e poi si, e magari perchè potresti passare in un modo ancora migliore.
Dove lo fai questo corso Buzz e con chi?


A parte che il metodo più vantaggioso potrebbe non esistere ed anche se esiste è certamente soggettivo. Secondo me lo skill più importante è proprio la consapevolezza di quello che si sta facendo e del perchè lo si sta facendo. Il punto da chiarire è secondo me se questa consapevolezza può costituirsi solo con una più o meno lunga pratica o se piuttosto la meccanica ripetizione de degli schemi motori elementari può accelerare questo processo. In pratica l'idea del vate (er caruso) dovrebbe essere più o meno che:
1) Lui ha astratto dallla pratica arrampicatoria gli schemi di base.
2) L'allievo applica sino allo sfinimento gli schemi motori elementari.
3) In qualche modo da tale applicazione si realizza nell'allievo il processo interno di astrazione (ma all'inverso) per cui riesce ad applicare al caso generale gli schemi elementari.

Bisogna ammettere che ci vuol fede per accettare che possa realizzarsi il punto 3... :roll: :roll: :roll:
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Messaggioda Silvio » lun gen 16, 2006 18:53 pm

gug ha scritto:
Booo ha scritto:Non capisco allora come lo si possa definire un metodo! Mi pare che sia esattamente il processo naturale che ognuno di noi applica quando si lavora una via prossima al proprio limite: c'è un passaggio su cui non passi manco a calci in culo? Ci zaccagni finchè non trovi quel magico mix di movimenti che te lo fa superare (magari non faticandoci nemmeno). Se c'è uno da sotto che te lo dice magari lo superi prima... ma sta a suggerì mica ad insegnare... :roll: :roll: :roll:


...senza un istruttore, come quello che dice Buzz, non è detto che trovi il metodo più vantaggioso e soprattutto puoi non capire mai perchè prima non passi e poi si, e magari perchè potresti passare in un modo ancora migliore.
Dove lo fai questo corso Buzz e con chi?quote]


Paolo Caruso - falesie del Lazio.


:wink: :wink: :wink:
Ultima modifica di Silvio il lun gen 16, 2006 18:55 pm, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda Buzz » lun gen 16, 2006 18:54 pm

Booo ha scritto:Non capisco allora come lo si possa definire un metodo! Mi pare che sia esattamente il processo naturale che ognuno di noi applica quando si lavora una via prossima al proprio limite: c'è un passaggio su cui non passi manco a calci in culo? Ci zaccagni finchè non trovi quel magico mix di movimenti che te lo fa superare (magari non faticandoci nemmeno). Se c'è uno da sotto che te lo dice magari lo superi prima... ma sta a suggerì mica ad insegnare... :roll: :roll: :roll:


io, sopra, non stavo parlando del metodo caruso
stavo rispondendo sulla necessità d'imparare con un istruttore
e non da un manuale

tu puoi accettare la validità di un metodo solo se leggendo un manuale riesci ad applicare tutto ciò che li è scritto fino a diventare non dico un campione ma un buon praticante di quello sport?

beh allora ti sfido a trovare un qualsiasi manuale di un qualsiasi sport e di diventare un buon praticante con quello
a tua scelta :roll:

e comunque,

c'è un passaggio su cui non passi manco a calci in culo? Ci zaccagni finchè non trovi quel magico mix di movimenti che te lo fa superare (magari non faticandoci nemmeno). Se c'è uno da sotto che te lo dice magari lo superi prima... ma sta a suggerì mica ad insegnare...


è esattamente il contrario di quello che ho detto
rileggimi
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Messaggioda Buzz » lun gen 16, 2006 18:57 pm

ragnux ha scritto:Io faccio l'istruttore di arrampicata libera nei corsi CAI.

Col CAI ho un rapporto pessimo sia per problemi di ordine istituzionale che di materiale umano che mediamente trovi: salvo alcune ammirevoli eccezioni il problema dei corsi è spesso e in modo deludente *quando arriva la divisa da istruttore?*

In alcuni corsi è messa a programma la "tecnica caruso", perchè obbligati dalla "standardizzazione", ma spesso non esiste nessuno che sappia insegnarla: poichè non si crede possa essere davvero utile (gli istruttori hanno imparato col metodo *tradizionale*) chi dovrebbe, trasmetterala fatica a farla propria.

