approccio interlocutorio.
ovvero sedersi attorno ad un tavolo e decidere con:
-quelli che 315 voti che ruby è la figlia di mubarak
-quelli che la legge del conflitto di interessi non serve
-quelli che depenalizzare il falso in bilancio è utile
-quelli che la mafia è un problema minore
-quelli che rubano talmente tanto che non se ne vergognano più nemmeno (e non ce ne vergognamo neppure noi)
-quelli che discutono sulla depenalizzazione del concorso esterno intanto che le roulotte lungo le strade aumentano
io con ladri faccendieri puttanieri assassini non parlo, io con costoro non mi siedo attorno ad un tavolo. io costoro li caccio. punto.
se molti ritengono che si debba discutere con maggior prassi, per il bene di tutti, lo facciano, but not in my name.
io non ho proprio nulla da preservare, se non la mia coerenza, che non baratto per due fagioli ed una cotenna.
se cose del genere le ha capite pure quel rottoinculo di freccero, vuol dire che non sono molto difficili da capire.
tanto prima o poi le cose accadono, come le migrazioni di popoli e la riproduzione dei coleotteri.
peccato aver perso una occasione in cui civilmente si buttava della merda secca con una cosa che, rispetto ai tempi di variazione biologica della prima, non è neppure un brodo primordiale ma già qualcuno si affretta a definila merda fresca (senza averla nemmeno assaggiata, e per assaggio intendo una-almeno-una-legislatura).
ma mi rendo conto che la pressione di cultura di terzordine che permea larga parte del globo da ormai un ventennio USA style ci imponga ritmi di esistenza che non permettono neppure un pensiero. sentire per radio il giornalista di turno che dice "seguaci" M5S di un movimento invece che elettori, la dice lunga, lunghissima, sia sintatticamente che semanticamente su come stiamo messi, me medesimo.
meno male scalo, e vaffanculo. basta che mi non mi pignorino la roba da arrampicata. poi si vedrà, diceva quel tale con la merda al naso e l'iphone all'orecchio.
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