Primavera, questa sconosciuta...

Area di discussione su argomenti di montagna in generale.

Primavera, questa sconosciuta...

Messaggioda arteriolupin » mer mag 05, 2010 22:05 pm

C'era un tempo in cui, ragazzo, già a marzo ero solito prendere la strada che, lasciando il centro del paese (oggi autodenominatosi, in modo roboante, città), portava in pochi minuti a quella zona che, semplicemente, veniva chiamata "i campi". I campi erano la parte opposta della laguna, della quale erano i dirimpettai.
Se la laguna cominciava a mandare alcuni segni di imminente primavera, con l'arrivo di uccelli, pesci ed insetti e con il florilegio a pelo d'acqua, i campi erano un brulicare di operosità umana ed animale, oltre che delle piante...

A marzo e ancor più aprile già si smettevano i maglioncini e le "braghe longhe" in favore dei più pratici pantaloni corti e delle magliette, almeno per andare a giocare, generalmente e tirar calci ad un pallone od a far danni presso qualche casa colonica, almeno finché non sopraggiungeva il proprietario, sapientemente armato di "vis'cia", tipico ramo giovane, possibilmente di salice, utilissimo per essere usato a mo' di frusta sulle gambe dei "manigoldi desgrassiài" che andavano a recar risturbo...

L'arrivo delle rondini e delle altre specie era foriero anche di un cambiamento del tempo, repentino, che passava dal dolce tepore primaverile al meno dolce "scravassòn" d'acqua, ovvero il classico rovescio primaverile, all'epoca, per noi ragazzini, puntuale come ora, da adulti, una qualche multa o qualche casella esattoriale per contravvenzione presa in un paese per il quale mai siamo passati...

Era bellissimo anche prendere quell'acqua, tanto lo sapevamo che di lì a breve ci saremmo anche asciugati (il resto lo avrebbero fatto le sapienti mani della mamma, delle zie e delle nonne al ritorno a casa...).

Era la primavera, bella, già calda, che preannunciava l'arrivo dell'estate...
Il tempo dei primi frutti, acerbi ma graditi, e delle giornate più lunghe, sempre più lunghe, che ci lasciavano spazio a giochi di durata sempre maggiore, anche "dopo magnà", dopo cena...

Cresciuto, la primavera era il momento in cui, finalmente, potevi andare in "palestra di roccia" (ma quando mai parlavamo di falesia, noi...?? Tutt'al più quelli che, pochissimi, erano stati all'Eldorado degli anni '80, al mitico Verdon... Ma per tutti gli altri al massimo esistevano le Palestre di Roccia). Si partiva per Erto, per Soverzene o per il Glemine, mentre la domenica dopo si andava a Santa Felicita o a Schievenin...

E le giornate erano sempre più lunghe, sempre più calde e sempre più invitanti... Si cominciava a tornare a camminare per "pestar l'ultima neve".. Mi ricordo innumerevoli gite all'imbocco della Val Canali per andare a sentire i boati delle valanghe che, scendendo, scandivano lo scioglimento delle nevi e la prossima "liberazione" della Disperazione, del Dente, del Sass d'Ortiga...

Eravamo già pronti a salire a Cimolais per risalire la Val Montanaia... Cara la mia vecchia 127 rampichina, sei salita ovunque, con la trazione anteriore eri meglio di un SUV...

A metà primavera, se eravamo fortunati, eravamo già a suonare la famigerata campana della vetta del Campanil... Per poi scendere ad Erto, ascoltare i bestemmioni del Mauro, allora conosciuto solo ai frequentatori di Erto, ed a bere n+1 bicchieri in compagnia...

Adesso, dopo trent'anni, pur essendo vicino ad uno dei miei "miti" della gioventù (le montagne di Lecco ed il microclima alpino che vi si respira), pur potendo, in teoria, gustare molto, davvero tanto, sulla scolta della quasi cinquantenaria esperienza di vita... Adesso, dicevo, mi sento quasi prolisso, sicuramente vecchio e amante dei luoghi comuni a notare che quest'anno, più che mai, le mezze stagioni latitano.