Il risultato è che vengono mostrate le videocassette, anche se forse in casi come questo sarebbe meglio lasciare perdere, almeno non si farebbe danno.

Insegnare, non significa solo descrivere o far vedere ma nella capacità di coglierel'errore (o più spesso l'errore principale) e cercare di correggerlo. Impostare questo lavoro in rapporto alla personalità dell'allievo (non voglio descrivere centinaia di varianti possibili) è un lavoro difficile, che richiede anche di rimettersi in discussione: non sempre se hai spiegato una cosa in un modo, questa viene capita in quel modo da tutti.

Veniamo al nocciolo della questione: serve il metodo caruso ???

Nella mia esperienza serve, e sarebbe neccessario un periodo più lungo di un corso di qualche settimana per averne dei benefici consolidati.

Certo che poi questo non basta per fare il grado, ma anche nel salto in lungo saper saltare bene non è abbastanza per qualificarsi alle olimpiadi.

Si può imparare in altri modi ? Certo, io ho fatto così, e quando mi sono trovato a imparare il metodo caruso ho dato un nome a cose che già facevo, probabilmente per imitazione, ma ho anche aggiunnto dei dettagli interessanti al mio bagaglio di movimenti.

Non per tutti pero' questo lavoro porta dei risultati, alla fine credo che la quantità di *genio* personale sia il rettangolo entro cui ciascuno si puo' muovere. Ma dai corsi - almeno credo - non devono uscire solo superarrampicatori,quanto persone capaci di esplorare le proprie capacità.

Il metodo caruso è completo ? Secondo me no: ha delle carenze, potrebbe essere integrato, ma è certo il miglio lavoro di questo tipo davanti al quale mi sono trovato. E l'ho accettato in modo estremamente laico.

Un domani mi arrivasse qualcosa di meglio davanti, lo accetterei allo stesso modo.

Spero di non avervi annoiato troppo.



sottoscrivo al 100% ragno

(i concetti :-D non che faccio l'istruttore pure io... :-P)
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Messaggioda Buzz » lun gen 16, 2006 19:14 pm

insomma... cribbio

se uno va in piscina per imparare a nuotare, un c***o di "metodo" per insegnarti... esiste!

gli insegnanti lo hanno imparato e lo utilizzano

inizi da cose minime .. dopo aver imparato a mettere la testa sott'acqua e a respirare ti metti nell'acqua che ti arriva alla vita e provi le bracciate... e così via...

poi attaccato al bordo impari a muovere i piedi, poi alla tavoletta, poi con la testa sott'acqua...

i movimenti sono scomposti insomma

poi si passa al movimento più complesso

poi si passa ai diversi stili

poi si cura la perfezione del gesto...


(ho scelto il nuoto come esempio perchè è abbastanza semplice per certi versi)

e perchè ha una componente che esiste anche nell'arrampicata

la paura

nel nuoto hai paura di affogare, nell'arrampicata di cadere
e l'approccio inizialmente è pesantemente condizionato da questo fattore paura

(se impari a giocare a tennis non hai alcuna paura quando arriva la palla)

beh nell'arrampicata siamo al livello che
dopo averti dimostrato che attaccato al salvagente non affoghi
ti dicono... vai e impara a nuotare... è istintivo!
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Messaggioda cuorpiccino » lun gen 16, 2006 19:18 pm

Io un corso di roccia non l'ho mai fatto, e credo, che non mi sono perso un granché (non avrei neanche potuto farlo perche ero troppo piccolo).
Ma nel il nostro gruppetto di giovani scapestrati qualcuno portò il livello dell'arrampicata diciamo dal 6a+/6b di Pierluigi Bini (che scalava solo in montagna e dell'arrampicata libera/sportiva non gli importava), all'8a, apparentemente senza maestri e insegnanti.

Come è stato possibile?

Andando ad arrampicare ed osservando gli altri.

