grizzly ha scritto:Mannaja......
...
E' che ho letto finalmente Vertical di agosto-settembre.
Mi ha fatto ridere l'attacco dell'articolo di Oviglia... «Quando al telefono dico al celebre arrampicatore Manolo che vorrei parlare un po' di etica... dall'altra parte del filo sento un preoccupante silenzio... "Ma è vero o stai scherzando?"».![]()
Comunque ci son poi un po' di accenni a storielle, che ovviamente non conosco..., tipo la via Etica bisbetica di Grassi o la Dimanche Noire; "entrata oramai nella leggenda"... boh...
Delucidasiun, merci!
PS Se poi si vuole anche far 'na bella litigata sull'etica ben venga...
SCOTT ha scritto:Ma è vero o stai scherzando?![]()
Scott.
SCOTT ha scritto:Etica:
(ci provo)![]()
Parlare di etica all'oggi è sempre piu complicato, il motivo è che ogni discorso che si fa è soggetto a critiche...
...in più l'argomento è talmente vasto che c'è da perdersi...![]()
C'è l'etica dell'apritore, che decidendo lo stile con cui aprire fa una scelta che lo condiziona, in pratica si "autolimita"...
...c'è chi rispetta un'etica ferrea sentendosi in divieto di scalare se non in arrampicata libera e con un limitato uso di mezzi di assicurazione...(Mariacher con la sua "Tempi Moderni" in Marmolada ne è un'esempio)
...altri si concedono qualcosa in più, passaggi di artifi dove la libera risulta impossibile badando bene però a mantenere l'ingaggio altissimo e il numero di protezioni ridotte al minimo indispensabile ... concedendosi in taluni casi anche lo spit o il chido a pressione la dove non ci sono altre possibilita di protezione e la sicurezza sarebbe totalmente compromessa... (Per restare in Marmolada un'esempio è Koller col Pesce o con Fram)
...poi c'è chi opta per un'etca più sportiva (ma non per questo meno ingaggiata) e apre utilizzando sistematicamente spit ... generalmente il risultato sono vie di difficoltà molto elevata e con protezioni lontane o lontanissime dove raramente si possono aggiungere "protezioni veloci" ...
salire queste vie richiede principalmente il livello tecnico, ma non è certo da sottovalutare l'ingaggio psicologico, chi arrampica sa quanto la difficoltà aumenti in modo esponenziale all'allontanarsi della protezione, uno spit quando è 8 - 10 metri sotto i piedi non fa eccezione... (Sempre sulla Sud un'esempio ... Larcher con la "Larcher - Vigiani")
Qual'è la migliore? ...io non saprei dire...forse la più pura? ...difficile giudicare ... io me ne guardo bene.
Però l'etica può essere riferita anche ad un sito o ad una parete...
...come in Valle Orco ... o in Marmolada, appunto... dove è l'etica del posto stesso che imporrebbe aperture di un certo tipo...
...in altri siti le vie "trad" convivono con le vie "spit" (vedi ad es. Valle del Sarca) senza alcun problema...
Io penso che la cosa più importante sia "conoscere" per evitare di far danni e stupidaggini rovinando o alterando il lavoro di altri ... altrettanto importante rispettare le "regole" del posto e l'etica del primo salitore...
...in parole povere usare un pò di "buon senso".
Più in generale un buon riferimento etico potrebbe essere il famoso "by fear means"... :-k
La parola agli addetti ai lavori...![]()
(tutte banalità? --- ok è vero --- avanti un'altro)![]()
Scott.
Roberto ha scritto:C' è una via a Grotti, tutta scavata ma bellina, si chiama "Etica patetica"
grizzly ha scritto:Olè!Si parla di etica!
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Sul discorso di Scott a proposito degli apritori son abbastanza concorde. Ma non mi sbilancio perchè poi io mica apro vie, se non varianti...assolutamente clean...
