Etica II

Area di discussione a carattere generale sull'arrampicata.

Etica II

Messaggioda grizzly » mer ott 10, 2007 8:57 am

grizzly ha scritto:Mannaja... 8O ... :lol: ...
E' che ho letto finalmente Vertical di agosto-settembre.
Mi ha fatto ridere l'attacco dell'articolo di Oviglia... «Quando al telefono dico al celebre arrampicatore Manolo che vorrei parlare un po' di etica... dall'altra parte del filo sento un preoccupante silenzio... "Ma è vero o stai scherzando?"». :lol:
Comunque ci son poi un po' di accenni a storielle, che ovviamente non conosco... :( , tipo la via Etica bisbetica di Grassi o la Dimanche Noire; "entrata oramai nella leggenda"... boh...
Delucidasiun, merci!
PS Se poi si vuole anche far 'na bella litigata sull'etica ben venga... :lol:



SCOTT ha scritto:Ma è vero o stai scherzando? :?























:mrgreen: Scott.


SCOTT ha scritto:Etica:
(ci provo) :oops:

Parlare di etica all'oggi è sempre piu complicato, il motivo è che ogni discorso che si fa è soggetto a critiche...
...in più l'argomento è talmente vasto che c'è da perdersi... :roll:

C'è l'etica dell'apritore, che decidendo lo stile con cui aprire fa una scelta che lo condiziona, in pratica si "autolimita"...

...c'è chi rispetta un'etica ferrea sentendosi in divieto di scalare se non in arrampicata libera e con un limitato uso di mezzi di assicurazione...(Mariacher con la sua "Tempi Moderni" in Marmolada ne è un'esempio)

...altri si concedono qualcosa in più, passaggi di artifi dove la libera risulta impossibile badando bene però a mantenere l'ingaggio altissimo e il numero di protezioni ridotte al minimo indispensabile ... concedendosi in taluni casi anche lo spit o il chido a pressione la dove non ci sono altre possibilita di protezione e la sicurezza sarebbe totalmente compromessa... (Per restare in Marmolada un'esempio è Koller col Pesce o con Fram)

...poi c'è chi opta per un'etca più sportiva (ma non per questo meno ingaggiata) e apre utilizzando sistematicamente spit ... generalmente il risultato sono vie di difficoltà molto elevata e con protezioni lontane o lontanissime dove raramente si possono aggiungere "protezioni veloci" ...
salire queste vie richiede principalmente il livello tecnico, ma non è certo da sottovalutare l'ingaggio psicologico, chi arrampica sa quanto la difficoltà aumenti in modo esponenziale all'allontanarsi della protezione, uno spit quando è 8 - 10 metri sotto i piedi non fa eccezione... (Sempre sulla Sud un'esempio ... Larcher con la "Larcher - Vigiani")

Qual'è la migliore? ...io non saprei dire...forse la più pura? ...difficile giudicare ... io me ne guardo bene.


Però l'etica può essere riferita anche ad un sito o ad una parete...
...come in Valle Orco ... o in Marmolada, appunto... dove è l'etica del posto stesso che imporrebbe aperture di un certo tipo...
...in altri siti le vie "trad" convivono con le vie "spit" (vedi ad es. Valle del Sarca) senza alcun problema...


Io penso che la cosa più importante sia "conoscere" per evitare di far danni e stupidaggini rovinando o alterando il lavoro di altri ... altrettanto importante rispettare le "regole" del posto e l'etica del primo salitore...
...in parole povere usare un pò di "buon senso".

Più in generale un buon riferimento etico potrebbe essere il famoso "by fear means"... :-k

La parola agli addetti ai lavori... :)

(tutte banalità? --- ok è vero --- avanti un'altro) :arrow:


:smt037 Scott.