Ma io non chiedo le mezze stagioni... Io voglio la stagione chiamata primavera...

Vorrei temperature gradevoli, in costante leggera crescita, con bel tempo intervallato da scrosci rapidi ed improvvisi, come da proverbio che vuole il primo mese della primavera un po' pazzerello, che ti costringe a guardare il sole tenendo pronto l'ombrello...

Invece, quello stesso ombrello, similmente al Cipputi di Altan, ce lo ritroviamo infilato dritto, ed in procinto di essere aperto, in una zona del corpo generalmente deputata a garantire l'appoggio nella posizione seduta...

La primavera latita, per non dire che ancora si intuisce e basta...
Le piogge sembrano quasi invernali, tale è l'abbassamento della temperatura e, soprattutto, invece di acquazzoni troviamo ad attenderci, per giorni e giorni, pioggia fissa e fessa, continua, fastidiosa ed uggiosa come una giornata d'autunno a Milano...

E' troppo aspettarsi l'arrivo di una sana serie di giornate di primavera? E' troppo chiedere di poter andare a vedere il florilegio della natura per boschi e prati? E' troppo poter ricominciare a muoversi senza dover girare come per le uscite invernali?

Non voglio le mezze stagioni...

Mi basterebbe che questo tempo di merda la facesse finita e che lasciasse spazio, invece, ad una sana, cara, vecchia primavera...

Oddio... Ho scritto "tempo di merda"... Ho inficiato con espressioni coprolaliche un eloquio finora - se non forbito . almeno consone alla bucolicità della narrazione...

Ma non prendetevela con me... Se 'sto c***o di tempo di merda del porco e fuori non cambia, non posso andare da nessuna parte... E se non vado da nessuna parte, la mia panza da rospi, già grossa, aumenta... E' la legge del cammello, se cresce la pancia cala l'uccello...E se succede tutto questo mi girano i coglioni...

Per cui... Basta acqua!!! Ridatemi il sole e la primavera!!!

(grazie, avevo bisogno di sfogarmi)
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Re: Primavera, questa sconosciuta...

Messaggioda Tarab » mer mag 05, 2010 22:47 pm

arteriolupin ha scritto:...



straquoto... non se ne può più...
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Messaggioda n!z4th » mer mag 05, 2010 22:58 pm

Dirimpettai della domenica,

l'ombrellino ben vi sta!

8)
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Messaggioda Elisetta » mer mag 05, 2010 23:17 pm

Arterio, bel racconto.... :cry:
Pure io voglio la primavera... la mia stagione preferita... che è un mese però che fa la timida, sta desgrassiada!
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Re: Primavera, questa sconosciuta...

Messaggioda Falco5x » gio mag 06, 2010 7:43 am

arteriolupin ha scritto:...

Come non quotarti caro Arterio!

Devo purtroppo osservare che la primavera latita da svariati decenni ormai.
Oppure (altra ipotesi) la primavera così come ce la ricordiamo non è mai esistita e si tratta soltanto di un mito che prospera come pianta spontanea solo nella mente di noi "anziani" (scusa se ti incorporo honoris causa nella categoria, ma le tue parole te lo fanno meritare), poiché noi anziani abbiamo una memoria selettiva che spesso ci fa ricordare soprattutto ciò che di piacevole pareva connotare i tempi della nostra giovinezza.

Ma insomma, dico io, non sarà che questo mito della primavera sopravvive solo nella nostra memoria, complici i libri di lettura zeppi di stereotipi che funestarono la nostra prima infanzia?

Venendo ai nostri tempi, io ho la fortuna (???) di possedere una precisa statistica su un campione primaverile di quasi trent'anni.
Nell'ormai lontano 8 maggio 1982 convolai a nozze. Sì perché maggio veniva considerato (e forse la cosa vale tuttora) un mese deputato ai matrimoni, complici forse i primi tepori, veri o immaginati, che si suppone favoriscano le gioie nuziali.
Ebbene: l'8 maggio 1982 fu una giornata tremenda. Un freddo ventoso e una pioggia mai vista, battente da mattina a sera.
Alla fine della giornata il vestito bianco della mia signora era talmente infangato che dovette buttarlo via.

