Sbob ha scritto:Quello che mi stupisce e' che le agenzie di rating, a mio parere, dovrebbero servire esclusivamente per i piccoli investitori che non hanno i mezzi per valutare a fondo il rischio di un titolo. In quest'ottica dovrebbero avere un potere ben limitato, perche' in fondo il mercato lo fanno gli investitori istituzionali ed i fondi, non certo i risparmiatori.
Hai ragione, ma andare a vedere il perche' le agenzie di rating sono nate e con quale spirito e' come dire "la legge e' uguale per tutti".
Sbob ha scritto:Trovo invece ridicolo che un taglio della valutazione di un titolo spinga gli investitori istituzionali a venderlo - insomma, dovrebbero avere i mezzi propri per capire cosa e' buono e cosa no.
Cosa e' buono e cosa no, che tu ci creda o no, lo decidono gli "investitori istituzionali", inteso nel senso piu' largo del termine, non le agenzie di rating. Le agenzie di rating si limitano a sancire qualcosa di gia' discusso e deciso e comunicato in codice, rendendolo in questo modo definitivo e chiaro agli occhi di tutti.
Sbob ha scritto:Un capitolo a parte meritano i fondi, che per motivi di trasparenza nei confronti dei risparmiatori sono costretti ad usare criteri oggettivi nella scelta dei titoli su cui investire, e tra questi c'e' anche il rating minimo. Su questi effettivamente una variazione del rating ha un effetto pesante.
Vorrei spendere una parola sugli hedge fund. Mi spiace non trovo una traduzione in italiano, ma conoscendo gli italiani, probabilmente si chiamano hedge fund pure in Italia. Basta leggere i primi due paragragi della definizione di Wikipedia per capire con che cosa abbiamo a che fare:
http://en.wikipedia.org/wiki/Hedge_fund Vorrei far notare due cose. Una descrizione: "aggressively managed". Un dato: "estimated to have $1.9 trillion in assets under management". Non parliamo di noccioline. Stiamo parlando di persone (o meglio sistemi informatici) che gestiscono 1.9 trillioni di dollari in modo "aggressivo", o forse sarebbe meglio dire, "isterico".
Domenica ero ad una festa di compleanno dopo l'arrampicata. Avevo passato la settimana ad orecchiare i ragazzetti dietro di me in ufficio che dicevano che la prossima vittima sarebbe stata la Francia. Tra me e me ho pensato: schersuma nen. Ma in realta' zitto zitto ho tenuto d'occhio la situazione degli ordini e il database si e' popolato di ordini di vendita. Poi alla festa ho incontrato un trader di UBS il quale, ubriaco, mi diceva che anche tra i suoi ranghi si era parlato della Francia. Quando girano queste voci tra i banchi dei traders e' solo questione di tempo. Non ci sono comunicati ufficiali. Non ci sono ragioni di fondo. E' come quando allo stadio gira voce che la polizia ha ammazzato un bambino e si scatena il finimondo. Poi si e' visto che cosa e' successo ieri e ieri l'altro. La Francia e' sotto attacco veramente. Una volta sarebbe tutto successo nel giro di qualche settimana. Oggi succede tutto nel giro di secondi. Un ragazzetto isterico che esegue un ordine di vendita puo' facilmente scatenare centinaia di migliaia di trigger nei sistemi algoritmici di un hedge fund. E' come dare fuoco ad una fabbrica di fuochi di artificio. A quel punto regna il caos. Il traffico a Roma nell'ora di punta e' piu' gestibile.
Nel mio piccolo quello che ho fatto e' stare alla larga dai mercati quando tra i "banchi" girava la voce che una grande banca d'investimento sarebbe fallita. Mio padre che invece dei terminali ha sempre usato il suo infallibile fiuto terrone, era uscito dai mercati con un anno di anticipo. Gli era bastato un viaggio a Londra nel 2005 per capire che questo sistema che rende tutti "ricchi" non era piu' sostenibile. Investitore di discreto successo dai tempi del borsino di Torino, ha lasciato la borsa definitivamente nel 2006 con tutti che gli dicevano "c******e". Il suo motto e' sempre stato "vendi, guadagna e pentiti". Si e' pentito per un anno circa. Poi le voci tra i banchi. Nell'autunno 2008 il pentimento e' finito, sostituito da un "ce la siamo vista brutta, anzi, bruttissima".
Tutto questo per dire che i segnali in codice, i rating, le analisi, persino le voci tra i banchi non possono vincere contro il sano buon senso e realismo che per fortuna abbondano ancora in molti italiani. Infatti abbiamo un debito privato che il resto del mondo ci invidia. Sta venendo meno anche quello, lo so, e' vero... l'Italia soffre dei suoi mali da sempre. Da quando Prodi & Co. hanno venduto o promesso gli organi vitali del nostro paese alle banche d'investimento ed al sistema UE siamo esposti anche ai mali degli altri. E' vero, abbiamo accesso anche a molte piu' cure, sulla carta in grado di risuscitare anche i morti, ma chi e' il deficiente che si prenderebbe l'AIDS solo per provarne la cura?
In definitiva ha ragione Falco