Roberto ha scritto:C' è una via a Grotti, tutta scavata ma bellina, si chiama "Etica patetica" 8)


grizzly ha scritto:Olè! :P Si parla di etica! :lol:
Sul discorso di Scott a proposito degli apritori son abbastanza concorde. Ma non mi sbilancio perchè poi io mica apro vie, se non varianti... :roll: assolutamente clean... :lol:
Invece una discussione recente mi ha portato a far un esempio.
Mettiamo che se ne arrivasse Koller tutto trullo con un Makita fiammante e cominciasse a spittare a metro il Pesce... 8O che ne direste?
Da ricovero? Da elogiare?
Io sostengo che anche un apritore deve far i conti con la storia della sua via, e quindi non ha dei "diritti" più di altri a far modifiche che stravolgano la via.
Qualcuno invece mi ribatteva che se è l'apritore che decide di far modifiche è nel suo diritto, magari storcendo il naso ma si deve accettare.
Io non accetterei questo ragionamento, perchè il limite che metto io all'apritore è dato dal voler mettere al primo posto la storia della via, che in sostanza è la storia dell'apertura e delle ripetizioni... quindi l'apritore ha anche lui questo limite al suo ipotetico voler cambiare.
Che ne dite? :D


misterorange ha scritto:io personalmente concordo sia con grizzly che con Scott...
Però gli apritori ,per il mio parere, devono sottostare all'etica che caratterizza quella montagna e quindi anche volendo non possono modificare eccessivamente le loro vie.
Poi secondo me l'etica si modifica con l'andare del tempo, quindi ora vengonon aperte vie sportive a spit che però hanno dei run out lunghissimi, dove la possibilità di integrare è quasi nulla (ad esempio l'ultima via aperta da vigiani sul monte nona) e le difficltà sono alte.
poi ancora in ambito di etica mi vinie in mente un personaggio come mauro bole che si è ripetuto tutte le vie più dure sulle tre cime in lavaredo ( couzy, bellavista, via degli spagnoli...) lasciando intatta la chiodatura originale ad esclusione delle soste che ha "modernizzato" mettendole a spit.
ci sarebbero altri cento esempi di etica che si possono fare ma a parer mio rimarrà sempre un'entità astratta l'etica, in quanto ognuno ha un'etica personale sull'alpinismo.


berni ha scritto:
grizzly ha scritto:Boni... nun ve scannata per l'etica... boni... :lol:



Ci si fa ,ale con l'etica Grizzly...ci si fa male, nel corpo e nello spirito... :?


SCOTT ha scritto:
grizzly ha scritto:Olè! :P Si parla di etica! :lol:
Sul discorso di Scott a proposito degli apritori son abbastanza concorde. Ma non mi sbilancio perchè poi io mica apro vie, se non varianti... :roll: assolutamente clean... :lol:
Invece una discussione recente mi ha portato a far un esempio.
Mettiamo che se ne arrivasse Koller tutto trullo con un Makita fiammante e cominciasse a spittare a metro il Pesce... 8O che ne direste?
Da ricovero? Da elogiare?
Io sostengo che anche un apritore deve far i conti con la storia della sua via, e quindi non ha dei "diritti" più di altri a far modifiche che stravolgano la via.
Qualcuno invece mi ribatteva che se è l'apritore che decide di far modifiche è nel suo diritto, magari storcendo il naso ma si deve accettare.
Io non accetterei questo ragionamento, perchè il limite che metto io all'apritore è dato dal voler mettere al primo posto la storia della via, che in sostanza è la storia dell'apertura e delle ripetizioni... quindi l'apritore ha anche lui questo limite al suo ipotetico voler cambiare.
Che ne dite? :D


Da ricovero! :lol: (non credo ci si debba preoccupare in tal senso, Koller non lo farebbe mai...)

Però la tua è una bella domanda... :? ...non saprei che rispondere... :smt017

Così, a freddo mi viene da dire che l'apritore ha il diritto di fare ciò che preferisce (come l'artista con la propria scultura)...
...però, nel caso del "pesce" ad esempio, l'artista ha già consegnato l'opera ... a quel punto non è più di sua proprietà (anche se ne resta autore) e quindi perde gran parte dei diritti sull'opera stessa... :? ...non la può più distruggere...

Roberto, tu che ne pensi?

Scott.