Da allora ogni 8 maggio osservo il tempo: se piove vuol dire che almeno limitatamente al tema del mio matrimonio tutto sta andando bene: buon segno dunque, indice di vitalità di un connubio nato sotto il segno dell'acqua che evidentemente in acqua prospera come coltura idroponica.
E devo dire che da allora, ho osservato, l'8 maggio di ogni anno ha piovuto spessissimo. Ciò mi fa dunque supporre che la primavera così come ce la ricordiamo (se mai c'è stata veramente) è defunta da almeno 30 anni. Oppure è semplicemente invecchiata anche lei come noi, e ci siamo inaciditi insieme.
Chuck Norris ha contato fino a infinito. Due volte.
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Messaggioda primularossa » gio mag 06, 2010 8:20 am

....Arterio...più che uno sfogo... è un periodo..che hai voglia di ricordare....e sai che non tornerà più...nemmeno venisse una Primavera stupenda,non sarà mai come quel tempo.. :( :cry: :wink:
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Messaggioda grizzly » gio mag 06, 2010 8:56 am

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Messaggioda Linchetto » gio mag 06, 2010 9:06 am

..... Arterio, a proposito del tempo (metereologico), prova a consolarti con questo piccolo racconto di Jerome K. Jerome:

"George prese il giornale, e ci lesse le notizie di sinistri alle imbarcazioni, e le previsioni del tempo; queste ultime profetizzavano ?pioggia, freddo, umido, con tendenza al bello? (quanto di più spaventevole ci possa essere nel tempo). ?Temporali vari con scariche elettriche, vento dall?est, depressione sulla contea di Midland (Londra e Manica). Barometro in discesa.? Io pensavo che tra tutte le stupide, irritanti cretinerie che ci affliggono, questa della ?previsione del tempo? è forse la più perversa. Essa ?prevede? esattamente quello che successe ieri o l?altro ieri e altrettanto esattamente l?opposto di quanto succederà oggi. Ricordo che mi rovinai completamente le vacanze ad autunno inoltrato, appunto per avere tenuto conto delle previsioni del tempo del giornale locale. ?Per oggi si prevedono forti piogge a carattere temporalesco?, diceva al lunedì, e così noi rimandammo il pic-nic e rimanemmo chiusi in casa per tutta la giornata in attesa della pioggia. La gente passava davanti alla nostra porta e se ne andava fuori tutta allegra e felice su carrozze e carrozzini, il sole bruciava e non c?era una nuvola in cielo. ? Ah! Ah! ? dicevamo noi guardando attraverso i vetri. Torneranno a casa inzuppati come spugne! Ghignavamo, pensando alla doccia che si sarebbero buscata, e tornavamo ad attizzare il fuoco, a riprendere in mano i libri, a mettere in ordine i nostri esemplari di alghe marine e di conchiglie. Verso mezzogiorno col sole che penetrava nella stanza, il caldo divenne opprimente e cominciammo a chiederci quando sarebbero arrivati gli scrosci di pioggia. ? Vedrai! Cominceranno nel pomeriggio, stanne certo, ? ci dicevamo l?un l?altro. ? Poveretti quelli, come si bagneranno! Sarà uno spasso. All?una la padrona di casa venne giù e ci chiese se non saremmo usciti, con quella bella giornata. ? No! No! ? rispondemmo con un sorriso furbo, ? noi non abbiamo nessuna voglia di bagnarci, sa! Passò quasi tutto il pomeriggio e non si vide nessun segnale di pioggia ed allora cercammo di confortarci pensando che sarebbe caduta improvvisamente, tutta d?un colpo, proprio nel momento in cui i gitanti si trovavano sulla strada per far ritorno a casa e quindi lontani da ogni ricovero in modo che si sarebbero bagnati più che mai. Ma intanto non veniva giù neanche una goccia; la giornata passò e sopravvenne una notte incantevole. Al mattino seguente leggemmo che il tempo sarebbe stato ?caldobello ? con tendenza alla stabilità ? molto caldo?; e allora ci vestimmo di abiti leggeri ed uscimmo. Mezz?ora dopo che eravamo partiti cominciò a piovere forte, si levò un vento freddo e tutti e due durarono per l?intera giornata e noi ritornammo pieni di raffreddori e di reumatismi e ci dovemmo mettere a letto. Il tempo è una cosa che supera completamente le mie capacità. Non ci capisco niente. E il barometro è inutile; ti trae in inganno come le previsioni del giornale. Ve n?era uno appeso in un