Ricordo ancora Andrea di Bari che, tornato da Finale Ligure, ci raccontò di quanto eravamo indietro. Noi non gli credemmo (non troppo), ma andammo a vedere.
Vedere arrampicare i "forti", rubare con gli occhi, chiedere, provare e riprovare tiri e passaggi, provare vie a vista, provare e inventare allenamenti a secco.
Alla fine i maestri ci sono stati, eccome.
Ma la prima cosa è la motivazione, la voglia di voler migliorare sempre. E questo implica provare, vie in falesia e/o boulder, su tutti i tipi di roccia. Capire i propri punti deboli e lavorare per migliorarsi; capire i propri punti di forza e lavorare per sfruttarli al meglio.
Insomma, il succo del discorso è:

BUZZ QUANDO VIENI A GROTTI COSì TI VEDIAMO METTERE IN PRATICA QUELLO CHE HAI IMPARATO?
:mrgreen:
Il più grande alpinista è quello che si diverte di più
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Messaggioda Booo » lun gen 16, 2006 19:24 pm

Buzz ha scritto:insomma... cribbio

se uno va in piscina per imparare a nuotare, un c***o di "metodo" per insegnarti... esiste!

gli insegnanti lo hanno imparato e lo utilizzano

inizi da cose minime .. dopo aver imparato a mettere la testa sott'acqua e a respirare ti metti nell'acqua che ti arriva alla vita e provi le bracciate... e così via...

poi attaccato al bordo impari a muovere i piedi, poi alla tavoletta, poi con la testa sott'acqua...

i movimenti sono scomposti insomma

poi si passa al movimento più complesso

poi si passa ai diversi stili

poi si cura la perfezione del gesto...


(ho scelto il nuoto come esempio perchè è abbastanza semplice per certi versi)

e perchè ha una componente che esiste anche nell'arrampicata

la paura

nel nuoto hai paura di affogare, nell'arrampicata di cadere
e l'approccio inizialmente è pesantemente condizionato da questo fattore paura

(se impari a giocare a tennis non hai alcuna paura quando arriva la palla)

beh nell'arrampicata siamo al livello che
dopo averti dimostrato che attaccato al salvagente non affoghi
ti dicono... vai e impara a nuotare... è istintivo!


Ok, ma nel nuoto l'acqua è sempre acqua. Potrà essere più o meno calda ma richiede esattamente lo stesso gesto tecnico che può essere perfezionato all'infinito. Ma nella roccia ogni via è una storia a se, su cui la difficoltà sta proprio nel collegare tra loro una serie di gesti diversissimi tra loro. Il confronto non regge...
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Messaggioda Booo » lun gen 16, 2006 19:26 pm

cuorpiccino ha scritto:BUZZ QUANDO VIENI A GROTTI COSì TI VEDIAMO METTERE IN PRATICA QUELLO CHE HAI IMPARATO?
:mrgreen:


Sei bastardo nell'animo! :lol: :lol: :lol:
C'è sempre chi se deve da fà er culo de più... e chi de meno!
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Messaggioda Buzz » lun gen 16, 2006 19:38 pm

cuorpiccino ha scritto:Io un corso di roccia non l'ho mai fatto, e credo, che non mi sono perso un granché (non avrei neanche potuto farlo perche ero troppo piccolo).
Ma nel il nostro gruppetto di giovani scapestrati qualcuno portò il livello dell'arrampicata diciamo dal 6a+/6b di Pierluigi Bini (che scalava solo in montagna e dell'arrampicata libera/sportiva non gli importava), all'8a, apparentemente senza maestri e insegnanti.

Come è stato possibile?

Andando ad arrampicare ed osservando gli altri.