Ho ripulito il topic... se eventualmente ci fosse qualcuno interessato...
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Messaggioda Roberto » mer ott 10, 2007 12:58 pm

L' etica è dentro di noi e purtroppo alcuni la devono aver smarrita, visto che c' è bisogno di affermarla, regolalarla e, a volte, imporla.
L' etica è un modo di vivere, è il rispetto del prossimo, e di conseguenza è anche il rispetto per noi stessi; l' etica è la dignità umana.
Chi non ha un etica e non si pone problemi di barare nella vita (e per ciò anche in montagna), è prima di tutto una persona che non ama se stessa, che non ha dignità.
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Messaggioda grizzly » mer ott 10, 2007 13:56 pm

Uhmm... sull'innatismo dell'etica non son tanto d'accordo...
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Messaggioda Roberto » mer ott 10, 2007 14:06 pm

grizzly ha scritto:Uhmm... sull'innatismo dell'etica non son tanto d'accordo...
Non ho detto che è innata in noi, ma che dovrebbe far parte del nostro patrimonio celebrale, dovuto a chissà che, ma in principal modo a generazioni di convivenza con il prossimo, all' esperienza di convivere con gli altri di qualche migliaio di nostri antenati.
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Messaggioda grizzly » mer ott 10, 2007 14:13 pm

Roberto ha scritto:
grizzly ha scritto:Uhmm... sull'innatismo dell'etica non son tanto d'accordo...
Non ho detto che è innata in noi, ma che dovrebbe far parte del nostro patrimonio celebrale, dovuto a chissà che, ma in principal modo a generazioni di convivenza con il prossimo, all' esperienza di convivere con gli altri di qualche migliaio di nostri antenati.


Ah... bon. Avevo frainteso "il dentro di noi" come qualcosa d'innato, di dato all'umanità...
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Messaggioda gug » mer ott 10, 2007 17:50 pm

....miiii che collage! Comunque il discorso mi interessa, appena sarò riuscito a leggere tutti i quote :wink:
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

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Messaggioda SCOTT » mer ott 10, 2007 18:24 pm

L'etica (il termine deriva dal greco έθος, ossia "condotta", "carattere", ?consuetudine?) è quella branca della filosofia che studia i fondamenti oggettivi e razionali che permettono di distinguere i comportamenti umani in buoni, giusti, o moralmente leciti, rispetto ai comportamenti ritenuti cattivi o moralmente inappropriati. Si può anche definire l'etica come la ricerca di uno o più criteri che consentano all'individuo di gestire adeguatamente la propria libertà; essa è inoltre una considerazione razionale, dei limiti entro cui la libertà umana si può estendere.

Spesso viene anche detta filosofia morale. In altre parole, essa ha come oggetto i valori morali che determinano il comportamento dell'uomo.

È consuetudine differenziare i termini 'etica' e 'morale'. Sebbene essi spesso siano usati come sinonimi, si preferisce l'uso del termine 'morale' per indicare l'assieme di valori, norme e costumi di un individuo o di un determinato gruppo umano. Si preferisce riservare la parola 'etica' per riferirsi all'intento razionale (cioè filosofico) di fondare la morale intesa come disciplina.

L'etica può essere descrittiva se descrive il comportamento umano, mentre è normativa (o prescrittiva) se fornisce indicazioni. In ogni caso l'indagine verte sul significato delle teorie etiche.

Può essere anche soggettiva, quando si occupa del soggetto che agisce, indipendentemente da azioni od intenzioni, ed oggettiva, quando l'azione è relazionata ai valori comuni ed alle istituzioni.

LINK

:) Scott.
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Messaggioda Roberto » mer ott 10, 2007 19:36 pm

grizzly ha scritto:
Roberto ha scritto:
grizzly ha scritto:Uhmm... sull'innatismo dell'etica non son tanto d'accordo...
Non ho detto che è innata in noi, ma che dovrebbe far parte del nostro patrimonio celebrale, dovuto a chissà che, ma in principal modo a generazioni di convivenza con il prossimo, all' esperienza di convivere con gli altri di qualche migliaio di nostri antenati.


Ah... bon. Avevo frainteso "il dentro di noi" come qualcosa d'innato, di dato all'umanità...
Comunque mo basta, che già mi so' stufato di parlare de 'ste cose complicate e nevrotiche, che più ci elucubri sopra più non ci capisci :lol:
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Messaggioda Wagoo » gio ott 11, 2007 13:02 pm

