GRADO OBBLIGATORIO

Area di discussione a carattere generale sull'arrampicata.

Messaggioda Roberto » mar set 13, 2005 10:28 am

bradipo ha scritto:allora se non ho capito male:
grado obbligatorio = il massimo grado che si raggiunge su una via ma non proteggibile e quindi non possibile in artificiale (a meno di manovre eccezionali).
ad esempio 7a (obbl.6b) = 7a coperto da protezioni ma 6b non proteggibile. Giusto?
Scusate ma sono un po di coccio :wink:
No, in questo caso, il 6B non è detto che non sia proteggibile, ma solo che lo devi fare per forza in libera, perché compreso tra una protezione e la prossima, ma senza possibilità di artificialare. Potrebbe anche essere di soli due metri, ma non presentare fessure o altro, per eventuali protezioni intermedie.
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Messaggioda smaz » mar set 13, 2005 10:34 am

bradipo ha scritto:allora se non ho capito male:
grado obbligatorio = il massimo grado che si raggiunge su una via ma non proteggibile e quindi non possibile in artificiale (a meno di manovre eccezionali).
ad esempio 7a (obbl.6b) = 7a coperto da protezioni ma 6b non proteggibile. Giusto?
Scusate ma sono un po di coccio :wink:



Bhé se un passaggio è obbligato non è detto che non sia protetto, magari voli ma solo di qualche metro... quando si parla di A0 o A1 si intende che hai qualcosa da tirare invece di fare il passaggio in libera lo fai in aritificiale... Vale anche per i friend dove è scontato che vengano usati... Non è sempre chiaro dove sta l'obbligatorio a volte si ha l'impressione che il passo più duro sia proprio quello che si è dovuto azzerare o nel ristabilimento successivo, oppure in sezioni poco protette dove ti tocca camminare senza guardarti le spalle... insomma ti sarai reso conto che un po' di confusione c'è, diciamo che per passare senza problemi dovresti avere quel grado obbligato a vista in falesia... poi certo se è una via sportiva S1, S2 ecc... puoi rischiare un po' di più, altrimenti meglio andare cauti...
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Messaggioda smaz » mar set 13, 2005 10:37 am

*MEMO* ha scritto:Quando ho iniziato ad arrampicare leggevo una guida, mi parlava di 5° o 6° e se erano difficolta' da me scalabili andavo. Ora faccio uguale, ma mi piacerebbe provare una via sportiva di + tiri con una difficolta' tipo7a e 6b obbligatorio perche' per il momento ho capito (forse) solo la pratica.


Ci sono un sacco di belle vie con queste caratteristiche in zona gondo-ossola-svizzera... esci un po' da sta val di mello ogni tanto... :D
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Messaggioda edm » mar set 13, 2005 14:58 pm

per alcuni l'obbligatorio è il grado che devi dominare per avere una buona probabilità di fare in buon stile la via senza rischiare troppo o senza salire in artif

questo spiegherebbe dei gradi obbligatori molto alti dati su vie dove sicuramente non c'è mai un passo "obbligatorio" del grado obbligatorio fra una protezione e l'altra.

poi qualunque sia la definizione, c'è obbligatorio e obbligatorio, c'è l'obbligatorio fra spit lontani e vicini, fra chiodi buoni e vecchi, fra friend che non hai e nut che non hai, fra un resting su cliff e un cordone marcio che pende,....insomma ci sono diverse definizioni di obbligatori e soprattutto il tipo di protezione rende molto diversi in termini di rischio/ emozione obbligatori apparentemente uguali

la ormai nota scala delle S, R e RS in effetti aiuta molto ad dare un senso al grado obbligatorio e a farti capire se ha senso buttarti o meno su una via
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Messaggioda teocalca » mar set 13, 2005 15:37 pm

bradipo ha scritto:allora se non ho capito male:
grado obbligatorio = il massimo grado che si raggiunge su una via ma non proteggibile e quindi non possibile in artificiale (a meno di manovre eccezionali).
ad esempio 7a (obbl.6b) = 7a coperto da protezioni ma 6b non proteggibile. Giusto?
Scusate ma sono un po di coccio :wink:


ascolta...senza nulla togliere...se non ie a fai vai e prova...poi dicci...
il grado obbligatorio non è dato dalla protezione/improteggibilità del tiro perchè se non mi arrampichi su un 6a/6b a vista dubito che tu abbia una base di capacità/esperienza per superare una via di 7a max 6b obbl anche in artificiale...magari poi questa diventerebbe un A2/A3 e scusa tanto, ma qui ci va moolta più esperienza...quindi... consiglio di allenarti e tentare e ricorda poi che "la migliore scarpetta o cliff è poi sempre l'avambraccio"..
ciauz
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Messaggioda bradipo » mar set 13, 2005 15:48 pm

teocalca ha scritto:
bradipo ha scritto:allora se non ho capito male:
grado obbligatorio = il massimo grado che si raggiunge su una via ma non proteggibile e quindi non possibile in artificiale (a meno di manovre eccezionali).
ad esempio 7a (obbl.6b) = 7a coperto da protezioni ma 6b non proteggibile. Giusto?
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SCUSA MA IO VOLEVO SOLO SAPERE COSA FOSSE IL GRADO OBBLIGATORIO....TUTTE STE MENATE CHE HAI DETTO A CHE SERVONO? QUI PRIMA DEGLI AVAMBRACCI BISOGNA POMPARSI IL CERVELLO...NON TROVI?
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Messaggioda teocalca » mar set 13, 2005 15:50 pm

bradipo ha scritto:
teocalca ha scritto:
bradipo ha scritto:allora se non ho capito male:
grado obbligatorio = il massimo grado che si raggiunge su una via ma non proteggibile e quindi non possibile in artificiale (a meno di manovre eccezionali).
ad esempio 7a (obbl.6b) = 7a coperto da protezioni ma 6b non proteggibile. Giusto?
Scusate ma sono un po di coccio :wink:


ascolta...senza nulla togliere...se non ie a fai vai e prova...poi dicci...
il grado obbligatorio non è dato dalla protezione/improteggibilità del tiro perchè se non mi arrampichi su un 6a/6b a vista dubito che tu abbia una base di capacità/esperienza per superare una via di 7a max 6b obbl anche in artificiale...magari poi questa diventerebbe un A2/A3 e scusa tanto, ma qui ci va moolta più esperienza...quindi... consiglio di allenarti e tentare e ricorda poi che "la migliore scarpetta o cliff è poi sempre l'avambraccio"..
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dopo tutte queste spiegazioni mi sembra doveroso...
:lol: :lol: :lol:
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Messaggioda anima longa » mar set 13, 2005 19:18 pm

Credo di si, almeno io la interpreto così.
L'unica attenzione, ma si parla di sfumature che devi saper vedere leggendo fra le righe della relazione, è quanto è obbligatorio.
Se è un metro sopra lo spit (sempre che si parli di un passo) o 8 metri sopra un friend coi reumatismi!
In ogni caso io personalmente sono più le volte che sono tornato indietro su una via che quelle che sono arrivato in cima, grazie al mio atteggiamento da superman dei poveri, che se per caso mi viene un 6c in falesia, sono convinto di poterlo fare anche sulle torri di trango, salvo poi scoprire di essere un pirla.
Però mi diverto lo stesso, anzi, ho più stimoli! (cagarsi sotto è uno stimolo?) Insomma, se il mio grado max in falesia è 6c (col vento a favore), difficilmente tento qualcosa sopra il 6a in montagna, e ciò nonostante spesso torno a casa bastonato!
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Messaggioda Davide62 » mar set 13, 2005 21:33 pm

Comunque non si è obbligati a far niente, manco l'obbligatorio :wink:
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Messaggioda ste_manto » mer set 14, 2005 8:25 am

Davide62 ha scritto:Comunque non si è obbligati a far niente, manco l'obbligatorio :wink:



:lol: :lol: :lol:

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Messaggioda gug » mer set 14, 2005 8:48 am

L'obbligatorio è d'obbligo.
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Re: GRADO OBBLIGATORIO

Messaggioda gecoclimb » gio set 15, 2005 16:24 pm

Paolo Marchiori ha scritto:...in teoria dovrebbe essere la difficoltà in libera da superare obbligatoriamente tra una protezione e l'altra.