albergo di Oxford dove scesi la primavera scorsa. Al mio arrivo, segnava ?tempo bello stabile?. Fuori, l?acqua veniva giù che Dio la mandava e così era stato per tutto il giorno. Io non ci capivo nulla. Detti un colpettino al barometro, che saltò e segnò ?molto secco?. Stava passando il facchino dell?albergo il quale si fermò e disse che secondo lui il barometro si riferiva a domani. Avanzai l?ipotesi che si riferisse a due settimane prima, ma il facchino disse che no, non lo credeva. Al mattino seguente detti qualche altro colpettino e il barometro salì ancora mentre la pioggia scendeva sempre più violenta. Al mercoledì ritornai a battere e la lancetta passò dal ?bello stabile?, ?molto secco?, al ?molto caldo? fino a che non poté più muoversi perché c?era un bottone d?arresto. Fece invero del suo meglio; ma lo strumento era stato costruito in modo che non poteva profetizzare bel tempo con maggiore entusiasmo senza rompersi. Era chiaro che avrebbe voluto proseguire, per pronosticare siccità, mancanza di acqua, colpi di sole, venti caldi del deserto, ?et similia?, ma il bottone di arresto glielo proibiva e quindi doveva contentarsi di indicare sempre quel banalissimo ?molto secco?. Intanto la pioggia continuava a venir giù ininterrotta e il fiume, straripato, aveva allagato i quartieri bassi. Il facchino disse che era certo che una volta o l?altra avremmo avuto una sequenza di tempo magnifico e lesse due versi scolpiti sulla custodia di quell?oracolo. Lontana previsione, dura assai. Predetta da vicino, azzecca mai. Quell?estate il tempo bello non si vide. Immagino che quella macchina si riferisse alla primavera successiva. Ci sono poi i barometri di stile moderno, quelli lunghi a tubo diritto. Non ne capisco né capo né coda. C?è un lato per le dieci del mattino di ieri e un lato per le dieci del mattino di oggi, ma ammetterete che non si può fare sempre una alzataccia per arrivare lì alle dieci del mattino. Questo barometro sale o scende a seconda di pioggia o bel tempo, di molto o poco vento, e ad un capo c?è scritto ?Nly? e all?altro ?Ely? (ma che cosa c?entra la piccola Elisa?), e se gli date una bottarella non vi indica nulla. Inoltre occorre fare la correzione col livello del mare e la riduzione in gradi Fahrenheit; ma neanche questo basta perché si possa capire quello che il barometro dice. Ma chi mai desidera farsi predire il tempo che farà? Non è cosa già abbastanza molesta quando arriva? Perché sobbarcarsi anche alla tortura di saperlo prima? Il profeta più gradito è il vecchietto che in qualche mattino nero di una giornata che si vorrebbe bella, scruta l?orizzonte col suo occhio esperto e ci dice: ? Niente paura, signori. Credo che schiarirà e sarà una bellissima giornata. Vedrà che schiarirà benissimo, signore. ? Se ne intende, ? diciamo noi mentre gli diamo il buon giorno e partiamo, ? è straordinario come sono esperti, questi vecchietti! Per quest?uomo noi sentiamo affetto, un affetto che non diminuirà per colpa della circostanza che invece il tempo non schiarisce affatto, e per tutta la giornata piove in continuazione. ? Pazienza, ? pensiamo, ? ha fatto del suo meglio. Invece per quello che ci ha profetizzato tempo cattivo nutriamo solo antipatia e pensieri vendicativi. Nel passare gli gridiamo allegramente: ? Crede che schiarisca? ? No, signori. Potrei sbagliarmi, ma credo che per oggi si manterrà così, ? ci risponde scuotendo la testa. ? Pezzo di cretino! ? borbottiamo, ? che cosa ne sai tu, del tempo? ? Se poi succede che aveva ragione torniamo indietro ancora più incolleriti con lui e con una vaga idea che ci sia stato un po? del suo zampino. Quella mattina in particolare, però, era troppo bella, troppo piena di sole; non potevamo lasciarci turbare fuor di misura dalla raccapricciante lettura di George che diceva ?barometro in discesa?, ?perturbazioni atmosferiche in movimento sull?Europa meridionale?, ?pressione in aumento?. Perciò, visto che non riusciva a rattristarci e che stava solo sprecando il fiato, egli sgraffignò la sigaretta che m?ero arrotolata con tanta cura e se ne andò." Capitolo 5.
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Messaggioda Vigorone » gio mag 06, 2010 9:31 am