Secondo me non sempre essere "non etici" è sbagliato. D'altronde, se oggi "ragioniamo e agiamo" in un certo modo, è perchè qualcuno in passato è uscito dagli "schemi" innovando in senso positivo (ma certamente a volte anche in modo negativo) un certo pensiero. Se l'etica non potesse/dovesse mutarsi, saremmo ancora oggi al paleolitico. Come saremmo ancora oggi a percorrere impervi sentieri rocciosi muniti solo di scarponi, fucili e magari una grossa e pesante corda per affrontare i tratti piu' impegnativi. O forse addirittura riterremmo le montagne come un posto selvaggio e pericoloso, da evitare (come si pensava sino a 200 anni fa).
Le persone in età piu' mature vedono lo spit come uno strumento estraneo alla montagna, inutile e "nocivo", da truffatori. I giovanissimi oggi non possono stare senza spit e pensano ai vecchi alpinisti "eroici" non come a eroi dell'alpe ma quasi come a dei pazzi che, per non si capisce bene quale motivo, andavano a rompersi il collo su pareti inaccessibili.
Chi ha ragione, chi torto?
Ognuno ha la sua "storia alpinistica" alle sue spalle, specialmente chi ha l'esperienza per andare ad aprire nuovi itinerari.
Gli "eroi" concepivano l'aspetto sportivo dell'arrampicata solo come utilità per le imprese sull'alpe. Oggi esiste il boulder, simbolo massimo dell'arrampicata concepita come gesto atletico dove NON DEVE esistere la componente rischio.
E' un cane che si morde la coda soprattutto in tempi in cui ognuno si sente libero di imprimere sulla roccia i propri "valori alpinistici".
E secondo me fa bene. L' importante è rispettare gli altrui valori. Perchè comunque non puo' esistere alcuna etica senza rispetto per l'altrui pensiero.
Il che in pratica significa per me che uno è libero di aprire una via come meglio gli pare e piace, anche infilando uno spit ogni 30 cm o mai ma laddove la sua via intersceca un' altra,allora là dovrà rispettare lo spirito del primo apritore.
E poi rimane pur sempre il fatto che chi ripete la via, è comunque libero di reinterpretarla come preferisce, è questo è sicuro.
Ciao
Wagoo
 
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Messaggioda quilodicoequilonego » gio ott 11, 2007 22:06 pm

no comment
enzo
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Messaggioda al » ven ott 12, 2007 9:17 am

Wagoo ha scritto:Secondo me non sempre essere "non etici" è sbagliato. ..............................................
E poi rimane pur sempre il fatto che chi ripete la via, è comunque libero di reinterpretarla come preferisce, è questo è sicuro.
Ciao


"Quoto" interamente questo intervento nella sua completezza.
L'etica non può essere l'incombenza del passato sul presente, del già stato sulla necessità di sperimentare la novità, della morte sulla vita. L'etica deve segnare un continuum in cui una comunità, in questo caso degli alpinisti, riconosce le manifestazioni di eccellenze grazie all'ausilio delle conoscenze tecologiche attuali.
I "giovani" usano gli strumenti di oggi per progettare il futuro, la loro vita. Gli altri sono discorsi da pensionati che non vogliono mollare la panchina.
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Messaggioda quilodicoequilonego » ven ott 12, 2007 9:30 am

riuscire a salire una parete, solo perchè c'è l'ausilio di trapano e spit, a me sembra apertura con protezioni artificiali
, cioè in artificiale

la roccia viene modificata

se questo è il futuro.... un bel regresso
enzo
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Messaggioda al » ven ott 12, 2007 10:33 am

quilodicoequilonego ha scritto:riuscire a salire una parete, solo perchè c'è l'ausilio di trapano e spit, a me sembra apertura con protezioni artificiali
, cioè in artificiale

la roccia viene modificata

se questo è il futuro.... un bel regresso



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Messaggioda Trittiko » ven ott 12, 2007 10:57 am

riuscire a salire una parete, solo perchè c'è l'ausilio di trapano e spit, a me sembra apertura con protezioni artificiali
, cioè in artificiale


