




Per rispondere alla solita osservazione (dovrei mettere una FAQ) "eh già, parli tu che stai in Sardegna, ma per noi che stiamo qui il pannello è un ottimo strumento..."...ribadisco che il pannello è molto utile se lo si usa in maniera intelligente, ma siccome lo vedo utilizzato male dal 90 per cento dei praticanti, che sono appunto quelli che stanno dal 6a al 6c, il risultato è sotto gli occhi di tutti, e cioè che sforna solo gente che non sa scalare e non si sa muovere. Il pannello non ti crea un buon repertorio gestuale, e soprattutto nessuno poi ti insegna a trasferirlo sulla roccia, che è la cosa più importante oltre che la più difficile. Per cui vedi cose assurde, gente che fa lolotte e movimenti laterali su una placca e che non ha la minima idea di come muoversi, non parliamo poi di capacità di leggere i passaggi, che è vicina a zero (dato che sul pannello ci sono i numeri e l'istruttore che te li indica con il manico di scopa)...oppure gli appoggi...nessuno sa come individuarli...nessuno sa come caricare i piedi, dato che tutti arrampicano sul pannello inclinato...e potrei continuare all'infinito...senza neanche aver affrontato i problemi psicologici.
Vorrei aggiungere che io ho vissuto 23 anni a Torino, e non mi pare che allora fosse diversa da oggi, non c'erano le sale ma io arrampicavo lo stesso, certo avevo freddo alle dita e talvolta andavo da solo, ma il piacere dell'aria aperta non me lo ha mai levato nessuno. Se nevicava...beh, andavo a sciare!



Il punto è, ed ha detto bene qualcuno qua, che l'arrampicata nelle sale oggi è qualcos'altro e coinvolge la sfera sociale. Si gioca a ping pong o calcetto, si fanno quattro risate o passaggi, si conoscono ragazze/i, si va in birreria etc, etc. Questo sempre riferendomi ai 6a----6c, non a chi si allena seriamente a livelli superiori e che, quasi sempre, sa benissimo come trasferire il suo allenamento a secco. Io mi riferisco a chi non sa.
ciao
Maurizio