Direi che se si parla di arrampicata libera non fa una piega :wink: Un mago dell'artificiale passa ovunque dove non passa buca anche poco e passa anche li!
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Messaggioda Rampik83 » lun set 19, 2005 23:59 pm

Scusate se rischio di andare fuori tema ma qui si è parlato di arrampicata in artificiale, ma in realtà in che cosa consiste? Finchè si tratta di tirarsi sul rinvio ci siamo tutti ma credo che pochi sanno utilizzare tutti gli oggetti che servono per progredire artificialmente...ci vorrebbero dei corsi!?
Secondo voi quanta gente intraprende vie le cui relazioni riportano i gradi obbligatori?[/url]
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Messaggioda Davide62 » mar set 20, 2005 18:05 pm

Rampik83 ha scritto:Scusate se rischio di andare fuori tema ma qui si è parlato di arrampicata in artificiale, ma in realtà in che cosa consiste? Finchè si tratta di tirarsi sul rinvio ci siamo tutti ma credo che pochi sanno utilizzare tutti gli oggetti che servono per progredire artificialmente...ci vorrebbero dei corsi!?
Secondo voi quanta gente intraprende vie le cui relazioni riportano i gradi obbligatori?[/url]

Potresti spiegarti meglio :?: :wink:
L'arrampicata artificiale è una cosa, la libera è un'altra e il modo di superare un passaggio obbligatorio in artificiale (ganci, lancio di dadi e friend :wink: ) è un'altra faccenda.
Si presuppone che l'obbligatorio sia solo arrampicabile sfruttando appigli, appoggi e tecnica, nonchè personale preparazione e talvolta coraggio (protezioni distanti).
Detto ciò, quando desidero fare una via che mi interessa e sulla guida leggo (se c'è scritto, ma in genere c'è) che grado è l'obbligatorio ho due opzioni: se l'obbligatorio per me è al di là del mio limite lascio perdere e cambio progetto(non penso nemmeno ad espedienti per passare diversamente, probabilmente mi infilerei in un pasticcio), oppure se ritengo che si possa fare vado e ci provo.
Il fatto che il grado obbligatorio che leggo rientri nelle mie capacità, non è garanzia di successo, soprattutto in montagna dove molti altri fattori, ad esempio quello ambientale, giocano spesso un ruolo incisivo.
Sostanzialmente l'arrampicata e ancor di più l'alpinismo non sono riducibili a numeri e lettere.
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Messaggioda gug » mar set 20, 2005 18:10 pm

gecoclimb ha scritto:
Paolo Marchiori ha scritto:...in teoria dovrebbe essere la difficoltà in libera da superare obbligatoriamente tra una protezione e l'altra.


Direi che se si parla di arrampicata libera non fa una piega :wink: Un mago dell'artificiale passa ovunque dove non passa buca anche poco e passa anche li!


Vero, ma poi comunque l'artificiale è negletta, come si diceva in un famoso topic! :wink: :D
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Messaggioda Rampik83 » mar set 20, 2005 20:16 pm

Davide62 ha scritto:
Rampik83 ha scritto:Scusate se rischio di andare fuori tema ma qui si è parlato di arrampicata in artificiale, ma in realtà in che cosa consiste? Finchè si tratta di tirarsi sul rinvio ci siamo tutti ma credo che pochi sanno utilizzare tutti gli oggetti che servono per progredire artificialmente...ci vorrebbero dei corsi!?
Secondo voi quanta gente intraprende vie le cui relazioni riportano i gradi obbligatori?[/url]