Ricordo ancora Andrea di Bari che, tornato da Finale Ligure, ci raccontò di quanto eravamo indietro. Noi non gli credemmo (non troppo), ma andammo a vedere.
Vedere arrampicare i "forti", rubare con gli occhi, chiedere, provare e riprovare tiri e passaggi, provare vie a vista, provare e inventare allenamenti a secco.
Alla fine i maestri ci sono stati, eccome.
Ma la prima cosa è la motivazione, la voglia di voler migliorare sempre. E questo implica provare, vie in falesia e/o boulder, su tutti i tipi di roccia. Capire i propri punti deboli e lavorare per migliorarsi; capire i propri punti di forza e lavorare per sfruttarli al meglio.
Insomma, il succo del discorso è:

BUZZ QUANDO VIENI A GROTTI COSì TI VEDIAMO METTERE IN PRATICA QUELLO CHE HAI IMPARATO?
:mrgreen:


cuorpiccì sono d'accordo con te
ma quanti fuoriclasse come Di Bari nascono?

quanti anni avevi quando hai iniziato?

e la motivazione?
c***o... certo!
in tutto è così... senza motivazioni i fuoriclasse spariscono
con la motivazione le mezze calzette arrivano in alto

e i fuoriclasse motivati fanno la storia ...

tuttavia
questo vale per tutti gli sport

in tutti gli sport qualcuno ha iniziato e ha rubato con gli occhi, poi è andato avanti e hanno rubato da lui...

parliamoci chiaro:
i fuoriclasse non li crei con un metodo e con le scuole
con queste crei solo una buona base di praticanti... nulla di più.

basta che pensi alle scuole calcio:
i bambini iniziano a 5 anni... eppure quanti arrivano a giocare i campionati del mondo?

e quanti fior di campioni non sono nati nelle scuole calcio ma giocando a palla sulla sabbia?

Quindi... lungi da me pensare che una cosa escluda l'altra, assolutamente.

Dico solo che il livello medio probabilmente si alzerebbe.
Che alcuni forti lo sarebbero diventati un pò prima.

Quanto a me... che vuoi... ho iniziato tardi :wink: e non bastano certo alcune impostazioni rivedute e corrette a farmi fare i salti di grado.

Mi basterebbe scalare un pò meglio e godermi l'arrampicata con una più vasta scelta di vie.

Ecco, per esempio mi piacerebbe andare a grotti anche a divertirmi e non a bestemmiare.



E comunque (non parlo certo di te) parlando di perluigi bini, oggi con le palestre... molti possono tirare i 6c-7a-7b di strapiombo... basta essere leggeri e forti...
pochi ripetono il tiro del vecchiaccio, anche con il fittone aggiunto...

qualcosa, sul sapere arrampicare, questo vorrà pur dire.
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Messaggioda cuorpiccino » lun gen 16, 2006 19:52 pm

Io volevo solo dire che la migliore scuola, il miglior maestro, non servono se non ti applichi.
Uno dei problemi è che, indoor, puoi fare anche un corso di 6 mesi, o 9 mesi, ma non è molto credibile portare le stesse persone ad arrampicare per un corso per 6 mesi tutti i fine settimana, perché non è il campo di calcio o la piscina vicino casa. E certe cose le impari solo sulla roccia.


Per quanto riguarda Piero, credo che abbia degli automatismi non codificati. :lol:
Il più grande alpinista è quello che si diverte di più
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Messaggioda Buzz » lun gen 16, 2006 20:08 pm

Booo ha scritto:
Buzz ha scritto:

(ho scelto il nuoto come esempio perchè è abbastanza semplice per certi versi)


Ok, ma nel nuoto l'acqua è sempre acqua. Potrà essere più o meno calda ma richiede esattamente lo stesso gesto tecnico che può essere perfezionato all'infinito. Ma nella roccia ogni via è una storia a se, su cui la difficoltà sta proprio nel collegare tra loro una serie di gesti diversissimi tra loro. Il confronto non regge...



MINCHIA!!!


se uno vuole dimostrare la sua tesi,
ancorchè campata in aria,
troverà sempre modo di attacarsi a qualcosa... pure al funo della pipa eh?


lo so bene che il nuoto è diverso!
se non lo fosse, chi sa nuotare saprebbe anche arrampicare e viceversa, no?

mi interessava prendere l'esempio dell'applicazione di un metodo nelle prime fasi dell'apprendistato, null'altro... e ho scelto il nuoto perchè esiste anche nel nuoto la componente panica.
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