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Invece una discussione recente mi ha portato a far un esempio.
Mettiamo che se ne arrivasse Koller tutto trullo con un Makita fiammante e cominciasse a spittare a metro il Pesce...che ne direste?
Da ricovero? Da elogiare?
Io sostengo che anche un apritore deve far i conti con la storia della sua via, e quindi non ha dei "diritti" più di altri a far modifiche che stravolgano la via.
Qualcuno invece mi ribatteva che se è l'apritore che decide di far modifiche è nel suo diritto, magari storcendo il naso ma si deve accettare.
Io non accetterei questo ragionamento, perchè il limite che metto io all'apritore è dato dal voler mettere al primo posto la storia della via, che in sostanza è la storia dell'apertura e delle ripetizioni... quindi l'apritore ha anche lui questo limite al suo ipotetico voler cambiare.
Che ne dite?
misterorange ha scritto:io personalmente concordo sia con grizzly che con Scott...
Però gli apritori ,per il mio parere, devono sottostare all'etica che caratterizza quella montagna e quindi anche volendo non possono modificare eccessivamente le loro vie.
Poi secondo me l'etica si modifica con l'andare del tempo, quindi ora vengonon aperte vie sportive a spit che però hanno dei run out lunghissimi, dove la possibilità di integrare è quasi nulla (ad esempio l'ultima via aperta da vigiani sul monte nona) e le difficltà sono alte.
poi ancora in ambito di etica mi vinie in mente un personaggio come mauro bole che si è ripetuto tutte le vie più dure sulle tre cime in lavaredo ( couzy, bellavista, via degli spagnoli...) lasciando intatta la chiodatura originale ad esclusione delle soste che ha "modernizzato" mettendole a spit.
ci sarebbero altri cento esempi di etica che si possono fare ma a parer mio rimarrà sempre un'entità astratta l'etica, in quanto ognuno ha un'etica personale sull'alpinismo.
berni ha scritto:grizzly ha scritto:Boni... nun ve scannata per l'etica... boni...
Ci si fa ,ale con l'etica Grizzly...ci si fa male, nel corpo e nello spirito...
SCOTT ha scritto:grizzly ha scritto:Olè!Si parla di etica!
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Sul discorso di Scott a proposito degli apritori son abbastanza concorde. Ma non mi sbilancio perchè poi io mica apro vie, se non varianti...assolutamente clean...
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Invece una discussione recente mi ha portato a far un esempio.
Mettiamo che se ne arrivasse Koller tutto trullo con un Makita fiammante e cominciasse a spittare a metro il Pesce...che ne direste?
Da ricovero? Da elogiare?
Io sostengo che anche un apritore deve far i conti con la storia della sua via, e quindi non ha dei "diritti" più di altri a far modifiche che stravolgano la via.
Qualcuno invece mi ribatteva che se è l'apritore che decide di far modifiche è nel suo diritto, magari storcendo il naso ma si deve accettare.
Io non accetterei questo ragionamento, perchè il limite che metto io all'apritore è dato dal voler mettere al primo posto la storia della via, che in sostanza è la storia dell'apertura e delle ripetizioni... quindi l'apritore ha anche lui questo limite al suo ipotetico voler cambiare.
Che ne dite?
Da ricovero!(non credo ci si debba preoccupare in tal senso, Koller non lo farebbe mai...)
Però la tua è una bella domanda......non saprei che rispondere...
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Così, a freddo mi viene da dire che l'apritore ha il diritto di fare ciò che preferisce (come l'artista con la propria scultura)...
...però, nel caso del "pesce" ad esempio, l'artista ha già consegnato l'opera ... a quel punto non è più di sua proprietà (anche se ne resta autore) e quindi perde gran parte dei diritti sull'opera stessa......non la può più distruggere...
Roberto, tu che ne pensi?
Scott.
Ho ripulito il topic... se eventualmente ci fosse qualcuno interessato...