cuorpiccino ha scritto: i kata (cose che ignoro completamente, ho letto qualcosa in rete) mi ricordano l'arrampicata lavorata, dove la fluidità del gesto può arrivare a livelli incredibili e far sembrare un arrampicatore un soggetto esente da forza di gravità.
sono d'accordo
ci stavo pensando ieri, poco sopra parlavo dei boulder come kata, proprio per il fatto che generalmente si studiano in sezioni e poi si concatenano, dei super lavorati
cuorpiccino ha scritto:
Ma sull'arrampicata a vista la vera arte mentale, è non mollare mai. Non esiste ricetta per essere sicuri di non commettere errori, si può arrampicare bene, ma su una via complessa non commettere errori (rispetto al sistema a minor dispendio di energia) va un po' a culo. E quando le forze calano, gestire lo stillicidio delle energie rimaste, cercando di ottimizzarle, senza conoscere quello che ci aspetta, porta ad uno sforzo mentale che non si può raccontare se non lo si è provato. Allora, in barba allo stile, se riesco ad attaccarmi con il gomito o con il ginocchio (magari!) sono assai contento. O forse bisognerebbe (ri) definire il concetto di stile?
su questo ho qualche dubbio, mi viene in mente il concetto di "controllo", in particolare dell'aikido: il grande maestro è in grado di controllare gli avversari (anche più di uno) e di neutralizzarne gli attacchi in uno stato di semi incoscienza, con serenità e morbidezza

non è detto che l'essere al limite implichi direttamente una perdità di precisione ed eleganza
per fare un esempio che mi sembra collegato: in aikido esiste un esercizio che si chiama "il braccio inflessibile" che fanno fare ai principianti per fargli notare quanto importante sia la consapevolezza del ki (spirito, energia) rispetto alla "forza bruta"
si estende un braccio e ci si concentra immaginando che un flusso di energia parta dal bacino (hara) per poi fluire all'interno del braccio e fuori dalle dita estendendosi all'infinito, mentre un compagno cerca di piegare il braccio
se fatto bene, nonostante il braccio non assuma la tipica rigidità con muscoli frementi per lo sforzo, il braccio diventa difficilmente piegabile (dico difficilmente perchè questo l'ho sperimentato e non è che diventa d'acciaio

però è vero che diventa sorprendentemente inflessibile se ci si concentra parecchio)
forse perciò per l'arrampicata a vista non c'è bisogno di una forza sproporzionata, ma di un controllo molto forte e della riunificazione delle energie (psichiche e fisiche) che guarda caso sono pensate divise proprio dagli occidentali; per la cultura aikido esse sono un'unità e obiettivo proprio dell'aikidoka è di riunirle