Eccomi al parcheggio in prossimità di Pian Meluzzo m.1160, sono le 8 di mattina e il termometro segna +2. La vallata è in ombra e ci resterà ancora per un pezzo.
Mi inoltro verso val Meluzzo con l?intenzione di imboccare più su la Val Brica, l?unica vallata che da queste parti non ho ancora mai percorso, lacuna che intendo colmare oggi pensando poi di scendere per la Valbinon (ex Valmenon) dopo aver valicato la f.lla Val di Brica, un giretto tranquillo, adatto a questa radiosa ottobrata prodiga di colori ambrati. A meno che...
Già, a meno che.
Perché c?è un tarlo che mi rode in testa. Le notizie che ho raccolto su internet non sono molto dettagliate, però ho sempre il conforto della guida ?Dolomiti d?Oltrepiave? del gran Guru Cimoliano, che con le sue immaginifiche parole mi funge da riferimento e mi stimola a osare. Beh, vedremo.
Giunto nei pressi del ricostruito Cason dei Pecoli svolto a destra e risalgo la Val Brica per un sentiero ottimamente mantenuto dall?Ente Parco, fino a raggiungere il Cason di Brica m.1745, ben sistemato e accogliente. Alle sue spalle eccola finalmente la Cima Brica.

Il Cason di Brica

All'interno del Cason di Brica

La Cima Brica svetta alle spalle del Cason
Proseguo poi per il sentiero che risale verso la testata di valle nella vegetazione sempre più rada. Cerco di individuare, mentre salgo, la forcella che secondo il Guru dovrebbe permettere l?accesso alla cima, definita ?un?erbosa sella?, che divide la Cima Brica dalla Cima val dell?Inferno. E infatti un piccolo e altissimo intaglio si vede lassù, ma non mi sembra possibile che si possa salire per di là, anche perché mi pare grigia, scura e verticale, altro che verde! Che io abbia forse sbagliato a interpretare le arcane parole, e magari la forcella buona si trova da tutt?altra parte? Beh, penso, casomai ripiegherò sulla più domestica Cima Valbinon (o Valmenon che dir si voglia), raggiungibile dalla f.lla Val di Brica per verdi pendii.
Ma c?è il solito tarlo che mi continua a rodere dentro, per cui arrivato al punto di dover decidere da che parte andare, devio sulla destra per erba e ghiaie.
?Contorniamo la sponda basale del Mus di Brica e guadagniamo una solitaria conca inattesa almeno per l?ampiezza rispettiva? recita il sacro testo, e io in suo ossequio obbedisco e riscontro la veridicità di quanto aveva preannunciato. Da qui la forcelletta e il ghiaione che vi sale sembrano un tantino più abbordabili, così tanto per provarci inizio la salita.

La forcelletta e il ghiaione
Il terreno è di quelli duri e scivolosi, saltuariamente coperto da sottilissimo verde oppure da pietrisco di nessuna consistenza, e per di più gelato dalle rigide temperature di queste algide nottate, poiché questo versante nord pezzato di neve non vede mai un filo di sole.
Il ghiaione è una specie di antologia discontinua di tutti i possibili terreni tipici di un ghiaione dolomitico, dai quali manca però l?unico tipo che avrei gradito (almeno a beneficio della discesa): quello divertente.

Lungo la salita del ghiaione
Insomma mi sposto di qua e di là in cerca del meno peggio, e alla fine dopo sacramenti infiniti arrivo alla forcella, che si presenta davvero verdina e dotata di un vecchio ometto, il primo segno umano. Sì perché questa salita non è contaminata né da tracce evidenti né da bolli colorati: si va per libero terreno.

Dalla forcella uno sguardo verso l'ombra da cui provengo
Cito ancora il sacro testo: ?Avvistiamo il torrazzo sommitale, con un gendarme indipendente a sinistra e una nuova forcelletta sulla destra?. Vero.

La seconda forcelletta
Salgo alla nuova forcelletta e poi imbocco la cengia che dovrebbe portare a un muretto verticale sul quale si deve arrampicare fino a raggiungere una ?pensile fascia friabile?. Giusto.

Sulla seconda forcelletta, l'attacco della cengia che traversa verso sinistra
Direi che ?friabile? è un aggettivo quanto mai azzeccato, e che potrebbe costituire la firma di tutta questa ascensione. Qua non c?è un appiglio che possa ritenersi affidabile, viene via tutto non appena lo si tira un poco.
Risalgo la suddetta fascia fino a doppiare uno spigolo e di lì raggiungo finalmente la Cima Brica, m.2362.

Dalla vetta panorama verso nord-est

Dalla vetta panorama verso nord

Uno sguardo alla lontana piana di Meluzzo con la Casera Meluzzo
Non mi ci fermo molto, resto in vetta solo dieci minuti e poi mi incammino per la discesa che un po? mi impensierisce a causa della sua friabilità. Devo fare molta attenzione anche per non sbagliare la via, non essendo questa segnata se non da qualche saltuario e impercettibile ometto. Inaspettatamente scorgo tre persone risalire sotto di me; mai avrei immaginato di incontrare oggi qualcun altro in questi recessi perduti. Mi blocco per non scaricare pietre su di loro.

Inattesi escursionisti
I tre mi raggiungono, scambiamo poche parole, qualche breve informazione: si va di là? si sì, poi un zigzag, poi si passa lo spigolo e siete arrivati. Ciao, ciao.
Scendendo per il muretto friabile mi si sfila di mano un appiglio di 30 chili che vola giù come un bolide. Si spande nell?aria il solito odore di cava che accompagna questi fenomeni, imprinting obbligatorio per chiunque arrampichi su rocce rotte come queste.
Poi un?interminabile discesa equilibristica, e qualche ruzzolone, lungo il ghiaione, da sinistra a destra e poi ancora a sinistra in cerca dei punti di minore disagio. E arrivato quasi in fondo scorgo là in alto alle mia spalle i tre di prima impegnati a loro volta nella scomoda discesa. ?Sassooooo!? gridano, ma io non li sento (me lo racconteranno poi), sento solo qualche pietra raggiungermi nei dintorni per cui mi sposto, per quanto posso, fuori tiro.
Ripercorro infine a ritroso il tragitto dell?andata, ormai sono le 2 del pomeriggio e non voglio rischiare che il buio mi sorprenda ancora in cammino, per cui rinuncio all?idea di valicare verso Valbinon e mi avvio in rilassante discesa per dove sono venuto.
Come ricordo mi porto addosso sulle mani e sulle braccia i graffi e i tagli di questa bella ?passeggiata?, segni che presto si affievoliranno nel torpore di una stagione che sempre più precipitosamente volgerà all?inverno.