Per quello che ne so io l'apertura è differente dalla libera: aprire usando tecniche di artificiale è normale e talvolta obbligato, poi ci sono le prime libere e le ripetizioni. tutti aspetti differenti di una salita. è vero la roccia viene modificata, ma non credo che vie come silbergeier per esempio possano essere considerate vie di artificiale dato che tra spit e spit ci passa una vita intera...e poi scusate: piantare chiodi non modifica la roccia? cesare maestri non ha modificato il cerro torre?
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Messaggioda il.bruno » ven ott 12, 2007 21:12 pm

trittiko, ma cosa stai dicendo? ma lo sai cos'è un chiodo normale?!? sai cos'è un chiodo a pressione?
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Messaggioda quilodicoequilonego » sab ott 13, 2007 0:17 am

al ha scritto:
quilodicoequilonego ha scritto:riuscire a salire una parete, solo perchè c'è l'ausilio di trapano e spit, a me sembra apertura con protezioni artificiali
, cioè in artificiale

la roccia viene modificata

se questo è il futuro.... un bel regresso



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Secondo me tu sai scrivere ma non sai leggere


sicuramente non so leggere, ma i discorsi da pensionati che non si accontentano della panchina, li fanno quelli armati di trapano

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Messaggioda SCOTT » sab ott 13, 2007 1:23 am

Sei pieno di frasi che si sono incagliate nella testa, ci giri intorno, riesco a seguirti poco.
Dici i gradini e penso a quelli che stiamo scavando per salire, la traccia faticosa nella neve dura, intaccata colpo su colpo dalla picozza.
Fabbrichiamo una scala che un'ora di neve può cancellare, dietro di noi i gradini si richiudono.

E' bello non lasciare traccia.

Se penso che i passi dei primi astronauti sulla luna hanno lasciato orme che stanno ancora li per mancanza di vento e di pioggia, benedico i miei che si ricoprono.
La traccia indelebile dello scarpone di Armstrong è un chiodo fisso per me, vorrei andare lassù con una scopa a cancellarla.

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Messaggioda Wagoo » sab ott 13, 2007 1:51 am

Ok quilodicoquilonego. E' chiaro. Appartieni a una generazione di alpinisti che ha apportato dei valori ma che ormai ha fatto il suo tempo. Una generazione che non concepisce la possibilità di cadere su una via, che preferisce il gusto avventuroso di una salita piuttosto che l'aspetto piu' sportivo, su lungo diedri e camini invece che placche lisce e forti strapiombi. Una generazione che non conosceva le scarpette tecniche d'arrampicata (e mi chiedo allora perchè le usi..), che non conosceva friend (e mi chiedo perchè gli usi) che non si allenava in palestre indoor (e mi chiedo allora perchè le frequenti).
E qui sei già nel paradosso perchè se sei tanto attaccato al CHIODO allora dovresti,per coerenza, essere altrettanto attaccato a tutti i connessi.
E dimostri ulteriormente incapacità di capire cosa sia l'arrampicata quando non ti accorgi in che direzione essa stia andando.
Oggi ci son le guide di versante Sud, con tutte le topos precise (altro che guida cai-Tc), le scarpe sempre piu' tecniche, le protezioni veloci sempre piu' sofisticate, le corde sempre piu' leggere, la MAGNESITE, le sale indoor, i programmi di allenamento. Oggi c' è una cultura sportiva dell'arrampicata che ha contribuito tanto grazie anche allo spit.
Accettalo,prendine atto, vedila in maniera positiva. Tutto sommato questa evoluzione ha portato vantaggi anche a te. E non chiedermi quali perchè te ne ho già menzionati molti poche righe sopra.
Dove va l'arrampicata? Verso prestazioni sempre piu' ardue (che in fin dei conti è quello che già ricercavano i tuoi eroi del 6 grado negli anni 30, nulla di diverso), il 9b, gli 8a a 7000m di altezza, le vie sportive sempre piu' difficili.
Non te la prendere con lo spit, esso non è altro che il chiodo degli anni 90...
Wagoo
 
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Messaggioda quilodicoequilonego » sab ott 13, 2007 4:38 am

