L?astensione, che è un non voto, ha tre caratteristiche.
1. Astenersi non vuol dire non esserci. Questa manifestazione è la dimostrazione del contrario. Se noi contassimo tutte le manifestazioni che abbiamo fatto, senza dubbio sono molte di più di quelle che hanno fatto gli altri. Se noi raccontassimo tutto il tentativo educativo che abbiamo fatto, senza dubbio abbiamo fatto molto di più degli altri. (?) La prima caratteristica di questa posizione non è una furbata, non è un tirarsi indietro, ma è un atto di presenza.
2. In secondo luogo: quella che viene chiamata ?indifferenza? dobbiamo cercare di rispettarla di più. Molta gente non sa che pesci prendere di fronte a questo referendum, non si rende nemmeno conto dei quesiti e decide di stare fuori, si astiene. Non capisco che male ci sia a stare fuori. Non capisco che problema ci sia a riconoscere il valore positivo di questa confusione. É molto meglio che chi non capisce si astenga piuttosto che andare a scrivere sì, perché così fa anche un danno. Questo va valorizzato ed è un terreno su cui entrare. D?altra parte, in una battaglia politica, in un quesito elettorale, la partecipazione è il segno di quanto la cosa interessi.
3. Terza ragione, di carattere politico: come è stato detto, questa è una legge passata dal Parlamento a maggioranza trasversale. Dobbiamo finirla con la leggerezza con cui vengono utilizzati gli strumenti degli scioperi generali e dei referendum. Chi li usa deve dimostrare di aver avuto ragione nell?usarli. Deve dimostrare che è capace di convincere una maggioranza degli italiani ad andare a votare ed eventualmente anche in suo favore. Il referendum non l?ho voluto io. E io a votare non ci vado e incoraggio tutti a non andarci. Tra l?altro mi hanno detto che i promotori del referendum, se riesce, prendono anche i soldi. A me il pensiero mi fa venire l?orticaria.
Andare a votare no è un eccesso di zelo. A parte le notazioni della Bibbia sugli zeloti, c?è un osservazione ironica che mi permetto di citare, di Talleyrand, il più grande politico mai esistito. Ai suoi funzionari diceva sempre: «Mi raccomando, niente zelo». Noi dobbiamo costruire.
Questo esponente del partito del non voto, tanto zelante da formulare ben tre punti a sostegno dell'astensione, arrampica da Dio (mi consentano).
Non c'è specchio che gli possa resistere.
Il punto due, poi, è un capolavoro.
... più che altro è un gran fetente ...