Arterio non sei un poeta,

sei una poesia!!!
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga
fertile in avventure e in esperienze.
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Messaggioda Drugo Lebowsky » gio mag 06, 2010 9:39 am

Vigorone ha scritto:Arterio non sei un poeta,

sei una poesia!!!


in parole povere :roll:

el xe un cùeaton mìa da scherso! :twisted: :twisted: :twisted:
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Messaggioda arteriolupin » gio mag 06, 2010 10:08 am

Drughetta Drughetta...

Te piasarìa...

Invesse son lesbica... Me piase e fèmene... (ti no, però... Te sì massa magra... E mi me piaxe a carne, me son stufà dei ossi... Basta brodo, finché go denti vui mastegàr... Dopo, ciuciarò come tuti...)

:lol: :lol: :lol:
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Messaggioda arteriolupin » gio mag 06, 2010 10:12 am

Linchetto ha scritto:..... Arterio, a proposito del tempo (metereologico), prova a consolarti con questo piccolo racconto di Jerome K. Jerome:



Linchetto, ti ringrazio per la citazione...

Pensa che il primo Autore da me letto interamente in originale, dopo il Canterville Ghost di Wilde, fu proprio Three Men on a Boat, di J. K. Jerome...

Avevo 10 anni...

E da allora lo rileggo sempre, volentieri, come fosse la prima volta...

Vederlo citare mi rallegra sempre.

Così come, più o meno alla stessa età, mi sono innamorato della scrittura di Guareschi e, un paio d'anni più tardi, di Dostoevskij...

Ma la verve satirica e la sottile ironia, mai sopra le righe, di Jerome e Guareschi, a tutt'oggi, hanno ben pochi scrittori in grado di avvicinarsi...

Per cui grazie ancora per la citazione!

L.
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Messaggioda giorgiolx » gio mag 06, 2010 10:15 am

Linchetto ha scritto:..... Arterio, a proposito del tempo (metereologico), prova a consolarti con questo piccolo racconto di Jerome K. Jerome:

"George prese il giornale, e ci lesse le notizie di sinistri alle imbarcazioni, e le previsioni del tempo; queste ultime profetizzavano ?pioggia, freddo, umido, con tendenza al bello? (quanto di più spaventevole ci possa essere nel tempo). ?Temporali vari con scariche elettriche, vento dall?est, depressione sulla contea di Midland (Londra e Manica). Barometro in discesa.? Io pensavo che tra tutte le stupide, irritanti cretinerie che ci affliggono, questa della ?previsione del tempo? è forse la più perversa. Essa ?prevede? esattamente quello che successe ieri o l?altro ieri e altrettanto esattamente l?opposto di quanto succederà oggi. Ricordo che mi rovinai completamente le vacanze ad autunno inoltrato, appunto per avere tenuto conto delle previsioni del tempo del giornale locale. ?Per oggi si prevedono forti piogge a carattere temporalesco?, diceva al lunedì, e così noi rimandammo il pic-nic e rimanemmo chiusi in casa per tutta la giornata in attesa della pioggia. La gente passava davanti alla nostra porta e se ne andava fuori tutta allegra e felice su carrozze e carrozzini, il sole bruciava e non c?era una nuvola in cielo. ? Ah! Ah! ? dicevamo noi guardando attraverso i vetri. Torneranno a casa inzuppati come spugne! Ghignavamo, pensando alla doccia che si sarebbero buscata, e tornavamo ad attizzare il fuoco, a riprendere in mano i libri, a mettere in ordine i nostri esemplari di alghe marine e di conchiglie. Verso mezzogiorno col sole che penetrava nella stanza, il caldo divenne opprimente e cominciammo a chiederci quando sarebbero arrivati gli scrosci di pioggia. ? Vedrai! Cominceranno nel pomeriggio, stanne certo, ? ci dicevamo l?un l?altro. ? Poveretti quelli, come si bagneranno! Sarà uno spasso. All?una la padrona di casa venne giù e ci chiese se non saremmo usciti, con quella bella giornata. ? No! No! ? rispondemmo con un sorriso furbo, ? noi non abbiamo nessuna voglia di bagnarci, sa! Passò quasi tutto il pomeriggio e non si vide nessun segnale di pioggia ed allora cercammo di confortarci pensando che sarebbe caduta improvvisamente, tutta d?un colpo, proprio nel momento in cui i gitanti si trovavano sulla strada per far ritorno a casa e quindi lontani da ogni ricovero in modo che si sarebbero bagnati più che mai. Ma intanto non veniva giù neanche una goccia; la giornata passò e sopravvenne una notte incantevole. Al mattino seguente leggemmo che il tempo sarebbe stato ?caldobello ? con tendenza alla stabilità ? molto caldo?; e allora ci vestimmo di abiti leggeri ed uscimmo. Mezz?ora dopo che eravamo partiti cominciò a piovere forte, si levò un vento freddo e tutti e due durarono per l?intera giornata e noi ritornammo pieni di raffreddori e di reumatismi e ci dovemmo mettere a letto. Il tempo è una cosa che supera completamente le mie capacità. Non ci capisco niente. E il barometro è inutile; ti trae in inganno come le previsioni del giornale. Ve n?era uno appeso in un albergo di Oxford dove scesi la primavera scorsa. Al mio arrivo, segnava ?tempo bello stabile?. Fuori, l?acqua veniva giù che Dio la mandava e così era stato per tutto il giorno. Io non ci capivo nulla. Detti un colpettino al barometro, che saltò e segnò ?molto secco?. Stava passando il facchino dell?albergo il quale si fermò e disse che secondo lui il barometro si riferiva a domani. Avanzai l?ipotesi che si riferisse a due settimane prima, ma il facchino disse che no, non lo credeva. Al mattino seguente detti qualche altro colpettino e il barometro salì ancora mentre la pioggia scendeva sempre più violenta. Al mercoledì ritornai a battere e la lancetta passò dal ?bello stabile?, ?molto secco?, al ?molto caldo? fino a che non poté più muoversi perché c?era un bottone d?arresto. Fece invero del suo meglio; ma lo strumento era stato costruito in modo che non poteva profetizzare bel tempo con maggiore entusiasmo senza rompersi. Era chiaro che avrebbe voluto proseguire, per pronosticare siccità, mancanza di acqua, colpi di sole, venti caldi del deserto, ?et similia?, ma il bottone di arresto glielo proibiva e quindi doveva contentarsi di indicare sempre quel banalissimo ?molto secco?. Intanto la pioggia continuava a venir giù ininterrotta e il fiume, straripato, aveva allagato i quartieri bassi. Il facchino disse che era certo che una volta o l?altra avremmo avuto una sequenza di tempo magnifico e lesse due versi scolpiti sulla custodia di quell?oracolo. Lontana previsione, dura assai. Predetta da vicino, azzecca mai. Quell?estate il tempo bello non si vide. Immagino che quella macchina si riferisse alla primavera successiva. Ci sono poi i barometri di stile moderno, quelli lunghi a tubo diritto. Non ne capisco né capo né coda. C?è un lato per le dieci del mattino di ieri e un lato per le dieci del mattino di oggi, ma ammetterete che non si può fare sempre una alzataccia per arrivare lì alle dieci del mattino. Questo barometro sale o scende a seconda di pioggia o bel tempo, di molto o poco vento, e ad un capo c?è scritto ?Nly? e all?altro ?Ely? (ma che cosa c?entra la piccola Elisa?), e se gli date una bottarella non vi indica nulla. Inoltre occorre fare la correzione col livello del mare e la riduzione in gradi Fahrenheit; ma neanche questo basta perché si possa capire quello che il barometro dice. Ma chi mai desidera farsi predire il tempo che farà? Non è cosa già abbastanza molesta quando arriva? Perché sobbarcarsi anche alla tortura di saperlo prima? Il profeta più gradito è il vecchietto che in qualche mattino nero di una giornata che si vorrebbe bella, scruta l?orizzonte col suo occhio esperto e ci dice: ? Niente paura, signori. Credo che schiarirà e sarà una bellissima giornata. Vedrà che schiarirà benissimo, signore. ? Se ne intende, ? diciamo noi mentre gli diamo il buon giorno e partiamo, ? è straordinario come sono esperti, questi vecchietti! Per quest?uomo noi sentiamo affetto, un affetto che non diminuirà per colpa della circostanza che invece il tempo non schiarisce affatto, e per tutta la giornata piove in continuazione. ? Pazienza, ? pensiamo, ? ha fatto del suo meglio. Invece per quello che ci ha profetizzato tempo cattivo nutriamo solo antipatia e pensieri vendicativi. Nel passare gli gridiamo allegramente: ? Crede che schiarisca? ? No, signori. Potrei sbagliarmi, ma credo che per oggi si manterrà così, ? ci risponde scuotendo la testa. ? Pezzo di cretino! ? borbottiamo, ? che cosa ne sai tu, del tempo? ? Se poi succede che aveva ragione torniamo indietro ancora più incolleriti con lui e con una vaga idea che ci sia stato un po? del suo zampino. Quella mattina in particolare, però, era troppo bella, troppo piena di sole; non potevamo lasciarci turbare fuor di misura dalla raccapricciante lettura di George che diceva ?barometro in discesa?, ?perturbazioni atmosferiche in movimento sull?Europa meridionale?, ?pressione in aumento?. Perciò, visto che non riusciva a rattristarci e che stava solo sprecando il fiato, egli sgraffignò la sigaretta che m?ero arrotolata con tanta cura e se ne andò." Capitolo 5.