Potresti spiegarti meglio :?: :wink:
L'arrampicata artificiale è una cosa, la libera è un'altra e il modo di superare un passaggio obbligatorio in artificiale (ganci, lancio di dadi e friend :wink: ) è un'altra faccenda.
Si presuppone che l'obbligatorio sia solo arrampicabile sfruttando appigli, appoggi e tecnica, nonchè personale preparazione e talvolta coraggio (protezioni distanti).
Detto ciò, quando desidero fare una via che mi interessa e sulla guida leggo (se c'è scritto, ma in genere c'è) che grado è l'obbligatorio ho due opzioni: se l'obbligatorio per me è al di là del mio limite lascio perdere e cambio progetto(non penso nemmeno ad espedienti per passare diversamente, probabilmente mi infilerei in un pasticcio), oppure se ritengo che si possa fare vado e ci provo.
Il fatto che il grado obbligatorio che leggo rientri nelle mie capacità, non è garanzia di successo, soprattutto in montagna dove molti altri fattori, ad esempio quello ambientale, giocano spesso un ruolo incisivo.
Sostanzialmente l'arrampicata e ancor di più l'alpinismo non sono riducibili a numeri e lettere.


Sono daccordo con te che l'arrampicata e l'alpinismo non sono riconducibili a numeri e lettere. A questo punto, però, posso dire di non avere le idee chiare sul fatto che l'arrampicata artificiale è una cosa e superare un passaggio obbligatorio un'altra! :roll:
Per caso puoi spiegarmi meglio? :?:
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Messaggioda Davide62 » mer set 21, 2005 19:07 pm

Rampik83 ha scritto:
Davide62 ha scritto:
Rampik83 ha scritto:Scusate se rischio di andare fuori tema ma qui si è parlato di arrampicata in artificiale, ma in realtà in che cosa consiste? Finchè si tratta di tirarsi sul rinvio ci siamo tutti ma credo che pochi sanno utilizzare tutti gli oggetti che servono per progredire artificialmente...ci vorrebbero dei corsi!?
Secondo voi quanta gente intraprende vie le cui relazioni riportano i gradi obbligatori?[/url]

Potresti spiegarti meglio :?: :wink:
L'arrampicata artificiale è una cosa, la libera è un'altra e il modo di superare un passaggio obbligatorio in artificiale (ganci, lancio di dadi e friend :wink: ) è un'altra faccenda.
Si presuppone che l'obbligatorio sia solo arrampicabile sfruttando appigli, appoggi e tecnica, nonchè personale preparazione e talvolta coraggio (protezioni distanti).
Detto ciò, quando desidero fare una via che mi interessa e sulla guida leggo (se c'è scritto, ma in genere c'è) che grado è l'obbligatorio ho due opzioni: se l'obbligatorio per me è al di là del mio limite lascio perdere e cambio progetto(non penso nemmeno ad espedienti per passare diversamente, probabilmente mi infilerei in un pasticcio), oppure se ritengo che si possa fare vado e ci provo.
Il fatto che il grado obbligatorio che leggo rientri nelle mie capacità, non è garanzia di successo, soprattutto in montagna dove molti altri fattori, ad esempio quello ambientale, giocano spesso un ruolo incisivo.
Sostanzialmente l'arrampicata e ancor di più l'alpinismo non sono riducibili a numeri e lettere.


Sono daccordo con te che l'arrampicata e l'alpinismo non sono riconducibili a numeri e lettere. A questo punto, però, posso dire di non avere le idee chiare sul fatto che l'arrampicata artificiale è una cosa e superare un passaggio obbligatorio un'altra! :roll:
Per caso puoi spiegarmi meglio? :?:

OK, ci provo :wink:
Partiamo dall'assunto che arrampicata artificiale vuol dire usare mezzi non naturali per progredire; il che significa che se attacco a un chiodo il rinvio e mi ci "tiro", per salire ho fatto dell'arrampicata artificiale, lo stesso dicasi se utilizzo il chiodo come appoggio, ancor di più se al chiodo ci attacco una staffa.
L'arrampicata artificiale si divide in gradi: A0 se uso il chiodo semplicemente per aiutarmi a salire, fosse solo infilando il dito (pericolosissimo) nell'anello; A1 se comincio a usare le staffe, A2-A3-A4 e A5 sono gradazioni che comprendono la maggior difficoltà nel chiodare, la parete diventa strapiombante, ci sono tetti e la solidità degli ancoraggi diminuisce coll'aumentare del numero romano accanto alla lettera A, sostanzialmente una caduta su un tratto di A5 potrebbe essere mortale perchè cadendo strapperesti tutte le precarie protezioni utilizzate per salire.
Viceversa per arrampicata libera si intende il superamento di un tratto di roccia (masso, falesia o parete) utilizzando solo ed esclusivamente appigli e appoggi, in questo caso i chiodi servono per la protezione (non per la progressione), in sostanza per evitare di farti molto male cadendo.
Per grado obbligatorio si intende un tratto tra una protezione e l'altra dove per salire puoi solo arrampicare in libera perchè non esiste un sistema diverso, ad esempio una placca compatta senza fessure in cui metterci un dado o un friend, oppure un buon chiodo che ti aiuti a progredire se non sei capace di farlo in libera.
E' evidente che se non ti porti un pianta spit (chiodi che vengono collocati nella roccia tramite un buco preventivo), su una placca compatta non puoi far altro che arrampicare in libera tra una protezione e l'altra.
Ad esempio una parete interamente fessurata potrebbe non avere alcun passaggio obbligatorio, proprio perchè utilizzando le fessure potresti piantare chiodi, mettere dadi, incastrare friends e usarli attaccandotici per superare ogni passaggio.
In sostanza dove leggi obbligatorio puoi solo ed esclusivamente arrampicare in libera utilizzando ciò che la roccia ti offre e soprattutto quello che ti consentono le tue capacità tecniche, fisiche e anche psichiche.
Non è previsto (ma si puo far tutto naturalmente 8) ) che tu in un tratto obbligatorio possa scavare prese, aggiungere spit o posizionare (sempre che sia fattibile) ganci e affini per raggiungere la sucessiva protezione, perchè in questo caso, se ti sei attaccato a ciò che hai aggiunto, avresti fatto dell'artificiale .
Spero di essermi spiegato :wink:
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Messaggioda gug » gio set 22, 2005 15:12 pm

Riporto due vecchi interventi di Maurizio su questo argomento in un vecchio topic.



Maurizio ha scritto:la proposta di utilizzo della scala Fb (Fontainebleau) per l'obbligatorio nasce sempre da un articolo di Pareti. quella contenuta in quell'articolo era un'obiezione intelligente, che ha fatto discutere gli "addetti ai lavori". In sostanza: se l'obbligatorio esprime un tratto di pochi movimenti tra uno spit ed un'altro, come si fa a valutarlo secondo la scala falesia? da tanti anni infatti è assodato che un passaggio boulder necessita di una scala diversa, più compressa, per mille ragioni che non sto qua a spiegare altrimenti perdo la mattina (ma quando mi daranno questa benedetta cattedra di numerologia arrampicatoria? ).
L'obiezione è accolta, ma la messa in pratica è impossibile, perchè la gente che frequenta le vie lunghe non conosce la scala boulder, e per valutare bene bisogna essere esperti di boulder. Dunque il problema non si pone e si continua ad usare la valutazione normale. Però il problema obbligatorio è complesso e chi ha ripetuto tante vie non può che aver constatato sostanziali differenze tra un'apritore ed un altro nel valutare l'obbligatorio. C'è chi lo valuta salendo in libera (e pertanto ha una percezione), chi mette il piede sullo spit precedente e usa il rinvio rigido (detto anche coniglio) per arrivare al successivo, e poi dice che l'obbligatorio non è quello dichiarato. In mezzo a questa confusione poi c'è anche chi, come ad esempio Larcher, dice che l'obbligatorio dovrebbe esprimere il livello necessario a fare quella determinata via senza ricorrere a trucchi di cui sopra. Insomma una materia complessa su cui il dibattito è ancora aperto.
in ogni caso, normalmente, il concetto di obbligatorio è legato alle vie spittate. Solo di recente sono state aperte delle vie tradizionali in cui ha fatto la sua comparsa questo parametro. La ragione è facilmente deducibile, solo da poco si è cominciato ad aprire vie tradizionali anche in placca, con tratti improteggibili. Sulle vie di fessura (la Svizzeri al Capucin ne è un esempio) non ha molto senso, e dipende oltretutto da quanto materiale uno si porta appresso.