Wagoo ha scritto:Ok quilodicoquilonego. E' chiaro. Appartieni a una generazione di alpinisti che ha apportato dei valori ma che ormai ha fatto il suo tempo. Una generazione che non concepisce la possibilità di cadere su una via, che preferisce il gusto avventuroso di una salita piuttosto che l'aspetto piu' sportivo, su lungo diedri e camini invece che placche lisce e forti strapiombi. Una generazione che non conosceva le scarpette tecniche d'arrampicata (e mi chiedo allora perchè le usi..), che non conosceva friend (e mi chiedo perchè gli usi) che non si allenava in palestre indoor (e mi chiedo allora perchè le frequenti).
E qui sei già nel paradosso perchè se sei tanto attaccato al CHIODO allora dovresti,per coerenza, essere altrettanto attaccato a tutti i connessi.
E dimostri ulteriormente incapacità di capire cosa sia l'arrampicata quando non ti accorgi in che direzione essa stia andando.
Oggi ci son le guide di versante Sud, con tutte le topos precise (altro che guida cai-Tc), le scarpe sempre piu' tecniche, le protezioni veloci sempre piu' sofisticate, le corde sempre piu' leggere, la MAGNESITE, le sale indoor, i programmi di allenamento. Oggi c' è una cultura sportiva dell'arrampicata che ha contribuito tanto grazie anche allo spit.
Accettalo,prendine atto, vedila in maniera positiva. Tutto sommato questa evoluzione ha portato vantaggi anche a te. E non chiedermi quali perchè te ne ho già menzionati molti poche righe sopra.
Dove va l'arrampicata? Verso prestazioni sempre piu' ardue (che in fin dei conti è quello che già ricercavano i tuoi eroi del 6 grado negli anni 30, nulla di diverso), il 9b, gli 8a a 7000m di altezza, le vie sportive sempre piu' difficili.
Non te la prendere con lo spit, esso non è altro che il chiodo degli anni 90...


ascolta cucciolo, forse mi hai preso per tuo nonno, e non lo sono

per me, anche in arrampicata, tutto ciò che non arreca danno al prossimo è ammesso, ma la mia libertà non deve limitare quella degli altri

se gli altri non vogliono che la cosa pubblica venga alterata, o agisco in modo accettato da tutti, o la lascio come l'ho trovata

tanta gente come te, che si caga addosso quando si allontana più di tre metri dallo spit, sta rovinando le pareti giocando col trapano

bene, continuate a farlo, ma non venite fuori che vi ciulano le piastrine, perchè stanno solo ripulendo dove tu hai sporcato

l'arrampicata va' verso il clean, roba che tu puoi solo immaginare, troppo difficile per te, troppa fifa, non sei capace a proteggerti, sei troppo indietro, quella degli spit è la TUA strada, gli altri sanno arrangiarsi anche senza trovare la pappa pronta, ciao bimbo impara e cresci, e a proposito di generazioni, ricordati che anche quelle dopo la tua vorrebbero trovare la roccia sgombra da ferraglia, come l'hai trovata tu

se hai paura, fai il bravo, vai sulle ferrate che ci sono, non creartene di nuove, susu :D
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Messaggioda SCOTT » sab ott 13, 2007 14:28 pm

Wagoo ha scritto:Ok quilodicoquilonego. E' chiaro. Appartieni a una generazione di alpinisti che ha apportato dei valori ma che ormai ha fatto il suo tempo. Una generazione che non concepisce la possibilità di cadere su una via, che preferisce il gusto avventuroso di una salita piuttosto che l'aspetto piu' sportivo, su lungo diedri e camini invece che placche lisce e forti strapiombi. Una generazione che non conosceva le scarpette tecniche d'arrampicata (e mi chiedo allora perchè le usi..), che non conosceva friend (e mi chiedo perchè gli usi) che non si allenava in palestre indoor (e mi chiedo allora perchè le frequenti).
E qui sei già nel paradosso perchè se sei tanto attaccato al CHIODO allora dovresti,per coerenza, essere altrettanto attaccato a tutti i connessi.
E dimostri ulteriormente incapacità di capire cosa sia l'arrampicata quando non ti accorgi in che direzione essa stia andando.
Oggi ci son le guide di versante Sud, con tutte le topos precise (altro che guida cai-Tc), le scarpe sempre piu' tecniche, le protezioni veloci sempre piu' sofisticate, le corde sempre piu' leggere, la MAGNESITE, le sale indoor, i programmi di allenamento. Oggi c' è una cultura sportiva dell'arrampicata che ha contribuito tanto grazie anche allo spit.
Accettalo,prendine atto, vedila in maniera positiva. Tutto sommato questa evoluzione ha portato vantaggi anche a te. E non chiedermi quali perchè te ne ho già menzionati molti poche righe sopra.
Dove va l'arrampicata? Verso prestazioni sempre piu' ardue (che in fin dei conti è quello che già ricercavano i tuoi eroi del 6 grado negli anni 30, nulla di diverso), il 9b, gli 8a a 7000m di altezza, le vie sportive sempre piu' difficili.
Non te la prendere con lo spit, esso non è altro che il chiodo degli anni 90...


