
Ma come...50 posti, le previsioni non sono nemmeno belle e sono pieni? Abbiamo quindi "ripiegato" sul FALC benchè sapessimo che, dovendo per una serie di motivi, partire tardi non saremmo arrivati al rifugio prima delle 20-21.
Il sentiero secondo me manca di qualche indicazione per il rifugio FALC, è molto semplice e in salita, a mio avviso, è meglio non prendere nessuna scorciatoia e restare sulla strada carrozzabile fino al rifugio Casera Vecchia di Varrone: le uniche 2 scorciatoie che abbiamo preso sono state pesanti per le gambe

Arrivati al rifugio vedo che è molto più piccolo di quanto mi aspettassi.
Ci accoglie la rifugista, una ragazza molto giovane e simpaticissima. Parlando un pò scopriamo che ha da poco in gestione il rifugio e che ha aperto fin dal 7 maggio. La cena è ottima e super abbondante (anche troppo) e passa molto velocemente parlando con la rifugista e gli altri ospiti. La rifugista è un personaggio più unico che raro: prossima alla laurea in architettura ha deciso di fare del rifugista il suo primo lavoro. Una scelta molto coraggiosa, ma a giudicare dall'entusiasmo che le si legge negli occhi, sono convinto che ne ricaverà parecchie soddisfazioni.
La cosa che ho apprezzato di più è stato il modo con cui si è potuto familiarizzare con tutti, ospiti, rifugista e i guardiani della diga vicina che sono venuti al rifugio a passare la serata. Le ridotte dimensioni del rifugio hanno creato un'atmosfera molto bella, che fin'ora non avevo mai respirato nei pochi rifugi (più grandi, Marinelli su tutti) dove ho passato la notte.
Il giorno dopo avremmo voluto fare il pizzo dei 3 signori ma il brutto tempo ci ha fatto ripiegare per un giretto nella zona, prima di scendere a valle.
Purtroppo la domenica non si è rivelata clemente come il sabato e abbiamo preso acqua in più riprese.
E' stata una passeggiata lunga ma molto bella, peccato solo per il tempo che ci ha impedito la salita al pizzo. Se ne è venuta qualcuna di decente, nei prossimi giorni metterò sul mio sito qualche foto