Fokozzone ha scritto:Dando per scontato che, in linea di principio, condivido l' analisi di pera, mi soffermo però a commentare il modello evolutivo geopolitico alla cui luce si sta leggendo il discorso.
Io credo che la differenza fondamentale tra i terzomondisti (taoisti e islamici) e noi occidentali, sia la reazione alla sofferenza.
Qui ci hanno insegnato che se le cose vanno male si va in piazza a protestare e qualcuno le aggiusterà. Là hanno imparato che protestare non serve e vanno a lavorare come schiavi o anche a morire coscientemente, saltando per aria col nemico. Qui il fine delle azioni di massa è il benessere, là sono la sopravvivenza (cina e india) o qualcosaltro (l' islam). Il "qualcosaltro", l' idea che esista qualcosa che vale più della vita, è di una forza di penetrazione fortissima, che non ha nulla di relativo ed è perfettamente in grado, culturalmente parlando, di sbaragliare gli occidentali pigri e viziati.
Dunque o l' occidentale recupera dei valori o si islamizzerà. E valori non possono essere il benessere e la democrazia, che ormai nell' immaginario europeo non significano altro che avere il portafoglio pieno e fare quel c***o che si vuole.
Fokozzone
Quoto questo messaggio per riprendere il filo del discorso.
Dalle tue parole io leggo un invito ad un maggiore rigore morale, che condivido pienamente.
Io trovo che il rigore prima di tutto verso se stessi ed verso le regole della convivenza sia la chiave
individuale per una decisa ripresa del
valore della vita, che da solo rappresenta il collante di una società. I valori storici-religiosi delle società sono si' un collante, ma funzionano solo sulla base di una accettazione personale di questi valori. Poi ci sono le leggi, che devono anch'esse essere frutto di rigore morale.
Passare dalla necessità di un maggiore rigore morale dell'individuo e delle leggi che regolano la nostra vita alla necessità di rafforzare le radici cristiano-giudaiche e combattere ogni relativismo (a proposito, da quando il papa ha parlato di relativismo nel suo discorso d'insediamento, sembra diventata la parola d'ordine....) é secondo me una forzatura che non riesco a capire. Che non la capisca vuol dire poco

ma in ogni caso non mi entusiasma per niente.
Come si puo' imporre la riscoperta di "alcune radici" se non presumendo che queste siano le uniche valide ?
....no, non ora, non qui, questa pingue immane frana....