perle ai porci... qui non fa ridere :roll:

http://www.forum.planetmountain.com/php ... hp?t=41519
vado a uccidere il frigorifero che mi sta fissando

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Messaggioda Linchetto » gio mag 06, 2010 10:51 am

Caro Giorgiolx, noi folletti amiamo molto questo genere di racconti, soprattutto se citati a memoria o letti la sera intorno a un bel fuoco ristoratore (come sai nella foresta è sempre piuttosto freddo quando la notte avanza).

Credo che la leggerezza e la fine ironia di autori come il citato J.K.J. possa aiutare a passare il quotidiano con il giusto spirito (raccogliere frutti di bosco e funghi tutti i giorni e fare dispetti ai poveri malcapitati alla fine logora). :D

Ciao
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Messaggioda Siloga66 » ven mag 07, 2010 18:51 pm

E pensà a chi ieri el vedeva la neve cadere e transitava su un passo dolomitico con le gomme estive (quantomai gò tolto le invernali).
Mi ucciderete ma...a me piace così. 8)
Passano le mode ma in Germania la moda dei calzini con i sandali passerà mai.
Ma i tedeschi son fighi lo stesso.
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Messaggioda Burbetta » dom mag 09, 2010 16:09 pm

n!z4th ha scritto:Dirimpettai della domenica,

l'ombrellino ben vi sta!

8)


straquoto
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Messaggioda Andreino » lun mag 10, 2010 9:25 am

Per almeno il terzo anno consecutivo maggio si caratterizza per clima letteralmente MONSONICO, almeno qua al nord-ovest...
Senza parole... Dobbiamo cominciare a suddividere la stagione alpinistica anche qui in pre- e post-monsonica... :evil:
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