Zio Vare ha scritto:rugge ma quello che cambia è l'impostazione che danno le prime righe della risposta da te citata a pagina 10. Quando si parla di
manuale di omologazione delle falesie e di gestione e certificazione delle
proprie falesie si va ben al di là di alcune linee guida, di una autoregolamentazione. Io non sono iscritto a niente, non grido allo scandalo se certe frasi sono firmate FASI, FIAR, AIPIA, DS, FI, AN, PPI...
Quello che mal digerisco è un atteggiamento di "proprietà" delle falesie che trovo inconcepibile.
proprio così, anzi, a questo punto, visto che si inizia a confondere il sacro col profano, riassumo un po' di mie idee ed esperienze e..scusate se sarò un po' lungo......
cari amici miei,
io con le leggi ci lavoro, e proprio per questo Vi posso dire che quando, per grazia di Dio, vado a camminare, sciare (lontano dagli impianti) o ad arrampicare, in montagna, in falesia o al mare, amo non avere né leggi né legislatori tra le palle, anche perché ritengo di avere rispetto + che sufficiente per la natura e per il prossimo, intendendo per prossimo, le specie vegetali, animali e umane con cui mi capita di venire a contatto (in verità quelle umane, a differenza di piante e animali, spesso tale rispetto neanche lo meriterebbero).
Ciò premesso, confesso che sarò forse influenzato nel mio giudizio, dal legame di amicizia che mi unisce ad alcuni dei componenti di quel gruppo di lavoro di autoregolamentazione, e sottolineo auto, che si riunì nel 98 con gli scopi ben evidenziati in quel documento (leggete bene quella premessa). Come si può leggere, l?AIPIA fece suo quel lavoro di due anni prima ed è comunque curioso vedere che oggi, nel 2005, risbuca fuori dal cilindro degli scienziati della FASI questo documento, che comunque mi fa piacere rivedere e rileggere, soprattutto perché rispecchia esattamente, nei contenuti, la differenza che passa tra il lasciar fare le cose a chi ha cultura, passione e capacità per farle (qualcuno mi dica che oviglia, bruno vitale, andrea imbrox & c. non ce l?hanno) e chi invece sforna documenti, affermazioni e dichiarazioni come quelle che ci è toccato leggere su questo topic o sul sito fasi, da aloi e dal suo portavoce ?rugge?.
Se quindi, i mentori, in senso spirituale e materiale, di queste leggi e leggine, non hanno senso pratico, nè conoscenza della materia di cui parlano (accade quasi sempre) , né cultura nè autorevolezza nello specifico campo, allora la cosa mi preoccupa.
Mi riferisco soprattutto a quei registi occulti che, cari amici fasiani, vi stanno strumentalizzando e tramano dietro queste vostre masturbazioni emozionali, dall?alto delle loro poltrone presidenziali (se in ambito fasi, cai, guide, poco cambia). Credetemi, vi posso assicurare che la bassezza morale e l?ipocrisia di questi figuri non ha eguali, e sono capaci di interessarsi ai problemi del ?nostro mondo? solo se vi intravedono prospettive allettanti sotto 2 unici aspetti : DENARO e BUSINESS (in italiano, business=tornaconto personale). E? un film che ho già visto con il soccorso alpino, poi con l?elisoccorso, poi con i cinofili, poi con i professionisti nelle scuole cai, con le leggi sulle piste da sci, i divieti sullo scialpinismo?.ed eccoci oggi arrivati a interessarci di arrampicata e falesie.
Visto che ci invitate a capire come evolvono certe mentalità e dare un fondamento solido a ciò che si dice, cari aloi e portavoce rugge, anziché consigliare agli altri di farsi un giro di leggi quadro e di aria fritta tratta da convegni megasponsorizzati tenuti da rampanti assessori allo sport, geologi in ricerca di contratti di lavoro, proprietari di ditte di muri di arrampicata e di prese artificiali, futuri dispensatori di brevetti, futuri certificatori di falesie, ecc., meglio fareste VOI, che reggete (ingenuamente, spero) il gioco a questa gentaglia, a leggervi e studiarvi per bene qualche bel libro, rivista o articolo ?d?antan?, a partire da quelli anni 70-80, ma non libri che parlino solo di bardonecchia 85 (c?ero anch?io?.che emozione quell?invasione di hippies e di automobili nella quiete della valle stretta, quei bei nastri biancorossi incollati sulla parete dei militi e quei bei numeri appiccicati sulla schiena dei climbers!), di norme cee, muri, tabelle d?allenamento, gare e certificati , ma piuttosto quelli sulla ?vita? della palestre di arrampicata naturali, dei luoghi nei quali sorgono, delle persone che ne hanno fatto la storia arrampicatoria, del vero rispetto ambientale, libri di roccia, ghiaccio, montagne, aria aperta, delle battaglie legali (ma condotte in maniera civile) tra chiodatori e frequentatori di siti da una parte, e ambientalisti ed enti locali dall?altra (con il cai purtroppo latitante in molte occasioni)?. forse solo allora capireste in cosa vi state imbarcando, ma temo che oramai siate troppo impegnati a fare i vostri censimenti e a terminare il tuo libro, caro aloi (però?.in fondo in fondo, sei sulla buona strada per un bel contratto di docenza presso l?università della montagna).
Ricordatevi però che quello che tanti, prima di voi e delle vostre idee malsane, da soli hanno saputo creare con enorme sacrificio personale (ed economico), da finale a sperlonga, dalla val rosandra alla val di mello, dalla ciociaria alla sardegna, per la sola passione di esplorare posti nuovi, divertirsi, emozionarsi, aprire la ?mente? propria e dei propri amici, rendendo quei posti sicuri e fruibili anche agli altri, non potrete mai pensare di assoggettarlo alle vostre regole, bollandolo con un marchio di qualità o di conformità apposto dal primo demente istruttore fiar, fasi, cai o guida sbucato dal cilindro, che, non potendoselo guadagnare sul campo, penserà in questo modo meschino di avere il suo posto in prima fila travestendosi da ?certificatore di falesie? o da ?dispensatore di brevetti di chiodatore?. Per carità, il mio massimo rispetto, sto parlando di brevetti omologati e ufficialmente riconosciuti dalla ?pontificia? università della montagna, magari recepiti con regolamento 12345/FASI/CAI/AGAI approvato al convegno di vattelappesca 2005 e convertito in legge dello Stato, grazie al buon ufficio di qualche ministro ?amico della montagna? (nota associazione trasversale che non conosce colore politico, ma che conosce benissimo le lobbies e gli interessi che ruotano attorno alle nostre povere montagne?sfruttandole sino al midollo per renderle sempre più povere e devastate, a vantaggio del proprio portafoglio e del proprio collegio elettorale).
C?è solo un tuo invito, caro aloi, che mi trova concorde : è cioè sul cercare di ?capire come evolvono certe mentalità che apparentemente sembrano statiche ma sono invece molto lungimiranti? . E? esattamente così : questi personaggi che da sempre allignano nella fasi, nel cai, nel cnsas e nelle guide, ben legati alla propria poltrona e alla propria patacca, sono di mentalità statica e imbalsamata solo in apparenza, perchè non peccano certo di lungimiranza : loro la strada da seguire davanti a sé ce l?hanno perfettamente delineata ?peccato che la rendano nota a chi di dovere solo quando già ne hanno deciso la direzione???..che immancabilmente si rivela quella sbagliata !!!
Per questa gente, da me, non insulti né rabbia (spesso ne escono fortificati), solo indifferenza e compassione
saluti a tutti
biemme