Fokozzone ha scritto:Definizioni? e cosa vuoi definire, è gente che ha massacrato milioni di persone in ossequio alle loro teorie bacate (in ossequio, non in contraddizione) che ha coltivato il mito dell' eroe nazionale per trascinare la massa (ricordi lo scienziato popov che ha inventato tutto quello che esiste dalla ruota ai missili?) che ha alimentato il complesso d' accerchiamento per fomentare l' aggressività bellica, che ha messo un grande fratello sul piedistallo (il fuhrer e stalin) che ha negato la libertà di informazione e di espressione per conculcare forzatamente le loro paranoie, che ha nominato apposite commissioni per riscrivere la storia (questo solo stalin in effetti).HappyFra ha scritto: <<Non si capisce perché il comunismo reale possa essere considerato una degenerazione di quello "ideale", visto che è l' unico effetto che si sia mai visto sulla faccia della terra. >>
Se hai studiato due dita, e bastano due dita, di storia del marxismo, lo si capisce benissimo. bla bla bla...).
Allora la storia del marxismo supera la realtà? Scusa ma per me contano i fatti, cioè che quello che è esistito è il comunismo reale l' altro è -ripeto- immaginario, a meno che tu non mi sappia fare degli esempi.
Vedo che purtroppo il marxismo è ancora l' oppio di tanta gente, ma cosa aspetti a disintossicarti!!!
FKZ
Allora, partiamo proprio dai basics. Se vuoi discutere di "fatti" non qualificati, fai pure. In generale la cosa è piuttosto poco interessante, i fatti sono stupidi, come si dice, e nel momento in cui li si qualifica si entra nell'ambito di chiavi di lettura dove se non dai e condividi delle classificazioni della realtà, appunto, delle "definizioni", fai discorsi da parrocchia o il gioco delle tre carte. I fatti di per sé sono sempre drogati dagli occhi di chi li vede, da un punto di vista epistmologico si può tranquillamente affermare che i fatti non esistono. Se la Germania e l'Italia avessero vinto la guerra, i fatti dei quali parliamo sarebbero completamente diversi; se l'Unione Sovietica fosse riuscita a sostenere un equilibrio economico più stabile alla metà degli anni '60, pure. Eccetera.
Se non parli di definizioni, parli del nulla. Esattamente quello che fai tu, traendo conclusioni infondate ed inappropriate sulle presunte similitudini tra nazismo e comunismo basandosi su una lettura contingente di fatti parziali. Ridicolo.
Per quanto riguarda il secondo punto, o non hai capito quello che volevo dire oppure il tuo ragionamento fa acqua. Il tuo punto riguardava, se non vado errato, l'impossibilità o l'inutilità di distinguere il marxismo come teoria filosofica capace di ispirazione nella prassi da una serie di presunte applicazioni. Ora, studiando un pochino la storia ed i contenuti del marxismo appare chiarissimo che i due piani sono assolutamente non sovrapponibili, tanto è vero che per avviare un primo snodo tra i due c'è voluto un personaggio del calibro di Lenin.
Questo non vuole dire che "la storia del marxismo supera la realtà", che non capisco nemmeno cosa voglia dire, ma semplicemente che si tratta di storie diverse, il che era esattamente quello che avevo scritto nel post originale.