Mi intrometto...se posso...
...e anche se non posso...

Il problema più evidente è che voi due avete due modi di vedere le cose diametralmente opposti...
...impossibile che l'uno convinca l'altro...

Io penso che la realtà stia nel mezzo...
...mi spiego meglio:

E' corretto quello che dice Wagoo riguardo all'evoluzione che lo spit ha portato nell'arrampicata in genere, ha permesso di raggiungere livelli impensabili fino a pochi anni fa... stesso discorso vale per le palestre indoor e per gli allenamenti "a secco", ormai quasi tutti gli arrampicatori di punta si allenano regolarmente in questo modo, che siano falesisti o alpinisti...
...secondo me non si deve accusare lo spit a prescindere, si deve solo definire la sua giusta collocazione...
...nelle falesie, sulle pareti di bassa quota (la valle del sarca ne è un'esempio), su quelle strutture dove ormai ne è affermato l'uso ... più semplicemente, in quei luoghi dove si va ad allenarsi o dove ha più senso l'attività dell'arrampicata sportiva...
...le eccezioni ci possono anche essere (rifaccio l'esempio della Larcher Vigiani in Marmolada) ma solo se il risultato finale è una salita che per l'epoca storica in cui è stata realizzata spinge in avanti il livello psico-fisico della prestazione sportiva.
Un'altro esempio (tra i tanti) di quello che intendo dire è la via "Tempi modernissimi" di Mariacher.
Se tutti si sentissero in diritto di andare a chiodare dove vogliono e come vogliono (es. spit ogni metro) il risultato finale non piacerebbe a nessuno, nemmeno a te Wagoo, senza parlare del fatto che il "chiodabile" si esurirebbe molto in fretta senza più lasciare spazio all'avventura alpinistica...ne alle ulteriori evoluzioni di livello sportivo...

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Tutto il discorso sull'evoluzione dei materiali può essere vista (secondo me) da un'altro punto di vista...quello che dici tu Wagoo mi sembra riduttivo:
I materiali (scarpette, magnesite, protezioni veloci, corde, imbragature, vestiario) si sono evoluti di pari passo alla crescita tecnica degli "scalatori alpinisti" che hanno potuto realizzare arrampicate fino a ieri impensabili...
...è stato recentemente salita la "Via attraverso il pesce" in Free-Solo, lo stile più pulito che si possa immaginare...
...certo, con scarpette e magnesite, ma questo che c'entra con il forare o meno la roccia? ...la magnesite alla prima pioggia sparisce, le scarpette da aderenza lasciano meno tracce dei vecchi scarponi chiodati.
L'evoluzione dalla tecnica e dei materiali ha reso possibile scalate CLEAN di un livello altissimo ... e destinato ad essere superato dalle generazioni future!

Tu parli di 9b (a spit) ... e quello nelle falesie spinge avanti il livello massimo sportivo...

Parli di 8a a 7000 mt ; penso ti riferisca a "Woman and Chalk " di Bubu Bole in Shipton Spire (che è 8a ma a poco meno di 6000mt) ... bene tale via (e in particolare il tiro di 8a) è stata percorsa in "stile pulito" e cioè senza ausilio di spit ... e "a vista" pare...
...questo è un'esempio di dove ha portato fin'ora l'evoluzione dei materiali e fin dove si possa spingere il livello alpinistico attuale senza la necessità di forare.

Ci sono anche compromessi tra le due scelte (spit - no spit) come "Fram" di Igor Koller (per restare in Marmolada) "Nuvole Barocche" di Venturino De Bona (Civetta) ecc...
...queste sono aperture pulite, con l'eccezione di qualche spit nei punti dove sarebbe stato (per ora) impossibile fare diversamente senza rischiare troppo (leggi: la vita)...


Insomma, ci deve essere spazio per tutti!

Il futuro non è SOLO lo spit ... è ANCHE lo spit...

(io la vedo così)

Concludo dicendo che in QUESTO topic si parla di ETICA non solo di SPIT SI - SPIT NO ... mi pare che l'argomento sia mooolto più vasto... :wink:

Scott.
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