Maurizio ha scritto:Il concetto di libera da sosta a sosta, senza punti di riposo, si è sviluppato autonomamente e viene probabilmente da oltre Manica. Livesey e Fawcett si incaricarono di esportarlo in Francia nel 1976 e lì ne fu molto impressionato J.C. Droyer, che da parte sua aveva già fatto alcuni viaggi in Inghilterra. Non si può stabilire dunque il giorno esatto in cui si smise di valutare i passaggi e si cominciò a gradare l'intera lunghezza, considerando la continuità dello sforzo. Fu una cosa progressiva, un cambiamento di mentalità, che coincise col fatto che si cercava di lasciare meno punti d'aiuto possibile, sino alla libera totale. L'uso della scala francese si sviluppò parallelamente a quella Welzembach, e non è vero, come alcuni credono (soprattutto nell'area dell'Italia nord-orientale) che essa serva per indicare l'intero tiro, mentre invece l'altra il singolo passaggio. Negli anni '80 infatti Manolo e Mariacher la usavano già per valutare l'intera lunghezza. Sono due scale (diverse nei numeri ma non nel concetto) di cui ad un certo momento si è sentita l'esigenza di comparare e dunque sono nate le tabelline di conversione.

Diverso il discorso per la scala blocco. L'arrampicata sui massi è nata a Fontainebleau, sembra addirittura nel 1874. Data la lontananza con altri centri di scalata è comprensibile che si sia sviluppata una gradazione a parte, anche dovuta alla diversità dello sforzo rispetto all'arrampicata su parete, che poi allora voleva dire alpinismo dato che la falesia (come la intendiamo noi oggi) non esisteva. I gradi Fontainebleau sono andati avanti di vita propria anche perchè, come normalmente si fa sui massi, si progredisce nella scala solo quando si ha la sensazione di fare qualcosa di più difficile. I passaggi vicini vengono insomma paragonati tra loro ma sovente non è facile stabilire un grado esatto per movimenti molto diversi e questo spiega anche l'abitudine di Font di creare dei circuiti colorati, all'interno dei quali stanno passaggi anche di due o tre gradi di differenza. Questo è senz'altro il miglior sistema per gradare i blocchi, dove spesso non è facile paragonare un passaggio di un movimento (come un lancio) a una sequenza di diversi passaggi. Però la scala sopravvisse comunque e venne usata soprattutto per indicare i passaggi difficili, i problemi del momento. Ancora Droyer fu il primo a proporre una tabellina d'equivalenza tra la scala bloc e le vie di falesia che stavano nascendo (fine anni '70). Lui scriveva che un 5a blocco corrispondeva al 6b falesia, un 6a bloc al 7a e così via, che è un'equivalenza molto più severa di quella attuale. Ma bisogna rimarcare il fatto che alla fine degli anni '70 le vie che saliva Droyer erano per lo più poco continue e presentavano delle sezioni artificiali, che lui liberava, e che quindi paragonava ad un blocco. Oggi le cose sono un po' diverse, ma comunque questa è forse la ragione storica per cui la scala Fontainebleau (Fb) è rimasta attualmente molto severa.
Alla fine degli anni '70 si cominciò anche a far blocchi in Italia, notoriamente in Val di Susa e in Val di Mello. In una delle prime guide, se non la prima, dedicata ai blocchi, Giancarlo Grassi dava valutazioni più severe rispetto alla falesia, ma comunque non in linea con quelle fb. Per esempio, un 6c blocco (inizialmente chiamato VI+), corrispondeva ad una via di 7a, sempre considerando le vie di allora, piuttosto passaggistiche.
Avrete capito insomma che le scale di boulder hanno sempre avuto un carattere fortemente endemico, perchè i sassisti raramente viaggiavano, e quindi si era portati a sviluppare una scala locale, senza molti confronti. Solo la recente ri-esplosione del bouldering, evidenziò (come Spalmer ben sa) delle notevoli differenze tra una zona e l'altra. Ma solo di recente, che i climber hanno cominciato a viaggiare, questo ha finito per costituire un vero problema e il motivo di accese polemiche. Si è scoperto insomma di parlare lingue diverse, quando invece si era convinti di riferirsi tutti a Fontainebleau.
Attualmente si sta cercando di trovare una gradazione internazionale, pur mantenendo la diversità delle scale. Ci sono anche interessanti proposte, come quella di Marzio Nardi che, però, mi sembra abbiano avuto scarso seguito. Gradare un blocco è ed è rimasto difficile, tant'è che alcuni tra i migliori, come Sharma e Nicole, spesso si rifiutano di assegnare un grado ad un passaggio. Ancora più ardua sembra una comparazione con la falesia, dove negli anni '90 si è lavorato soprattutto sulla continuità e quindi le due discipline si sono molto allontanate, rispetto ai tempi di Droyer. Nonostante questo sono nate varie tabelline di comparazione, che hanno evidenziato una differenza di due gradini (6a=6c), che comunque va assotigliandosi quando ci si avvicina ai limiti.




Leggendo questi interventi mi sono fatto l'idea che sarebbe più facile esprimere l'obbligatorio in gradi UIAA, dato che questa scala è stata utilizzata per molti anni per indicare i passaggi e che ancora oggi si presta di più a questo scopo, mentre ormai la scala francese viene utilizzata per indicare i tiri.
Questo tra l'altro rende sempre più complicata la comparazione tra le due scale.
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Re: GRADO OBBLIGATORIO

Messaggioda Fokozzone » gio set 22, 2005 18:05 pm

gecoclimb ha scritto:
Paolo Marchiori ha scritto:...in teoria dovrebbe essere la difficoltà in libera da superare obbligatoriamente tra una protezione e l'altra.


Direi che se si parla di arrampicata libera non fa una piega :wink: Un mago dell'artificiale passa ovunque dove non passa buca anche poco e passa anche li!

Ma l' arrampicata è libera o obbligatoria? Chiarite almeno questo concetto.

F.
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Messaggioda Rampik83 » gio set 22, 2005 22:28 pm

Davide62 ha scritto:
Rampik83 ha scritto:
Davide62 ha scritto:
Rampik83 ha scritto:Scusate se rischio di andare fuori tema ma qui si è parlato di arrampicata in artificiale, ma in realtà in che cosa consiste? Finchè si tratta di tirarsi sul rinvio ci siamo tutti ma credo che pochi sanno utilizzare tutti gli oggetti che servono per progredire artificialmente...ci vorrebbero dei corsi!?
Secondo voi quanta gente intraprende vie le cui relazioni riportano i gradi obbligatori?[/url]

Potresti spiegarti meglio :?: :wink:
L'arrampicata artificiale è una cosa, la libera è un'altra e il modo di superare un passaggio obbligatorio in artificiale (ganci, lancio di dadi e friend :wink: ) è un'altra faccenda.
Si presuppone che l'obbligatorio sia solo arrampicabile sfruttando appigli, appoggi e tecnica, nonchè personale preparazione e talvolta coraggio (protezioni distanti).
Detto ciò, quando desidero fare una via che mi interessa e sulla guida leggo (se c'è scritto, ma in genere c'è) che grado è l'obbligatorio ho due opzioni: se l'obbligatorio per me è al di là del mio limite lascio perdere e cambio progetto(non penso nemmeno ad espedienti per passare diversamente, probabilmente mi infilerei in un pasticcio), oppure se ritengo che si possa fare vado e ci provo.
Il fatto che il grado obbligatorio che leggo rientri nelle mie capacità, non è garanzia di successo, soprattutto in montagna dove molti altri fattori, ad esempio quello ambientale, giocano spesso un ruolo incisivo.
Sostanzialmente l'arrampicata e ancor di più l'alpinismo non sono riducibili a numeri e lettere.


Sono daccordo con te che l'arrampicata e l'alpinismo non sono riconducibili a numeri e lettere. A questo punto, però, posso dire di non avere le idee chiare sul fatto che l'arrampicata artificiale è una cosa e superare un passaggio obbligatorio un'altra! :roll:
Per caso puoi spiegarmi meglio? :?:

OK, ci provo :wink:
Partiamo dall'assunto che arrampicata artificiale vuol dire usare mezzi non naturali per progredire; il che significa che se attacco a un chiodo il rinvio e mi ci "tiro", per salire ho fatto dell'arrampicata artificiale, lo stesso dicasi se utilizzo il chiodo come appoggio, ancor di più se al chiodo ci attacco una staffa.
L'arrampicata artificiale si divide in gradi: A0 se uso il chiodo semplicemente per aiutarmi a salire, fosse solo infilando il dito (pericolosissimo) nell'anello; A1 se comincio a usare le staffe, A2-A3-A4 e A5 sono gradazioni che comprendono la maggior difficoltà nel chiodare, la parete diventa strapiombante, ci sono tetti e la solidità degli ancoraggi diminuisce coll'aumentare del numero romano accanto alla lettera A, sostanzialmente una caduta su un tratto di A5 potrebbe essere mortale perchè cadendo strapperesti tutte le precarie protezioni utilizzate per salire.
Viceversa per arrampicata libera si intende il superamento di un tratto di roccia (masso, falesia o parete) utilizzando solo ed esclusivamente appigli e appoggi, in questo caso i chiodi servono per la protezione (non per la progressione), in sostanza per evitare di farti molto male cadendo.
Per grado obbligatorio si intende un tratto tra una protezione e l'altra dove per salire puoi solo arrampicare in libera perchè non esiste un sistema diverso, ad esempio una placca compatta senza fessure in cui metterci un dado o un friend, oppure un buon chiodo che ti aiuti a progredire se non sei capace di farlo in libera.
E' evidente che se non ti porti un pianta spit (chiodi che vengono collocati nella roccia tramite un buco preventivo), su una placca compatta non puoi far altro che arrampicare in libera tra una protezione e l'altra.
Ad esempio una parete interamente fessurata potrebbe non avere alcun passaggio obbligatorio, proprio perchè utilizzando le fessure potresti piantare chiodi, mettere dadi, incastrare friends e usarli attaccandotici per superare ogni passaggio.
In sostanza dove leggi obbligatorio puoi solo ed esclusivamente arrampicare in libera utilizzando ciò che la roccia ti offre e soprattutto quello che ti consentono le tue capacità tecniche, fisiche e anche psichiche.
Non è previsto (ma si puo far tutto naturalmente 8) ) che tu in un tratto obbligatorio possa scavare prese, aggiungere spit o posizionare (sempre che sia fattibile) ganci e affini per raggiungere la sucessiva protezione, perchè in questo caso, se ti sei attaccato a ciò che hai aggiunto, avresti fatto dell'artificiale .
Spero di essermi spiegato :wink:


Sicuramente ho le idee più chiare di prima grazie a questo tuo intervento. Tuttavia, già che ci sono, colgo l'occasione per chiederti un'altra cosa. Come si fa ad imparare a salire in artificiale? Ci sono dei corsi o tutto è lasciato all'iniziativa e alla voglia dell'individuo?
Grazie
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